A Genova, dal 25 ottobre al 3 novembre, si tiene il Festival della Scienza, un appuntamento dedicato a grandi e piccini che invita alla scoperta del fantastico mondo della scienza proponendo un approccio orginale e innovativo. Non a caso, l’edizione di quest’anno è dedicata all’Immaginazione. Vediamo quali sono le principali novità di questa edizione e i dietro le quinte dell’evento grazie al presidente Manuela Arata.

Presidente, il festival della Scienza giunge quest’anno alla sua decima edizione. Quali sono le principali novità e quali gli obiettivi che vi proponete?
Quest’anno abbiamo voluto fare un po’ di “tradizione” richiamando scienziati che sono venuti nelle varie edizioni e sono stati particolarmente amati dal nostro pubblico: i nostri “fondatori” Luca Cavalli Sforza (che quest’anno ha compiuto novant’anni), Giulio Giorello e Piergiorgio Odifreddi, ma anche Giacomo Rizzolatti, Lisa Randall, Martin Rees, Ian Tattersal e Catherine Vidal. Cosi’ come riportiamo al Festival la mostra interattiva che ha avuto maggior successo al Festival e nelle tante sedi in cui l’abbiamo portata: Semplice e Complesso, premiata a Shanghai come “best exhibition” e inauguratrice del nuovo spazio culturale dell’Aquila dopo il terremoto.
La novità c’è sempre, perché è intrinseca nella scienza stessa: ogni anno invitiamo chi ha fatto nuove scoperte, sviluppato nuove conoscenze, esplorato nuovi mondi. Avremo come sempre tanti nuovi relatori, molti giovani ricercatori che aiutiamo a farsi conoscere e apprezzare il dialogo con il pubblico.
La novità principale sta nel fatto che il Festival sempre più diventa un sistema educativo: dal successo dello scorso anno del progetto “A scuola con Galileo”, che ha visto 120 studenti provenienti da tutta Italia confrontarsi per una settimana con scienziati di varie discipline, quest’anno è nata l’iniziativa “Futuro prossimo” in cui i ragazzi avranno modo di confrontarsi con ricercatori e esperti del mondo del lavoro che li informeranno sulle opportunità offerte da tante diverse professioni in settori avanzati.

Come mai avete deciso di dedicare questa edizione al tema “Immaginazione”?
In tempi di crisi l’innovazione è secondo noi l’unica vera via per la ripresa. E l’innovazione nasce da nuove idee, nuovi approcci, nuove tecnologie. Sono gli scienziati quelli che immaginano continuamente di poter andare oltre le conoscenze acquisite, di poter appunto immaginare nuovi scenari. Pensiamo com’è stato immaginifico Higgs, che dopo decenni ha finalmente visto che il “suo” bosone esiste, come ci racconterà Fabiola Gianotti che al CERN ha fatto l’esperimento che lo ha rivelato.
E poi la parola immaginazione ci riporta alla fantasia, alla creatività, al messaggio che sempre vogliamo dare e cioè che l’intelligenza paga, è fondamentale per avere un mondo migliore.

Oltre 500 ragazzi e ragazze, selezionati tra più di 1000 candidati, arriveranno al Festival come animatori dopo aver affrontato un corso di formazione teorico e pratico. Quale il loro ruolo, all’interno del Festival?
Gli animatori sono il cuore pulsante del Festival, gli ambasciatori della scienza, quelli che la spiegano in maniera accattivante e sanno farsi apprezzare da grandi e piccini. Quest’anno alcuni di loro terranno i laboratori in lingue straniere in omaggio al fatto che la decima edizione del Festival è dedicata all’Europa.
Ma il loro ruolo di ambasciatori non si dovrà fermare qui: i tanti studenti, dottorandi, giovani ricercatori che fanno l’esperienza del Festival acquisiscono capacità di comunicazione che li aiuteranno nella loro futura carriera a diffondere le nuove conoscenze fuori dai laboratori di ricerca.
Facendo questa esperienza molti hanno imparato nuovi modi di comunicare con semplicità concetti anche molto difficili e sono diventati progettisti di laboratori e eventi di vario tipo: nasce da questa constatazione il progetto “Orientascienza”, che con il supporto della Regione Liguria e del Fondo Sociale Europeo addestra i giovani animatori-progettisti per orientare i più  giovani verso gli studi e le professioni tecnico-scientifiche.

Come si sostiene il festival? Quali sono le modalità di partecipazione e di supporto da parte di aziende e privati al vostro progetto?
Da sempre il Festival si caratterizza per la sua capacità di attrarre fondi da privati. In dieci edizioni accanto ai nostri partner fondatori Telecom Italia e Compagnia di San Paolo si sono affiancate tante altre aziende nel corso degli anni.
Naturalmente la crisi ha messo in difficoltà molte imprese che hanno dovuto ridurre i loro apporti economici, ma siamo contenti del fatto che comunque restano con noi sostenendo mostre e laboratori, a confermare che lo strumento della comunicazione scientifica è utile anche per il mondo produttivo.
Sul fronte istituzionale c’è un grande sforzo per aiutarci da parte della Regione Liguria, che con progetti mirati ci dà la possibilità di mantenere una dimensione adeguata e innovativa, del Comune che ci dà gli spazi e veicola sponsor, mentre il MIUR contribuisce oltre che con la collaborazione della Direzione Regionale per la Scuola anche con un finanziamento significativo sulla legge per la divulgazione. Circa il 16% del budget poi viene dalla bigliettazione, che naturalmente speriamo aumenti sempre più soprattutto con l’arrivo di tanto pubblico da tutta Italia: abbiamo migliorato i sistemi di e-commerce e facciamo offerte speciali perché le famiglie passino il ponte dei Santi a Genova, che proprio grazie al Festival l’anno scorso è stata la città di maggior afflusso turistico in quel periodo.

Per approfondimenti:
http://www.festivalscienza.it/