Cosa accomuna un gruppo di giovani che organizza azioni collettive di pulizia delle strade e dei giardini, cittadini che sfondano il muro di un ex convento per appropriarsi di uno spazio comune, una figlia d’arte quale Liliana de Curtis che intende rendere fruibile ai cittadini la casa-museo del padre Totò e le associazioni culturali che gestiscono gli spazi sotterranei della città di Napoli? La risposta sembra elementare: sono tutte realtà partenopee. Ma da sola non basta. Eppure, la soluzione è lì, sotto ai nostri occhi ed è più facile di quanto possa sembrare. Ognuna di queste realtà è fortemente legata al territorio di appartenenza, quello napoletano appunto, e tutte ambiscono a un obiettivo comune: prendere in mano la situazione e provare a trasformare il proprio territorio contando esclusivamente sulle proprie forze e sulla ricchezza culturale che vi è presente.

Cleanap, ad esempio, è oggi un’associazione a tutti gli effetti, ma è nata l’anno scorso come aggregazione spontanea di giovani volenterosi e, parafrasando la descrizione del loro sito internet, come proposta di performance socialmente utile. Sfruttando le potenzialità offerte dal Web e dai social networks, i ragazzi si organizzavano dandosi appuntamento in piazze e punti specifici della città, armati di guanti, pezze, spugnette, alcool e scope per pulire i muri invasi dalle scritte e dai graffiti e liberare le strade dalla sporcizia. Nessun fondo pubblico, visto che gli aderenti (di ogni età) provvedevano personalmente alle spese di acquisto dei materiali necessari.

Sullo stessa linea vi è il gruppo dei Friarielli Ribelli, cittadini orgogliosamente slegati da qualsiasi colore politico che, attraverso azioni di guerrilla gardening, autorganizzate e autofinanziate come nel caso precedente, hanno voluto rispondere alla costante incuria cittadina recuperando le aree verdi e curando aiuole e giardinetti. Una vera e propria guerra al degrado urbano, dove le uniche armi ammesse sono pale, zappe, rastrelli e tanta buona volontà, come si legge dalla descrizione della pagina facebook. Anche qui la partecipazione dei cittadini è stata sempre fortissima e ha portato a dei risultati molto positivi e incoraggianti, in barba all’amministrazione comunale che avrebbe dovuto provvedere alla manutenzione.

E rimanendo in tema associativo, si possono citare i casi dell’Associazione Napoli Sotterranea, che cura ormai da anni con successo le visite guidate nei cunicoli del sottosuolo cittadino, con gli enormi ambienti scavati nel tufo che hanno offerto ospitalità alla cittadinanza durante la seconda guerra mondiale e che risultano essere, oggi, uno dei punti più amati e frequentati dai turisti. Da un cunicolo all’altro: l’Associazione Culturale Borbonica Sotterranea ha aperto al pubblico pochi anni fa uno dei luoghi sotterranei più suggestivi, il Tunnel Borbonico, voluto dal re Ferdinando II di Borbone verso la metà dell’Ottocento e anch’esso particolarmente apprezzato dai turisti in visita in città. E rimanendo in tema di “sotterraneo”, si può riportare anche l’esempio del famigerato Cimitero delle Fontanelle, riaperto nel 2010 dopo una pacifica occupazione da parte dei cittadini del Rione Sanità.

A proposito di occupazioni, recentemente un gruppo di cittadini del rione Materdei ha sfondato il muro che da tempo blocca l’ingresso dell’ex convento delle Santissime Teresiane di salita San Raffaele, con un’unica intenzione: riprendersi gli spazi promessi dal sindaco de Magistris, attraverso un’occupazione partecipativa e pacifica, ripulendo il giardino interno e rendendo fruibile il chiostro. Piani che spettavano all’amministrazione comunale, ma che finora non erano stati soddisfatti, lasciando i cittadini privi di un parco pubblico nel quartiere.

Ultimo esempio, ma non per importanza, è quello della casa natale di Totò, che la figlia Liliana de Curtis sta tentando di trasformare in museo per riconvertire non solo la struttura da un punto di vista architettonico, ma per valorizzare anche la figura del grande attore comico napoletano, uno dei più grandi della storia del cinema italiano: un punto di partenza che dovrebbe, poi, portare a una completa riqualificazione del rione Sanità, dove Totò ha trascorso la sua giovinezza. Ma anche in questo caso le amministrazioni pubbliche nicchiano e ci si affida all’aiuto dei cittadini: la struttura, infatti, concorre alla maratona “I Luoghi del Cuore” del FAI, nella speranza di ottenere una quantità necessaria di fondi per completare i lavori di riqualificazione e consentirne finalmente l’apertura.

Questo lungo, ma necessario, elenco di esempi dimostra che siamo davanti a una silenziosa rivoluzione socio – culturale. Di fronte all’inadempienza del pubblico e al menefreghismo della politica inondata dagli scandali, la cittadinanza, come visto in tutti questi casi analizzati, sente la necessità di recuperare i propri spazi, di vincere e buttarsi alle spalle quel senso di rassegnazione che la pervade, mostrando un forte senso di appartenenza verso la propria città, con uno scatto di orgoglio e di creatività. Il cambiamento è alle porte e tutti possono (e devono) prenderne parte.