In effetti non ci sarebbero parole per raccontare questa mostra incredibile di Sissi alla Fondazione VOLUME di Roma, ma possiamo provare a condividere con i lettori un’emozione intelligente; che però dopo andrà vista. È un’esperienza, come tutte le mostre di arte contemporanea evoluta e colta dovrebbero essere dagli anni Venti in avanti. Per cui va fatta dal vivo.

Ed è un’esperienza toccante come tutte le cose che fa VOLUME, Fondazione no profit fondata da Franco e Daniela Nucci. Lui un neurochirurgo di fama internazionale, collezionista dalla nascita, appassionato di arte vera – cioè vissuta insieme agli artisti – tanto da spendere tutto quello che guadagna nella sua Fondazione, con progetti magnifici prodotti dai migliori artisti del mondo che hanno esposto a VOLUME dal 1997. Lei una Dea protettrice dell’arte: insieme ai figli e al genero progettano e organizzano cose molto ambiziose, come il Parco Nomade al Corviale di cui in questi giorni si è parlato in una inconsueta no stop tecnocratica al Ministero dei Beni Culturali. In effetti è un progetto di inclusione sociale attraverso le modalità dell’arte che poche volte ha visto la luce in Italia: informazioni al riguardo si possono reperire in rete oppure al Corviale stesso, il famigerato quartiere dormitorio di Roma, detto il Serpentone.
Sissi invece, bolognese di nascita e spirito, è una delle artiste più illuminate e interessanti dell’intero panorama mondiale e, come da richiesta di Nucci & Co. ha prodotto un evento–mostra–performance fatto di vera verità, alchimia autentica, arte profonda e toccante. Artista genuina, folle come un’auto lanciata a 200 km orari per le strade di Parigi. Da perdere la Senna… La performance è stata un fiume di parole sensate che rompono lo schema di vecchie verbosità accademiche, filtrate dai vocabolari noiosi e ottocenteschi che hanno passato il timbro della censura. Una cascata verso l’alto, diamanti dialettici per dormienti narcolettici. Un risveglio del senso e dei sensi, poesia ruggente, struggente e stridente di una donna davvero intelligente.

Le opere provengono da uno studio iniziato con la sua tesi di laurea conseguita all’Accademia delle Belle Arti a Bologna e poi evolutosi in un libro d’artista vero e proprio che Sissi sta riproducendo ora a mano in 6 copie uniche. Pagine riprodotte in formato gigante, rimesse insieme in un collage creato con interventi manuali, pittorici e grafici sulle immagini, completamente riscritte per esprimere le reazioni interne e interiori del corpo alle sollecitazioni morali esterne. Per esempio, come reagisce un corpo alla crisi, alle atmosfere pesanti di questo momento, alle disgrazie o alle buone notizie?

La scienza non potrebbe spiegarlo; Sissi ha trovato invece un modo culturale che, spostando i neuroni alla ricerca di una interiorità invisibile, coniuga esterno e interno in una sola, profondissima interiorità fisica e metafisica. Non solo: l’utero all’interno del quale Volume accoglie i suoi amici è stato vestito da Sissi in maniera magica, come solo una donna può fare. Per cui la mostra si trasforma nell’esperienza di tornare in grembo accompagnati da visioni traslucide come fosse un nuovo codice atlantico del corpo interiore.
Chi l’ha vista non ha ringraziato dal più profondo del cuore ma dal cuore più profondo. Che pensava di aver perso.