Se vi dico 3D a cosa pensate? Al cinema, ovvio. E invece alla Centrale MonteMartini le 3D non sono solo tridimensionalità ma incarnano le tappe di un percorso espositivo che, partendo dallo strumento di percezione, l’occhio, ripercorrerà le tappe della ricerca della terza dimensione nella pittura per completarsi, e concludersi, con l’esposizione di alcuni scatti fotografici di De Kerckhove.
Inizialmente verranno dati gli strumenti per capire come, e cosa, il nostro occhio sia in grado di percepire, ma soprattutto scoprire che spesso può essere ingannato. La storia della pittura è infatti un percorso disseminato di ricerche ed espedienti per riuscire a rappresentare quanto veniva percepito dall’occhio. Da Brunelleschi, che ha codificato la tecnica per disegnare edifici in profondità, passando al trompe l’oeil la grande scommessa era quella di proiettare il visitatore nel rappresentato.
Così dalla prima parte della mostra, superati gli stadi della ricerca della terza dimensione in pittura si passerà allo step successivo, che è quello che poi si è caratterizzato soprattutto con le avanguardie del novecento fino ad all’arte contemporanea. Una volta raggiunta la rappresentazione della realtà, la pittura è andata deformandola e scomponendola lasciando che fosse l’occhio il trait d’union di tutto.
Il percorso si concluderà con i ritratti fotografici realizzati da De Kerckhove che vedono come protagonisti accademici, artisti e teorici legati al mondo della comunicazione visiva e a quello della tridimensionalità. Il massmediologo si è infatti molto interessato alla rappresentazione dello spazio perché lo ritiene figlio di un concetto, ovvero della matematica e della pittura che ne hanno consentito la rappresentazione. Tuttavia il guru dei media evidenzia come nell’era dei satelliti la nostra percezione dello spazio sia totalmente cambiata, e come questi nuovi strumenti ci consentano di vedere il mondo dall’alto e a 360 gradi, offrendoci una nuova esperienza.
La mostra si caratterizza anche per un lodevole intento: quello di “far fare ai giovani: allestimento, sponsorizzazione, divulgazione e realizzazione sono stati affidati ad un gruppo di giovani che a conclusione del loro Master in “Management delle Risorse Artistiche e Culturali” si sono cimentati in una grande prova generale del loro futuro lavoro.