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Un villaggio sperduto nella giungla nicaraguense, Greytown, ombelico misterioso e raccordo geografico ideale delle due facce del continente americano, e due vite sul crinale dell’infanzia: “El ojo del tiburón”è il film-documentario vincitore dell’ultima edizione del Premio Enel Cuore al Cinema Sociale.
Riconoscimento giunto ormai al sesto anno di vita, il Premio Enel Cuore al Cinema Sociale, frutto della collaborazione tra Enel Cuore Onlus e la Fondazione Cinema per Roma, è stato istituito nel 2007 con lo scopo di valorizzare film-documentari, italiani o stranieri, che portano all’attenzione storie di umanità fragili, conducendo e coinvolgendo lo sguardo dello spettatore verso una più profonda sensibilità nei confronti dei valori della solidarietà.
Ripercorrendo velocemente le geografie e i territori esistenziali tracciati dai film vincitori delle ultime edizioni, emerge in modo chiaro l’intento del Premio Enel Cuore al Cinema Sociale di promuoverne il valore socio-culturale e l’intensità dei linguaggi e contenuti: dalla guerra in Nord Uganda in “War Dance” (2007) di Sean e Andrea Nix Fine, all’esperienza della malattia de “Il silenzio prima della musica” (2008) del regista Eric Metzgar, passando per i racconti di povertà estrema e di traffici di organi tra India e Brasile in “H.O.T. – Human Organ Traffic” (2009) dell’italiano Roberto Orazi, sostando per vivere la quotidianità di un villaggio senegalese in “DIOL KADD. Vita diario e riprese in un villaggio del Senegal” (2010) di Gianni Celati, fino allo sfruttamento di giovani aspiranti modelle in un viaggio che dalla Siberia ha portato a Tokyo con “Girl Model” (2011) dei registi David Redmond e Ashley Sabin.
l valore culturale della pellicola vincitrice dell’edizione del 2012 non è da meno e questa volta conduce in America Latina, più precisamente in un remoto villaggio incastonato tra l’oceano e la giungla del Nicaragua: “El ojo del tiburón”, terzo documentario realizzato da Alejo Hoijman, restituisce la passione e la curiosità con cui il regista argentino, classe ’72, ha catturato le vite di Maicol e Bryan nell’estate della loro vita, quella delle scelte che conducono all’età adulta e dei destini che si separano tra cacciatori di squali e trafficanti di droga, sullo sfondo una guerra civile lacerante e una povertà dai toni epici. Narrazioni di miserie e sofferenze a cui la Enel, attraverso la sua Onlus, Enel Cuore, vuole mostrarsi particolarmente sensibile pur essendo implicata in alcuni progetti che destano frequenti e non poche critiche. Se da un lato la società elettrica si propone di incoraggiare il valore della solidarietà e promuovere la tutela dei diritti umani, dall’altro è accusata, in particolare dall’ultima campagna di Greenpeace “Enel killer del clima”, di trascurarne uno tra i più rilevanti: il diritto alla salute. Inoltre, sebbene coinvolta in alcune iniziative solidali e di sviluppo in America Latina, è spesso aspramente incolpata dalle comunità indigene dell’impoverimento e del saccheggio delle risorse causati dalla costruzione di impianti idroelettrici nei loro territori.
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