Lo scorso 24 novembre, la tre giorni  del Salone Europeo della Cultura “Venezia 2019” ha trasformato i Magazzini Ligabue della laguna in un incubatore di innovazione.  La proposta di candidatura del Nord est Italia a capitale europea della cultura dimostra la volontà del territorio di reinventarsi come area metropolitana a forte vocazione culturale, capace di declinare il suo potenziale creativo all’interno di un’offerta turistica e culturale diffusa e trasversale. Quale il ruolo giocato dal Trentino all’interno della promozione del territorio?

Se è vero che le città europee designate negli anni capitale della cultura hanno sfruttato il periodo a disposizione per trasformare completamente la loro base culturale e la loro visibilità internazionale, la proposta che il Nord Est Italia ha presentato per il 2019 intende far emergere e potenziare la propria ricchezza culturale all’interno di una rete interregionale delle eccellenze del territorio.

Tre Venezie, o Triveneto, è il toponimo per indicare l’area costituita dal Veneto, dal Friuli-Venezia Giulia e dal Trentino-Alto Adige, regioni culturalmente e tradizionalmente accomunate dalla passata appartenenza al dominio asburgico, poi tornate sotto il governo  del regno d’Italia, ma ancora oggi avvicinate da una comune cultura mitteleuropea  che le rende testimoni reali del dialogo interculturale promosso dalla comunità europea.

L’intento dichiarato della candidatura è la valorizzazione creativa dell’identità del territorio facendo leva sulla molteplicità di energie e asset che continuano a confermare il Nord Est come regione di “benessere e relax” anche nei confronti dei propri residenti, in termini di  qualità della vita, con standard elevati superiori a quelli offerti da altre regioni.

Le tre regioni giocano ciascuna un ruolo specifico, il veneto con la sua vocazione all’imprenditorialità artigianale, il friuli venezia giulia, con la tradizione vitini cola che rende l’area mete tra le mete amate del turismo enogastronomico, e il trentino alto adige, che proprio in questi giorni si ravviva dell’atmosfera natalizia come poche altre regioni italiane.

La candidatura a capitale europea offre al trentino l’occasione per rafforzare l’identità territoriale creando aperture sinergiche capaci di determinare una forte riconoscibilità  del territorio. Quale la strategia da seguire per l’offerta turistico-culturale più efficace?

Cultura è anche natura, paesaggio, genius loci e tradizione, idiomi- come intreccio di lingue e linguaggi artistici- scienza, capitale sociale e partecipazione attiva. Un mix di  risorse tangibili e immateriali che opportunamente interpretato offre l’occasione per sviluppare al meglio il potenziale della regione. Il focus va quindi sulla produzione di nuova cultura a partire dal dna del territorio.

Se natura e relax sono gli asset su cui finora il territorio ha puntato maggiormente, si potrebbe immaginare di legare lo zoccolo forte dell’offerta turistica locale – quello che più ha consentito una destagionalizzazione di flussi, con presenze costanti in soprattutto nelle località montane tanto d’inverno che in estate- con l’altra vocazione tradizionale del territorio, che da anni si afferma internazionalmente come polo della green economy, della ricerca e della scienza.

Così, tra i benefici della candidatura, potremo anche annoverare il rilancio e il riconoscimento del valore della ricerca per lo sviluppo economico del nostro Paese, e riscattarla dal ruolo di cenerentola del mondo cultuale a cui sembra ormai esiliata negli ultimi anni?