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A pochi chilometri da Bologna, la città in cui è nata la prima macchina automatica italiana per la produzione di gelato, è stato da poco inaugurato il Gelato Museum Carpigiani, destinazione imperdibile per gli amanti del dolce freddo.
Il museo sorge presso la sede di Carpigiani, azienda produttrice dal 1946 di macchine per gelato artigianale, all’interno di spazi industriali ora convertiti in centro per lo studio e l’approfondimento di storia, cultura e tecnologia del gelato.
Il progetto Gelato Museum, curato dalla storica Luciana Polliotti e per il graphic design dallo studio B+C, documenta e racconta le origini del gelato artigianale, alimento fresco celebrato da cuochi, poeti e letterati: sorbetti e gelati sono il prodotto della umana ragione più raffinata affermava Filippo Baldini medico napoletano all’interno della sua opera De’ Sorbetti (1775).
Accedendo al museo, sulla rampa d’ingresso, si incontra la linea del tempo della storia del gelato, e si scopre che il piacere di degustare bevande fresche risale a molti secoli fa. Già nel 12.000 a.C a Franchthi in Grecia, si consumava una zuppa di mandorle ed aglio raffreddata ad una sorgente, mentre nel III e II sec a.C, in Mesopotamia e in Egitto, la neve fresca veniva abbinata a succhi di frutta, miele oppure vino.
Lo shrb, preparato dagli speziali arabi nel XI secolo, e il candiero, una crema all’uovo con un tocco di vin santo, realizzata a Firenze alla fine del Seicento, vengono considerati rispettivamente i predecessori del sorbetto e del gelato.
Data la difficoltà e i costi di reperimento della neve fresca e del ghiaccio, il gelato rimane fino alla fine dell’Ottocento un simbolo del potere, un dessert prelibato riservato alle classi nobili.
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