Lo abbiamo sentito dire qualche tempo fa che in Calabria erano stati stanziati ben tre milioni  e mezzo di euro per il contemporaneo. E considerando che, ultimamente (ma anche più che ultimamente), i soldi pubblici diventano inevitabilmente privati, crea un certo stupore sapere che con quei soldi, qualcuno sta facendo qualcosa di davvero significativo.

Nasce infatti, a Cosenza, Art In Progress. Cantieri del contemporaneo, un progetto promosso dalla Provincia di Cosenza, dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e dal Comune di Marano Principato, in collaborazione con il Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza e il Parco Nazionale della Sila, che si pone l’obbiettivo di costruire una cultura del contemporaneo, in un territorio che, mai come oggi, sta dando riscontri significativi in ambito artistico e culturale.

Art In progress ha aperto i battenti a novembre con il laboratorio Resident Museum Prima Visione. Per un’immagine del territorio e,  prosegue con la mostra Punti di Vista, a cura del Soprintendente Fabio De Chirico e Ludovico Pratesi e visitabile fino al 14 febbraio 2013. L’esposizione, realizzata nelle suggestive sale della Galleria Nazionale di Cosenza, al secolo Palazzo Arnone, annovera la presenza di Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli, e tanti altri giovani artisti che si raccontano affiancati ai grandi maestri della storia.
Insolita accoppiata, infatti, quella della internazionale Vanessa con il tenebroso Mattia Preti, o del Cristo al Calvario di Giovanni e Gentile Bellini con le impalpabili lacrime della Rugiada di Massimo Bartolini.

Strani accostamenti sì, ma che rendono con efficacia il senso reale dell’esposizione: eh sì perché Punti di Vista, non si pone come una semplice mostra, ma come sguardo inedito gettato su secoli di storia dell’arte, determinando quindi un’analisi che non è più racchiusa nella bidimensionalità di un testo, ma si afferma con prepotenza, occupando gli spazi reali di Palazzo Arnone. Ma più di ogni altra cosa occupa l’occhio e la testa di chi osserva. L’accostamento diretto, concreto, pone inevitabilmente la necessità di riflettere su secoli di teorie, dibattiti, tele bianche e tele rotte, su figure ieratiche che col tempo son diventate immagini in movimento. Su colori naturali che si sono trasformati in qualsiasi cosa. Sulla riflessione del dolore, dell’amore che nel loro rappresentarsi hanno mutato aspetto.
Punti di vista, non è un titolo, ma è una frase ridondante che mette in discussione il proprio modo di vedere le cose, spesso percepito come assoluto.