Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Il 24 e 25 febbraio 2013 si terranno le elezioni politiche per rinnovare il governo dopo la transizione della dirigenza tecnica. I partiti sono in pieno fermento propagandistico e si prodigano in campagne sempre più variegate, social e creative.
Direte voi: qual è la novità? Questo periodo pre-elettorale sembra in realtà caratterizzarsi per la presenza di molte proposte avanzate dal mondo dell’associazionismo, dal terzo settore e da diversi soggetti che hanno deciso di esporre le loro richieste ai potenziali governanti di domani.
In ambito culturale hanno riscontrato larga partecipazione le Primarie del FAI, una consultazione pubblica, che si è svolta on line, al fine di individuare cinque punti da presentare ai candidati. Dal 7 gennaio, per 21 giorni, i cittadini hanno segnalato le loro priorità che si sono rivelate i fondi da destinare alla cultura, la protezione del suolo, la sicurezza del territorio, la promozione dell’agricoltura e il diritto allo studio.
Anche Federculture ha avanzato l’appello “Ripartire dalla Cultura”: 5 proposte per dieci obiettivi. La cinquina di temi tocca competenze, lavoro giovanile, investimenti, modernizzazione nella gestione dei beni culturali e una fiscalità agevolata per il settore culturale.
L’imprenditoria non è certo rimasta a guardare, ma ha fatto sentire la sua voce con “Il Progetto Confindustria per l’Italia: crescere si può, si deve”. Già dal titolo del documento si evince il tono delle proposte, che si pongono come principali obiettivi crescita e occupazione. Gli strumenti tramite cui perseguire tali risultati sono vere e proprie terapie d’urto basate sul taglio dei costi, su liquidità dell’economia, rilancio degli investimenti, aumento dell’export e mantenimento della coesione sociale. Il tutto analizzando con attenzione la copertura finanziaria e indicando le riforme necessarie in diversi ambiti.
Ognuno lancia idee per il proprio settore, dunque, e Slow Food propone i suoi “appunti per le politiche alimentari in Italia”. L’appello invita a volgere l’attenzione a suolo, paesaggio e territorio, affinché si preservino i terreni fertili e si recuperino quelli abbandonati. Importante anche la tutela della legalità nei sistemi di produzione enogastronomica, la lotta contro il cambiamento climatico, la preservazione della biodiversità e il rifiuto degli ogm, ma anche incentivi per le nuove generazioni che operano nel settore, la promozione di vecchi saperi, agevolazioni fiscali e molto altro ancora.
Per quel che attiene il panorama dei diritti, da segnalare la campagna “Tempo Scaduto”, promossa da Arcigay, che sintetizza le richieste in quattro punti illustrati in un apposito sito web. Qui vengono segnalate le posizioni di ciascun partito e le risposte dei candidati per Camera e Senato di ogni regione riguardo ciascuno dei quattro punti. Infine c’è un’apposita sezione dedicata a chi intende sostenere il matrimonio tra persone dello stesso sesso, l’estensione della legge Mancino per reati motivati da omofobia e transfobia, l’accesso alla fecondazione assistita e la possibilità di cambiamento del genere anagrafico.
Pare che anche l’ACI, Automobile Club d’Italia, abbia raccolto 10 proposte rivolte al futuro parlamento e governo. Questa ricetta, promette la federazione, consentirebbe di far risparmiare agli automobilisti italiani 26,8 miliardi di euro, riducendo la loro spesa annuale del 20%. Tra le misure c’è l’abolizione del Codice della Strada per l’adozione di un Codice del Conducente, la previsione di una patente a livelli per le auto più potenti, abolizone del superbollo e riduzione della tassa di possesso, la rimodulazione dell’accise sui carburanti, più mezzi pubblici e ancora altro.
Quelle presentate sono solo alcune delle tante voci di un ampio coro: da più parti si suggeriscono infatti soluzioni, idee e riforme che, se da un lato denotano una forte esasperazione e una grande esigenza di cambiamento, dal’altro fanno guardare al futuro con ottimismo. Sembra infatti che in Italia ci sia ancora voglia di fare e di migliorarsi.
Anche TAFTER, del resto, aveva già a suo tempo illustrato le sue sette priorità per le politiche culturali in Italia.