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Un maestro della fotografia contemporanea grazie ai suoi scatti della vita quotidiana reale, tratta dai muri delle fabbriche della Milano operaia, di Beruit dopo la guerra, dei paesaggi urbani che ci circondano. È morto oggi all’età di sessantanove anni il fotografo documentarista Gabriele Basilico. Era nato nel 1944 a Milano, città a cui ha dedicato buona parte dei suoi lavori e durante la sua carriera era rimasto fedele alla pellicola in bianco e nero. Formatosi come architetto, ben presto il suo lavoro lo aveva però avvicinato al mondo della fotografia. Il suo primo reportage risale al 1982 “Ritratti di fabbriche” in cui le immagini descrivono le aree industriali milanesi. Nel 1984 viene ingaggiato, assieme ad altri colleghi, dal governo francese per la Mission Photographique de la DATAR(Délégation a l’Aménagement du Territoire et à l’Action Regionale): lo scopo è quello di documentare l’apertura del passaggio transalpino. Il risultato di questa missione sarà l’esposizione delle sue immagini alla grande collettiva a Parigi nel Palais de Tokyo l’anno successivo. Tra i suoi lavori è rimasto celebre Basilico Beyrouth la serie di scatti dedicati a Beirut devastata nel 1991 dalla guerra. Nel 1996 ha ricevuto il premio Osella per la fotografia contemporanea durante la Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.
Le sue foto sono esposte nella sezione d’arte figurativa del Museo Maxxi di Roma.