Disordinate e confusionarie oppure precisamente organizzate nei minimi dettagli. Le stanze dove trascorriamo la gran parte della giornata riflettono il nostro modo di essere, la creatività che più o meno appartiene al nostro lavoro, la familiarità con oggetti e colleghi. La scrivania che sia a casa o in un ufficio tradizionale è il nostro specchio dell’anima e chi meglio di questa riesce a trasmettere a quanti non ci conoscono qual è l’essenza del nostro operato giornaliero, il suo fine e le nostre passioni.

Siete curiosi di conoscere i posti in cui lavorano alcune tra le personalità più influenti nel web o di coloro che fanno parte del team delle società più note e ambite al mondo? A soddisfare la vostra curiosità ci ha pensato Linkedin il social network che mette in collegamento i professionisti e le aziende: il progetto, interessante e divertente, si chiama “Where I work” dedicato a chiunque sia registrato nella community che può aderire caricando una foto esplicativa del proprio ambiente di lavoro e descrivendo le sue attività, l’ambiente che lo circonda, il rapporto con i colleghi e quali sono le caratteristiche che apprezza di più del suo mestiere. Il risultato è un insieme interessante di storie variegate, degli autentici racconti con descrizioni dettagliate degli oggetti che accompagnano le nostre attività quotidiane e degli ambienti che ci circondano.

Sapevate, ad esempio, che la stanza di Arianna Huffigton è molto disordinata, gli oggetti e i libri sono accatastati tra di loro e che lei definisce la sua stanza come una vasca per i pesci, perché affaccia sulla redazione del giornale da dove tutti possono vederla?
Oppure vi siete mai chiesti com’è la scrivania di David Cameron a Downing street? O in che modo lavora una giornalista di Bloomberg television? A questa seconda domanda vi risponderà Trish Regan la quale descrive dettagliatamente la caotica redazione della testata economica: un open space in cui tutti sono circondati non solo da computer ma da almeno quattro monitor in cui visualizzare in tempo reale i social network, le news e gli andamenti borsistici. E dove c’è uno spazio, lì trovano posto le foto di famiglia e i ricordi di ognuno dei redattori.
Molto più ordinato è il “cubo” dove lavora Steve Rubel, Global Strategy alla Edelman, amante della dovuta chiarezza e semplicità, qualità che aiutano lo svolgimento del lavoro senza distrazioni: gli unici oggetti che ornano la sua scrivania sono infatti i ricordi portati con sé nel corso di viaggi, realizzati sempre per motivi di lavoro.
Anche lo stesso team di Linkedin non si è sottratto alla sfida: tra questi Deep Nishar, che ammette senza mezzi termini che l’arredamento del suo luogo di lavoro riflette il suo approccio alle mansioni ed impegni: spazi per pensare liberamente, concentrarsi sul problema, collaborare con il proprio team con cui è bene istaurare un rapporto di fiducia e deleghe. Non a caso nel suo tondo tavolo di legno capeggia la foto di tutti i suoi colleghi.

Anche noi di Tafter abbiamo deciso di cimentarci nell’esperimento: ecco la foto che ritrae dall’alto la nostra grande scrivania composta da un puzzle di quattro tavoli bianchi. Un piccolo open space al centro di Roma all’interno del quale, oltre a condividere i nostri computer, ritagli di giornale, pensieri e spunti per gli articoli da trattare, ogni giorno regnano il buon umore e tanto impegno, conditi da temerarietà e immenso entusiasmo per il nostro lavoro. Tra una conferenza stampa, una notizia e tante ricerche per scrivere articoli, quotidianamente impariamo qualcosa in più su come si porta avanti questo difficile mestiere che è informare in modo corretto e onesto.
Certo forse il nostro ordine, a giudicare dalla quantità di fogli e ritagli di giornali sparsi nei nostri tavoli, dovrebbe decisamente migliorare, ma in fondo ci consoliamo sapendo che il caos è sintomo di creatività!