La vita sui social vi rende nervosi, stressati, apatici, privi di entusiasmo nell’affrontare le sfide di ogni giorno? Dateci un taglio…suicidatevi!
Ovviamente, resta ben inteso…solo sul web.
Se ancora non ne siete a conoscenza, infatti, sappiate che esiste un sito internet, chiamato Suicide Machine che in meno di un’ora (52 minuti per l’esattezza) vi permette di cancellare ogni traccia di voi da social network come Facebook, Twitter, Linkedin, Google Plus e MySpace.

L’idea rivoluzionaria sta non solo nel fatto di poter fare tutto ciò in un tempo esiguo rispetto alle ore che dovreste trascorrere nel caso vogliate intraprendere questa operazione manualmente per singolo account (ci si impiegherebbero circa 10 ore), ma anche nella, oserei dire, genialità con cui tutto il pacchetto è presentato.
Una video-testimonianza di persone che si sono suicidate nella rete per risorgere nella vita reale con effetti migliorativi sulla loro qualità del tempo a disposizione viene presentata all’inizio delle operazioni di distruzione account, così come la possibilità di lasciare un testamento virtuale inserendo del testo nella casella “ultime parole”. Una pagina “memorial” rende omaggio a tutte le persone che hanno abbandonato la rete stimando il numero di amici e contatti che abbandonano, e donando ai posteri frasi esplicative come “see you in hell, dudes”.

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Insomma, il sito sembra avere parecchio successo considerando che in appena 3 anni di attività ha già fatto suicidare centinaia di migliaia di utenti che, attirati dal fascino irreversibile dell’operazione, hanno deciso di passare a miglior vita.
Non è infatti possibile ripristinare gli account cancellati, a meno che non si utilizzino altre mail, credenziali e informazioni personali.

La questione, ovviamente, non è piaciuta molto ai grandi capi di Palo Alto che, nel gennaio 2010 hanno recapitato una missiva agli sviluppatori della macchina suicida intimandoli di fermare la loro attività nel rispetto della privacy degli utenti di Facebook.
Risultato: sito oscurato per mesi che però riappare magicamente a metà 2010, supportato da un altro server (posizionato in olanda) e con un proxy differente.
“Ci limitiamo a fornire un servizio agli utenti – si era giustificato Gordan Savicic, uno dei fondatori – non cediamo né password, né dati personali, né tantomeno mettiamo a rischio la sicurezza del proprio account. Semplicemente, lo eliminiamo”.
Semplice no? Ed infatti alla fine i fondatori l’hanno spuntata e ad oggi si godono il successo del loro sito, giudicato tra i migliori servizi degli ultimi anni.

Inutile dirlo, la Suicide Machine è disponibile solo dal sito internet ufficiale in quanto non utilizza social network per promuoversi online!