Fare teatro a Napoli può sembrare una cosa semplice. La città è piena di spunti teatrali, comici, musicali in ogni ora del giorno e della notte. Nel bene e – ahimè – nel male. Ma questo non basta. Non basta essere la città dove sono nati ed hanno lavorato alcuni tra i più grandi uomini di teatro e di musica della storia d’Italia, penso ad esempio alla famiglia De Filippo, a Totò, a Nino Taranto, a Raffaele Viviani, a Carosone, a Sergio Bruni, e potrei continuare ancora. La “gestione”, in senso stretto, di un Teatro è qualcosa che va al di là di ogni pensiero “teatrale”, ed ha enormi difficoltà, economiche e politiche ad esempio.

Le sorti del Teatro Trianon Viviani di Napoli, nato nel 1911 nel centro storico di Napoli e patrimonio dell’Unesco, sono – negli ultimi anni – quantomeno “tormentate” (espressione forte, ma efficace); tuttavia la voglia di essere al centro di Napoli, non solo geograficamente, ma anche nell’offerta turistico-culturale della città, è così forte che sembra superare ogni problema di gestione, guardando con positività e voglia di innovazione al prossimo futuro. Ne abbiamo parlato con il Presidente, Maurizio D’Angelo, e con il responsabile Stampa e Comunicazione, Paolo Animato, ospitali e cordiali come i napoletani “d’altri tempi” sanno essere, nella sala Enrico Caruso, che ospita tra l’altro la mostra dedicata a Sergio Bruni, nel decennale della scomparsa.

“Divenuto Teatro pubblico nel 2006, con proprietà 60% della Regione Campania e 40% della Provincia di Napoli, ha affrontato una grave crisi economico-finanziaria tra il 2009 ed il 2012, superata grazie ad un’opera di risanamento di debiti, scongiurando così il rischio di pignoramento dell’immobile da parte delle banche”. E’ il Presidente D’Angelo che racconta la crono-storia del recente passato rispondendo alla domanda sulla “salute” del Teatro a livello gestionale e artistico. “Nel maggio 2012 sono stato nominato Presidente del CdA e prima la stretta collaborazione con la Regione Campania negli incontri con le Banche, poi l’aumento di capitale sottoscritto sempre dalla Regione, superando così gli urgenti problemi economici, hanno fatto guardare al futuro con ottimismo, grazie anche alla possibilità di lavorare per un cartellone di livello artistico eccellente (a cura del direttore artistico Giorgio Verdelli)”.

La curiosità vira sulla funzione culturale ed educativa e nel coinvolgimento sul territorio del Teatro, noto come “Teatro del popolo”. D’Angelo racconta con grande soddisfazione: “Stiamo per firmare un importante accordo con la Soprintendenza Archeologica per l’adozione del Cipp’ a Furcella (così chiamato dai napoletano il Cippo a Forcella, quartiere storico dove ha sede il Teatro, ndr), cinta muraria di epoca greca dell’antica Neapolis, per dare un segnale di legame con il territorio. Un Teatro pubblico che adotta un monumento è la testimonianza forte di quanto questi tenga alla propria città. Alta è l’attenzione poi verso la formazione e le scuole, alle quali dedichiamo giornate speciali con i nostri spettacoli”.

Poi, il Presidente indica le tre direttrici del Teatro, rispondendo alle domande sull’accordo di co-marketing con la Rai e sui progetti in cantiere per il prossimo futuro: “Fare sistema con le Istituzioni, come ad esempio l’adozione del Cippo o l’accordo con la Rai, ci inorgoglisce molto. Questo accordo è nato durante una rassegna a palco libero per i giovani artisti indipendenti, durante il quale Maria Cristina Zoppa di WR8 (Web Radio Rai 8, Web Radio di Musica indipendente, ndr), uno dei giudici della manifestazione, si è innamorata del Teatro ed ha voluto organizzare qui il compleanno di WR8, con una serata di musica indipendente in diretta sulla Radio. Dopo questo evento nasce e si sviluppa, grazie a Verdelli ed ai vertici di Web Radio Rai 7 (che si occupa di musica e cultura napoletana, ndr), l’idea di collaborazione tra il Trianon e WR7, che manda in differita i concerti che si tengono in Teatro. Inoltre, è con piacere che segnaliamo anche la collaborazione con la Fondazione Gaber che ha scelto il Teatro Trianon per celebrare il decennale della scomparsa con due appuntamenti, di cui uno dedicato esclusivamente alle scuole”.

“Le altre due direttrici sono: fare cultura, con l’aumento dell’attenzione alle scuole ed alla formazione; e fare turismo, provando ad inserire il Trianon nei percorsi turistici in sinergia con alberghi e compagnie di crociera, ad esempio. L’ubicazione del Teatro agevola questa idea, essendo posizionato nel centro storico della città, vicino ad alcune eccellenze enogastronomiche conosciute in tutto il mondo come la Pizzeria storica “da Michele””.

Interessante segnalare la possibile idea – emersa nel corso della conversazione con il Presidente D’Angelo e già attuata in molti paesi europei – di mettere al centro dell’offerta turistica anche la grande musica della tradizione napoletana. L’iniziativa è già molto diffusa e sperimentata, ad esempio in Spagna, dove ai turisti vengono proposti spettacoli di Flamenco; potrebbe accadere così anche a Napoli con spettacoli ad hoc, anche in orari non usuali, per proporre e diffondere la storia della musica partenopea.

“La musica è il bene immateriale più prezioso della nostra città.” Pensando e parlando di Napoli e non solo, concludiamo così la nostra chiacchierata: “Napoli è una donna stupenda, da amare alla follia, ma non dobbiamo cantarcela e suonarcela da soli, dobbiamo aprire lo sguardo verso l’Europa. Siamo pur sempre la capitale del Mediterraneo”. “Proprio per questo Verdelli (dir. Artistico) lavora costantemente per una programmazione parte-nopea e parte-europea”.

Lo sguardo è rivolto verso il futuro, la sperimentazione, l’estero, ma i piedi sono piantati per terra per far sì che non ci siano più problemi economici che minaccino il “Teatro del popolo”, nel senso più affascinante del termine.