Haiku New York Times

 

 

per spiegare di cosa si tratta è necessario iniziare dalla definizione di Haiuku: consiste in una breve composizione in versi, originaria del Giappone, nata come forma di poesia popolare ed elevata ad arte retorica nel XVII sec. Caratteristica principale di questo piccolo componimento poetico è l’immediatezza, grazie alla semplicità dovuta alla struttura di tre versi di diciassette sillabe complessive. La redazione del New York Times ha deciso di unire arte poetica e tecnologia, creando una forma artistica Haiku non più in giapponese, bensì in inglese, attraverso uno speciale algoritmo.

artefice della creazione poetica è l’algoritmo, che riesce ad estrapolare dagli articoli del celebre quotidiano americano alcuni versi, creando così dei piccoli carmi che ricalcano la struttura della poesia haiku. Nella home page compaiono dapprima i piccoli componimenti poetici: cliccando su di essi si risale all’articolo originario pubblicato sul New York Times, da cui sono stati tratti i versi.

come spiega lo stesso Jacob Harris del New York Times si tratta di un esperimento ancora alla fase iniziale, di cui non sappiamo ancora le evoluzioni future. Sicuramente le potenzialità inesplorate di questo progetto sono interessanti e potrebbero portare a rivoluzionare il concetto di abstract e occhiello di un articolo: tra qualche anno ad ogni pezzo potrebbe essere affiancato il proprio haiku esplicativo.

il componimento poetico è realizzato da un algoritmo generato da un software. Agli occhi di quanti temono una supremazia futura delle macchine sull’uomo, di certo questo esperimento non apparirà propizio per la creatività umana.

dietro ad ogni componimento troverete delle linee colorate che tracciano esattamente la linea metrica del poema generato dal computer

 

 amanti della poesia e a tutti coloro che si divertono a creare versi, servendosi di qualsiasi spunto e ispirazione.

 

http://haiku.nytimes.com/