Il jazz, nato come canto identitario degli schiavi nelle piantagioni, caratterizzato dall’improvvisazione, dalla fantasia creativa, dalle poliritmie, è decisamente sinonimo di libertà. Non a caso l’UNESCO ha deciso di proclamare il 30 aprile Giornata Internazionale del Jazz. Questa data, istituita in nome dell’unione tra culture e dell’emancipazione, di cui il jazz è espressione, sarà celebrata in Turchia, ad Istanbul. Il concerto serale vedrà come protagonisti artisti del calibro di John Beasley, George Duke, Al Jarreau, Milton Nascimento, Hugh Masekela, James Genus, Wayne Shorter, Jean-Luc Ponty. Le stelle del jazz contemporaneo si esibiranno nella splendida cornice della chiesa Hagia Irene, oggi museo, parte dello spettacolare palazzo sultanale del Topkapi. Le celebrazioni avranno il loro fulcro a Istanbul, ma coinvolgeranno ogni parte del mondo, interessando i Paesi aderenti all’UNESCO con l’organizzazione di concerti, esibizioni, tributi, workshop, conferenze, tavole rotonde, ma soprattutto momenti didattici per le scuole, le università e i giovani in generale, che consacreranno così l’impegno dell’UNESCO nel farsi veicolo per la promozione della cultura e dell’educazione.

Era il 2001 quando lo Smithsonian National Museum of American History scelse aprile come “Jazz Appriciation Month”, il mese della celebrazione del Jazz. È ad aprile, infatti, che sono nati i maggiori protagonisti del jazz, icone eterne della musica e della creatività: Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Gerry Mulligan, Tito Puente, John Levy, Lionel Hampton, Andy Weston. Il 30 aprile rappresenta, quindi, il giorno di chiusura, il culmine di un intero mese nel nome del jazz. “Il jazz è l’espressione dell’armonia e allo stesso tempo della speranza e della libertà”, ha dichiarato Herbie Hancock. Il mitico pianista e compositore jazz, ambasciatore UNESCO per il dialogo interculturale, è a capo dell’organizzazione dell’evento, insieme alla direttrice generale dell’UNESCO, Irina Bokova, in collaborazione con il Thelonius Monk Insititute of Jazz. Lo scopo dell’International Jazz Day è di incoraggiare lo scambio e il dialogo tra culture differenti, educare alla tolleranza, alla comprensione e alla democrazia, lottare contro le discriminazioni razziali e di genere, proporre i giovani come portavoci di un cambiamento sociale in nome dell’uguaglianza. Tutto questo tramite lo strumento portentoso della musica jazz.

Il jazz è stato definito il genere principe dell’improvvisazione e dell’interpretazione, che nasce già come frutto di un melting pot di culture: la tradizione africana e quella americana sono state contaminate dalla caraibica, si sono mescolate a quella latino-americana, hanno subito l’influsso della cultura italiana, francese, spagnola. Le sue origini sono state ricondotte all’affascinante New Orleans, cuore della Lousiana, nella cui ormai celebre Congo Square, ogni domenica, gli schiavi si riunivano per dare spazio alla loro interiorità con i canti, le danze, le musiche della loro cultura. La stessa New Orleans nella quale, nei primi del Novecento, si esibivano musicisti del calibro di Buddy Bolden, definito il padre del jazz. E, infatti, nel 2012, anno della prima edizione della giornata internazionale del jazz, è stata scelta proprio New Orleans per aprire le danze, con un concerto indimenticabile condotto da Herbie Hancock all’alba.
La scelta, quest’anno, di Istanbul, è dovuta alla natura poliedrica della città, ponte tra Oriente e Occidente che rappresenta un altro crogiuolo emblematico di razze, culture, religioni, storie. Il programma che interessa la capitale turca, oltre al concerto serale, prevede numerose attività, soprattutto nell’ambito della formazione, che ben introducono a quello che è stato organizzato nel resto del mondo.

In Italia, da Milano a Catania, sono moltissime le manifestazioni preparate per l’occasione: a Bologna sarà l’estro coinvolgente di Matteo Brancaleoni a rendere “swing” l’atmosfera del Bravo Caffè. A Capurso, in Puglia, Carmela Formicola presenterà il suo libro, Quando suonavo il jazz, accompagnata dalle note del basso di Pierluigi Balducci e Vincenzo Maurogiovanni. A Foggia, il Moody Jazz Café ha pensato l’esplorazione del jazz attraverso diversi canali: l’educazione, la letteratura, la storia e la filosofia, la musica, il cinema e la cucina. Diversi gli eventi previsti a Roma: al Teatro Argentina è stato organizzato un imperdibile concerto dello Stefano Di Battista Jazz Quartet, con la partecipazione straordinaria di Enrico Rava e Rita Marcotulli. Sempre a Roma, uno degli storici locali del jazz nostrano e internazionale, l’Alexander Platz Jazz Club, presenterà il nuovo disco del Dario Germani Trio in collaborazione con Max Ionata.
Tiene testa all’Italia la Francia, con una ricca scaletta di eventi musicali da scoprire. Particolarissimo è quello previsto a Les 3 Arts a Parigi: la sezione giovanile dell’associazione mondiale dell’esperanto ha organizzato insieme al Duo KAJ un concerto multiculturale durante il quale i classici del jazz saranno riadattati in lingua esperanto e in altre lingue, con tanto di sottotitoli, a testimoniare il messaggio di fratellanza e comunione che viene dall’esperanto e dal jazz.

Frattanto, dall’altra parte del mondo, in Australia, a Brisbane, per celebrare il jazz si può prendere parte ad una parata per le vie principali della città, ispirata alla New Orleans degli anni d’oro del jazz, seguita da un intero pomeriggio dedicato all’esibizione dei musicisti locali. In Sudafrica, se si è tra i fortunati allievi della Secondary School di Boksburg, è possibile tenere una lezione di musica con alcuni tra i più famosi jazzisti sudafricani. Anche in Giappone, India, Sud America, Russia, Islanda sono in programma proiezioni cinematografiche, workshop, incontri con i bambini, concerti dal vivo.
Insomma, l’International Jazz Day è la prova reale che la potenza della musica distrugge le barriere di ogni tipo, tra qualunque cultura.

 

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