La Commissione Bilancio della Camera ha approvato il decreto sui debiti alle Pubbliche Amministrazioni introducendo nuovi tagli: ancora una volta, a pagarne le spese saranno i comparti culturali, questa volta rappresentati dai fondi all’editoria che verranno ridotti del 12% (-17,5 milioni di euro rispetto ai 144 previsti).

La spunta quindi la sigaretta elettronica, in prima istanza considerato uno dei prodotti papabili alle accise necessarie per riparare parte del debito dello Stato.
Se infatti il Ministero dell’Economia si era detto favorevole ad introdurre il balzello per le e-cig, il Ministero della salute ha optato per uno stop in quanto vorrebbe continuare le sperimentazioni che confermino, anche scientificamente, la sigaretta elettronica come succedanea del tabacco.
E c’è chi già parla di pressing politico da parte delle lobbies del tabacco e dell’alcol a discapito dei fondi dell’editoria.

Ma partiamo da una premessa. Si pensa solitamente che le accise debbano andare a colpire quei settori merceologici di largo consumo giudicati però “negativamente” dalla società:  la benzina, che stimola l’animo green di ognuno di noi anche se poi non si investe nelle energie rinnovabili, il tabacco, il gioco.
Ebbene, esaurite le possibilità di andare a colpire ancora questi segmenti, gli spostamenti di bilancio atti a coprire i cosiddetti “buchi” si sono rivolti al mondo dell’editoria. I tagli saranno effettivi a partire dal 2015 e comunque, assicurano dalla commissione, rientreranno con la prossima legge di stabilità.
Nel dubbio che le sigarette elettroniche facciano bene o male, una sforbiciata all’editoria sembra essere l’ipotesi andata per la maggiore.
Dura, ovviamente, la reazione delle associazioni di categoria, dei giornali di partito, delle cooperative, delle no profit e delle testate FISC (settimanali cattolici) che hanno rivolto un appello al Presidente della Repubblica chiedendo che venga fatta chiarezza sui tagli indiscriminati al settore.
Se è vero, infatti, che molti giornali godono di finanziamenti non pienamente meritati e non totalmente giustificati è vero anche che tagli di questa entità colpiscono principalmente le piccole realtà che non hanno editori potenti alle spalle.
E questa potrebbe rappresentare davvero una serie minaccia alla nostra libertà di stampa, ambito in cui l’Italia di certo non eccelle.

Queste le parole dell’appello:

Egregio Presidente,
ci rivolgiamo a Lei, nella Sua qualità di più autorevole rappresentante e custode della democrazia costituzionale per significarLe il rischio imminente di chiusura che coinvolge un centinaio di giornali politici, cooperativi, non profit e di idee e la conseguente perdita del lavoro per svariate migliaia di giornalisti e poligrafici.
Questo gravissimo evento sarà la conseguenza inesorabile del taglio del Fondo per l’editoria deciso dal Governo, se non interverranno immediate misure atte a ripristinarlo, sia pure nell’entità – peraltro assai modesta e nel tempo già considerevolmente ridotta – stabilita per gli anni precedenti.
Chi Le scrive è perfettamente consapevole dei problemi di bilancio dello Stato e della necessità di ridurre la spesa pubblica, eliminando ogni fonte di spreco. Anche nel mondo dell’editoria, dove è indispensabile un’opera di bonifica per distinguere, sulla base di rigorosi criteri, i giornali «veri» dalle testate inventate a bella posta per lucrare sulle erogazioni pubbliche. Abbiamo da anni indicato soluzioni di maggior rigore e trasparenza, idonee ad evitare lo sperpero di denaro pubblico. Il recente Regolamento solo in parte le ha recepite, pertanto mentre chiediamo l’adeguamento del Fondo torniamo a proporre ulteriori criteri per consentire da un lato risparmi e dall’altro una più rigorosa selezione nell’accesso alle risorse.
Senza questo intervento, il taglio “lineare” prodotto sortirà il risultato di buttare il bambino con l’acqua sporca. Siamo certi, Signor Presidente, che comprenderà quale vulnerazione democratica si determinerebbe se il pluralismo dell’informazione subisse un’amputazione delle proporzioni annunciate.
In edicola rimarrebbero i giornali che hanno alle spalle editori potenti, che drenano pressoché tutta la pubblicità, compresa quella degli inserzionisti istituzionali. Il perimetro dell’informazione si comprimerebbe drasticamente, rimanendo appannaggio di pochi gruppi privilegiati. Il tempo a disposizione per evitare il tracollo è talmente breve che già domani sarebbe troppo tardi.
Per questo, Signor Presidente, noi che rappresentiamo testate del più diverso orientamento culturale e politico, Le chiediamo un intervento utile a scongiurare un epilogo disastroso.Nella nostra qualità di direttori dei giornali sottoscrittori della presente,
Le chiediamo anche di volerci incontrare, in modo da rendere vieppiù chiari i termini delle nostre valutazioni e delle nostre proposte.Con stima

GIORNALI DI PARTITO
Stefano Menichini Europa, Dino Greco Liberazione, Marcello De Angelis Secolo d’Italia, Claudio Sardo l’Unità.

COOPERATIVE E NON PROFIT
Marco Tarquinio Avvenire, Angelo Mastrandrea e Norma Rangeri il manifesto, Giuseppe Giulietti Articolo 21, Emanuele Macaluso il riformista, Giovanni Sica Cesare Pozzo Il treno (società nazionale di mutuo soccorso), Gian Mario Gillio Confronti, Marina Ricchi Luna nuova, Mimmo Angeli Corriere Mercantile, Edo Ottaviani Corriere Romagna, Emanuele Galba La Cronaca di Cremona e La Cronaca di Piacenza, Francesco Zanotti Federazione Settimanali Cattolici, Tiziana Bartolini Noi Donne, Marco Fratoddi La Nuova Ecologia, Tarcisio Tarquini Rassegna Sindacale, Riccardo Quintili Il Salvagente, Rocco Di Blasi Il Salvagente online, Cristina Scarpa Agenzia di stampa, Luisa Campatelli Il Corriere del Giorno, Duccio Rugani Il Cittadino Oggi.

TESTATE FISC (settimanali cattolici)
Giovanni Pinna Nuovo Cammino, Giuseppe Malandrino La Vita Diocesana, Giampiero Cinelli La Vita Picena, Davide Maloberti Il Nuovo giornale, Chiara Genisio Agenzia giornali diocesani, Claudio Tracanna Vola, Riccardo Losappio In comunione, Antonio Ricci Il Corriere apuano, Marino Cesaroni Presenza, Paolo Busto La Vita casalese, Irene Argentiero Il Segno, Francesco Zanotti Corriere Cesenate, Claudio Mazza Incrocinews,Ernesto Preziosi Il Nuovo Amico, Andrea Fagioli Toscana Oggi, Marco Piras L’Arborense, Massimo Manservigi La Voce di Ferrara e Comacchio, Carlo Cammoranesi L’Azione, Bruno Cescon Il Popolo, Giovanni Tonelli Il Ponte, Mario Barbarisi Il Ponte, Marco Bonatti La Voce del Popolo, Luigi Lamma Notizie, Giulio Donati Il Piccolo, Antonio Rizzolo Gazzetta d’Alba, Sandro Tuzi Il Velino, Lo sguardo dei Marsi, Andrea Ferri Il Nuovo Diario Messaggero, Mario Piroddi L’Ancora, Mauro Ungaro Voce Isontina, Antonio Maio L’Azione, Pietro Pompei L’Ancora, Angelo Zema RomaSette.it, Alberto Margoni Verona Fedele,Simone Franceschi Sulcis Iglesiente oggi, Luigi Taliani Emmaus, Doriano De Luca Nuova stagione, Adriano Bianchini La Voce del popolo, Luca Sogno Corriere Eusebiano, Stefano Malagoli Il Nostro Tempo, Silvio Grilli Il Cittadino, Piergiorgio Pruzzi Il Popolo,Corrado Avagnina Unione Mongalese-La Fedeltà.