Il 9 maggio di quest’anno, in Spagna, la creatività ha mostrato uno dei suoi innumerevoli volti. Madrid, Barcellona, Valencia, Ciudad Real e Toledo sono state teatro di una moltitudine di azioni dirette che, coordinate grazie al web e alla comunicazione social, hanno dato vita ad una mobilitazione ludica, ironica e sperimentale.

Oggetto delle contestazioni, ancora una volta, le politiche di austerity, l’aumento incontrollabile degli sfratti, l’articolo 135 della Costituzione che, introdotto nel 2011, impone la priorità del pagamento del debito nel bilancio dello Stato. Nel centro del mirino decine di filiali di Bankia, il più grande istituto di credito spagnolo, nazionalizzato per evitare lo sfacelo, e responsabile di quasi l’80% degli sfratti degli ultimi anni.

Per colpire il bersaglio, è stata ideata “Toque a Bankia”, una protesta di cui colpisce, sopra ogni cosa, l’aspetto innovativo e la vocazione creativa. Le modalità stesse attraverso cui si sono sviluppate le diverse azioni, segnano un passaggio importante nel rinnovamento delle contestazioni che, secondo il modello del “cansinismo”, sposano un approccio ludico, buffo e assurdo.

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La mattina del 9 maggio, infatti, ha avuto inizio l’esperimento di mobilitazione convocato su internet con l’appoggio dei vari collettivi sociali del Paese, come Gila, Hacktivistas e Acampada Sol. Piccoli gruppi diffusi hanno letteralmente immobilizzato decine e decine di filiali dell’istituto di credito, ripetendo comportamenti semplici come fare lunghe code agli sportelli, richiedere operazioni complesse o numerose informazioni sui conti correnti, depositare pochi centesimi sui conti di ONG e invadere gli spazi con cortei musicali, ballerini e giocolieri. Diversi luoghi sono stati tapezzati con gli adesivi di #stopdesahucios, il programma contro gli sfratti, e gruppi di pensionati si sono riversati nelle piazze per protestare contro le partecipaciones preferentes, i pacchetti azionari ad alto rischio che hanno impoverito migliaia di persone. Foto e video hanno affollato i social network, facendo dell’hashtag #tocandoBankia il trend della giornata, il movimento Hactivistas ha realizzato un’App per smartphone e tablet che consente di contattare le filiali di Bankia di tutto il Paese per chiedere informazioni e spiegazioni mirate su prestiti e mutui e a Barcellona si è aggiunto anche lo streaming a potenziare la diffusione virale degli eventi. Come risposta le filiali hanno iniziato a chiudere e le manifestazioni si sono riversate per le strade, portandosi dietro una scia di entusiasmo, coinvolgimento e musica.

I dati forniti dal collettivo Acampada Sol rilevano un totale di quarantadue filiali chiuse in tutto il Paese, ancora più numerose quelle rallentate e lo stesso sito web di Bankia è stato fuori servizio per ore. Le iniziative del 9 maggio rientrano nel programma più ampio #mayo2013, preparato dal movimento 15M.
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Stiamo assistendo ad un vero e proprio rinnovamento nelle modalità di protesta. Se da un lato queste non possono più prescindere dalla rete e dalle nuove tecnologie, dall’altro ricercano modalità d’espressione alternative e innovative. La creatività, coadiuvata dalle dinamiche partecipative rese possibili dal web 2.0, si è rivelata ancora una volta in grado di ridisegnare fenomeni complessi come le mobilitazioni di massa, arrivando al cuore del bersaglio e sovvertendo l’ordine naturale delle cose.