Quando le cose si fanno per bene, si vede! Stiamo parlando della qualità percepita all’ART FORUM WÜRTH di Capena, appena fuori Roma.
La WÜRTH, multinazionale di matrice tedesca, distribuisce materiale professionale per fissaggio e montaggio su scala mondiale. L’ART FORUM WÜRTH è uno dei 15 spazi espositivi WÜRTH (l’ultimo è stato inaugurato lo scorso 20 aprile a Rorschach, in Svizzera sul lago di Costanza), presenti in dieci nazioni europee.

Dal 2006 l’ART FORUM espone, attraverso mostre temporanee, la collezione di oltre 15.000 opere messa in piedi per volere di Reinhold Würth. La produzione e l’arte infatti, secondo Mr Würth non sono separate, ma vivono in simbiosi. Lui stesso dichiara di essere “…fermamente convinto che un contatto vivace, critico e soprattutto attivo con l’arte contribuisca alla corretta interpretazione della cultura aziendale”.
Gli ART FORUM nel mondo sono posti aperti a tutti (clienti, pubblico esterno, scuole, ecc), a cominciare dai dipendenti. E ai dipendenti si rivolgono una serie di attività ed iniziative, corsi di disegno, visite gratuite alle mostre, ed eventi ad hoc. L’arte permea la WÜRTH e le dà consistenza: attraverso l’arte la WÜRTH trasmette i suoi valori aziendali che costituiscono la sua cultura d’impresa. Oltretutto il linguaggio artistico ben si presta alle logiche di visibilità e riconoscimento dell’identità sia all’interno che all’esterno della struttura.

Numerose sono state le mostre che si sono alternate in questi anni: solo per citarne una ricordiamo la quella dedicata a Christo (Christo and Jeanne-Claude. Opere nella collezione WÜRTH, dal 21.01.2012 al 02.02.2013) di cui la collezione Würth vanta di custodire un ampio numero di pezzi. Attualmente l’ART FORUM ospita l’esposizione “TRANSAVANGUARDIA tra Lüpertz e Paladino. Opere nella Collezione Würth”, un confronto tra due artisti che si esprimono sostanzialmente attraverso la pittura all’interno della cornice della Transavanguardia, il movimento teorizzato e presentato ufficialmente da Achille Bonito Oliva alla Biennale di Venezia del 1980.

Movimento Trans e non Post, la Transavanguardia cerca oltre un nuovo modo di esprimersi, proponendo un ritorno alla pittura. La cornice storica degli anni ’80 vede gli artisti colpiti da una società in cui i media stavano creando ipertesti sempre più complessi da decifrare, e il progresso assumeva contorni diversi rispetto a quelli fino ad allora conosciuti. In un’ottica ciclica, opponendosi al concettualismo e all’Arte Povera allora imperanti, si torna dunque alla pittura e Achille Bonito Oliva teorizza per la prima volta questo movimento, inglobando, tra gli altri, artisti come Sandro Chia, Nicola De Maria, Francesco Clemente ed Enzo Cucchi, pure molto attivi in quel periodo.

La mostra si snoda tra opere di Lüpertz e Paladino mettendone in risalto affinità e differenze: in alcune la mano dell’uno o dell’altro è davvero evidente, in altre è quasi difficile individuarne la matrice creatrice. Ed è in quel momento che si capisce il senso della mostra. La Transavanguardia tedesca fu diversa da quella italiana poiché diverso era il background culturale nazionale su cui “sedeva” il movimento. I tedeschi sentivano ancora forte l’eco dell’Espressionismo, gli italiani privilegiavano maggiormente la luce e i colori accesi. Paladino si interessa di alchimia e fa suoi i concetti di maschera e simbolo creando una propria iconografia: è affascinato dalle culture tribali e compie spesso viaggi in Brasile, il primo già nell’82. Lüpertz lavora per cicli di opere, anche molto lunghi, nei quali è in grado di inserire rimandi al mito, ai classici e alla letteratura, come nel ciclo di lavori dedicati al fiume Clitunno (di cui anche Pascoli aveva scritto), o quelle in cui si focalizza sul famoso sorriso miceneo.

Completata la visita alla mostra resta l’idea di un luogo dove arte e produzione si stringano la mano, un luogo aperto a tutti. La responsabile Lidia Ciotta mette in risalto il fatto che l’ART FORUM abbia accesso gratuito e ribadisce che il museo dialoga continuamente con le scuole e la realtà territoriale, costruendosi nel corso degli anni una sua immagine di qualità e diventando di anno in anno sempre più forte e riconosciuto.

E la crisi? Che influenza ha? Il periodo non è facile, gli articoli giornalistici riportano problemi economici anche alla WÜRTH, dovuti soprattutto alla mancanza di pagamento delle aziende italiane che si riforniscono dall’azienda tedesca. Ma gli stessi commenti riportano anche che, nonostante ciò, sono rari i casi di operai messi in mobilità e si è optato piuttosto per i contratti di solidarietà. Il tutto sembra coerente con i valori aziendali dell’ “operazione WÜRTH”.

Non sarà mainstream, ma la qualità percepita all’ART FORUM è a tutto tondo. Questo significa che dietro la struttura ha lavorato bene, in maniera coerente, ed è per questo che costituisce un raro esempio illuminato di contaminazione tra cultura e produzione. Chi l’ha detto che i bulloni cozzano con l’arte?