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Che effetto sortiscono i claim e pay off pubblicitari o i simboli che ci permettono di identificare un prodotto associandolo ad una determinata azienda? Secondo gli studi inaugurati dalla società Millward Brown negli anni ’70 sul brand tracking, ovvero l’identità e la forza sul mercato di una determinata marca, un manufatto viene acquistato da consumatori che non tengono in considerazione le caratteristiche e le componenti: essi si lasciano invece suggestionare dalla comunicazione immateriale, dando così importanza soprattutto ai sentimenti suscitati dall’immagine del marchio piuttosto che dalle peculiarità fisiche del prodotto stesso.

Ormai è trascorso poco più di un secolo da quando la pubblicità influenza la nostra spesa quotidiana e le strategie di marketing per riuscire ad incrementare la conoscibilità di un brand sul mercato. La Millward Brown stila da 8 anni un’autorevole classifica che racchiude i dieci brand mondiali più forti e di conseguenza più radicati nelle coscienze dei consumatori.

A conferma dunque che ci ritroviamo nell’era in cui spadroneggia la tecnologia, anche nel 2013 al primo posto c’è l’immagine della mela morsicata della Apple, marchio leader in tutto il globo per pc, smart phone e tablet: sempre più aggiornati e agognati da tutti i consumatori mondiali, i dispositivi elettronici ideati da Steve Jobs stanno gradualmente cambiando le nostre abitudini quotidiane, sempre più dominate da informazione e socializzazione virtuale. Al secondo e la terzo posto, a conferma di questa supremazia ormai indiscussa delle nuove tecnologie, troviamo il colosso di Mountain View Google, seguito dalla Ibm (nel 2012 invece le posizioni tra i due erano invertite).

Il quarto posto se lo aggiudica la catena di fast food più celebre, la Mc Donalds, seguita dalla Coca Cola, che riescono così a spezzare la catena della supremazia tecnologica, dal momento che al settimo posto viene riconfermato il settore egemonico con la presenza della Microsoft, che nel 2012 invece occupava la quinta posizione.

Per imbattersi in settori differenti, in cui non rientrino neanche le telecomunicazioni, di cui un esempio è il marchio Vodafone o la logistica e il commercio online rappresentato da Amazon, dobbiamo scorrere sino alla ventiseiesima posizione dove si attesta il settore entertainment con l’indiscusso primato della Disney.

In questo interessante elenco in cui sono riportati i gusti e le affezioni dei consumatori in tutto il globo, il primo brand italiano che incontriamo in classifica è quello della moda Gucci, al sessantottesimo posto, seguito da un’altra inconfondibile firma nel settore, quella di Prada, alla novantacinquesima posizione. La presenza di questi marchi italiani, pur essendo un importante riconoscimento per l’eccellenza made in Italy, in particolar modo in un momento di crisi economica e di netta riduzione dei consumi, è offuscata dal primato nel settore del lusso dalle case francesi Luis Vitton ed Hermes, nettamente più avanti nella classifica.

Una considerazione finale è doverosa nei confronti delle aziende cinesi: per due anni consecutivi sette dei cento brand presi in esami provengono dalla Repubblica Popolare del Medio Oriente e nessuna di queste sembra avere subito variazioni percentuali negative rispetto alla classifica 2012, affermando così una crescita costante e incontrastata dei brand made in China sul mercato globale.

La classifica 2013