Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Una domanda sembra ricorrere sempre più spesso, ora anche negli ambienti legati alla cultura e al turismo. Parliamo del “SUPERMANAGER”.
Ma chi è questo nuovo animale sociale? E, soprattuto, è veramente “super” come vorrebbe far credere?
Iniziamo col dire che il SuperManager ha molte facce diverse e riassume in sé la capacità di diversi personaggi leggendari meno “super”, più classici e con tutine più vistose.
I suoi stipendi fanno pensare ai soldi di Bruce Wayne perchè può arrivare ad intascare anche 300 volte lo stipendio dei suoi dipendenti, ricorda Flash Gordon per le sue presenze velocissime alla guida di imprese che poi automaticamente scarica, oppure Superman in grado di sorreggere da solo delle aziende in piena crisi economica.
Altre volte il suo super-potere viene disperso su tanti fronti in contemporanea, decine di diversi consigli di amministrazione per permettere a quante più società di beneficiare delle sue doti fuori dal comune.
Sono quelle persone che sanno cosa fare, che hanno il fiuto, l’intuizione. Sempre.
Le loro regole sono dure e il loro ruolo ingrato. Devono indossare una maschera come quasi tutti i supereroi, fatta di durezza e distacco, riassumibile nel principio “il medico pietoso fa la piaga purulenta”, perché loro fanno quello che devono: poche dichiarazioni pubbliche, nessuna consultazione, obiettivi da raggiungere, un incarico da portare a termine e l’unica cosa che deve quadrare alla fine dell’esercizio di stile sono i conti societari.
Non c’è pareto-ottimalità che tenga.
Probabilmente è in virtù di questo carico emotivo e di questo peso che vengono ricompensati con dei super-stipendi, oltre che per questione di coerenza con la loro super-natura.
Ma esistono anche i super-eroi per tutti i giorni, quelli che normalmente gestiscono le società e che per portare sulle spalle l’onere della decisione percepiscono stipendi varie decine di volte superiori ai dipendenti che invece si possono cullare nella routine dei romantici risvegli all’alba in piccole case accoglienti e del calore umano di treni e autobus affollati.
É poi una circostanza casuale il fatto che i super-manager debbano spesso intervenire a salvare le società gestite da altri eroi.
Uno dei tanti elementi di fascino anche sulle folle è la loro ecletticità: non fa niente che si tratti di produrre macchine, di latte, di sicurezza pubblica, di banche, di scarpe, di cultura o di metal meccanica. Anche perché, in fondo, un budget è un budget!
Non tutti sono però d’accordo con questo corso degli eventi.
A marzo 2013 in Svizzera Thomas Mindler ha ottenuto un ampio successo con il suo referendum che mira a limitare gli stipendi d’oro ai dirigenti delle società quotate in Borsa.
Anche a livello europeo si muovono frange di diggers e livellatori contro questi super-eroi: l’intesa raggiunta qualche mese fa da Consiglio Europeo e Parlamento Europeo è che i premi ai banchieri non possono superare il doppio del loro stipendio e devono essere approvati da una maggioranza pari a due terzi degli azionisti.
D’altra parte contromisure sono state prese già l’anno scorso, imponendo tetti di retribuzione per i grandi manager pubblici o di società partecipate (Hollande ha fissato il limite a 450mila euro e Monti a 294mila €). Con l’immancabile lista di chi continua a sforare ampiamente.
Ma alcune domande sorgono spontanee.
Sono super in quanto capaci di gestire correttamente determinate attività. Ma questo più che al super non dovrebbe afferire direttamente al concetto di manager?
Vengono spesso chiamati presso società al collasso che traghettano verso il fallimento in cambio di vari milioni. Questo non li dovrebbe rendere più simili a Caronte che a Spiderman?
Se è vero che un budget è un budget però è anche possibile ipotizzare che il settore merceologico, il comparto industriale e il contesto geografico abbiano un qualche peso.
I super-manager presenzialisti di CDA che abitualmente gestiscono tante realtà con quali azioni della loro forza lavoro rendono così innegabili i loro lauti stipendi?
A molte di queste domande non sapremo mai fornire una risposta, per il motivo che queste persone esistono sono nel mondo dei fumetti. La cosa grave è che noi cerchiamo e crediamo ancora nell’uomo dei miracoli. Il mondo della cultura e del Turismo necessità di serietà, impegno e buon senso. Caratteristiche di cui ormai l’uomo italiota manca totalmente