taftersaloon

Il banco non è male.
Legno grezzo, di quelli che ti fanno i gomiti e non solo, se non stai bene attento a come ti muovi.
Del resto, il saloon deve portare con lui una certa quale eredità in cicatrici.
L’esperienza è importante: da qualche parte lungo la Frontiera si dice che sia il proiettile di ogni colpo andato a segno.
Ma non siamo qui per parlare delle lunghe cavalcate in equilibrio sul confine, quanto di quello che siete venuti a bere: che sia per ristorarvi o per dimenticare, poco importa.
Questo vecchio cowboy sarà sempre qui, pronto a riempirvi i bicchieri e sempre in attesa del prossimo brindisi.

 

 

 

 

 

 

carax

Holy motors
di Leos Carax

Da gustare come: pastis, con o senza acqua a seconda dei gusti

Se avete bisogno di: un viaggio cinematografico attraverso i generi e l’anima come non se ne vedevano dai tempi di Enter the void

Di cosa si tratta: Leos Carax, autore francese noto principalmente per “Gli amanti del Pont Neuf”, torna in sala con quello che è stato uno dei titoli più importanti della scorsa stagione, un vero e proprio trip interpretato straordinariamente da Denis Lavant che tocca realtà e fantasia, fede e tecnica, amore e dolore.
Fortunatamente anche i distributori italiani, pur se in ritardo, hanno deciso di portarlo nelle nostre sale: perchè questo sfaccettato ballo dai differenti ritmi è una delle esperienze più totalizzanti che la settima arte abbia regalato ai suoi spettatori negli ultimi anni.

 

 

 

 

 

sugarmanSugar Man
di Malik Bendjelloul

Da gustare come: Jack Daniels e Coca.

Se avete bisogno di: grande musica, radici di strada, un viaggio nel cuore degli States.

Di cosa si tratta: lo sconosciuto e leggendario rocker Sixto Rodriguez, sconosciuto ai più, sparito dalle scene negli anni settanta, è al centro della ricerca di due giovani fan desiderosi di scoprire quale possa essere stato il suo destino.
La ricerca di quel personaggio sfuggente con due album leggendari all’attivo conduce i due in Sudafrica, dove li aspettano sorprendenti rivelazioni.

 

 

 

 

 

startrekdarknessStar Trek – Into darkness
di J. J. Abrams

Da gustare come: uno Stinger che punga dritto nel cervello.

Se avete bisogno di: la fantascienza classica rivisitata secondo il genio di uno dei registi più promettenti degli USA

Di cosa si tratta: secondo capitolo della saga dedicata ai personaggi della serie classica di Star Trek rivisitati dalla mano di J. J. Abrams, autore di serial come Alias e Lost e di pellicole di grande impatto emotivo e visivo come Super 8.
Il tentativo del vulcanico J. J. è quello di unire l’intrattenimento e gli effetti ed un approfondimento dei personaggi simile all’approccio che nei fumetti ebbe la Marvel negli anni settanta, quando nel mondo delle “nuvole parlanti” venne introdotto l’innovativo concetto del “supereroe con superproblemi”.

 

 

 

 

stokerStoker
di Park Chan Wook

Da gustare come: un vodka tonic.

Se avete bisogno di: un dramma interiore che scavi tra i fantasmi che nascondiamo nel cuore.

Di cosa si tratta: dopo più di due anni di silenzio torna alla ribalta il leggendario regista della trilogia della vendetta che tanto scalpore fece qualche anno fa, Park Chan Wook.
Per il suo primo film americano il cineasta coreano si appoggia sull’interpretazione come di consueto vibrante della giovane e bravissima Mia Wasikowska, che interpreta una giovane ragazza rimasta orfana del padre alle prese con la progressiva scoperta del fratello di quest’ultimo, giunto d’improvviso nella vita sua e della madre.
Un gradito ritorno per uno degli autori più importanti del cinema asiatico.