archimederomaMostra sui generis ideata dal Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, in collaborazione con il Max-Planck-Institut für Wissenschaftsgeschichte di Berlino e con il contributo dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei. L’esposizione è divisa in due filoni principali: il contributo di Archimede allo sviluppo delle scienze in età ellenistica e i codici manoscritti contenenti le opere dello scienziato, che proprio nel 1400, grazie alla riscoperta di dotti umanisti, furono tradotti in latino e ripresero a circolare.

Il percorso espositivo, suddiviso in otto sezioni, inizia con un nucleo di reperti archeologici, ricostruzioni e applicazioni multimediali che servono a ripercorrere la grandiosità e lo splendore di Siracusa nel III a.C. e la sua importanza nel bacino Mediterraneo, il cui contraltare, sulla sponda opposta, era la mitica Alessandria d’Egitto.
Siracusa possedeva già nel V secolo a.C. uno dei più grandi teatri del mondo greco, con 67 ordini di gradini. Ierone II donò a Tolomeo la splendida Syrakousia, nave del 235 a.C. lunga 87 m. e larga 18 m., straordinariamente sfarzosa, con pavimenti in mosaico. Continui sono gli scambi scientifici con Alessandria, per esempio con il responsabile della sua straordinaria Biblioteca, Eratostene di Cirene, cui si deve il calcolo della circonferenza della terra, mentre Aristarco elaborò, nella metà del III a.C., un’ipotesi eliocentrica.

In mostra è esposto l’orologio solare e la vasca da bagno in terracotta dell’epoca. Sono presenti molti reperti del Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi, tra cui alcuni gioielli di straordinaria lavorazione. In particolare un video ci consente di ammirare l’ingrandimento di un orecchino con pendente ad aquila, esposto alla mostra, di cui solo in tal modo è possibile vederne la fitta e delicatissima trama. Molti i busti con ritratti di personaggi famosi, filosofi e oratori.

Alla morte di Ierone II, Siracusa si alleò con Cartagine e Archimede perse la vita a causa di un soldato romano durante l’assedio della città siciliana. Anche la civiltà islamica gli tributò onori e commentò alcune sue opere, per non parlare di grandi scienziati come Leonardo e Galileo.
In mostra sono esposti i modelli delle opere a lui attribuite, come la vite senza fine con cui era facile tirare in secca le navi (da cui la frase: “datemi un punto d’appoggio e solleverò la Terra”), le macchine da difesa – specchi ustori per incendiare le navi nemiche e ganci con cui arpionarle-, orologi ad acqua, l’abaco con cui effettuare i calcoli con i grandi numeri,  fino alla dimostrazione dello spostamento di una quantità di acqua proporzionale al peso della massa immersa, scoperta a cui la leggenda riferisce l’esclamazione: “Eureka!”.

Molti sono gli aneddoti riferiti alla concentrazione assoluta con cui Archimede lavorava, tanto da dimenticarsi di mangiare, curare la propria persona, fino a rifiutarsi, perché impegnato nello studio della geometria, di seguire il soldato romano che lo uccise nel 212 a.C.
Al piano più alto della mostra troviamo la sezione didattica, dove l’acqua inserita nei contenitori in vetro rende evidente come il volume di un cilindro con base uguale a quella di un cono e al diametro di una sfera è la somma di quello della sfera (2/3) più quello del cono (1/3). Istruttivi i modelli delle leve: è visibile che una leva è in equilibrio quando i pesi sono inversamente proporzionali alla distanze dal fulcro.
L’allestimento multimediale della mostra si rivela un arricchimento importante e integra le opere esposte, mentre la disposizione dei reperti, soprattutto nella prima parte, in vetrine cui è possibile girare intorno, ma in spazi ristretti, spesso crea difficoltà ai visitatori.