donazioneberniniContinua la campagna di raccolta fondi online che MiBAC, Friends of FAI, numerose realtà culturali e imprese private italiane e statunitensi promuovono nel contesto delle attività per l’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti 2013. L’obiettivo è di finanziare la costruzione di un piedistallo antisismico per il Busto di Francesco I d’Este, capolavoro del Bernini conservato nella Galleria Estense di Modena, attualmente non esposto al pubblico a seguito delle pericolose scosse che ne hanno minacciato l’incolumità nella primavera del 2012.

La campagna è indirizzata al pubblico intercontinentale, attraverso l’utilizzo parallelo di due website per il crowdfunding. L’andamento della raccolta fondi ha raggiunto, sul portale italiano ForItaly.org, più della metà della quota prefissata di €60.000; la restante parte della somma potrà essere collezionata entro il 2 luglio. Più discreti invece i risultati sul portale americano Indiegogo.com, dove al momento sono stati collezionati meno di 3.000 $.

A prescindere dai riscontri più o meno incisivi dell’operazione bilaterale, la campagna in se stessa segna un importante passaggio per la pratica del crowdfunding tra nazioni. Lo sforzo per mettere in atto questa operazione è, al di là degli obblighi celebrativi istituzionali, manifestazione diretta di una necessità inequivocabile: quella di trovare strategie alternative per tutelare e promuovere il patrimonio storico-artistico italiano, le cui spese non sono più sostenibili internamente. Queste strategie alternative per la sostenibilità, di cui il crowdfunding è sicuramente un importante prototipo ispiratore, possono avere esiti ancora più interessanti delle, seppur centrali, motivazioni finanziarie che le muovono.

Il contributo minimo richiesto al donatore su Indiegogo.com o ForItaly.org dà accesso a molto più che ad un perk (nel caso dei 2 €, un’immagine digitale della statua del Bernini), bensì al mondo semi-inesplorato dei distretti culturali periferici, solitamente disconosciuti dalle rotte più classiche del turismo culturale di massa. La promozione di una raccolta fondi è sicuramente un ottimo modo per penetrare nuovo pubblico, fidelizzandolo alla causa della salvaguardia dei beni storico-artistici attraverso l’opportunità di contribuire al raggiungimento di un obiettivo specifico.

Oltre al perseguimento di queste finalità, ne esiste una ulteriore: la promozione di una nuova pratica di monitoraggio degli interventi a sostegno della tutela delle opere e dei luoghi di conservazione. La campagna di raccolta fondi è una leva che catalizza l’attenzione del pubblico, in questo caso amplificata a livello sovra-nazionale attraverso il web. Contribuire con una donazione liberale alla tutela del patrimonio artistico italiano significa creare un legame con esso, partecipare ad un processo in evoluzione. Ancora di più presso l’utenza americana, il significato di value-for-money va ben al di là di una semplice lascito e non costituisce un gesto autoconclusivo. Contribuendo alla raccolta fondi il donatore sposa il progetto, sostiene l’intento e, soprattutto, monitora la qualità dell’investimento attuato (oggi ancora più estensivamente, grazie ai social network).

Alla Galleria Estense di Modena va il privilegio, e l’onere, di essere primo oggetto di questo delicato esperimento, e agli enti promotori il compito di saperne comunicare efficacemente i risultati alla varietà del pubblico coinvolto.
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