2013061940202La Confederations Cup è iniziata con la metà degli stadi pronti per il Mondiale 2014 e senza i grandi progetti infrastrutturali promessi dal governo. Tuttavia, la FIFA, che ha sempre sostenuto che il Brasile non aveva l’infrastruttura necessaria per ricevere un milione di turisti stranieri attesi per l’evento, adesso garantisce che i 12 mesi fino all’inizio del torneo saranno sufficienti per la conclusione dei preparativi. Nel bilancio delle opere pubblicate nel dicembre dello scorso anno però, il governo brasiliano ha riportato che nessuno dei 53 progetti di mobilità urbana sono ancora pronti; negli aeroporti, tra i 30 progetti legati al Mondiale, solo 8 sono stati conclusi.

Si stimava che il Mondiale esigesse R$25.5 miliardi (€8.65 miliardi), ma ormai le cifre sono molto più alte. In realtà, la stessa cosa è successa nell’occasione dei Giochi Panamericani a Rio de Janeiro. Inizialmente preventivato a R$1 miliardo (€340 milioni), si stima che l’evento abbia consumato invece R$4 miliardi (€1.35 miliardo). Nel caso del Mondiale, una parte dei fondi veniva dalle casse della Confederazione Brasiliana di Calcio (CBF), ma la spesa per le infrastrutture nelle città dove i giochi si svolgono, cioè, la costruzione di aeroporti, dei sistemi di telecomunicazione, i lavori stradali e la riqualificazione urbana, doveva essere a carico dello Stato, finanziato con denaro pubblico.

Solo il budget per i 12 stadi è attualmente pari a R$7 miliardi (€2.37 miliardi), tre volte il totale speso in Sud Africa per il Mondiale del 2010, e di cui la maggior parte proviene dalle casse pubbliche. Il governo Lula aveva promesso che il settore privato avrebbe finanziato la costruzione degli stadi e i fondi pubblici sarebbero utilizzati solo per progetti di infrastruttura urbana, però nella corsa per finire i lavori, grandi parti dei progetti sono stati ritardati o abbandonati. Le linee ferroviarie ai due principali aeroporti di San Paolo, per esempio, ora saranno finite solo dopo l’evento, mentre alcune delle nuove sedi, come quella di Brasília o Manaus, avranno poco o veramente nessun uso futuro. Le autorità ammettono che dovranno affrontare una grossa sfida dopo il 2014 per soddisfare i nuovi costi operazionali, ma il governo giustifica la spesa come in linea con il suo obiettivo di ridurre le disparità tra nord e sud, poveri e ricchi, anche se la maggior parte delle persone non possono permettersi il prezzo dei biglietti per questi eventi. Nel totale, il governo brasiliano ha speso R$31 miliardi (€10.5 miliardi) con la scusa di accelerare lo sviluppo sociale ed economico del paese e modernizzare l’immagine del Brasile dagli stereotipi di samba, carnevale e spiagge. Per il popolo, però, queste sono prove dell’onnipresenza della corruzione, un problema di vecchia data nel Paese.

Gli argomenti a favore della spesa pubblica per il Mondiale in Brasile? L’evento creerà nuovi posti di lavoro, aumenterà il flusso turistico, promuoverà la rivitalizzazione di aree urbane e rafforzerà gli investimenti nel paese, ma la realtà è che le stime dell’impatto dell’evento sono generalmente esagerate. Nel 1994, il PIL degli Stati Uniti è aumentato del 1,4%. Nel 1998, in Francia, il PIL è cresciuto del 1,3%. Nel 2002, il PIL in Corea del Sud è aumentato del 3,1%, ma in Giappone ha avuto diminuzione del 0,3%. Prima del Mondiale in Germania, si parlava della creazione di 100,000 nuovi posti di lavoro, ma uno studio fatto dopo l’evento ha registrato solo la metà. In Corea del Sud dei 500,000 turisti previsti per l’evento del 2002, solo il 50% è andato.

In Sud Africa, il Mondiale del 2010 è stato un’opportunità per rompere alcune distanze sociali che lì sono ancora molto forte e ci sono stati miglioramenti anche nei trasporti, a Johannesburg, per esempio. Ma i costi del Sud Africa per ospitare il Mondiale sono stati pari a €3 miliardi, gli stessi numeri annunciati come profitto dalla FIFA. In realtà, quello che abbiamo visto è stato un semplice trasferimento diretto di fondi pubblici del Sud Africa all’organizzazione. L’evento ha sicuramente aperto una nuova prospettiva per il paese, ma le cifre sono troppo alte e sarebbe giusto dire che il governo sud africano ha speso molto per un paese che ha ancora tanti altri bisogni più rilevanti. L’idea è che se si spendono €3 miliardi in un evento, dovrebbero avere almeno €6 miliardi di profitto sullo stesso.

In occasione della Confederations Cup, milioni di persone sono scese in piazza in diverse città brasiliane, sdegnate dal budget che il governo spenderà per l’organizzazione del Mondiale 2014, cifra giudicata eccessiva per un grande paese dove i servizi sociali sono estremamente carenti. I brasiliani ormai vedono la realizzazione del Mondiale come un’occasione perduta di un vero sviluppo: un grosso investimento federale che ormai è stato mal pensato e male utilizzato in progetti che prevedono il miglioramento dell’infrastruttura del paese solo a breve termine, e non per i suoi cittadini.

L’amore del Brasile per il calcio è stato a lungo accusato di distrarre la popolazione dai suoi problemi sociali. È ironico, quindi, che è stata la preparazione del paese per ospitare il Mondiale che ha mosso i brasiliani nelle ultime settimane. La gente in piazza chiede a gran voce la fine della corruzione e dello spreco di denaro pubblico, che sono entrambi purtroppo così abituali. Piani del governo sono stati riformulati, gli investimenti pubblici sono stati tagliati, ma gli impegni con la FIFA sono sempre rimasti gli stessi. Gli investimenti nelle città che ospiteranno le partite del Mondiale sono stati ritenuti prioritari rispetto ai bisogni del popolo: il denaro pubblico è stato versato prevalentemente in progetti sportivi, a danno della sanità, dell’istruzione e della sicurezza. La mancanza di investimenti per l’istruzione, per esempio, ha contribuito ad un aumento di persone senza occupazione e così anche alla mancanza di sicurezza nelle grandi città. In molti centri urbani le condizioni nelle scuole sono deplorevoli, gli insegnanti sono mal pagati e demoralizzati. Anche la situazione della sanità pubblica è preoccupante: chi deve contare sugli ospedali pubblici spesso finisce per aggravarsi a causa della mancanza di un trattamento professionale.

La proposta del governo per quanto riguarda il Mondiale in Brasile era di avere un evento in cui ci fosse totale trasparenza sulla spesa pubblica, ma si è verificato il contrario. Il budget iniziale di R$25.5 miliardi (€8.65 miliardi), è salito adesso a 31 miliardi di reais (€10.5 miliardi), quasi tre volte il costo del Mondiale in Germania nel 2006.

Nel frattempo, la FIFA ha annunciato che avrà un profitto di R$4 miliardi con il Mondiale, esentasse. Il suo profitto contrasta con la totale mancanza di un lascito per il popolo brasiliano. Il presidente Dilma Rouseff, dopo due settimane di manifestazioni di protesta in tutto il paese, che hanno messo addirittura in discussione il proseguimento della Confederations Cup, ha dichiarato nel suo discorso a reti unificate alla nazione, venerdì scorso, che “faremo un grande Mondiale, ne sono sicura. E vi assicuro che il denaro per la costruzione degli stadi non ha sottratto risorse all’istruzione o alla sanità”, senza spiegare però da dove vengano tutti i soldi spesi finora. Il popolo brasiliano, però, non è d’accordo. Un sondaggio diffuso negli ultimi giorni rivela che il 40% degli intervistati è “totalmente a favore” della realizzazione del Mondiale, il 27% “a favore” ed il 29% “contrario”.

Se solo la FIFA profitterà del Mondiale, il popolo brasiliano coglie l’occasione dei riflettori accesi sul paese per scendere in piazza e protestare, nel tentativo di invertire almeno la logica di un sistema che privilegia il denaro a discapito di questioni sociali urgenti e affinché il poter politico sia più vicino alla società e non agisca per esclusivo interesse di pochi individui.