Ci sono voluti 10 anni di trattative, dal 21 febbraio 2003 al 1° luglio 2013, perché la Croazia entrasse a far parte dell’Unione Europea. La Croazia ha dovuto fare i conti con il suo passato e con la sua storia prima di divenire ufficialmente parte dell’Europa: la macchia sanguinosa della guerra balcanica e i problemi economici tuttora esistenti hanno costituito un ostacolo non trascurabile nel processo di europeizzazione. Dal punto di vista artistico e culturale, però, questa Repubblica a Est dell’Italia collezionava già da tempo – da molti secoli – punti di contatto, influenze, similarità con gli altri Stati dell’Unione Europea.
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STORIA. La Croazia è stata sin dall’VIII secolo a.C. oggetto della colonizzazione greca e dal II secolo a.C parte dell’Impero Romano. Conosciuta come regione illirica, la Croazia ha subito la dominazione di Roma fino al VI secolo. Successivamente le sue coste sono state influenzate dall’espansione della Repubblica di Venezia, che esportava la sua cultura via mare, nel momento di massimo splendore della sua potenza. L’influenza italiana si è imposta nuovamente durante la Seconda Guerra Mondiale, con la contesa delle regioni dell’Istria e della Dalmazia. Infine,  lasciatasi alle spalle la dittatura di Tito, a capo della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, la Croazia è divenuta indipendente nel 1991, cominciando un percorso difficile e spesso doloroso verso la democrazia e la costruzione di un’identità propria.
Non è un caso, quindi, se persino i nomi di isole e città della Croazia hanno avuto a lungo un doppio toponimo, latino e slavo. Le due lingue per un po’ hanno convissuto, fino alla dichiarazione del croato come lingua ufficiale nel XX secolo. Abbiamo, ad esempio, Dubrovnik-Ragusa, Split-Spalato, Zadar-Zara, tra i più noti.

 

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ARTE. Viaggiando per la Croazia sono più che riconoscibili gli influssi della cultura greco-romana e occidentale nei suoi monumenti, spettacolari e unici. Il Palazzo di Diocleziano a Spalato, ad esempio, è un modello ammirevole di villa fortificata, edificata nel III secolo per volere dello stesso imperatore. Dubrovinik, chiamata anche Perla dell’Adriatico, è stata una potenza marittima nel XIII secolo, trovandosi a stretto contatto con Venezia. Il suo centro storico, perfettamente conservato, abbaglia i visitatori con il candore delle sue costruzioni fortificate, del palazzo ducale, delle torri, tutte in pietra color avorio. Ci sono poi la Basilica Eufrasiana a Parenzio, la Cattedrale di San Giacomo a Sebenico, l’Anfiteatro e l’Arco dei Sergi a Pola, il sito archeologico di Salona, e soprattutto la città di Trogir, colonia greca e poi provincia romana, gioiello d’arte sul mare, denominata “Piccola Venezia” perché posta anch’essa su un isolotto collegato ad altre isole e alla terraferma.

 

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CULTURA E TRADIZIONI. Lingua, arte e architettura sono solo alcuni degli aspetti di contaminazione che rendono la cultura croata un’affascinante commistione di est e ovest, unica e particolare. Risentono di questo melting pot proficuo di culture anche  la sua cucina, la musica, il folklore.
Tra gli strumenti musicali tradizionali, ad esempio, abbiamo il mandolino e la chitarra che spesso accompagnano la kapla, la musica popolare tipica della Dalmazia. La cetra, di origine greche, è ancora usata anche nella musica pop e rock contemporanea. Di padre croato e madre serba è Goran Bregovic, uno dei compositori più apprezzati dello scenario musicale contemporaneo, perfetto emblema della mescolanza tra est e ovest, melodie balcaniche e ritmi dell’elettronica.
Gli influssi della cultura latina in Croazia si notano anche nel cibo. In particolare, la cucina veneta con la tradizione del risotto si ritrova nei risotti al nero di seppia o di gamberetti.
Infine, piccola pillola di curiosità, uno dei simboli più caratterizzanti dell’Europa “professionale”, la cravatta, è stato introdotto proprio dai mercenari croati, nel XVII secolo in Francia.

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