tweetornotUna delle grandi sfide di oggi, per la cultura, è attrarre nuovo pubblico presso i suoi spazi. E’ una missione che coinvolge musei, teatri e fondazioni. La cultura si trova oggi a combattere con l’immagine elitaria che per troppi anni, in diversi contesti, l’ha caratterizzata e con gli stereotipi che la descrivono come astrusa, slegata dal presente, forse un po’ noiosa.
Mai come oggi è fondamentale per i centri culturali impegnarsi nell’ampliamento della fruizione e promuovere nuove modalità di relazione e confronto con il proprio pubblico. Un settore che, oltreoceano, sembra aver fatto propri questi obbiettivi è quello delle performing arts, con riferimento particolare all’opera e al teatro.

Dalla fine del 2011, infatti, gli Stati Uniti hanno visto sorgere ed affermarsi un nuovo trend nel panorama delle live performance, che vede l’ingresso trionfale dei social network nelle sale teatrali. I mobile devices, il cui utilizzo durante lo spettacolo ha sempre costituito un tabù, vengono oggi reinterpretati quali strumenti per rendere la cultura interattiva, coinvolgere il pubblico in recensioni in tempo reale e sperimentare il passaparola digitale quale nuovo strumento di marketing.
Primo fra tutti Twitter, che con i suoi 140 caratteri e le sue dinamiche virali ben si presta ad essere impiegato per le recensioni spot. Dal Providence Performing Art Center all’Huffington Theater di Boston, dal Public Theater di New York al Kravis Center for the Performing Arts di Palm Beach in Florida, l’applicazione dei social network al mondo dello spettacolo e della fruizione si è ampiamente diffusa, dando vita ad una serie di esperienze interessanti.

Il Kravis Center di Palm Beach ha completato quest’anno la sua seconda stagione di Tweet Seats, un’iniziativa che ha visto come ospite speciale alle prove generali degli spettacoli un gruppo selezionato di utenti molto attivi sul noto social network. Approfittando della possibilità di fruire gratuitamente della prova, gli utenti hanno animato vere e proprie tweet session, diffondendo sulla rete le loro impressioni e i loro commenti sullo spettacolo.
Il centro ha dato la possibilità di twittare prima e dopo la prova e nel corso degli intervalli ha organizzato le Tweet Suite, delle situazioni in cui al pubblico era permesso di accedere ad un’area appositamente pensata, nella quale godere di un rinfresco e mettere in carica, in caso di necessità, il proprio cellulare.
Sempre il Kravis Center, verso la fine del 2012 ha deciso di testare le potenzialità di un altro strumento social, ospitando un Insta-meetup: nel contesto dello spettacolo The Nutcracker alcuni partecipanti sono stati invitati dietro le quinte per scattare una serie di foto con i propri mobile device e postarle poi su Instagram.

Il Providence Performing Art Center ha visto invece gli stessi membri del cast impegnarsi nel live tweeting e contrapporsi al pubblico in sala in uno scambio di botta e risposta sugli spettacoli. Boston, dal canto suo, presso l’Huffington Theater ha proposto le Twitter mission, nel contesto delle quali gli operatori culturali del teatro erano a disposizione per rispondere a sessioni di domande e risposte, proiettate su grandi schermi collocati nella lobby del teatro.

Sul versante italiano spicca l’iniziativa della Scala di Milano, che a partire dal 7 dicembre 2011, in occasione della prima che vedeva rappresentato il Don Giovanni di Mozart, ha istituito le dirette Twitter e Youtube, che ad oggi ha piacere di considerare una vera e propria “tradizione digitale”. La sperimentazione con il mondo social si è progressivamente evoluta fino a comprendere un team di “twittatori aggiunti”, composto da blogger e giornalisti, che da apposite sedute si aggiungono al canale ufficiale nel corso delle principali rappresentazioni, e veri e propri contest su argomento musicale, con in palio posti gratuiti alle prove generali.

Con il 2013 si prepara a scendere in campo anche l’Arena di Verona, che per il centenario del suo Festival Lirico ha deciso di proporre i Tweet Seats: una serie di posti selezionati, con un’ottima visuale, saranno resi disponibili per gli attivissimi del social network al modico prezzo di dieci euro. In questo modo, prenotando i biglietti speciali attraverso il web, il pubblico interessato potrà recensire in diretta gli spettacoli, comunicando impressioni ed emozioni in 140 caratteri.

L’obbiettivo dichiarato è quello di attrarre i target più giovani, digitali ed iperconnessi, coinvolgendoli in nuove modalità di fruizione, interattive e coinvolgenti. Una bella innovazione per queste istituzioni storiche, che a quanto pare hanno deciso di non restare indifferenti all’evolvere delle forme di comunicazione. La Scala ad oggi può vantare degli ottimi risultati, il suo profilo twitter conta più di 50.000 follower e quello Facebook più di 112.000. Quale accoglienza riserverà il pubblico dell’arena a questa nuova modalità di fruizione? Ma soprattutto, che effetto avranno le decisione dei due teatri sugli altri attori dell’universo lirico italiano? Saranno da stimolo per la sperimentazione di nuove proposte? E’ presto per dirlo, ma staremo a vedere.