iifcarlaConclusa l’undicesima edizione dell’Ischia Film Festival, è tempo di bilanci.

Tra gli ospiti speciali di questa undicesima edizione, anche il premio Oscar Bille August che ha aperto il focus sul cinema del Nord Europa. In questo ambito sono stati proiettati lungometraggi provenienti da Islanda, Danimarca, Norvegia, Svezia e Lapponia che hanno molto bene raccontato la cultura e la storia dei paesi Scandinavi.

August ha presentato all’Ischia Film Festival il suo “Treno di notte per Lisbona”, film ambientato nel Portogallo contemporaneo, che ha strappato innumerevoli applausi; grande interesse anche per l’intervista pre-proiezione, nella quale August ha ricordato, tra l’altro, la sua esperienza nel raccontare la prigionia di Nelson Mandela, al quale, in questi giorni, il mondo è molto vicino.

L’apertura del Festival, ne abbiamo parlato qualche giorno fa, è stata dedicata a Benoit Jacquot, che ha presentato il suo ultimo film “Les adieux à la reine”, con Diane Kruger nei panni della Regina Maria Antonietta e ad Angelo Cretella, che ha portato al festival “Emilio”, ambientato nel Salento.

Questa edizione del Festival è stata, particolarmente, internazionale. Infatti è da evidenziare la presenza di Kiarostami, ospite d’onore di quest’anno che, durante la chiacchierata con Boris Sollazzo, ha parlato del suo film “Qualcuno da amare” e dei motivi che gli impediscono, già da un po’, di impiantare un set cinematografico in Iran (suo paese d’origine). Le motivazioni, ha raccontato, sono tante, ma “certamente tra esse c’è anche il fatto che in questo momento storico non è facile fare cinema in Iran. Ma non è solo quello, visto che le cose si evolvono. Dobbiamo uscire fuori dagli schemi, dai confini geografici e politici: siamo cittadini del mondo ed è proprio il cinema a insegnarcelo”. Dall’intervista è emersa anche una nota curiosa: il primo personaggio che lo ha colpito nel cinema è stato – difficile a credersi – Totò, il principe della risata. Per chi ha sempre amato il grande attore napoletano (e non solo), comico (e non solo), questo suona come un ulteriore riconoscimento.

All’Ischia Film Festival, inoltre, tra gli ospiti anche Vittorio Storaro, presidente onorario di questa edizione, che nel suo speech a “Parliamo d’artista” ha calamitato l’attenzione raccontando come la fotografia funga da “scrittura della luce”.

Tra i premiati (la giuria era composta da Vittorio Giacci, Giuliana Muscio, Chiara Martegiani e Antonio Capellupo), nella sezione documentari, “La guerra dei vulcani” di Francesco Patierno; come miglior cortometraggio “Margerita” di Alessandro Grande, ambientato in una Roma multietnica ed i cui protagonisti sono per la maggior parte nomadi; nella sezione Location negata, “L’alfabeto del fiume” di Giuseppe Carrieri, ambientato sulle rive del Gange. Kiorostami si è aggiudicato, invece, il Premio Castello Aragonese, come miglior regista per “Qualcuno da amare”.

Protagonista, non protagonista, il Castello Aragonese, location del festival; luogo di grande fascino e suggestione e, sicuramente, tra le ‘cose’ per cui vale la pena recarsi e soggiornare ad Ischia.

Un plauso all’organizzazione che, nonostante le grandi difficoltà, riesce a portare avanti un festival del cinema di qualità e di eccellenza, focalizzando l’attenzione su temi quanto mai attuali e determinanti per il futuro e la ricrescita culturale ed economica, del nostro Paese ed internazionale: la valorizzazione delle location e dei territori.

Appuntamento, dunque, alla dodicesima edizione.

 

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Foto di Carla Di Martino