teatrofranchisingPrendi un calderone di cultura, economia e impresa, mettigli dentro una ciotola di teatro, due cucchiai di marketing, mezza porzione di senso degli affari strategico, mescola tutto insieme e quello che ottieni è il teatro in franchising.

Gianluca Cassandra, direttore del Teatro Moderno di Latina, è il cuoco di questo nuovo piatto da presentare al sistema teatrale italiano, un piatto che può avere un retrogusto amaro, o che può risultare gustosissimo. Quello che il giovane uomo di cultura e d’affari propone è una formula che permetta a imprenditori, a start up, o a produttori di iniziare un business col teatro per ragazzi. “Negli ultimi anni – ha spiegato Gianluca Cassandra – la crisi del sistema teatrale italiano, aggravata dalla riduzione sia del Fondo Unico dello Spettacolo che del sostegno che possono garantire gli Enti Locali […] ha fatto sì che sul versante della produzione, le grandi compagnie e i teatri hanno cercato di minimizzare il rischio, ovvero hanno spinto le loro produzioni e programmazioni verso spettacoli più sicuri, garantiti dai soliti nomi e dalle solite idee in cartellone. Questo atteggiamento è destinato a non pagare e le imprese teatrali, se vogliono garantirsi un futuro, dovranno allargare i loro orizzonti culturali per conquistare nuove fette di mercato… Tutto questo mi ha portato a inventare Che Spettacolo Ragazzi! Ho messo a punto i mezzi con i quali i teatri potranno affrontare il presente ed il futuro panorama culturale costruendosi solide basi artistiche ed economiche. Come? Costruendosi la loro stagione scegliendo tra spettacoli e servizi ideati ad hoc, avendo chiari i costi e i guadagni con un solo piccolo investimento. Una rivoluzione”.

Che spettacolo ragazzi! – prodotto dell’azienda di Cassandra, Art About, che produce e distribuisce eventi – mette a disposizione un cartellone di spettacoli suddivisi in base a fasce d’età o grado di istruzione scolastica, da acquistare con l’investimento minimo di 1000 euro. Gli spettacoli sono tenuti dalla compagnia “Teatro del Beau” di Simone Fioravanti e Santa Spena. Il pacchetto offerto al cliente comprende la produzione di 4 spettacoli e una consulenza sul business plan, oltre che ad eventuali servizi aggiuntivi a scelta: service audio/luci, sito web dedicato, servizio di pubblicistica e affissione.

Il vantaggio di questo sistema di “franchising senza vincoli” risiede nel ridurre al minimo gli eventuali rischi del cliente, che non incorre in penali nel caso lo spettacolo programmato non dovesse riuscire ad andare in scena. Il franchising del teatro permette, infatti, di abbattere i costi fissi, non prevede l’apertura di un negozio, o la necessità di ordini minimi. Al cliente è lasciata principalmente la responsabilità della comunicazione con gli eventi.

Forse i puristi del settore potrebbero storcere il naso davanti a questo accostamento così audace tra teatro e guadagno: sulla homepage del sito di Che spettacolo ragazzi! si legge a carattere cubitali “Guadagna con il teatro. 1. Scegli il tuo cartellone. 2. Investi un minimo di 1000 euro. 3. Guadagna il triplo”.  In realtà, il sistema teatrale italiano, come la gran parte dell’intero settore culturale, ha bisogno di uno svecchiamento radicale che consenta l’ingresso al suo interno di un certa forma mentis imprenditoriale che non lo svilisca, ma al contrario lo potenzi e lo valorizzi.
D’altra parte l’idea alla base di Che spettacolo ragazzi! è tutt’altro che puramente mercificatoria: attraverso il teatro in franchising si guadagna sì, ma l’intento è anche quello di rendere il teatro non un luogo dove si vive un evento one shot, ma un’abitudine, un luogo di ritrovo e di formazione, che vada a costituire l’identità culturale del territorio nel quale opera.