È uno dei luoghi più frequentati, amati e odiati, calpestati, bistrattati, derisi, cercati, bramati in alcuni casi, evitati in altri, osannati e deprecati, di ogni giorno. Tutti, ricchi, poveri, belli, brutti, atei, religiosi, maschi e femmine, ci abbiamo messo piede più di una volta nella vita. Si tratta proprio di lui: il celeberrimo bagno – anche noto come wc, toilette, servizio igienico – oggi di nuovo sotto le luci della ribalta, a causa di una mostra d’arte contemporanea.

cartolina_bassa

Tutto è cominciato ormai quasi un secolo fa con l’opera destinata a cambiare il corso della storia dell’arte. Era il 1917 quando Marcel Duchamp propose alla giuria della Society of Independent Artists di New York un orinatoio, presentato come l’opera “Fontana” di un certo Mr. Mutt. I membri della giuria non capirono l’essenza di quell’oggetto e si rifiutarono di esporlo. Duchamp fingendo di difendere l’artista, spiegò il significato dell’opera dalle righe di un giornale che ne aveva pubblicato una foto: “non è importante se Mr. Mutt abbia fatto “Fontana” con le sue mani o no. Egli l’ha scelta. Egli ha preso un articolo ordinario della vita di ogni giorno, lo ha collocato in modo tale che il suo significato d’uso è scomparso sotto il nuovo titolo e il nuovo punto di vista. Ha creato un nuovo modo di pensare quell’oggetto”.

miale
L’operazione compiuta da Duchamp non è molto diversa da quella attuata dai due giovanissimi artisti italiani, Giorgio Di Palma e Dario Miale, classe ’81 e ’85, che hanno organizzato a Grottaglie, in Puglia, la mostra “Cacate”. Solo che quelle che i due artisti espongono non sono ready made – opere d’arte “prefabbricate” ottenute prendendo un oggetto di uso quotidiano e presentandolo come arte. Sono forme artistiche nate dal loro estro creativo, frutto della loro ispirazione artistica.

Giorgio Di Palma, archeologo con un passato da tecnico informatico a Budapest, ha reso omaggio al bagno, con una serie di manufatti in ceramica, colorati, spiritosi, originali, che ritraggono oggetti che usualmente trovano posto in bagno: uno stura lavandino, un asciugamani, un paio di zoccoli.
Dario Miale, fotografo per tradizione di famiglia, ha passato tre giorni appostato nei bagni pubblici della piazza di Grottaglie, immortalando i suoi frequentatori nei loro momenti più intimi e autentici: una “sessione di riflessione”, una pausa allo specchio per truccarsi, una lavata energica alle mani. Dove siamo più noi stessi se non nel luogo che maggiormente ci riconduce alla nostra essenza fisiologica?

dipalma
Nella scelta di allestire “Cacate”, Giorgio e Dario mostrano di avere in comune con Duchamp il fattore “scelta”, la volontà di eleggere il bagno pubblico a scenario e protagonista della loro arte con lo scopo, come loro stessi hanno dichiarato, di “far mettere piede nel sudicio altrui a tutti, anche a chi piuttosto di entrare preferisce farsela sotto”.

Di Palma e Miale, quindi, esporranno le loro opere nella location più appropriata: i bagni pubblici, o “piscialora” nel dialetto di Grottaglie, del Castello Episcopio della loro città. L’ingresso è ovviamente gratuito e le visite sono possibili dal 31 agosto all’8 settembre. Con buona pace di chi storce il naso di fronte a una cotale dissacrazione dell’aureolata arte.

miale-1
D’altra parte, da un po’ di tempo a questa parte, si fa arte con davvero tutto. E se può far sorridere il provocatorio e autoironico titolo dato alla mostra, non saranno di certo le opere esposte in “Cacate” a lasciare a bocca aperta i tradizionalisti dell’arte. Il bagno, poi, ha ormai da tempo oltrepassato i limiti del proibito nel mondo artistico. È di qualche anno fa la mostra fotografica di Alessandro Formenti, esposta a Milano, “Love Toilet”. A  Metz, in Francia, fino al 30 giugno 2013 era possibile imbattersi nella mostra itinerante “W.C. National”: 35 artisti di tutto il mondo hanno deciso di esporre le loro opere nei bagni di bar e ristoranti della città, per invitare, provocando, a riscoprire un rapporto più diretto con l’estetica e con l’arte. E poi ancora, nell’ambito del Fuori Salone di Milano, sono stati esposti da Gessi “I Bagni del mondo”, sette installazioni che ripropongono in modo creativo le atmosfere e il design dei bagni del Mediterraneo, di New York, Scandinavia, Bali, Russia, Giappone, Marocco.

Nessuno scandalo, dunque, dietro “Cacate”. Solo il frutto di una genuina (e strategica?) ispirazione artistica. Da visitare.