01 marchio_venezia_2019Intervista al Prof. Filiberto Zovico, tra i proponenti della candidatura di Venezia e del Nord-est

 

Qual è l’identità del territorio dalla quale scaturiscono le strategia e il progetto del 2019?
L’identità riguarda in gran parte la storia, nel senso che Venezia è sempre stata il Nord-est e il Nord-est è sempre stato Venezia. Per centinaia di anni questa compenetrazione tra città e territorio è stata un dato storico inconfutabile, come dimostra ad esempio la presenza del Palladio nel campo artistico e quella della Repubblica in quello politico. Ma il legame è anche moderno poiché nella contemporaneità l’intero territorio quando si racconta in maniera globale, lo fa tramite Venezia: alcuni produttori dell’amarone della Valpolicella presentano il loro come il vino delle Venezie; andando all’estero se qualcuno ci chiede la provenienza si dichiara di vivere “near Venice”. La città è simbolicamente la rappresentazione di un territorio estremamente ampio, che va anche oltre il Nord-est stesso.
Questo giustifica la scelta della candidatura comune di Venezia e del Nord-est, motivata sia dalle radici storiche, sia dal fermento delle industrie creative del territorio, che creano un legame molto forte con il capoluogo. Basti pensare che la Fondazione Guggenheim e la stessa Biennale racchiudono e rappresentano molte delle imprese culturali attive al di fuori di Venezia.

 

Quali sono gli asset che la città immette in questo programma?
Gli asset riguardano l’idea principale di non costruire nuove opere fisiche, come musei e strutture materiali, poiché già ce ne sono in abbondanza sia a Venezia che nel territorio. Si intende piuttosto creare reti museali, di percorsi turistico –culturali, creative. Il lavoro è più sul software che sull’hardware. E’ la prima grande operazione europea, e forse mondiale, di costruzione di reti metropolitane che si sviluppa sull’esistente, e deriva da una tradizione di piccole città che nel corso degli anni si sono trasformate in un’unica grande megalopoli.

 

Quali sono le mancanze cui dovrete invece sopperire?
La mancanza cui la candidatura intende sopperire è la debolezza nei collegamenti tra i diversi punti. Abbiamo le più importanti vie di comunicazione a livello europeo e mondiale, con aeroporti, strade, porti e ferrovie, mentre siamo carenti sul piano interno in collegamenti metropolitani. E’ su questi aspetti che la candidatura intende agire per superare i problemi derivanti.
Si intende mettere in rete il territorio non solo dal punto di vista culturale e turistico, ma anche e soprattutto sul piano dei trasporti: le due cose si aiutano e rafforzano. Riguardo tale aspetto si agirà poi perentoriamente secondo una logica di eco sostenibilità.
Altra difficoltà, ma non oggettiva, è il numero delle menti coinvolte: quello che poteva sembrare un ostacolo, sembra tuttavia che si stia dimostrando un punto di forza. Sei diverse istituzioni riescono a sopperire alle difficoltà temporanee di ciascuna, evitando che il progetto si fermi, ad esempio, in caso di disaccordo politico interno ad una di loro.

 

I flussi economici delle città d’arte riguardano solitamente pochi addetti ai lavori. Il programma relativo alla candidatura intende coinvolgere uno spettro più ampio di operatori economici?
La candidatura parte da un assunto: ha come tema la pace come fattore di sviluppo economico e culturale. Parte dello sviluppo di questo territorio, in un periodo di nota crisi, è frutto dell’industria creativa, che va dalla moda e dal design fino all’innovazione tecnologica e scientifica. Il coinvolgimento dell’impresa è molto forte e non a caso un sondaggio sulle candidature italiane dimostra come Venezia e il Nord-est primeggino nel campo dell’innovazione creativa a livello nazionale. Dal punto di vista economico è una candidatura che pensa di basarsi per oltre il 50% sui contributi che arriveranno dalle aziende private e di non pesare nemmeno per un euro sulle spese statali.

 

Cosa rimarrà alla città dopo il titolo di Capitale europea della Cultura?
Intanto è importante considerare il “durante”: la candidatura di Venezia e del Nord-est avrà benefici non solo per questo territorio, ma per l’intero sistema culturale e turistico italiano. La città lagunare e il territorio circostante sono importanti attrattori e tenderanno a sostenere il turismo culturale di tutto il Paese.
Per quel che riguarda il “dopo”, non si tratta di un evento, ma di un processo partito già da cinque anni, che intende proseguire anche successivamente, proponendo il territorio come un polo creativo capace di attrarre giovani talenti da tutto il mondo, affinché si riveli un terreno fertile capace di porre le condizioni per sviluppare le nuove industrie creative del futuro.
La costruzione di questo software complicato determinerà un’accelerazione dello sviluppo e della competitività del territorio e del Paese tutto.

 

 

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