Squadra che vince non si cambia.
Dopo il successo della prima edizione, nell’estate 2012, torna il progetto Summer School, a cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Progetto unico in Italia, nasce dall’esperienza di ZonArte, il network che raccoglie al suo interno, oltre al Dipartimento, Cittadellarte Fondazione Pistoletto, Fondazione Merz, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, PAV in collaborazione con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e sostenuto dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, creato per favorire situazioni di dialogo tra il pubblico e l’arte contemporanea.

stalkerspettacolo
Un dialogo a volte difficile e minato da sentimenti di diffidenza e dalla sensazione di non possedere mai i giusti strumenti per approcciare al linguaggio di questo tipo di arte.
Sono proprio queste diffidenze che il progetto Summer School cerca di spazzare, offrendo al pubblico, nei mesi da Giugno a Settembre, una varia e fitta programmazione di occasioni per incontrare l’arte e la cultura contemporanea nel suo insieme, accogliendo contaminazioni e dialoghi tra le arti visive, il teatro, la danza, la musica e la letteratura.
E’ in questo sfondo che nel 2012 nasce l’incontro con Stalker Teatro, compagnia teatrale torinese impegnata nel sociale e nella sperimentazione, che da vita al progetto Re-action, un laboratorio entro il quale il pubblico è accompagnato a visitare una selezione delle opere della collezione del Castello e stimolato non a comprenderla, ma ad entrarci in relazione.

Non c’ è bisogno di possedere alcuna nozione o esperienza del mondo dell’arte e nessuna formazione culturale, in quanto l’opera viene sempre presentata senza alcun vincolo formale o dialettico e con tecniche adeguate a garantire la nascita spontanea di un contesto relazionale intorno ad essa.
Lasciando spazio libero all’osservatore e alle sue “prime impressioni”, il laboratorio offre l’opportunità di trasformare le empatie e le emozioni suscitate dall’opera in un lavoro creativo e concreto, rappresentato dalla messa in scena di una performance collettiva aperta al pubblico.

La prima esperienza ha visto il coinvolgimento di diversi gruppi di lavoro; il primo composto da studenti universitari e adulti interessati, il secondo da due classi di bambini provenienti dalla scuola elementare del quartiere periferico de le Vallette (dove la compagnia dirige il suo teatro Officine Caos-Officine per lo Spettacolo e le Arti contemporanee) e ha dato vita allo spettacolo “Il Castello dalle Finestre che Ridono”.

lab
Gabriele Bocaccini, direttore della compagnia, osserva come questo tipo di progetto sia in grado di riportare il linguaggio dell’arte contemporanea tra la gente, e come, puntando sulla relazione, possa presentarsi pressoché immutato ad ogni gruppo di lavoro; “la rottura dei ruoli dettati tra artista/opera d’arte e pubblico” e successivamente quelli tra “performer e spettatori danno infine vita più che ad uno spettacolo teatrale ad un happening in cui tutti si sentono coinvolti”.