Aosta Capitale EU  LOGOIntervista a Andrea Edoardo Paron, Assessore alla Pubblica Istruzione, alla Cultura, alle Politiche giovanili, ai Rapporti con l’Università e all’Innovazione tecnologica del Comune di Aosta.

 

Qual è l’identità del territorio dalla quale scaturiscono le strategia e il progetto del 2019?

Rispetto alla altre città candidate Aosta si presenta maggiormente legata al proprio contesto territoriale favorita in questo dalle ridotte dimensioni proprie e della stessa regione.
In tale senso, fin dal primo momento abbiamo voluto chiarire come la nostra proposta sia da intendere come espressione dell’intero sistema “Valle d’Aosta”, comprendente il capoluogo regionale, “epicentro” della candidatura, posto al centro della Regione Autonoma Valle d’Aosta e sede di importanti poli regionali legati all’attività produttiva e politico-amministrativa, al terziario, alla sanità, alla scuola e alla cultura, il territorio circostante, la cosiddetta “Plaine d’Aoste” comprendente i Comuni viciniori, e il resto della regione alpina con le sue diverse vallate, le rinomate località turistiche e i borghi ricchi di storia e tradizione.
Questo sistema si fonda sul connubio tra storia, cultura e paesaggio che sono anche gli assi lungo i quali si articolerà il programma della manifestazione che abbiamo progettato, all’interno dei quali saranno sviluppati ulteriori sottotemi.
Per quanto riguarda Aosta, si tratta di una città a prevalente vocazione turistica che ho definito un “Bignami di storia” per la presenza di testimonianze e monumenti che spaziano dal periodo romano di Augusta Praetoria fino all’epoca moderna che sta conoscendo una fase importante di sviluppo legato, per rimanere in campo culturale, alla realizzazione del nuovo polo universitario, al completamento del parco archeologico nell’area megalitica di Saint-Marin de Corléans, al restauro e alla valorizzazione dei più importanti monumenti di epoca romana e medievale e al progetto di riqualificazione delle piazze del centro storico.

 
Quali sono gli asset che la città immette in questo programma?

Come dicevo, la città di Aosta è interessata da alcuni anni da un importante programma di investimenti che hanno nella cultura il comune denominatore, e che vedranno il loro completamento tra il 2015 e il 2019. Questo programma asseconda la vocazione naturale del capoluogo valdostano e dell’intero territorio regionale, ad essere “Carrefour d’Europe” in virtù di una straordinaria posizione geografica nel cuore dell’Europa – tra Svizzera, Italia e Francia, ai piedi delle vette più alte delle Alpi, e non lontano dal Mediterraneo – e del ruolo che storicamente ha assunto nel fare interagire culture e lingue diverse, in differenti epoche storiche.
Peraltro, proprio a partire dal ruolo di crocevia di Aosta si svilupperà il progetto legato alla candidatura che avrà come concetti chiave quelli di “interazione”, “integrazione” e “condivisione” declinati e intrecciati, come accennato, nella storia, nelle culture e nel paesaggio della città e della regione.
Nel dettaglio, i nostri atout sono rappresentati dal patrimonio monumentale e archeologico, dalla storia millenaria della città, dai numerosi musei e sedi espositive, dal ricco programma di eventi e manifestazioni di carattere culturale che tengono compagnia a cittadini e turisti per tutto l’anno, dalle peculiarità delle nostre tradizioni frutto di una specificità culturale riconosciuta da un regime di autonomia politica; il tutto inserito in uno scenario naturale senza eguali.
Anche le dimensioni ridotte della città, teoricamente penalizzanti nel confronto con altre realtà metropolitane, possono rappresentare un valore aggiunto, in quanto in ben pochi altri contesti, come avviene in Valle d’Aosta, è possibile apprezzare in soli 3.263 chilometri quadrati così tanti motivi di interesse e un’offerta turistico-culturale così variegata, passando in pochi minuti dalle piste di sci a una seduta alle terme, da un’escursione in mountain bike alla vista a un museo, da una passeggiata al Teatro Romano a un concerto nel cortile di un castello medievale.

 

Quali sono le mancanze cui dovrete invece sopperire?

Al di là di valutazioni meramente economiche legate al finanziamento dell’operazione, il principale elemento di criticità è legato alle ridotte dimensioni della città e della regione che se, da un lato, come detto in precedenza, ne costituisce un punto di forza, dall’altro potrebbe risultare potenzialmente penalizzante per quanto concerne la ricettività e i trasporti. Se per quanto riguarda il primo aspetto, Aosta può contare anche su numerose strutture destinate all’accoglienza presenti nel resto delle località valdostane poste a pochi chilometri dal capoluogo, per quanto riguarda i sistemi di comunicazione, sono in corso lavori di potenziamento e miglioramento del sistema ferroviario, autostradale e aeroportuale, con la riapertura al traffico aereo dello scalo di Saint-Christophe, alle porte di Aosta.

 

I flussi economici delle città d’arte riguardano solitamente pochi addetti ai lavori. Il programma relativo alla candidatura intende coinvolgere uno spettro più ampio di operatori economici?

A giovarsi della designazione di Aosta a Capitale europea della Cultura sarebbe l’intero sistema economico valdostano in quanto buona parte del Pil regionale si basa sul turismo e sulle attività connesse. Il previsto afflusso di visitatori in occasione delle manifestazioni organizzate farebbe da traino all’intero settore. A ciò si deve aggiungere che, oltre agli investimenti che verrebbero impiegati per l’occasione nella realizzazione di eventi, manifestazioni e infrastrutture temporanee, le opere che stiamo realizzando alle quali accennavo in precedenza e che sono indipendenti dalla designazione di Aosta nel senso che verranno portate a compimento comunque, genereranno ricadute positive in termini economici ed occupazionali che non si esauriranno certo con il 2019.

 

Cosa rimarrà alla città dopo il titolo di Capitale europea della Cultura?

Da un lato in maniera tangibile resteranno le opere che stiamo portando a compimento per trasformare la città in un polo di eccellenza in campo culturale tra le Alpi, puntando sull’Università della Valle d’Aosta, sul Parco archeologico, sulle strutture museali, sul programma di iniziative che arricchiranno e animeranno la vita culturale di Aosta a partire dal già vasto programma esistente.
Più in generale ottenere il titolo di Capitale europea della Cultura sancirebbe in modo definitivo la nuova vocazione della città, nella quale la vita universitaria, il multilinguismo, lo scambio interculturale, la creatività artistica diventerebbero motore della vita economica e sociale di tutti i cittadini. E anche gli effetti sull’intero territorio regionale saranno importanti, facendo della Valle d’Aosta una meta turistica di attrattività assoluta dove, accanto all’ambiente naturale, allo sport e alle tradizioni troverà posto un sistema artistico unico che nel raggio di poche decine di chilometri condurrà dal Forte di Bard attraverso il Museo del Castello Gamba di Châtillon e i castelli di Issogne, Verrès e Fénis sino alla Capitale europea della cultura Aosta.

 

Leggi le interviste alle altre candidate a Capitale europea della Cultura 2019.