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COSEC’erano una volta un romano, uno svedese, un californiano e un italo-egiziano accomunati dalla voglia di suonare della buona musica e che, tra un drink ed un panino, hanno deciso di dare vita ad una band tutta particolare dal nome ancora più strano di quello che possiate immaginare: “Inbred Knucklehead” (se vuoi sapere cosa significa ti consigliamo di vedere questa video-intervista). Ecco, questo è il loro ultimo cd, un concentrato di energia, di sound e di generi mixati magistralmente che partono dallo ska e arrivano al punk, passando per il rock facendo sosta per il funk, abbordando del metal che strizza l’occhio all’hardcore. Per poi ripartire di nuovo.

 

COMEE’ energia pura. E’ il vostro sabato in un locale ascoltando un live dalle sonorità gipsy, è la vostra cura per il rientro in ufficio di lunedì, il vostro martedì in palestra zompettando con le ginocchia fino alla pancia per smaltire i cocktail che vi siete tracannati durante il weekend, e il vostro scorazzare in macchina nel traffico alzando il volume fino al massimo per l’invidia del vicino al semaforo che non si capacita di come voi possiate divertirvi così tanto in tangenziale.

 

proBrani come Rember When, Revoluciòn (se riuscite a seguire i continui passaggi di lingua dall’inglese allo spagnolo), Hit the Power e Viking Thing vi entreranno in testa al primo ascolto e godono di facili apprezzamenti. Ma è negli altri brani, quelli dalle sonorità più mixate e dai generi più alternativi che scorgerete la vera anima di questo gruppo che dimostra la sua bravura nell’essere costante ad essere sempre diverso.

 

CONTROGli Inbred sono gli Inbred non solo per la loro musica ma anche per i loro live, dove danno veramente il meglio di loro stessi coinvolgendo il pubblico in performance di ballo estreme. Quindi, inevitabilmente, il loro Family album lascia fuori tutto ciò prestandosi semplicemente a sessioni di ballo solitarie davanti allo specchio.

 

SEGNI PARTICOLARISe siete mai stati su una tavola da surf capirete cosa si prova ad ascoltare questo album in cui la voce profonda e graffiante di Mike (vocals e basso) si insinua tra le vibrazioni sonore per poi risalire e fare in modo che sia Marco (vocals) a cavalcare l’onda del ritmo dettato da Dario (batteria) e Kristian (chitarra). Sinuosi sull’acqua, padroneggiano il vento anche quando soffia forte. Non avete mai preso in mano una tavola da surf? Pensate allora alla sensazione che si prova quando sta per partire il tagadà. Poi contate fino a 5 e premete Play sul vostro lettore.

 

CONSIGLIATO A Chi non si fossilizza su un genere musicale ma spazia e sperimenta, a chi ha bisogno di una sferzata di energia e a chi apre le porte a prospettive di musica sempre nuove ( ma selezionate). Per dirla meglio: “Get off my balls you fuckin’ coatto, get off my balls now” (cit.)

 

INFO UTILISe volete conoscere meglio Marco, Dario, Mike e Kristian non vi resta che andare sul loro sito ufficiale o sulla loro pagina Facebook. Se invece siete a Roma, praticamente fate prima a fare un pub crawl. Siamo certi che li incontrerete.