pisa_is_culture_cartIntervista a Dario Danti, assessore alla cultura del Comune di Pisa 

 

Qual è l’identità del territorio dalla quale scaturiscono le strategie e il progetto del 2019?
Abbiamo candidato Pisa come sbocco naturale dei progetti e del processo culturale in atto nella nostra città. Il tema è quello della “navigazione” intesa tra tradizione, poiché si tratta di una città nata sul fiume, sull’acqua, quale Repubblica marinara, e innovazione, come navigazione nel grande mondo delle reti informatiche e di relazioni, con il porto, l’aeroporto, il fiume e il nostro mare. Il tema è anche il contesto nel quale andiamo a collocare la nostra città.

 

 

Quali sono gli asset che la città immette in questo programma?
Abbiamo scelto il progetto della navigazione tra tradizione e innovazione come un percorso, con l’idea di un permanente divenire. Il valore del programma risiede nella volontà di confrontarsi, nel viaggiare nel tempo, tra passato e futuro, ma anche nel muoversi tra diversi settori e professionalità, senza ragionare però a compartimenti stagni. Abbiamo scelto tre filoni: la “cultura”, intesa come l’insieme delle tradizioni, dei costumi, come qualcosa di caratterizzante di una società e di un patrimonio da trasmettere; ci sono poi i “saperi”, motore di molteplici forme artistiche, ma anche come luogo di incontro e confronto di idee ed esperienze, senza costruire una netta demarcazione tra ciò che alto e ciò che è basso; infine l’”innovazione”, come processo di ricerca, continuo rinnovamento, che riguarda anche gli strumenti della comunicazione. Questi tre elementi sono attraversati da un asse trasversale che è quello generazionale, che vuol dire il coinvolgimento di una molteplicità di generazioni, da quelle più giovani a quelle più anziane.

 

 

Quali sono le mancanze cui dovrete invece sopperire?
Sicuramente abbiamo necessità di vincere due sfide.
Innanzitutto dobbiamo arricchire la percezione della città, affiancando la notorietà della Torre, con la scienza, l’innovazione, la formazione, il cinema e la musica che ci caratterizzano. Abbiamo bisogno di uscire dalla vulgata che Pisa è uguale alla Torre pendente: è quello, ma ha anche moltissimo altro da offrire.
Dobbiamo poi accelerare la vocazione a laboratorio di sperimentazione: vogliamo sviluppare in modo integrato e sostenibile la nostra capacità di essere città che coniuga cultura ed innovazione. Da tale punto di vista abbiamo individuato molteplici obiettivi in tal senso.

 

 

I flussi economici delle città d’arte riguardano solitamente pochi addetti ai lavori. Il programma relativo alla candidatura intende coinvolgere uno spettro più ampio di operatori economici?
Certamente. Pensiamo che si debbano valorizzare tutte le categorie economiche da questo punto di vista. Stiamo coinvolgendo istituzioni, fondazioni, i nostri soggetti parte della candidatura, ma anche le diverse categorie economiche per programmare insieme uno sviluppo della città, anche ad esempio sul piano turistico, affinché cresca il turismo di qualità, culturale e che non sia solo mordi e fuggi.

 

 

Cosa rimarrà alla città dopo il titolo di Capitale europea della Cultura?
La cosa importante che abbiamo messo al centro sono anche i progetti in corso. L’idea prevalente è che comunque vada sarà un successo, per le sinergie e le contaminazioni che abbiamo messo in campo rispetto ai soggetti istituzionali, alle fondazioni, ai comuni della provincia di Pisa, agli enti culturali, alle associazioni culturali e alle categorie economiche, da un lato, e poi perché abbiamo dei progetti in campo, molto importanti, che comunque realizzeremo in questi anni, anche prima del 2019.
Tra questi l’apertura del Museo delle antiche navi pisane e romane, un centro di formazione per il restauro del legno bagnato, la fabbrica del complesso monumentale del Duomo e del campo Santo, che attraverso l’applicazione di nuove tecnologie per la ricostruzioni virtuale creerà un percorso visivo che descriva le tappe evolutive della Piazza di Miracoli, servendosi di applicazioni 3D per un museo immersivo. Abbiamo previsto la fondazione di una cittadella Galileiana, un grande science center con una ludoteca scientifica ed un museo. Ci sono inoltre tutta una serie di progetti sui beni culturali, come il recupero di tutte le mura medievali, il completamento degli arsenali repubblicani, già finanziati dall’Europa con 20 milioni di euro.
Abbiamo l’intenzione di fondare una vera e proprio Casa del cinema e di alta formazione per le produzioni e per la professione cinematografica.
Pisa è protagonista di tutto ciò e molto altro ancora, progetti che la accompagneranno nel percorso di candidatura, rendendola una sfida contendibile. Tutto questo è già in corso, con impegni di spesa ottenuti dall’Europa, che vedranno una realizzazione concreta sia nel caso in cui proseguiremo per il titolo di Capitale europea della cultura, sia che non supereremo la fase istruttoria.

 

 

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