Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Il banco non è male.
Legno grezzo, di quelli che ti fanno i gomiti e non solo, se non stai bene attento a come ti muovi.
Del resto, il saloon deve portare con lui una certa quale eredità in cicatrici.
L’esperienza è importante: da qualche parte lungo la Frontiera si dice che sia il proiettile di ogni colpo andato a segno.
Ma non siamo qui per parlare delle lunghe cavalcate in equilibrio sul confine, quanto di quello che siete venuti a bere: che sia per ristorarvi o per dimenticare, poco importa.
Questo vecchio cowboy sarà sempre qui, pronto a riempirvi i bicchieri e sempre in attesa del prossimo brindisi.
Da gustare come: uno Stinger che non lascia scampo
Se avete bisogno di: uno spazio umano e senza confini che riporti la mente alla grande sci-fi anni settanta.
Di cosa si tratta: applaudito all’ultimo Festival di Venezia, l’ultimo lavoro di Alfonso Cuaron, che già aveva stupito con I figli degli uomini, porta il pubblico nel silenzio assordante dello spazio infinito raccontando la drammatica vicenda di due astronauti rimasti soli di fronte all’Infinito e alla fine, collegati da un cavo e consci del loro destino.
Una sorta di requiem tra le stelle che potrebbe rivelarsi una delle sorprese migliori dell’autunno.
Il cacciatore di donne
di Scott Walker
Da gustare come: un bourbon liscio, Wild turkey o Jim Beam, pronto ad affondarci.
Se avete bisogno di: un thriller artigianale e ben costruito che scavi nella psiche oscura di un mostro.
Di cosa si tratta: nonostante il pessimo adattamento italiano del titolo, Il cacciatore di donne – The frozen ground in originale – si propone come uno degli outsider meglio riusciti di questo finale di stagione, un thriller dall’impianto classico ambientato nell’Alaska dei primi anni ottanta che richiama Insomnia di Nolan e narra le macabre gesta di Robert Hansen, spietato serial killer che imperversò in quegli anni tra le distese ghiacciate del Nord America.
Una pellicola non rivoluzionaria, ma decisamente ben costruita con una sorprendente Vanessa Hudgens.
Escape plan – Fuga dall’inferno
di Mikael Hafstrom
Da gustare come: una bella vodka ghiacciata.
Se avete bisogno di: non impegnare troppo i neuroni e tornare per un paio d’ora agli anni ottanta.
Di cosa si tratta: neanche fossimo saliti a bordo di una macchina del tempo, ecco i due action heroes per eccellenza degli indimenticati eighties di nuovo fianco a fianco per una pellicola che si propone come l’appuntamento imperdibili per gli amanti dell’action dell’autunno. Stallone e Schwarzenegger insieme ad affrontare la fuga da un penitenziario apparentemente inviolabile, per un incrocio tra Sorvegliato speciale e L’implacabile.
La vita di Adele
di Abdellatif Kechiche
Da gustare come: un rosso francese
Se avete bisogno di: un tuffo nel Cinema d’autore in grado di conquistare, oltre la mente, anche il cuore.
Di cosa si tratta: ispirato dalla graphic novel di Julie Maroh e premiato con la Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes, l’ultimo lavoro del poco noto eppure fenomenale Kechiche è un viaggio nel concetto dell’amore che conferma il cristallino talento del cineasta francese, uno dei veri Maestri attuali del Cinema europeo.
Don Jon
di Joseph Gordon Levitt
Da gustare come: Jack&Coca, come se non ci fosse un domani
Se avete bisogno di: una commedia romantica fuori dagli schemi che possa scardinare qualche porta chiusa che portiamo dentro.
Di cosa si tratta: Joseph Gordon Levitt, attore ormai affermato, fa il suo esordio dietro la macchina da presa con una commedia da lui stesso scritta ed interpretata, incentrata sulla figura di Jon, un giovane di tradizione cattolica del New Jersey che ha costruito attorno al porno tutta la sua mitologia legata al sesso e all’amore. Quando incontra quella che potrebbe essere la donna della sua vita, però, le cose cambiano, ed il Nostro si trova ad affrontare una nuova fase della sua esistenza.