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Intervista a Caterina Mosca (Bologna Water Design)
A un mese della chiusura della terza edizione di Bologna Water Design (BWD), vi proponiamo un’intervista in esclusiva a Caterina Mosca, fondatrice di Mosca Partners, da anni attiva nel mondo del design, e tra gli ideatori di Bologna Water Design, manifestazione dedicata al design dell’acqua che mette in mostra progetti sviluppati da aziende di ceramica in collaborazione con artisti, designer e architetti.
Come nasce il concept di BWD?
Si tratta di una manifestazione di progetti di design legata al tema dell’acqua, nata con l’idea di creare un evento parallelo alla fiera annuale di ceramica di Bologna (Cersaie), per trattare temi tipici della fiera ma allo stesso tempo con un taglio culturale, ampio, trasversale, che uscisse dalle logiche commerciali delle manifestazioni fieristiche. Un ‘Fuori Fiera’ che riuscisse quindi ad essere complementare alla Fiera stessa, ma che avesse una sua identità forte e che potesse in prospettiva vivere anche autonomamente. Il tema dell’acqua ci è subito sembrato quello giusto, anche per le sue implicazioni sociali legate alla futura carenza di questo elemento e al conseguente sforzo di educare il pubblico a consumi minori e consapevoli.
Jewel Light, progetto di Sergio Brioschi con Pozzi Ginori
Abbiamo cominciato con una prima edizione nel 2011 per verificare la fattibilità del progetto in cui abbiamo coinvolto gli showroom esistenti in città, ma poi, fin dallo scorso anno, abbiamo capito che era importante avere un cuore centrale della manifestazione in cui poter controllare e gestire in modo diretto i contenuti. Così abbiamo cercato una location importante nel centro della città e abbiamo trovato questo meraviglioso “Palazzo dei Bastardini”, chiuso da vent’anni, di proprietà della Provincia. Lo abbiamo chiesto e ottenuto a condizione che sostenessimo tutti gli oneri per renderlo agibile. Così è stato e lì abbiamo dato vita ad una edizione di grande successo, chiamando tanti progettisti a realizzare le loro idee e trovando le aziende giuste per sostenerli. Questa idea, difficile e complessa, di partire dai progetti invece che dalle aziende è stata la chiave vincente di BWD: quella che garantisce la qualità, la spettacolarità, l’emozione generata dai progetti.
Fontane inconsapevoli, progetto di Studio Benaglia + Orefice con Geberit
Bologna Water Design in cifre – quali sono, ad oggi, i risultati della manifestazione?
Il numero di aziende interessate e coinvolte è cresciuto molto velocemente. Siamo passati dalle dieci aziende della prima edizione alle trenta di quest’anno. Il numero degli artisti è raddoppiato da dieci a venti. Certamente un aumento significativo, ma occorre trovare spazi più grandi se si vuole far diventare BWD una grande manifestazione di livello internazionale.
L’evento – ad accesso libero – è stato inoltre molto ben accolto dal pubblico. E’ molto difficile in una manifestazione sul territorio senza recinti né controlli dare numeri verificabili. La nostra stima realistica e prudente è di qualche migliaia il primo anno, circa 10.000 il secondo e oltre 15.000 quest’anno. Ma quel che più conta a nostro avviso non è la quantità, ma la qualità del pubblico che ha visitato la mostra. Nei giorni lavorativi, dal lunedì al giovedì, un pubblico professionale di livello alto e poi il venerdì sera e il sabato i bolognesi attenti e curiosi alle iniziative culturali della città. Siamo molto soddisfatti della qualità del pubblico che ha visitato la manifestazione.
Pinnacle, closing party – Chiostro ex Maternità
Ma c’é di più. L’impatto in termini di riqualificazione del patrimonio storico-culturale è stato altissimo. Ci teniamo molto a sottolineare questo aspetto. Ci pare una cosa importante che una manifestazione che dura pochi giorni non disperda le energie e l’investimento fatto ma che lasci alla città un valore: quello di riscoprire spazi abbandonati della città come Palazzo Bastardini, riaprirli e utilizzarli per manifestazioni culturali riqualificando il patrimonio storico.
Inoltre, i contenuti della manifestazione hanno portato e speriamo portino sempre di più a Bologna una opportunità in più di conoscenza e diffusione della cultura legata al mondo del design e, nel caso specifico, visto che il tema è quello dell’acqua, si possa contribuire seriamente a far nascere opportunità di ricerca progettuale e una consapevolezza diversa sul consumo di tale bene.
Quali le opere d’arte più interessanti che hanno avuto un “seguito” dopo l’evento?
Il caso più clamoroso è certamente quello del progetto di Kengo Kuma dello scorso anno: un paesaggio in pietra serena di circa 100 mq. realizzato da Il Casone.
L’installazione è stata smontata a Bologna ed è stata richiesta e successivamente donata alla città di San Paolo in Brasile per diventare il centro di una Piazza.
Il vostro potrebbe essere definito un business model “win-win” che ricompensa voi, l’artista/designer/architetto e le aziende partecipanti alla manifestazione – in cosa consiste esattamente il vostro business model? Qual è il ritorno per voi, l’azienda e l’artista?
Per noi l’idea è soprattutto quello di continuare una forte interazione con il mondo del progetto in senso ampio (design e architettura ma anche di altri settori della creatività come la musica e il cinema). L’azienda remunera direttamente l’artista con cui noi lo mettiamo in contatto e con cui l’azienda sviluppo il proprio progetto da portare alla manifestazione.
E’ in questo mondo che Mosca Partners lavora da sempre. Fare progetti di qualità che creino occasione di incontro e valorizzazione del lavoro, crediamo che sia fondamentale: i ritorni sono sia in termini di relazione che di opportunità di lavoro. BWD è poi soprattutto un progetto di comunicazione, con un posizionamento molto preciso che valorizza le eccellenze e vuole tenere un profilo molto alto. I ritorni quindi sono per tutti, artisti e aziende, di visibilità, valorizzazione del lavoro e opportunità di business anche a livello internazionale.
Si sta sempre più sviluppando una nuova tendenze nelle politiche di innovazione a livello europeo che consiste nel promuovere la cultura e la creatività come fattore di innovazione (i cd. creative spillovers). Il vostro è un ottimo esempio di collaborazione riuscita tra mondo dell’arte e industria tradizionale che permette al cliente potenziale di offrire un’esperienza più che un semplice prodotto. Secondo la sua esperienza, come si potrebbero stimolare gli effetti di “spillover” creativi presso aziende tradizionali oltre il settore della ceramica?
Abbiamo sempre pensato che, soprattutto in certi settori, la cultura sia un motore fondamentale dell’economia. Non c’è design senza innovazione e promuovere la cultura è sicuramente un modo fondamentale per alimentare e sviluppare la creatività e l’innovazione. Aldilà della contemporaneità del Cersaie con la nostra manifestazione, che ovviamente facilità la visibilità nel settore del bagno e della ceramica, pensiamo che se riusciremo a fare un buon lavoro nei prossimi anni questa manifestazione potrà rappresentare per gli operatori di settori diversi una grande opportunità per avvicinarsi al mondo del progetto e della creatività. BWD vuole diventare una vetrina trasversale e uno stimolo per tutti coloro che vogliono scoprire il valore di questa cultura.
A quando la nuova edizione di BWD?
Settembre 2014 – in contemporanea con il prossimo Cersaie.
Era stato facile l’esordio del Cavaliere Aimone Chevalley di Monterzuolo: “ … si è subito pensato al suo nome, Principe: un nome illustre per antichità, per il prestigio personale di chi lo porta, per i meriti scientifici; per l’attitudine dignitosa e liberale, anche, assunta durante i recenti avvenimenti”. Erano tempi in cui l’italiano era una lingua ricca ed elegante, la House of Lords a Londra era solo dinastica, le schifezze (che non sono mai mancate nella storia) non erano fonte di vanteria tamarra e di invidia dei mentecatti.
Fabrizio Salina declinerà elegantemente, ricordando il monito di Padre Pirrone: “Senatores boni viri, senatus autem mala bestia”. Era un consesso di anziani (chi ricorda più che “senex” vuol dire “vecchio”?) che controbilanciava lo strapotere dell’imperatore: anche nella Roma potenza mondiale c’era un sistema di checks-and-balances. Quando Catone il censore martellava i colleghi ripetendo “Ceterum censeo Carthaginem esse delenda” alla fine lo ascoltarono.
Le cose sono cambiate, certo. Qualcuno azzarda sulla stampa o in televisione (il Senato, così come la Camera, hanno molteplici succursali di fatto): “Porcellum delendum”, magari si guadagna un titoletto sui giornali ma i colleghi se ne fottono. Quando le scrissero sulla Costituzione le Camere erano state concepite come asimmetriche per poter fertilizzare la visione dei Deputati con l’esperienza dei Senatori. Oggi ci si candida all’una o all’altra sulla base di ubbìe atmosferiche o di calcoli machiavellici. Che peccato.
Rimangono i Senatori a vita, che i tanti villan rifatti della politica temono e perciò disprezzano. Persone che invece di strillare luoghi comuni nei salotti televisivi lavorano davvero, costruiscono mondi significativi e utili, “hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Abbiamo qualcosa da ridire su Montale, Bo, De Filippo, Bobbio, Levi-Montalcini? O su Abbado, Cattaneo, Piano, Rubbia? Il fatto che siano intensamente alfabetizzati non implica che non sappiano ragionare, anzi: la finta logica che vuole contrapporre poesia e azione nasce solo dal terrore degli ignoranti
Ovvio che nel clima da ultimi giorni di Pompei che stiamo attraversando in questi mesi (anni? decenni?) qualcuno si diletti a far il dietrologo. L’ombra del complotto aleggia sempre sulla nostra disastrata Repubblica, così finisce per fare più notizia un legittimo parere soggettivo che non l’interpretazione analitica degli spartiti, la ricerca sui materia-li da costruzione del corpo umano, la visione dinamica e ironica delle armonie proget-tuali, l’investigazione sui moti dell’universo.
E’ arrivato il tempo di imparare la lezione, deponendo finalmente la fede da ultras nello stellone che laverebbe le nostre indefinite onte. In un Paese sorretto dalla logica elemen-tare i prossimi candidati al Senato dovrebbero venire dalle numerose e multiformi schiere di chi sa immaginare il futuro costruendo il presente, investendo fiducia e risorse per migliorare le cose, facendo prevalere la passione sull’interesse e il sogno sulla volgarità. Buon lavoro ai Senatori a vita.
Michele Trimarchi è Professore di Analisi Economica del Diritto all’Università di Catanzaro
(im)possible living – rethink the abandoned world
Si tratta della prima community virtuale e globale nata per individuare e portare a nuova vita edifici abbandonati. In questo modo si evita il perpetuarsi della cementificazione e si opta per un recupero intelligente, economico ed ecologico del preesistente, evitando che si trasformi nell’ennesimo esempio di degrado.
Per far ciò (im)possible living procede seguendo precisi step: creare un database mondiale degli edifici in stato di abbandono; mettere a disposizione conoscenze e strumenti per avviarne il recupero; favorire il contatto tra diversi professionisti coinvolti nell’attività di ristrutturazione; trovare il denaro necessario per realizzare il progetto.
Per entrare a far parte della community di (im)possible living basta registrarsi gratuitamente, fornendo un’e-mail e scegliendo un’immagine per il profilo. Sarà così consentito segnalare l’indirizzo dell’edificio abbandonato che si intende inserire nel database, corredandolo anche con foto e video e indicando la tipologia del fabbricato (religioso, agricolo, abitazione, ecc). Queste segnalazioni potranno poi essere condivise anche sui propri profili Facebook, oltre che andare ad arricchire la mappa del cosiddetto (im)possible world.
Ciascun sito ha poi una propria scheda in cui, insieme alla localizzazione in mappa, viene fornita una descrizione dell’area in cui si trova, foto e video, le idee proposte per il recupero e le informazioni relative alla realizzazione.
Il tutto è sempre condivisibile tramite i principali social network come Facebook, Twitter, Youtube e Flick.
L’idea è davvero interessante e utile, perché si propone come strumento per il recupero urbano che ormai ogni città si trova a dover affrontare.
Segnalazioni e iniziative vengono inoltre dal basso, da quegli stessi cittadini che vivono i luoghi e i disagi provocati dal degrado. Sfruttando il lato social del web, l’immediatezza e la catalizzazione di idee provenienti da più voci, peculiarità dell’on line, (im)possible living media tra coinvolgimento creativo ed emotivo e ordine progettuale.
Come ogni bel progetto, il dubbio si insinua sempre sulla concreta fattibilità: una volta che gli edifici sono stati mappati, schedati e hanno raccolto buone idee per il loro recupero, si giunge poi all’effettiva ristrutturazione? Chi si occupa del disbrigo burocratico di tutte le pratiche edilizie? Ma, soprattutto, chi finanzia il tutto?
(im)possible living è un progetto tutto Made in Italy: il suo team è composto principalmente da giovani professionisti italiani, come architetti, urbanisti e progettisti web.
(im)possible living è consigliato a chi vuole città in cui ogni centimetro di cemento abbia una sua utilità e dove nessun edificio vada perso nel degrado. E’ raccomandabile a chi ha una buona idea ma non dispone di alcuno spazio per realizzarla, ma anche a coloro i quali non sanno come impiegare un edificio altrimenti destinato a divenire macerie.
Trovate (im)possible living al seguente link. C’è anche un blog dedicato e un app scaricabile gratuitamente.
“The Magazine”, un’ ex armeria del 1805 in stile palladiano, costruita in posizione di rilievo sulla West Carriage Drive e immersa nei giardini settecenteschi di Kensigton, sta per restituirsi alla City come nuovo centro culturale.
Il progetto della nuova Serpentine Sackler Gallery che ha pienamente conquistato il Webmister Council, porta la firma dell’architetto anglo-irachena Zaha Hadid ed è voluto dalla Serpentine Gallery Pavillon, celebre galleria con 43 anni di storia alla spalle, anch’essa situata in Kensington Gardens, già al centro della vita culturale londinese con mostre che raccolgono nomi come Damien Hirst, Jeff Koons, Gerhard Richter, Oscar Niemeyer, Yoko Ono, Andy Warhol, Ai Weiwei, e con installazioni che offrono aperitivi sospesi in aria per i suoi 750.000 visitatori annui.
Il binomio tra l’architetto e la galleria è garanzia di progetti visionari e originali, ma per il rinnovamento e l’ampliamento di questo storico edificio, questa volta la Hadid ha scelto di intervenire con un progetto architettonico che rappresentasse in qualche modo una continuazione dal gusto contemporaneo della struttura preesistente, inserendosi con una certa armonia anche con la fisionomia e il design dei giardini circostanti.
Il progetto si presenta con l’affiancamento alla parete ovest della villa di una struttura metallica leggera, definita da un tetto bianco fluttuante di onde che arrivano quasi a immergersi nel terreno prima di salire nuovamente, con lucernari in grado di sfruttare la luce naturale per illuminare lo spazio interno.
Insieme alla ristrutturazione interna, il rimodernamento dell’edificio garantisce 90 metri quadri di spazi utilizzabili; gallerie espositive ma anche spazi di socialità e condivisione come la caffetteria/ristorante, e soprattutto un test-site dove riunire le arti contemporanee e dove sarà possibile realizzare nuove idee e nuove collaborazioni.
La Serpentine Sackler Gallery, che deve il suo nome al dottor Mortimer e Theresa Sackler, la cui Fondazione ha reso possibile il progetto attraverso un’importante donazione (la più cospicua in 41 anni), ha tutte le carte per imporsi come importante motore e promotore di cultura per un pubblico allargato e diversificato; aperta gratuitamente tutti i giorni con un’agenda ricca di proposte nelle forme e nei contenuti, dal 28 settembre giorno della sua inaugurazione, si prefigge di mantenere l’impegno pubblico per l’ apprendimento culturale come centro della sua programmazione.
Completando il programma dell’originale Serpentine Gallery, la galleria rappresenterà il meglio dei talenti internazionali emergenti nell’arte contemporanea, nell’architettura, nella danza, nel design, nella moda, nel cinema, nella letteratura e nella musica, attenta anche alle scienze, alle industrie creative,alla tecnologia e all’educazione.
Un appuntamento imperdibile anche per l’Italia, che potrà vedere mostrata in questa sede una grande retrospettiva dell’opera di Marisa Merz; a farle compagnia in occasione dell’opening la mostra dell’artista argentino Adrián Villar Rojas, giovane rivelazione della Biennale 2011, noto per le sue macro sculture che danno vita a mostri surreali, feticci di Universi alternativi.
Avete già preso impegni per Ferragosto? Magari il mare e le grigliate non sono abbastanza per voi, e preferireste passare una giornata in compagnia di Manet, di un faraone egizio o di un artista contemporaneo. Ebbene, potete farlo. Anche questo 15 agosto, molti musei italiani preferiscono trascorrere le loro vacanze con voi, e offrono un ricco programma di mostre, alcuni anche qualche evento particolare, per trascorrere un ferragosto all’insegna dell’arte.
Ecco quello che propongono i principali musei italiani, da nord a sud:
ROVERETO
Il MART propone le seguenti mostre:
– Paolo Ventura. Mago Futurista (Casa De Pero)
– Andata e ricordo. Souvenir de Voyage
– Costruire il Trentino. Premio di Architettura 2009/2012 (Biblioteca del Mart)
– Controcultura tra America e Italia. Kulchur e Roman High/Roma Sotto (Biblioteca del Mart)
– Adalberto Libera. La città ideale
Informazioni:
MartRovereto. Corso Bettini, 43, Rovereto (TN)
Tel: 800 397760
Tel: 0464 438887
info@mart.trento.it
VENEZIA
I Musei Civici restano aperti, ciascuno con la sua attraente proposta di mostre:
– Palazzo Ducale
Manet. Ritorno a Venezia, fino all’1 settembre
Fortezze veneziane del Mediterraneo, fino al 22 settembre
– Museo Correr
Vedova Plurimo, fino al 13 ottobre
Caro al Museo Correr, fino al 27 ottobre 2013
– Ca’ Rezzonico
A Very Light Art. Mario Airò / Stefano Arienti / Cerith Wyn Evans / Flavio Favelli / Luigi Ontani / Gabriel Orozco / Heimo Zobernig, fino al 24 novembre
Imbarcazioni da regata, al 10 settembre 2013
– Casa Goldoni
Antonella Zaggia.Cartemarcíe. Gioielli di carta, fino al 17 settembre
– Ca’ Pesaro
The Sonnabend Collection, fino al 6 gennaio 2014
– Palazzo Fortuny
Tapies. Lo sguardo dell’artista, fino al 24 novembre
– Museo del vetro
Seguso. Vetri d’arte: 1932-1973, fino al 29 settembre
Anna Skibska. This American bulldog is sleeping on the job or…Art in the face of economic crisis, fino all’1 dicembre
Eraldo Mauro. Diapositive, fino all’1 dicembre
– Museo del merletto
Flora Viale. Frammenti sacri, fino al 5 gennaio 2014
– Museo di Storia Naturale
Bestiario contemporaneo, fino al 24 ottobre
Informazioni:
Tel: 041 2405211
info@fmcvenezia.it
Anche il Peggy Guggenheim resta aperto, proponendo ben 4 mostre.
Informazioni:
Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701, Venezia
Tel: 041 2405.411
info@guggenheim-venice.it
MILANO
La Triennale di Milano e il Triennale Design Museum saranno aperti per tutto il mese di agosto, anche il giorno di Ferragosto.
Continuano la sesta edizione del Triennale Design Museum, le mostre:
– E subito riprende il viaggio… Opere dalle collezioni del MA*GA dopo l’incendio
– La mostra dedicata al Premio Mies van der Rohe 2013,
– Gae Aulenti. Gli oggetti e gli spazi
– Il design italiano incontra il gioiello
– La meraviglia come esercizio
– Velasco Vitali. Foresta Rossa. 416 città fantasma nel mondo,
Con il biglietto unico è possibile visitare tutte le mostre al costo di 10 Euro.
Informazioni:
Triennale di Milano. Viale Alemagna, 6, Milano.
Tel: 02 724341
info@triennale.org
Inoltre, durante i mesi estivi, compreso il 15 agosto, milanesi e turisti potranno visitare gratuitamente la rete dei musei civici milanesi:
– Museo del Novecento
– Museo Archeologico
– Museo del Risorgimento
– Museo di Storia naturale
– Musei del Castello Sforzesco (Museo d’Arte antica, Pinacoteca, Museo delle Arti decorative, Museo degli strumenti musicali, Raccolte extraeuropee, Museo egizio, Raccolte archeologiche preistoria e protostoria)
– Acquario civico
– Galleria d’Arte Moderna
– Palazzo Morando
TORINO
I musei della Fondazione Torino, restano aperti secondo gli orari consueti. Ecco gli eventi da non perdere:
Il Museo Nazionale del Cinema organizza in occasione di Ferragosto, alle ore 18.00, una visita guidata per il pubblico alla grande mostra SCORSESE.
Informazioni:
Museo del Cinema. Via Montebello 20, Torino
Tel: 011 8138560
Tel: 011 8138561
Il Museo Egizio vi aspetta con un fitto calendario di appuntamenti per offrire occasioni di divertimento e apprendimento per grandi e piccini. Non perdete l’occasione di un viaggio nel tempo attraverso più di 4000 anni di storia. Giovedì 15 Agosto verranno proiettati:
– ore 15.30 Chi vuol essere faraone? L’antico Egitto in pillole, durata 90 minuti € 5,00
– ore 17.30 “Divinità e spiritualità nell’antico Egitto”, durata 90 minuti, costo € 4,00
Informazioni:
Museo Egizio. Via Accademia delle Scienze 6, Torino
Tel: 011 5617776
– La GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, propone una mostra su Nicola De Maria, Giacomo Manzù e Michela Pachner.
Alle ore 16, i Servizi Educativi della GAM propongono un percorso di visita alla mostra dedicata alle opere su carta di Nicola De Maria, allestita nell’Exhibition Area al primo piano del museo. La grande antologica presenta circa 300 lavori su carta che l’artista ha realizzato a partire dagli anni Settanta fino ad oggi. La mostra si articola nel rapporto tra il disegno e lo spazio dipinto, la fragilità della carta e la monumentalità della parete, in un costante dialogo dimensionale dove il canto del disegno si confonde nella musicalità della parete.
Per prenotare Tel: 011 4429546-7 (da lun a ven ore 9.30-16.30)
Ingresso al museo: € 10 – ridotto € 8 – gratuito ragazzi fino ai 18 anni. Visita guidata: € 4
Informazioni:
GAM. Via Magenta, 31, Torino Italy
Tel: 011 4429518
gam@fondazionetorinomusei.it
– Il Palazzo Madama, Museo Civico d’Arte Antica offre una retrospettiva su Elliot Erwitt e la mostra Il collezionista di meraviglie. L’Ermitage di Basilewsky.
Palazzo Madama propone per il giorno di Ferragosto una visita guidata alla mostra “Il Collezionista di Meraviglie. L’Ermitage di Basilewsky”, con inizio alle 16.30. Un percorso attraverso l’arte europea del Medioevo e del Rinascimento, con una selezione di ottantacinque opere, provenienti dalla collezione di Alexander Basilewsky, molte delle quali mai più esposte in Occidente da quando lasciarono la Francia nel 1885.
Per prenotare Tel: 011 4429911 (lun-ven ore 9.30-16.30)
Ingresso: intero € 10, ridotto € 8, gratuito ragazzi fino ai 18 anni. Visita: € 4
Informazioni:
Palazzo Madama. Piazza Castello, Torino
Tel: 011 4433501
Il MAO Museo di Arte Orientale il 15 agosto, alle ore 16, prevede la visita guidata, “I Capolavori del MAO”: dai Paesi Islamici dell’Asia al Giappone, dalla Regione Himalayana al Sud Est asiatico, attraverso millenni di storia, le collezioni del MAO Museo d’Arte Orientale raccontano importanti tradizioni culturali e artistiche del continente asiatico. “I capolavori del MAO” si sofferma su una selezione di opere particolarmente significative di ogni galleria del Museo, accompagnando il visitatore in un affascinante viaggio tra arte, storia, religione, filosofia.
Per prenotare Tel: 011 4436927
Ingresso al museo: € 10 – ridotto € 8 – gratuito ragazzi fino ai 18 anni. Visita guidata: € 4
Informazioni:
MAO. Via San Domenico 11, Torino
Tel: 011 4436927
La Rocca del Borgo medievale resterà aperta dalle 10 alle 18.
Il Borgo Medievale, aperto dalle 9 alle 20, offre la mostra “Il Piemonte dell’Ottocento nell’opera di Anselmo Sacerdote”.
GENOVA
A Genova i seguenti musei prevedono aperture straordinarie per il 15 agosto:
– Musei di Strada Nuova: dalle ore 10 alle 19
– Museo di Storia Naturale “G. Doria”: dalle ore 10 alle 19
Nobody’s Perfect – Biologia nello Spazio
– Castello D’Albertis: dalle ore 13 alle 22
SCRITTO SULLA PELLE. Daphne Cazalet
– Musei di Nervi, GAM e Raccolte Frugone: dalle ore 10 alle 19
SEMI EQUI. Marica Moro e Duilio Forte
NaturaConTemporanea
– Musei di Nervi – Wolfsoniana: dalle ore 10 alle 18
Filippo Romoli grafico e cartellonista
– Mu.MA – Galata Museo del Mare: dalle ore 10 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18)
Oltre il mare
Dinghy Centennial Day
Monoliti del mare
– Mu.MA – Museoteatro della Commenda di Prè: dalle ore 10 alle 19
Il Cammino delle Commende
– Emporio-museo ViadelCampo29:Rosso: ore 10.30-12.30/14-19
Tutte le informazioni sul sito www.museidigenova.it
EMILIA ROMAGNA
In Emilia Romagna, come già da qualche anno, il 15 agosto il pubblico troverà aperti tutti i musei e le zone archeologiche gestiti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna propone alle ore 18:30 la visita guidata alla mostra “Autoritratti – Iscrizioni del femminile nell’arte italiana contemporanea”. La mostra rappresenta un’ampia e articolata esposizione collettiva dedicata ai rapporti fra donne e arte in Italia negli ultimi decenni.
Il tema, elaborato da un gruppo appartenente allo staff femminile del museo con il coordinamento curatoriale di Uliana Zanetti, ha suscitato l’interesse di affermate artiste, critiche, studiose e direttrici di musei italiane che hanno aderito all’iniziativa, la cui collaborazione si traduce in diverse modalità di ricerca e divulgazione sviluppate in un confronto continuo fra le partecipanti.
Informazioni:
MAMbo. Via Don Minzoni 14, Bologna
Tel: 051 6496611
A Ferragosto, tutti aperti i Musei Archeologici Nazionali di Parma, Ferrara, Marzabotto (BO) e Sarsina (FC), la Villa Romana di Russi (RA) e gli scavi archeologici di Veleia (PC)
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
Dopo la normale apertura a pagamento dalle 9.30 alle 17, riapre gratuitamente dalle 18 a mezzanotte con “Tlin…tlin. Ferragosto al Palazzo di Ludovico il Moro”, variegata kermesse a gradazione alcolica, con degustazione di vini e prodotti freschi dal territorio.
Il programma prevede alle 18 “Costruiamo un mosaico”, iniziativa per i più piccoli a cura del Gruppo Archeologico Ferrarese, e alle 19 una visita guidata gratuita al museo e ai suoi tesori.
Fino a mezzanotte gli archeologi della Soprintendenza Caterina Cornelio, Paola Desantis e Valentino Nizzo saranno a disposizione del pubblico per curiosità e approfondimenti sulla storia e i tesori del Museo
Informazioni:
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Via XX settembre 122.
Tel: 0532 66299 (€ 5,00)
Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto (BO)
Aperto dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18,30 mentre l’area archeologica dell’antica città di Kainua è visitabile dalle 8 alle 19.
Nel giorno che la tradizione cattolica dedica alla Madonna, l’archeologa Bojana Gruska propone alle 16.30 “Donne e Dee etrusche nel giorno dell’Assunzione di Maria”, visita guidata gratuita alla scoperta del ruolo della donna nella società etrusca e dell’importanza delle divinità femminili di 2500 anni fa.
E’ gradita la prenotazione: 051 932353 – gbojana@hotmail.com
Informazioni:
Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto (BO), Via Porrettana sud 13
Tel: 051 932353 (€ 2,00)
Museo Archeologico Nazionale di Parma
Aperto dalle 13 alle 19 (chiusura biglietteria ore 18.30), al suo interno è possibile scoprire l’archeologia parmense dalla Preistoria ai Longobardi e visitare la mostra “Storie della prima Parma. Etruschi, Galli, Romani: le origini della città alla luce delle nuove scoperte archeologiche”.
Informazioni:
Museo Archeologico Nazionale di Parma. Piazza della Pilotta
Tel: 0521 233718 (€ 4,00)
Museo Archeologico Nazionale di Sarsina (FC)
Sarà aperto dalle 13.30 alle 18.30. Mentre l’Antiquarium e gli scavi dell’antico municipium romano di Veleia, a Lugagnano Val d’Arda (PC), saranno visitabili dalle 9 alle 19.
Informazioni:
Museo Archeologico di Sarsina (FC). Via Cesio Sabino 39
Tel: 0547 94641 (€ 2,00)
Complesso della Villa Romana di Russi (RA)
Aperto dalle 9 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 19). A partire dalle 15.30, si torna a vivere come 2000 anni fa con “Le ferie di Augusto”, rievocazioni in costume, laboratori artigianali, visite guidate, omaggi a tema e un fresco ristoro.
Informazioni:
Villa Romana di Russi (RA), Via Fiumazzo
Tel: 0544 581357 (€ 2,00)
FIRENZE
In città sono molti i musei a restare aperti:
– Cenacolo di Santa Apollonia, Via XXVII Aprile 1, 8.15 – 13.50
– Chiesa e Museo di Orsanmichele, Via Arte della Lana 1, 10.00 – 17.00
– Galleria degli Uffizi, Piazzale degli Uffizi 1, 8.15 – 18.50
– Galleria dell’Accademia, via Ricasoli 58/60, 8.15 – 13.50
– Giardino di Boboli e Giardino Bardini, Piazza Pitti 1, 8.15 – 19.30
– Museo degli Argenti e Galleria del Costume, Piazza Pitti 1, 8.15 – 18.50
– Museo di San Marco, Piazza San Marco 3, 8.15 – 16.50
– Museo Nazionale del Bargello, Via del Proconsolo 4, 8.15 – 17.00
– Parco delle ex Scuderie Reali, Piazzale di Porta Romana, 8.00 – 20.00
VOLTERRA
Anche a Volterra, in provincia di Pisa, musei e aree archeologiche offrono interessanti appuntamenti:
Museo etrusco Guarnacci
orario 9.00-19.00
Ingresso: € 8,00 intero, € 6,00 ridotto
Con all’interno la mostra di Carlo Balderi
Pinacoteca civica ed Ecomuseo dell’Alabastro
orario 9.00-19.00
Ingresso: € 8,00 intero, € 6,00 ridotto
Con all’interno le mostra I luoghi dove i destini si incontrano di Andrea Granchi e Tular confine di Carlo Pizzichini
I tre musei di cui sopra si possono visitare anche con un biglietto cumulativo di € 10,00 intero e € 6,00 ridotto, inoltre è prevista una promozione famiglia che con € 20,00 permette di vedere tutti i musei e di ottenere lo sconto nelle altre strutture.
Aree archeologiche dell’acropoli etrusca e del Teatro romano
orario 10.30-17.30
Ingresso: € 2,50
Palazzo dei Priori
orario 10.30-17.30
Ingresso: € 3,50 intero, € 2,50 ridotto, € 8,00 famiglia
Con all’interno le mostra Storie e utopia. Durer è il mio profeta di Raffaele de Rosa
Sono previste, inoltre, alcune aperture prolungate in notturna e servizi per i visitatori: laboratori per famiglie e bambini e visite guidate.
ROMA
Nella capitale resteranno aperti i seguenti musei e siti archeologici:
– Anfiteatro Flavio- Colosseo, Piazza del Colosseo, 8.30 – 19.15 (chiusura biglietteria 18.15)
– Arco di Malborghetto, Via Barlassina 1, 9.00 – 13.00 / 14.30 – 18.30
– Foro Romano e Palatino, Piazza Santa Maria Nova 53, 8.30 – 13.30
– Galleria Corsini, Via della Lungara 10, 8.30 – 19.30
– Galleria d’Arte Antica – Palazzo Barberini, Via delle Quattro Fontane 13, 8.30 – 19.30
– Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Viale delle Belle Arti, 131 8.30 – 19.30 (ultimo ingresso 18.30)
– Galleria Spada, Piazza Capodiferro 13, 8.30 – 19.30
– Mausoleo di Cecilia Metella, via Appia Antica 161, 9.00 – 16.30 (chiusura biglietteria 15.30)
– Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, Via Boncompagni 18, 8.30 – 19.30
(ultimo ingresso 19.00)
– Museo e Galleria Borghese piazzale Scipione Borghese 5, 9.00 – 19.00
– Museo Hendrik Christian Andersen, via P. S. Mancini 18/24, 8.30 – 19.30
– Museo Mario Praz (Palazzo Primoli), Via Zanardelli 1, 9.00 – 19.30 (ultimo ingresso 18.30)
– Museo Nazionale d’Arte Orientale, via Merulana 247/248, 9.00 – 19.30
– Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, Piazza Santa Croce in Gerusalemme 9/4, 8.30 – 19.00
– Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Piazza San Marco, 49 8.30 – 19.30
– Museo Nazionale dell’Alto Medioevo, Viale A. Lincoln 3, 9.00 – 14.00
– Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Piazza G. Marconi 8/10, 9.00 – 20.00
– Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Lungotevere Castello 50, 9.00 – 19.30
– Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Piazzale di Villa Giulia, 9 8.30 – 19.30
– Museo Nazionale Romano, Crypta Balbi, Via delle Botteghe Oscure 31, 9.00 – 19.45
– Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, Via di S. Apollinare 44, 9.00 – 19.45
– Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo, Largo di Villa Peretti 1, 9.00 – 19.45
– Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano,Via E. De Nicola 78, 9.00 – 19.45
– Parco delle tombe di Via Latina, Via dell’Arco di Travertino 151, 9:00 – 17:30
– Scavi di Ostia Antica, Via dei Romagnoli 717, 8.30 – 19.15 (ultimo ingresso 18.00)
– Villa dei Quintili, Via Appia Nuova 1092, 9.00 – 16.30
Informazioni:
http://poloromano.beniculturali.it
http://archeoroma.beniculturali.it/musei
http://archeoroma.beniculturali.it/siti-archeologici/
http://www.gnam.beniculturali.it/
Inoltre:
Il MAXXI apre le sue porte a tutti i romani che rimarranno in città nel mese più vacanziero dell’anno!
Per tutti i residenti biglietto d’ingresso ridotto (€8,00 anziché €11,00) e, per i giovani fino a 26 anni, un’ulteriore agevolazione: paghi un biglietto ed entri in due!
L’offerta del museo è particolarmente ricca in questo momento, con ben sette mostre in corso e, nella piazza, l’installazione HE che accompagna l’estate del MAXXI: una gigantesca lanterna gialla sospesa che di giorno crea ombra e di notte si accende di mille colori, progetto vincitore del programma YAP (Young Architects Program) con il MoMA PS1 di NY, Istanbul Modern e Constructo di Santiago del Cile.
All’interno, i video con le star hollywoodiane e le sculture di Galleria Vezzoli, in uno straordinario allestimento che trasforma il MAXXI in una galleria tardo ottocentesca; l’atmosfera intima e rarefatta delle foto di Luigi Ghirri. Pensare per immagini; i colori e i segreti degli arazzi di Alighiero Boetti a Roma; i video emozionanti di Fiona Tan. Inventory; il rapporto tra architettura, paesaggio ed energia della mostra Energy, con, tra le altre, la lieve installazione di Sou Fujimoto, nuova “star” dell’architettura che ha da poco realizzato il Padiglione estivo della Serpentine Gallery di Londra; le foto e i modelli dei migliori progetti che hanno partecipato al progetto YAP 2013 in tutte le quattro sedi.
Infine, nello Spazio D di fronte al museo, la mostra The Sea is My Land: 140 video e fotografie di 22 artisti del Mediterraneo che racconta l’incessante metamorfosi del Mare Nostrum.
Informazioni:
MAXXI. Via Guido Reni 4A, Roma
Tel: 06 3225178
A Ferragosto il MACRO è aperto con i consueti orari:
La sede di via Nizza 138 dalle ore 11.00 alle 19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima).
MACRO Testaccio (piazza O. Giustiniani 4) dalle ore 16.00 alle 22.00
(la biglietteria chiude 30 minuti prima).
Le mostre in corso sono:
SAM DURANT
La stessa storia
a cura di Bartolomeo Pietromarchi
23 aprile – 8 settembre 2013
MACRO
Sala Bianca – via Nizza 138
Ritratto di una città #2.
Arte a Roma 1960 – 2001
16 maggio – 15 settembre 2013
MACRO
Sala Enel – via Nizza 138
Scrivere la pittura disegnare il linguaggio.
Gastone Novelli. Opere su carta
a cura di Paola Bonani e Benedetta Carpi de Resmini
16 maggio – 22 settembre 2013
MACRO
Project Room 1 – via Nizza 138
JI DACHUN
Forgotten Desires and Accompanying Clouds |
I desideri dimenticati e le nuvole che li accompagnano
a cura di Bartolomeo Pietromarchi
16 maggio – 22 settembre 2013
MACRO
Project Room 2 – via Nizza 138
Sterling Ruby
SOFT WORK
22 maggio – 15 settembre 2013
MACRO Testaccio
Padiglione B – piazza O. Giustiniani 4, Roma
EXTRA LARGE
Fino al 22 settembre 2013
MACRO Testaccio
Padiglione A – piazza O. Giustiniani 4, Roma
Informazioni:
Tel: 06 671070443
NAPOLI
Anche a Napoli l’offerta culturale prevista per il 15 agosto è ricca. I seguenti musei sono aperti con questi orari:
– Castel Sant”Elmo, Via Tito Angelici, 8.30 – 19.30
– Museo Archeologico Nazionale, Piazza Museo, 19, 9.00 – 19.30
– Museo di Capodimonte, Via Miano 2, 8.30 – 19.30
– Museo di San Martino, Largo San Martino, 8.30 – 19.30
– Museo Nazionale della Ceramica “Duca di Martina” (Villa Floridiana), Via Cimarosa 77, 8.30 – 19.30
– Palazzo e giardini Reali di Napoli, Piazza del Plebiscito 1, 9.00 – 20.00 (chiusura biglietteria ore 19.00)
– Parco della Floridiana, Via Cimarosa 77, 8.30 – 19.30
– Parco di Capodimonte, Via Miano 4, 8.30 – 20.00
– Tomba di Virgilio, Via Salita della Grotta 20, 8.30 – 14.30
Informazioni:
www.polomusealenapoli.beniculturali.it
Tel: 081 2294401
Inoltre:
Il museo MADRE, dall’1 al 31 agosto, offre alle cittadine e cittadini campani e a tutti i turisti che trascorreranno le vacanze in città la possibilità di avvicinarsi al mondo dell’arte contemporanea, visitando gratuitamente il nuovo allestimento del museo con gli spazi di Re_PUBBLICA MADRE, le mostre in corso dedicate a Thomas Bayrle, Mario Garcia Torres, Giulia Piscitelli e Per_formare una collezione #1, primo capitolo del progetto dedicato alla formazione della collezione permanente.
Per tutto il mese sarà inoltre possibile partecipare alle visite didattiche a cura del Dipartimento di Educazione del museo. Tutti i giorni alle ore 17:00 un operatore didattico accompagnerà i visitatori alla scoperta dei linguaggi artistici della contemporaneità.
Informazioni:
MADRE. Via Settembrini 79, Napoli
Tel: 081 19313016
info@madrenapoli.it
POMPEI
Gli Scavi di Pompei rimarranno aperti dalle 8.30 alle 19.30, con ultimo ingresso previsto per le ore 18.00.
Informazioni:
Tel: 081 8575111
info@pompeiisites.org
BASILICATA
Giovedì 15 agosto 2013, i seguenti Musei e Aree archeologiche della Basilicata rispetteranno i seguenti orari
Bernalda / località Metaponto
– Museo Archeologico Nazionale di Metaponto: ore 9-20
– Area archeologica di Metaponto: dalle ore 9 ad un’ora prima del tramonto
Grumento Nova
– Museo Archeologico Nazionale dell’alta Val d’Agri: ore 9-20
– Area archeologica di Grumentum: dalle ore 9 ad un’ora prima del tramonto
Matera
– Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata: ore 9-20
– Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola”: ore 9-20
Melfi
– Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”: ore 9-20
Muro Lucano
– Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano: ore 10.30-13 / 17.30-20
Policoro
– Museo Archeologico Nazionale della Siritide: ore 9-20
– Area archeologica di Siris – Herakleia: dalle ore 9 ad un’ora prima del tramonto
Potenza
– Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu”: ore 9-20
Tricarico
– Area espositiva di Palazzo Ducale: ore 10-13 / 17-20
Venosa
– Museo Archeologico Nazionale di Venosa: ore 9-20
– Area archeologica di località San Rocco: dalle ore 9 ad un’ora prima del tramonto
– Abbazia Santissima Trinità e Museo del Territorio di Venosa: ore 9-13 / 15.30-18.30
Informazioni:
sba-bas@beniculturali.it
BARI
In provincia di Bari, l’estate museale continua anche il 15 agosto con:
– Museo Nazionale Archeologico, Via Santeramo 88, Altamura, 8.30 – 13.30
– Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna”, via Giandonato Rogadeo 14, Bitonto, 9.00 – 22.00
– Museo Nazionale Archeologico (Castello Normanno Svevo), Piazza dei Martiri, Gioia del Colle, 8.30 – 19.15
– Castello Svevo, Piazza Federico II di Svezia, Bari, 8.30 – 19.30
– Palazzo Simi, Strada Lamberti 1, Bari, 9.00 – 19.15
CAGLIARI
A Cagliari restano aperti:
– Il Museo Archeologico Nazionale, Piazza Arsenale 1 – Cittadella dei Musei, 9.00 – 20.00
– La Pinacoteca Nazionale, Piazza Arsenale 1 – Cittadella dei Musei, 9.00 – 20.00
Informazioni:
Tel: 070 655911
Tel: 070 60518245
sba-ca@beniculturali.it
PALERMO
Nel capoluogo siculo, la Galleria d’Arte Moderna segue gli orari consueti con ultimo ingresso alle 17.30.
Da non perdere è la mostra temporanea, Il Museo tra storia e costume. Opere dai depositi, inaugurata il 12 luglio e visitabile fino al 22 settembre.
Informazioni:
GAMPalermo.Via sant’Anna 21, Palermo
Tel: 091 8431605
servizimuseali@galleriadartemodernapalermo.it
Per scoprire tutti gli altri musei d’Italia che restano aperti il 15 agosto è possibile visitare il sito del MiBAC.
Per informazioni sugli orari di apertura è attivo un call center del MiBAC che risponde al numero verde 800991199, gratuito per chiamate da telefonia fissa effettuate dal territorio italiano. Il servizio è accessibile tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:45.
Il neoeletto sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha deciso di chiudere al traffico delle auto private via dei Fori Imperiali, dal Colosseo a Piazza Venezia. Con concretezza, l’operazione si sta realizzando in tempi brevi e sembra avere le caratteristiche per proporsi come biglietto da visita della nuova giunta. Intorno a questa scelta stanno crescendo aspettative che tendono a farla diventare un punto di riferimento di riflessioni, proposte e interrogativi di chi ha cuore il rapporto con la cultura nel nostro paese.
E’ realistico pensare che questa attenzione vada attribuita a una felice coincidenza che pone il provvedimento del sindaco Marino nel punto di snodo di diverse problematiche che riguardano la vita nelle nostre città.
La chiusura infatti nasce dalla preoccupazione per la tutela del Colosseo e dell’area circostante messe a dura prova dal traffico, dallo smog e dai lavori della Metro C. A questo vanno aggiunte le proteste di cittadini e operatori per il rischio di degrado di un’area che sembra essere stata abbandonata al turismo di massa tra venditori di paccottiglia, giganteschi torpedoni e pochi servizi. Nei quartieri limitrofi a via dei Fori Imperiali non sono pochi gli abitanti che preferiscono usare le proprie case per i bed and breakfast piuttosto che abitarci. E il problema riguarda da tempo tutto il centro storico romano abitato solo da una esigua minoranza di cittadini.
Ecco allora che sulla questione della chiusura di via dei Fori Imperiali confluiscono le attenzioni di diverse sensibilità: la necessità di un ambiente non inquinato; la speranza di liberare Roma dal traffico delle auto in favore di un migliorato trasporto pubblico; la possibilità di avviare politiche di turismo sostenibile in contrasto con il turismo di massa, “mordi e fuggi” che molto toglie alla città senza restituirle nulla; e finalmente il recupero della centralità della cultura.
Il quadro generale per avviare questo lungo e virtuoso cammino è fornito dalla necessità di ricostruire quella “città pubblica” il cui tramonto è descritto con cura e attenzione nel recente libro di Francesco Erbani. Un campo semantico che vede al suo centro la cultura restituita ai cittadini perché elemento di costruzione del senso civico e della dimensione sociale, fattore di inclusione e cittadinanza, formidabile motore di democrazia e partecipazione.
Se questo venisse realizzato verrebbero sciolti i dubbi intorno al ruolo di Della Valle per il restauro del Colosseo. Capiremmo meglio quale indirizzo dare alle politiche culturali e come migliorare il problema del rapporto tra centro e periferia.
Infine, potremmo riflettere più serenamente sulla scelta di affidare alle sorelle Fendi e al magnate francese del lusso Bernard Arnault l’uso del Palazzo della Civiltà del Lavoro all’Eur. E liberarci della gabbia strettissima dell’ideologia dominante che vede nell’affido ai privati l’unica strada per risolvere il problema dei beni culturali nel nostro paese. Riusciremmo così a intravvedere soluzioni più civili e responsabili per la gestione del nostro patrimonio.
In questo quadro, due iniziative apparentemente di valore secondario, potrebbero far sperare in una diversa concezione delle politiche pubbliche: la somministrazione ai cittadini di un questionario e l’invito a partecipare alla festa di inaugurazione. Sono solo un’operazione di marketing? Prevedono autentica partecipazione? E in che modo?
La festa sarebbe interessante se rappresentasse il primo passo di una restituzione del patrimonio culturale ai cittadini. Il questionario è benvenuto se fosse l’inizio di una pratica di partecipazione.
Fruizione e produzione culturale hanno bisogno di modalità precise per essere attivate. E queste modalità riguardano la sostenibilità della vita nei nostri quartieri, al centro come in periferia, per i residenti come per i turisti.
Le isole pedonali non bastano: possono anzi diventare un boomerang. Una brutta ferita come quella che vede il centro di Roma, da Fontana di Trevi al Pantheon, attraversato da masse di turisti ignari della città che percorrono un solco che ha mutato profondamente la fisionomia di quelle strade oggi occupate solamente da negozi di souvenir, pizzerie a taglio, bar e ristoranti. Si deve fare meglio, molto meglio. E di più.
Gioacchino De Chirico è un giornalista culturale ed esperto di comunicazione
Che il museo dovesse rinnovarsi per superare una crisi considerata ormai endemica da più parti non è cosa nuova. Dagli anni Novanta sono state diverse le proposte avanzate per dare alla geografia museale una collocazione più sensibile ai cambiamenti in atto. La struttura del museo di ultima generazione si è così aperta ad una forma e a un contenuto che respirassero lo spirito del tempo. Spazi interattivi, dialogo con il territorio circostante, riqualificazione di aree abbandonate o in stato di degrado urbanistico, appeal della forma architettonica, affidata spesso ad un progettista di fama internazionale. Due i modelli che si sono affermati a larga maggioranza: la costruzione ex novo di un’area espositiva, oppure il recupero di una struttura precedente, riconfigurata ad hoc per un uso migliore. In entrambe i casi, il medesimo obiettivo: ridare alla città o a un suo quartiere una nuova vita.
Così, dal Piece One di New York all’Hangar Bicocca di Milano, dal Museu da Electricidade di Lisbona alla Città delle Arti e delle Scienze di Valencia, passando per la tappa necessaria e imprescindibile del Guggenheim di Bilbao, il museo ha assunto un nuovo volto. Il MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, che inaugurerà il 27 luglio, si inserisce nel solco di questa tradizione. Con uno sguardo che tiene conto, su tutto, della geografia del luogo, del contesto locale e, soprattutto, delle esigenze del territorio.
Realizzato in tempi record dallo studio di Renzo Piano, l’edificio porta a compimento lo sforzo di inserirsi nel paesaggio trentino in modo disinvolto, assottigliando quel protagonismo fine a sé stesso che i progetti delle archi-star spesso recano con sé, e coniuga, attraverso la sua struttura architettonica leggera e quasi trasparente, la vocazione naturalistica del contenuto e quella tecnologica del contenitore. Situata in una valle ai piedi dalle Dolomiti, l’architettura di Piano si propone come metafora del paesaggio circostante: i suoi quattro piani di vetro, legno e metallo convergono come a ricordare una vetta montuosa, la luce naturale irradia l’edificio e una piscina che sfrutta l’idrografia dell’Adige e le acque piovane fa specchiare la costruzione nel cielo. Non solo, al dialogo con la morfologia del territorio, il museo aggiunge un’impronta ambientalista: l’uso di sistemi di tri-generazione sfruttano le risorse rinnovabili e consentono l’efficienza dei consumi e una riduzione della dispersione energetica, con una eccellente performance a livello di sostenibilità.
I quasi tredicimila metri quadrati sono stati inoltre ricavati dalla bonifica dei vecchi stabilimenti Michelin su cui il quartiere un tempo vantava la propria ricchezza, in un’area che, pur a due passi dal centro storico, ha subito sin dall’epoca asburgica stravolgimenti urbanistici. Ora i collegamenti per rendere il nuovo spazio un luogo di transito e di percorrenza da parte dei cittadini saranno più solidi, grazie alla costruzione di un tunnel ciclopedonale, di un parco pubblico e di una piazza per accogliere visitatori e passanti. Sulla scorta dei musei di nuova generazione, sensibili al contatto con il tessuto urbano, il MUSE vuole dunque proporsi come agorà, come punto di incontro per il territorio. Lo dimostra il fatto che la campagna di promozione si è aperta coniniziative social che hanno in primo luogo coinvolto gli abitanti nei luoghi storici della città e sulla rete, per esempio fotografando i passanti in posa davanti al manifesto promozionale della struttura o lanciando con una open call rivolta a cittadini, scienziati, artisti e appassionati l’invito a partecipare attivamente all’inaugurazione.
Ma se il rapporto con la città e i suoi abitanti rimane privilegiato, il museo non dimentica la destinazione internazionale e tecnologica dello Science Centre, con spazi di visita immersivi, con una forte impronta alla multimedialità dell’apparato informativo e infografico, specie negli spazi preposti alla didattica e al gioco, e con una vena sperimentale e creativa nella scelta del contenuto espositivo. Le informazioni in tre lingue, in italiano, tedesco e inglese, fanno da spalla alla posizione geografica della città, porta tra l’Italia e l’Europa, e destinano il MUSE a un dialogo con un contesto geopolitico più ampio.
La museologia italiana ha insomma tutto da imparare dall’esperienza che sta per nascere a Trento. La nostra troppa sfiducia, da un lato incoraggiata dalla crisi, dall’altro incrementata da un’inestinguibile vocazione all’immobilismo e alla mera constatazione dello status quo, rischia infatti di annichilire le forze che potrebbero dare un nuovo volto alla forma-museo. Il MUSE, non ancora un’eccellenza, ha tutte le carte in regola per essere da esempio all’identità nazionale. Per guardare all’esterno con un occhio vigile al territorio. Per essere globale, rispondendo però a una domanda locale. Per creare un legame interno e aprirsi, contemporaneamente, al di fuori. Come la sua collezione, immersa nelle Alpi e allo stesso tempo narrazione della storia dell’umanità e del rapporto millenario dell’uomo con l’ambiente. Come a dire, visitatori di tutto il mondo, accorrete!
Ci sono voluti 10 anni di trattative, dal 21 febbraio 2003 al 1° luglio 2013, perché la Croazia entrasse a far parte dell’Unione Europea. La Croazia ha dovuto fare i conti con il suo passato e con la sua storia prima di divenire ufficialmente parte dell’Europa: la macchia sanguinosa della guerra balcanica e i problemi economici tuttora esistenti hanno costituito un ostacolo non trascurabile nel processo di europeizzazione. Dal punto di vista artistico e culturale, però, questa Repubblica a Est dell’Italia collezionava già da tempo – da molti secoli – punti di contatto, influenze, similarità con gli altri Stati dell’Unione Europea. Continue reading “La Croazia: europea già da tempo” »
Roma fa schifo, Cambia Catania, Sos Firenze, La peggio Rimini. Non sono nomi di partiti politici, e nemmeno slogan elettorali, ma alcuni dei tantissimi blog nati dall’esasperazione dei cittadini. Da Nord a Sud, dalla piccola cittadina di provincia alle realtà metropolitana non si salva nessuno.
Torino, Ascoli Piceno, Aprilia, Fiumicino, Varese, Taranto, Savona, Pontremoli, Ferrara, Prato; per ognuna di queste città esiste un blog dedicato in cui la parola d’ordine è: degrado. Strumenti di denuncia ma forse anche semplicemente valvole di sfogo per chi si sente inerme nel vedere la propria città abbandonata all’incuria e non si arrende a rimanere semplice spettatore dello scempio. In quasi tutte le pagine ci sono sezioni apposite dove ogni cittadino può fare segnalazioni.
Volendo stilare una top five delle azioni più indigeste troviamo al primo posto quelle legate al mondo delle quattroruote: dalla sosta selvaggia al parcheggio creativo, i cittadini sono stanchi di vedere i centri storici e i luoghi di maggiore interesse culturale delle loro città trasformarsi in quinte sceniche oscurate da macchine e camion.
Al secondo posto si classifica la sporcizia nel senso più ampio del termine: dallo sporco ai bordi delle strade ai cassonetti stracolmi, fino alle esposizioni improvvisate di mobili ed elettrodomestici che spopolano in tutta Italia sui marciapiedi.
Cartelloni pubblicitari e consanguinei si aggiudicano il terzo posto. Questa famiglia è composta da molti rappresentanti: gli adesivi che dominano ogni superficie, gli striscioni calati da tetti e balconi e tutte la varianti, per dimensioni e temi, di cartelloni stradali che in quanto a numero sono secondi solo ai semafori.
A seguire si posizionano le firme e le sigle dei writers, soprattutto quando vengono realizzate sui mezzi pubblici, sulle pensiline degli autobus e sui palazzi privati, discorso completamente a parte per i disegni compositi eseguiti sui muraglioni delle periferie per i quali c’è apprezzamento.
Al quarto posto c’è la selva oscura ovvero la vegetazione selvaggia e non curata, sia quella dei parchi pubblici dove si trovano, a cercarle bene, panchine sommerse dall’erba, sia quella cresciuta ai bordi delle strade che talvolta diventa così fitta e radicata da sventrare pavimentazioni stradali.
Conclude la classifica l’asfalto che non c’è, espressione che include tutte le buche e le crepe su strade e marciapiedi che diventano sempre meno sicure per i pedoni e per quegli sventurati a cui piace prendere la bicicletta.
La menzione speciale va al cantiere infinito perché anche se si trattava di una top five non potevamo non menzionare gli osceni pannelli che delimitano cantieri la cui origine si perde nella notte dei tempi e che in ogni città sono diventati discarica, superficie per private affissioni o vespasiani moderni.
Mentre in Italia succede tutto questo in Europa cosa accade? Qualcosa di diverso probabilmente, perché a parte qualche blog per Marsiglia e Madrid su internet non si trovano denunce analoghe alle nostre. Evidentemente molte città europee sono proprio come ci appaiono quando le visitiamo da turisti e il timore è che l’Italia appaia a molti turisti proprio come la vediamo noi cittadini.
Costruito alla fine degli anni Sessanta, l’Istituto dei Sordi di Pianezza è una di quelle strutture educative, di impronta religiosa, in cui il rigore degli ambienti è antitetico all’avanguardia dei progetti di educazione per la disabilità che vengono realizzati.
In quell’insolito luogo, il 9 maggio, cento giovani talenti di UniCredit provenienti da 22 Paesi, concluderanno un percorso di apprendimento organizzativo con Unimanagement, l’innovativo centro di sviluppo della leadership del Gruppo, con quartier generale a Torino.
In una giornata, in collaborazione con i semiologi e la popolazione sorda dell’ente, risignificheranno le pareti con le idee e i linguaggi delle arti, creando 1000 mq di wall painting, condotti dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, con un tema caro allo storia dell’arte: il giardino.
Si tratta di un “community work”, una originale formula di teambuilding che mette a sistema i diversi membri di una comunità – l’impresa, le istituzioni culturali e i luoghi identitari di utilità sociale – per costruire insieme un progetto che trasformi il destino di un luogo partendo dall’energia propulsiva dell’arte.
In cabina di regia c’è Catterina Seia, l’ideatrice e responsabile di UniCredit&Art fino al 2010, ed oggi protagonista di progetti di innovazione sociale a base culturale, che con il Gruppo prosegue la collaborazione con l’art-based learning, inserendo le arti e le scienze sociali nei progetti formativi. “L’idea ispiratrice è che si guardi all’arte oltre la dimensione decorativa, di intrattenimento o di investimento, e la si collochi come strumento per stimolare il pensiero, l’apertura al nuovo, l’atmosfera creativa – per citare le più recenti frontiere della ricerca – sia all’interno di una comunità che all’interno delle organizzazioni” dice Catterina Seia che, per le imprese traduce questo approccio in strategia.
Dal 2010, per UniManagement ha costruito una serie di partnership in ottica di cooperazione territoriale: con l’Accademia Albertina, il Castello di Rivoli, La Filarmonica 900 del Regio, la GAM e Palazzo Madama. “L’impresa che si alimenta delle idee e delle visioni delle arti si rilegge e trova al suo interno nuove risorse” afferma la cultural manager, aggiungendo che molte imprese che lavorano con le arti, non hanno ancora esplorato, oltre alle pubbliche relazioni, alla visibilità del marchio per le sponsorizzazioni – il contributo alla cultura d’impresa. “Gli adulti apprendono dall’esperienza, facendo” e il modello di Unimanagement si basa sull’esercizio della creatività rispetto alla soluzione di problemi reali, sugli stimoli alla collaborazione, attraverso un approccio interdisciplinare che coinvolge tutte le scienze sociali: antropologia, filosofia, musica, arte visiva, cucina.
In UniManagement si vuole dare alle persone “la possibilità di tirare fuori ciò che sanno, come la pensano e perché la pensano in quel modo. Poi partire da quello per permettere un’evoluzione di pensiero, nuovi comportamenti e visioni” spiega Anna Simioni, CEO di UniManagement. “Le persone che non hanno la percezione che la loro vita serva per imparare e migliorare, ma semplicemente per fare , rischiano di assumere comportamenti protettivi della propria identità che non permettono di far emergere il loro vero talento” continua Simioni, spiegando come la scelta di lavorare in maniera esperienziale con un approccio basato sulle arti, serva per “orientare le persone, permettere loro di esplorare, di costruire il loro punto di vista e poi di sostenerlo”.
Del resto, il quartier generale di UniManagement a Torino, disegnato dall’architetto americano Matt Taylor, è di per sé atipico. Tutto ruota intorno all’agorà, la piazza centrale dove si realizzano le assemblee plenarie dei workshop. L’edificio, che si sviluppa in spazi per lo sforzo cognitivo e la decompressione, è un luogo dove il design arriva alla radice della pòlis e crea un ambiente libero, favorevole all’incontro con l’altro, democratico.
“Lo spazio serve da esempio per ricordare che nella dimensione quotidiana si possono fare le cose che non hai mai fatto, in modo diverso, che si può scambiare senza competere. Se l’esperienza esce dal nostro centro ed entra nella vita fa rottura di paradigma” conclude Simioni. Ecco, dunque, la potenzialità del community work: impegnarsi in un progetto a forte valore sociale, al di fuori delle proprie zone di comfort, delle proprie specializzazioni, immergendosi in mondi altri. La situazione genera un impatto emozionale nei partecipanti che traducono le loro competenze organizzative in modo nuovo, come cambierà il modo di vivere quel determinato luogo per la propria comunità.
L’Istituto dei Sordi arriva dopo la costruzione dei giardini in Barriera di Milano, la trasformazione dell’Ospedale Sant’Anna, la risposta all’emergenza rifugiati costruendo mobili per il CISV e che, nelle parole di Seia è una nuova sfida “per aiutare le persone a riappropriarsi del piacere di imparare, mettendosi sempre in discussione e meravigliandosi di se stessi. Insieme, tutto diventa possibile”. Un modello che, nell’intenzione degli organizzatori, verrà esteso ad altri luoghi di cura. Un modo nuovo, anche per le istituzioni culturali, per dare valore agli investimenti delle imprese.
Un concorso aperto a tutti per progettare un edificio che guardi al futuro dell’Italia in un momento di profonda crisi economica. È stato presentato stamane presso la Triennale di Milano il progetto vincitore del Padiglione Italia per l’atteso Expo 2015. Ricopre tutti i requisiti del bando internazionale, lo studio romano Nemesi&Partners insieme a Proger di Pescara e BMS Progetti di Milano. Su 68 progetti presentati vedremo quindi svettare il profilo di Palazzo Italia, che prenderà il nome di “The tree of life” e sarà composto da quattro strutture collegate tra loro attraverso alcuni elementi ponte, che affacceranno su un cortile vuoto centrale. I quattro blocchi principali suddivisi per tematiche ospiteranno l’Area Riunioni, gli Uffici, l’Auditorium e le sale espositive. Verrà inoltre realizzato in modo tale che sia del tutto indipendente dal punto di viste energetico.
Diana Bracco, presidente di Expo 2015, presente alla premiazione di stamattina ha mostrato la sua fiducia e positività nei confronti del progetto per il Padiglione Italia, in quanto vetrina fondamentale per le eccellenze del nostro paese.
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E’ di 60.000 euro l’ammontare del premio per i vincitori a cui saranno aggiunti 30 milioni di euro per il cantiere e la realizzazione dei lavori.
“Il Padiglione che costruiremo, così come progettato dal vincitore del Concorso Internazionale, offrirà ai visitatori di tutto il mondo la magia di un viaggio fra le caratteristiche peculiari del nostro Paese, facendo rivivere il mito del ‘Grand Tour’ del Settecento e dell’Ottocento. In conclusione, da oggi l’Italia inizia a costruire la sua ‘casa’. Dobbiamo tutti gettare il cuore oltre l’ostacolo nonostante la difficile situazione che stiamo attraversando. E anzi proprio per questo dobbiamo fare dell’Expo una grande missione-Paese in grado di restituire stima e orgoglio ai cittadini italiani, a cominciare dai più giovani, facendoci riscoprire il senso della nostra comunità e la fiducia nel futuro” ha affermato la Bracco al termine della presentazione.
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Abitazioni sospese nel cielo, architetture che si librano nell’aria e persino un tendone del circo fra le nuvole: sono questi i soggetti protagonisti del mondo di Laurent Chehere, fotografo francese che ha spesso prestato la sua arte anche alla pubblicità. La serie di scatti intitolata “Flying Houses” è certo una delle sue raccolte più suggestive, che rimandano molto al topos onirico del volo, cui siamo tutti in qualche modo affezionati.
Scopri tutte le fotografie di Laurent Chehere
Non c’è bisogno di portare numerosi riferimenti per poter affermare che le condizioni in cui versa il nostro Paese sono quantomeno instabili: dalla politica ai mercati, alle riforme da attuare per fare in modo che altre riforme siano possibili, gli ultimi anni sono stati votati ad una variabilità che ha sostanzialmente modificato il modo in cui gli italiani pensano al loro futuro. A questo si aggiungano la grande diffusione di contratti di lavoro che, rispetto al passato, non garantiscono lunghe collaborazioni, una pennellata di tagli alla spesa pubblica ed ecco il quadro di riferimento in cui si iscrive il “caso” della dimensione abitativa.
Se è necessario partire da queste premesse, da questo scenario tutt’altro che roseo, è perché la dimensione abitativa non si limita al mero possesso di un immobile, ma ha forti ripercussioni su numerose variabili individuali e collettive. E anche se il fenomeno non è certo sconosciuto nel nostro Paese, le connotazioni che ha assunto negli ultimi anni, fanno sì che esso sia chiamato a rispondere di connessioni molto sottili. Alla questione abitativa sono state spesso rivolte attenzioni da parte dello Stato: già nel 1903 la cosiddetta “legge Luzzati” (251/1903) sanciva il diritto all’abitazione, agevolando, di fatto, la costruzione di case popolari, cui poi hanno fatto seguito numerose leggi che hanno di volta in volta ripreso ed affinato gli strumenti che il settore pubblico poteva utilizzare per favorire le fasce economicamente più deboli della popolazione e trovare alle famiglie che ne avevano i requisiti un’abitazione in cui risiedere.
Ad oggi però molte condizioni sono cambiate: prima di tutto è cambiata la compagine assegnataria degli alloggi, nella quale non compaiono più, com’è stato fino a poche decine d’anni fa, esclusivamente persone al di sotto della soglia di povertà, ma anche in buona parte di giovani, anziani, e famiglie monoreddito o in cui è presente un solo genitore. Questo dato è tutt’altro che trascurabile: da un lato esso testimonia l’acuirsi del marketfailure del libero mercato degli immobili (sia per l’affitto che per l’acquisto), dall’altro è invece un potente indicatore della situazione economica attuale, in cui è sempre più largo lo spread tra remunerazione del lavoro e potere d’acquisto. Altro cambiamento importante è invece legato a fenomeni prettamente demografici: il processo d’invecchiamento della popolazione, e, in misura minore, i flussi migratori intrastatali che hanno diviso gli individui dal nucleo familiare di origine, fanno sì che la popolazione degli inquilini di ERP (edilizia residenziale pubblica) gestiti da Romeo Gestioni nella città di Milano, siano costituiti per più del 30% da individui over 65.
Questi cambiamenti (strettamente legati alla dimensione abitativa) si inseriscono, tuttavia, in un contesto più ampio che si costituisce come dimensione culturale legata, in parte, ad una sempre maggiore consapevolezza in merito all’importanza di fattori intangibili per il benessere dei cittadini. Negli ultimi anni, infatti, le politiche di welfare, pur fondandosi su bisogni di natura fisica come, per l’appunto, la fornitura a prezzi calmierati di un’abitazione, prendono in considerazione anche quegli elementi non facilmente misurabili, ma dalla cui presenza o assenza è determinata la condizione di benessere dei cittadini. È secondo questa chiave che va letta la differenza tra le politiche abitative dei primi del novecento e le attuali strategie di Social Housing: non solo nuovi strumenti finanziari, come i fondi di risparmio pubblico/privati, ma anche politiche volte a limitare il rischio di esclusione sociale (non a caso parte dei fondi che finanziano il lavoro del Cecodhas, la Federazione Europea di Housing Pubblico, Cooperativo e Social, provengono dall’ESF, l’European Social Fund). Altro elemento di congiunzione tra le politiche abitative e altre politiche di sviluppo promosse dall’Unione Europea, riguarda l’aspetto tecnico dei criteri di costruzione, che rientrano a pieno titolo nella macro categoria della sostenibilità, la quale costituisce una priorità per il progetto “Europe 2020”, la strategia di sviluppo dell’Unione Europea per il presente decennio.
Esempi di queste ibridazioni sono riscontrabili sia nel quadro europeo sia nel nostro Paese, dove non mancano testimonianze di best practice in questo senso. E’ il caso di “Policity” promosso e realizzato dalla città di Torino, che già nel 2005 integrava le esigenze di social housing con quelle proposte dal “Power House Europe” (il progetto promosso dalla Commissione Europea in merito alla promozione del risparmio energetico nel settore civile) la cui realizzazione, che ha visto la collaborazione della comunità cui il progetto era destinato, ha premiato “lo sforzo di queste comunità di attuare una politica energetica integrata mediante interventi che combinano l’uso di fonti energetiche rinnovabili con tecnologie e sistemi innovativi per ridurre al minimo il consumo di energia”.
Altro esempio di estremo interesse in questo senso è rappresentato dall’iniziativa del Comune di Bologna di istituire una sede di Cohousing rivolto a giovani under 35, il cui fattore chiave di successo è costituito da “spazi comuni ai residenti, dedicati a servizi e attività che saranno individuati, resi funzionali ai bisogni e gestiti dai cohousers attraverso il percorso partecipato e la creazione di una carta dei valori condivisa”.
Analoghe direzioni sono prese anche in territorio comunitario, come dimostrano le storiche esperienze olandesi, con la città di Amsterdam che ha ricoperto una posizione pionieristica in questo senso, e come testimoniato anche alla recente esperienza belga, costituita da un progetto che, realizzato in un’ex-fabbrica di sapone della capitale, coniuga dimensione sostenibile, capacità di generare integrazione sociale, e attività legate ai processi di rigenerazione urbana.
Questi pochi esempi, certo non esaustivi per l’argomento oggetto d’indagine, riescono comunque ad evidenziare quanti e quali fattori siano legati alla questione della dimensione abitativa. Non si tratta (o almeno non più) di semplice mattone, ma dell’integrazione di politiche volte a migliorare la sensibilità su concetti quali efficienza energetica, integrazione culturale, riduzione del rischio di esclusione sociale. Limitare l’attenzione alla sola dimensione strutturale è un errore che potrebbe portare a notevoli distorsioni, tutt’altro che intellettuali.
VANITAS VS VERITAS. CARAVAGGIO, IL LIUTO, LA CARAFFA E ALTRI DISINCANTI
di Alessandra Ruffino
pp. 144
Allemandi, € 15,00
ISBN: 978-8842222200
Nel segno della riflessione sui rapporti tra verità e vanità, tra incanto pittorico e disincanto filosofico, i due saggi in volume indagano il sentimento delle immagini che tra Cinque e Seicento originò una vera e propria cultura della vanitas. Le inquietudini e gli equivoci di questa cultura si espressero al meglio nel linguaggio della pittura en trompe-l’oeil e della natura morta, un genere, questo, della cui nascita moderna Caravaggio fu protagonista. Nello specifico, il primo studio analizza l’iconologia di alcuni elementi ricorrenti nei dipinti eseguiti da Caravaggio tra il 1592 e il 1596 circa (liuto, caraffa di vetro, fiori…: tutte voci nel dizionario della vanità); il secondo delinea un percorso volto a metter in luce le ambigue meraviglie del trompe-l’oeil (considerato come una variante della Vanitas).
TRANSMEDIA. STORYTELLING E COMUNICAZIONE
di Max Giovagnoli
pp. 223
Apogeo, € 15,00
ISBN: 978-8850332106
Il 2012 è stato l’anno del transmedia in tutto il mondo. Nove blockbuster su dieci tra i maggiori successi internazionali delle ultime stagioni sono opere transmediali (Harry Potter, Twilight, The Hobbit, Assassin’s Creed, Il Cavaliere Oscuro, Spiderman, Star Wars, Lost, The Avengers). Questo libro è un saggio e un manuale insieme, scritto da un producer che lavora con le major e gli autori delle più importanti narrazioni mondiali. Il testo esplora per intero la catena della creazione di progetti transmediali: dalla costruzione della storia alle tecniche di storytelling, dalla scelta delle piattaforme alla promozione e distribuzione di contenuti. Le tecniche e gli standard internazionali vengono presentati in Italia per la prima volta, in un’opera arricchita da numerosi esempi di successo.
ESPERIMENTI DI NUOVA DEMOCRAZIA. TRA GLOBALIZZAZIONE E LOCALIZZAZIONE
di Charles F. Sabel, a cura di R. Prandini
pp. 388
Armando, € 24,00
ISBN: 978-8866770367
Come possiamo mantenere l’idea di democrazia, quando sta diventando la giustificazione per centri decisionali globali? Come possiamo uscire dal disagio della democrazia contemporanea che richiama pericolosamente soluzioni non democratiche dei problemi? Questo libro affronta questo passaggio epocale, analizzandone le manifestazioni e le cause, per poi proporre un nuovo modo di pensare la democrazia. Con esempi empirici, tratti dalle riforme in atto in Europa e negli Stati Uniti, Sabel ci introduce alla rivoluzione dello “sperimentalismo democratico” e delle sue nuove forme di governance.
LIBERI DI COSTRUIRE
di Marco Romano
pp. 171
Bollati Boringhieri, € 15,00
ISBN: 978-8833923857
La città è stata fin dal Medioevo il luogo della socialità per eccellenza, il contesto nel quale si sviluppano le dinamiche che determinano l’identità individuale, la dignità e i sentimenti dei “cittadini”. La civitas europea ha trovato storicamente la sua manifestazione esteriore nell’urbs, la cornice quotidiana fatta di strade e case in cui le persone ambientano le proprie vite, in un confronto interpersonale che è la base stessa della libertà. Per secoli le città hanno visivamente “mostrato” le tensioni, i conflitti e le diverse istanze di chi le aveva abitate, lasciandole scolpite nella tessitura delle strade e nell’architettura delle abitazioni. Nell’ultimo secolo ha invece preso il sopravvento il concetto di pianificazione.
CAPITALESIMO: IL RITORNO DEL FEUDALESIMO NELL’ECONOMIA MONDIALE
di Paolo Gila
pp. 273
Bollati Boringhieri, € 16,50
ISBN: 978-8833924106
Il capitalismo è come un aereo entrato in un vuoto d’aria. Le sue ali hanno perso portanza e non si trova un sistema per tenere in volo l’apparecchio. In quindici anni, con il il tracollo delle borse asiatiche del 1998, lo scoppio della bolla della new economy del 2001 e la crisi dei mutui sub-prime del 2008, sembra proprio che il sistema economico globale sia stato messo in ginocchio. Ma quello che è successo è forse ancora più grave: il capitalismo non è finito, si sta trasformando in qualcosa di diverso, che ricorda da vicino l’avvento del Feudalesimo dopo il collasso del mondo antico. Il capitalismo sta diventando “Capitalesimo”, un sistema capillare e inesorabile di controllo assoluto su un territorio frammentato, una sorta di Sacro Romano Impero della finanza.
USA E GETTA. LE FOLLIE DELL’OBSOLESCENZA PROGRAMMATA
di Serge Latouche
pp. 114
Bollati Boringhieri, € 14,50
ISBN: 978-8833924373
Stampanti bloccate a orologeria, dopo diciottomila copie, o computer fuori uso allo scadere dei due anni: non siamo di fronte a una strana moria elettronica degna della fantascienza, bensì alla manifestazione più recente di un fenomeno che è parte integrante della società della crescita. Si chiama “obsolescenza programmata” e fa sistema con il nostro modo di produrre, di consumare, di pensare, di vivere. Significa che gli oggetti messi in vendita hanno una fragilità calcolata, tanto che la durata della garanzia coincide spesso con la loro vita effettiva. Impossibile ripararli. Vanno gettati e subito sostituiti con altri, ancora e ancora.
LA FORMAZIONE DEI DOCENTI IN EUROPA
M. Baldacci (a cura di)
pp. 229
Bruno Mondadori, € 16,00
ISBN: 978-8861596764
La questione della formazione iniziale dei docenti ha un profilo tormentato. Il dibattito che la riguarda è stato spesso conflittuale e, talvolta, è apparso più guidato da interessi di parte che dalla ricerca di soluzioni adeguate. Per sganciare tale questione da un quadro di riferimento troppo angusto, come quello fornito dai singoli sistemi nazionali, è opportuno allargare lo sguardo all’Europa. Quest’ampliamento di prospettiva, infatti, permette di cogliere una più vasta trama di soluzioni per la formazione dei docenti. Il presente volume è stato concepito in funzione di tale preoccupazione, e mira dunque ad allargare le prospettive della formazione dei docenti attraverso una ricognizione su alcuni dei principali Paesi continentali.
L’ARCHITETTURA COLONIALE IN TUNISIA. DALL’ORIENTALISMO ALL’ART DÉCO, 1881-1942
di Luca Quattrocchi
pp. 158
Bruno Mondadori, € 17,00
ISBN: 978-8861598140
Sulla base di una cospicua documentazione archivistica in gran parte inedita, il volume ricostruisce le vicende dell’architettura coloniale in Tunisia dall’istituzione del Protettorato francese, nel 1881, alla Seconda Guerra Mondiale. Un’architettura “d’importazione” che, se per un verso riflette l’evoluzione dei linguaggi europei (eclettismo, Art Nouveau, Art Déco, Movimento Moderno), dall’altro è in grado di elaborare originali declinazioni che ricercano un colloquio con la cultura locale: dalla pittoresca architettura “arabisance” nei due decenni a cavallo del secolo alla grande stagione dell’Art Déco, tra fine anni Venti e primi Quaranta, che conosce una straordinaria fioritura grazie principalmente al contributo di una nutrita schiera di architetti italiani. I
15 GRANDI IDEE MATEMATICHE CHE HANNO CAMBIATO LA STORIA
di Angelo Guerraggio
pp. 307
Bruno Mondadori, € 20,00
ISBN: 978-8861596986
Come nascono le grandi idee matematiche? Cosa si nasconde dietro un’intuizione in grado di cambiare per sempre la storia della scienza e della civiltà? Quale distanza separa un’illuminazione geniale dalla dimostrazione della sua effettiva correttezza? Dal pensiero euclideo alla teoria del caos, dalla geometria analitica cartesiana alla “macchina universale” di Turing, le grandi idee delta matematica non solo hanno rivoluzionato la disciplina ma anche contribuito a plasmare e modellare l’intero pensiero occidentale. Angelo Guerraggio individua quindici di queste dirompenti scoperte e, anche attraverso le vite dei grandi uomini che le hanno portate alla luce, racconta la storia della matematica come un vivacissimo puzzle di invenzioni, rivoluzioni e lampi di genio.
CHE COS’È IL RELATIVISMO COGNITIVO
di Elisabetta Lalumera
pp. 1110
Carocci, € 11,00
ISBN: 978-8843067947
La lingua che parliamo influenza il modo in cui pensiamo? Che cosa vuol dire avere concetti relativi alla propria lingua madre? Si può fare matematica senza termini numerali, e si possono percepire i colori per cui non abbiamo parole? Il volume, nel rispondere a queste e altre domande, traccia una breve storia del relativismo cognitivo, passando in rassegna le varie ipotesi alla base dei nuovi programmi di ricerca. Presenta inoltre un’analisi critica della letteratura sperimentale nel campo dei concetti di colore, spazio e tempo, oggetti e numeri, fornendo una chiave di lettura del dibattito contemporaneo sul relativismo in filosofia della mente e psicologia.
COMPLESSITÀ SOCIALE E LAVORO. LA MODERNITÀ DI FRONTE AL «JUST IN TIME»
di Fontana Renato
pp. 223
Carocci, € 19,00
ISBN: 978-8843068043
I recenti mutamenti sociali ed economici hanno dato vita a una società più turbolenta di quella di ieri, più frammentata e difficile da interpretare. Il libro affronta il tema della complessità sociale e del lavoro organizzato, dedicando una particolare attenzione al rapporto di soggetti, gruppi e imprese con la modernità. È una modernità piena di insidie, in cui la qualità della vita peggiora, la disoccupazione aumenta e i mercati si fanno sempre più aggressivi. Che cosa succede allora quando il “just in time” prende il sopravvento? È quello che spiega il volume, rivolto soprattutto agli studenti di Scienze della comunicazione, Sociologia e Scienze politiche, a cui offre strumenti utili per capire i fondamenti essenziali delle dinamiche sociali.
DIDATTICA E CONOSCENZA. RIFLESSIONI E PROPOSTE SULL’APPRENDERE E L’INSEGNARE
P. Lucisano, A. Salerni, P. Sposetti (a cura di)
pp. 278
Carocci, € 27,00
ISBN: 978-8843068029
Il libro traccia un percorso attraverso i temi e i problemi dell’apprendimento-insegnamento, a partire dall’analisi del senso e significato della didattica e di come costruire, programmare, realizzare, valutare e documentare esperienze educative, anche alla luce delle diverse strategie di apprendimento. La parte teorica si conclude con due interventi esemplificativi, che raccontano esperienze attivate in ambito museale e illustrano come sia possibile fare degli allievi i protagonisti di un processo di apprendimento spontaneo, autonomo e gratificante. Il volume si rivolge agli studenti dei corsi di laurea in Scienze dell’educazione, ma può essere utile anche a quanti operano nei diversi campi educativi e sono interessati all’analisi della relazione tra apprendimento, insegnamento ed esperienza.
FRONTIERE. L’IMPERO BRITANNICO E LA COSTRUZIONE DEL MEDIO ORIENTE CONTEMPORANEO
di Pinella Di Gregorio
pp. 208
Carocci, € 21,00
ISBN: 978-8843067701
Nell’ambito di una consolidata tradizione di studi, utilizzando fonti d’archivio inglesi e una vastissima letteratura, il volume affronta la connessione tra storia europea e storia del mondo arabo, in particolar modo il ruolo giocato dall’impero britannico nella regione mediorientale, a cavallo della Prima guerra mondiale. L’autrice analizza l’intreccio tra strategie imperiali, contesti geopolitici e movimenti nazionalisti che ha contribuito a comporre l’assetto del Medio Oriente contemporaneo (soffermandosi su due case studies: Iraq e Arabia Saudita).
FILOSOFIA DELLA LETTERATURA
di Carola Barbero
pp. 127
Carocci, € 12,00
ISBN: 978-8843067909
I romanzi sono collezioni di falsità? Che differenza c’è tra uno scritto qualsiasi e un’opera letteraria? La letteratura deve comunicare valori morali? Possiamo imparare dai romanzi? Queste sono alcune delle domande alle quali la filosofia della letteratura cerca di dare una risposta. A partire da una serrata analisi dei principi e degli assunti che sono a fondamento delle opere letterarie – quelli grazie ai quali siamo in grado di riconoscerle, apprezzarle e forse anche di perderle per sempre – il libro propone analisi e spunti di discussione interessanti per chiunque sia appassionato di letteratura e delle questioni a essa correlate.
L’ ARTE NEL DUECENTO
di Monciatti Alessio
pp. 379
Einaudi, € 34,00
ISBN: 978-8806202200
Nel Duecento, il secolo anticipato da Nicolas de Verdun e chiuso dalla maturità celebrata di Giotto, il secolo dell’apogeo gotico e della “maniera greca”, l’arte conosce i cambiamenti che collegano il mondo romanico al primo manifestarsi dei principi dell’Umanesimo, ovvero discute e rinnega le forme, le valenze e le gerarchie che erano valse per tutto il Medioevo. L’arte inizia a rappresentare i significati e il mondo sensibile con mezzi propri e autonomi, per nulla ancillari della parola o dei testi; pone l’uomo al centro dei suoi interessi come oggetto della figurazione e quindi si avvale delle sue facoltà di osservatore individuale; diviene uno strumento di conoscenza e di ricerca, unitamente all’affermarsi di una nuova valenza del disegno.
LA MIA FOTOGRAFIA
di Grazia Neri
pp. 468
Feltrinelli, € 25,00
ISBN: 978-8807491375
L’agenzia Grazia Neri è stata una delle più importanti agenzie fotografiche d’Italia e del mondo. Questo molti lo sanno, e sanno che in quella agenzia sono passati i più grandi nomi della fotografia. Eppure sono pochi a sapere che Grazia Neri non è una fotografa. Forse è anche per questa confusione che Grazia Neri ha deciso di raccontare in cosa consiste il suo lavoro, quanta passione e quanta esperienza ha macinato nel costruire un archivio che per più di quarant’anni ha servito con eleganza, efficacia e tempestività la stampa italiana. In questo volume, Grazia Neri racconta come si è mossa, con autorevolezza e levità, nell’ambiente dell’arte e della cultura; racconta gli incontri eccellenti, le amicizie professionali, l’amore per la fotografia di attualità, la lettura dei ritratti, le sue passioni letterarie.
CONTEMPORANEA (2013)
pp. 172
Il Mulino, € 22,50
ISBN: 978-8815242501
“Contemporanea” promuove l’incontro tra studiosi di diverse generazioni, il confronto con la storiografia internazionale e il dialogo tra gli storici di professione e gli appassionati di storia, gli insegnanti e gli studenti, per discutere di ricerca, ma anche di formazione e didattica, di documenti e di attualità. “Contemporanea”, avvalendosi di un metodo di peer-review anonima, propone i risultati di ricerche originali e innovative di studiosi italiani e stranieri su aspetti politici, sociali e culturali della storia italiana, europea e mondiale dal tardo Settecento ad oggi. Informa sulle tendenze e i temi più significativi del dibattito internazionale, affrontando argomenti e problemi storici di particolare rilievo, in una discussione “scritta” tra studiosi italiani e stranieri e nel dialogo tra la storia e le altre scienze sociali.
DOPO LA MORTE DELL’ARTE
di Federico Vercellone
pp. 157
Il Mulino, € 16,00
ISBN: 978-8815244260
La questione della morte dell’arte appassiona la riflessione filosofica e le pratiche artistiche da quasi due secoli. Fu Hegel il primo a rilevare che l’arte non costituisce e nemmeno può più rappresentare la verità e il centro di una cultura. La dichiarazione dell’ultimo dei filosofi ha suscitato un incendio indomabile, le cui fiamme divampano nel Novecento e lambiscono ancora il nostro tempo. Ma è davvero morta l’arte? Sì, ma solo se si danno per buoni i presupposti hegeliani, come fece anche Benedetto Croce dando avvio al dibattito novecentesco. Da allora il tema non ha smesso di impegnare artisti e pensatori, a partire dall’avanguardia storica per giungere sino alle teorie dell’arte contemporanee.
IMMAGINE
di Voltolini Alberto
pp. 187
Il Mulino, € 14,00
ISBN: 978-8815244369
Che cosa fa di un’immagine un’immagine, ossia una rappresentazione pittorica? Che cosa rende un’immagine del tutto diversa da altre rappresentazioni, per esempio dai segni verbali? Sono interrogativi che risalgono alle origini della riflessione occidentale e sono variamente diffusi in molte tradizioni di pensiero. Ma in filosofia sono stati affrontati in modo sistematico soltanto di recente, a partire dal Novecento, per essere poi oggi discussi in una vera e propria esplosione di teorie. Al punto di vista più tradizionale, che lega la pittorialità dell’immagine a fattori di ordine percettivo o esperienziale, si è affiancato una concezione semiotica o strutturalista, che inscrive l’immagine in un particolare tipo di sistema di segni.
INTRODUZIONE AI MEDIA DIGITALI
di Adam Arvidsson e Alessandro Delfanti
pp. 169
Il Mulino, € 14,00
ISBN: 978-8815241733
Nella nostra società la rete e i media digitali sono una presenza pervasiva, densa di importanti implicazioni sociali, economiche e politiche. Nel fornire una aggiornata, introduzione alla sociologia dei media digitali il manuale offre una serie di strumenti critici con cui leggere le trasformazioni della società dell’informazione e più in generale del mondo contemporaneo. Un percorso che tocca l’economia dei media, la cooperazione online, l’open source, i media sociali, la produzione di software, la globalizzazione, i brand, il marketing, l’industria culturale, il lavoro e il consumo.
DESIGN. PROGETTARE GLI OGGETTI QUOTIDIANI
di Alberto Bassi
pp. 128
Il Mulino, € 9,80
ISBN: 978-8815244734
Una lampada, una bicicletta, un computer, ma anche libri, siti web, sistemi e servizi. All’origine delle “cose”, fìsiche o immateriali, che ogni giorno entrano nelle nostre vite, esiste un processo globale di progettazione nel quale convergono ideazione, produzione, comunicazione, utilizzo, consumo e riuso: è il design. Dopo averne descritto le caratteristiche e il campo d’azione, l’autore ci guida nelle sue diverse declinazioni nel contesto internazionale, ed in quello italiano, dove il design ha trovato un terreno fertile per esprimersi ai massimi livelli trasformando alcuni oggetti in icone del vivere quotidiano. E domani? Quali sfide per il design del terzo millennio?
CONSERVARE IL DIGITALE. PRINCIPI, METODI E PROCEDURE PER LA CONSERVAZIONE A LUNGO TERMINE DI DOCUMENTI DIGITALI
di Maria Guercio
pp. 232
Laterza, € 28,00
ISBN: 978-8859300090
I nodi concettuali e organizzativi della conservazione dei documenti digitali, i suoi metodi, i formati e i metadati, le nuove forme della custodia e gli strumenti per la loro certificazione e verifica, il quadro normativo italiano, le nuove frontiere e le sfide che ciascuna area di intervento riserva nel prossimo futuro, in una sintesi completa ed esauriente.
ROMA. IL TRAMONTO DELLA CITTÀ PUBBLICA
di Francesco Erbani
pp. 185
Laterza, € 12,00
ISBN: 978-8858105580
Roma è un caso esemplare di una condizione urbana le cui patologie affliggono la qualità del vivere e l’esistenza materiale delle persone. Le trasformazioni che ha vissuto o subito negli ultimi decenni sono quasi tutte riconducibili a un vorticoso aumento dell’edificato. È proprio dietro, accanto, sotto le trasformazioni fisiche che si è delineato il progressivo impoverimento della città pubblica, mentre è andata lievitando l’idea che soltanto l’estendersi di un controllo privato su parti crescenti della città possa contribuire a diffondere quel generale benessere e a fronteggiare la crisi che si è abbattuta su Roma.
LE PIETRE E IL POPOLO. RESTITUIRE AI CITTADINI L’ARTE E LA STORIA DELLE CITTÀ ITALIANE
di Montanari Tomaso
pp. 164
Minimum fax, € 12,00
ISBN: 978-8875214906
Perché il valore civico dei monumenti è stato negato in favore del loro potenziale turistico, e quindi economico? Perché la “valorizzazione” del patrimonio culturale ci ha indotti a trasformare le nostre città storiche in “luna park” gestiti da avidi usufruttuari? Lo storico dell’arte Tomaso Montanari ci accompagna in una visita critica del nostro paese: dallo showroom Venezia, a una Firenze dove si affittano gli Uffizi per sfilate di moda e si traforano gli affreschi di Vasari alla ricerca di un Leonardo inesistente, a una Napoli dove si progettano megaeventi mentre le chiese crollano, all’Aquila che giace ancora in rovina mentre i cittadini sono deportati nelle new town, l’idea di comunità è stata corrotta da una nuova politica che ci vuole non cittadini partecipi, ma consumatori passivi.
PIERO DELLA FRANCESCA. L’OPERA
A. M. Maetzke (a cura di)
pp. 239
Silvana, € 29,00
ISBN: 978-8836624621
“In queste pagine si è inteso fornire al lettore che voglia avvicinarsi a un artista che fu tra i più grandi geni dell’arte di tutti i tempi, come fu Piero della Francesca, complessa personalità di non facile e immediata comprensione neppure per chi si dedica a questi studi, uno strumento agile per un primo approfondimento della sua straordinaria figura di artista che fu, più di ogni altro, protagonista e interprete degli ideali più alti dell’età dell’Umanesimo e del primo Rinascimento italiano”. (Anna Maria Maetzke)
ALBERTO BIASI
M. Meneguzzo (a cura di)
pp. 391
Silvana, € 45,00
ISBN: 978-8836625697
Alberto Biasi (Padova, 1937) è un protagonista assoluto della storia dell’arte italiana del dopoguerra. La sua figura è una delle più coerenti e autorevoli a livello internazionale nel campo di quella che in Italia è stata definita “arte programmata”, o anche “arte cinetica”, e altrove “optical art”. Dal 1959, quando il giovanissimo Biasi formava il Gruppo Enne a Padova con alcuni suoi coetanei, a oggi, la sua attività si è mossa costantemente all’insegna dell’indagine percettiva, attraverso diversi cicli di lavori: dalle prime Trame alle famosissime Torsioni, dai Light Prisms agli Ottico-dinamici.
Leggendo dell’inaugurazione, il 18 marzo scorso, del “nuovo” Parkmuseerne a Copenhagen ci si potrebbe chiedere quale sia la novità, cosa ci sia di tanto straordinario, visto che non esiste nessuna nuova architettura iconica e nessun nuovo museo à la page a dare corpo a questo distretto museale.
C’è, invece, un progetto di politica culturale con un target preciso, i cittadini, e un obiettivo: incentivare e agevolare la partecipazione culturale della popolazione. Viene messo in opera un accordo di collaborazione scientifica tra istituzioni culturali con diverse vocazioni (e diversi assetti proprietari), dall’arte islamica della Collezione David, all’arte danese del XX secolo del museo Hirschsprung, dal cinema della Filmhouse, ai reperti zoologici del Museo di Storia Naturale.
C’è un intento comune di trasformare questa collaborazione scientifica in un’offerta culturale “green” fatta per i residenti. Serve a portarli a riscoprire un patrimonio di prossimità e a viverlo in modo diverso: a piedi o in bici, con programmazioni tematiche comuni, con connessioni tra architetture, musei, parchi e industrie creative, con un collegamento tra opere d’arte dentro i musei e contesto culturale e naturale fuori da essi. Incentivando l’utilizzo degli spazi verdi inclusi nel distretto (tre), resi parte della proposta culturale, e migliorando la visibilità e l’accessibilità fisica dei luoghi.
Questo, nella Capitale che si è posta, tra gli altri, l’obiettivo di diventare entro il 2025 la prima al mondo a emissioni zero.
Ovviamente, a sostegno di tutto ciò, un’articolata e chiara comunicazione – a partire da quella del sito parkmuseerne.dk e dei portali delle sei istituzioni aderenti al Parkmuseerne – segnala non soltanto i parchi gioco o i punti d’accesso più facili per i disabili, ma promuove anche, in modo congiunto, i diversi servizi aggiuntivi presenti nei musei.
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Il turista non sembra ancora un target delle varie iniziative promosse dal distretto ma, con l’interesse e la cura riservata da sempre in Danimarca a questo segmento di utenza, c’è da scommetterci che presto lo sarà, tant’è che sul sito compare già un simpatico invito rivolto a chi conosca un po’ di danese a unirsi alle visite guidate organizzate da botanici e storici dell’arte.
Primo tema di lavoro comune scelto dal distretto è quello dei fiori che, con la sua universalità, ben traduce l’idea di un innervo tra ricerca scientifica, divulgazione e comunicazione.
Martha Friel è docente di marketing delle organizzazioni culturali, IULM, Milano
Ogni città racchiude in sé tante anime: luoghi legati alla storia, alla cultura, alla religione o alla politica, luoghi del passato e luoghi del futuro. L’East Side Gallery è l’anima creativa di Berlino. La parte più estesa del Muro, ancora collocata nella sua originaria posizione lungo le rive della Sprea, è una galleria a cielo aperto. Pagina bianca di una storia da riscrivere, l’East Side Gallery è divenuta nel corso degli anni ed è tuttora luogo di espressione della creatività degli artisti di strada. Con i loro graffiti densi di significati, essi hanno reinterpretato le vicende di una città divisa dalla guerra fredda, i temi della pace e della solidarietà tra nazioni o, semplicemente, hanno dato colore alla Mühlenstrasse. Sono famosi i murales che ritraggono la Trabant, auto simbolo della Germania dell’Est, e il bacio tra Leonid Breznev ed Erich Honecker, ironicamente accompagnato dalla didascalia ”Signore! Aiutami a sopravvivere a questo amore letale”.
Un muro di oppressione divenuto, con il mutare storico, un simbolo di libertà e creatività, che oggi rischia di essere in parte abbattuto per lasciare spazio a un progetto di edilizia residenziale. Il progetto “Living Levels” prevede, infatti, lo spostamento di circa 30 m del tracciato murario per consentire la costruzione di un palazzo di 15 piani di appartamenti di lusso, i cui prezzi andranno dai 2.750 ai 7.800 euro al metro quadro. Nella zona antistante l’edificio è in programma la ricostruzione del Brommybrücke, il ponte a tripla arcata che collegava le due sponde della Sprea distrutto dai nazisti durante la seconda guerra mondiale nell’intento di contrastare l’avanzata dell’Armata Rossa.
Un progetto di riqualificazione urbana di una zona poco centrale di Berlino che non ha però tenuto conto di ciò che gli abitanti del quartiere e i berlinesi effettivamente vogliono. Non è un caso, dunque, che all’avvio dei lavori di smantellamento, il primo marzo scorso, qualche centinaio di cittadini siano intervenuti a difesa dell’East Side Gallery. Qualche centinaio che sono divenuti 6 mila nella successiva azione di protesta del 3 marzo, grazie alla quale ruspe e gru sono state fermate, sebbene solo temporaneamente. Ogni decisione è stata, infatti, rimandata al 18 marzo, data in cui avrà luogo l’incontro con il governo regionale di Berlino per decidere le future sorti del monumento. L’investitore, Maik Hinkel, mostratosi disponibile a trattare, ha fatto notare che le autorità competenti avevano regolarmente avallato il progetto e che almeno 20 dei 36 appartamenti sono già stati venduti sulla carta, individuando come unica strada percorribile l’esproprio e l’indennizzo.
Una Berlino in continuo cambiamento e in rapido rinnovamento, che molto sta investendo sulla cultura e che tuttavia sembra dimenticare la cultura storica in vista di interessi ben più materiali. È questa una delle principali critiche mosse dai manifestanti all’amministrazione: l’aver prediletto gli interessi di ricchi affaristi, piuttosto che non il valore simbolico della East Side Gallery. Nel frattempo, mentre le autorità vorrebbero fare retromarcia e dibattono sul come, rimbalzandosi responsabilità – tra i vantaggi di una amministrazione federale –, la protesta continua. Una nuova manifestazione è in programma per il 17 marzo, mentre è stata avviata una petizione online grazie alla quale sono state raccolte già 70mila firme. Che ne sarà, dunque, della Est Side Gallery? Presto lo sapremo, speriamo in ogni caso in una soluzione in cui passato e presente possano trovare un giusto equilibrio.
Nel giorno in cui il Rio de Janeiro ha festeggiato il suo 448° anniversario, la città ha anche inaugurato il nuovo Museo d’Arte di Rio de Janeiro (MAR), in una cerimonia tenutasi alla presenza del Presidente della Repubblica Dilma Rousseff. L’iniziativa congiunta del Consiglio Comunale – responsabile per l’allocazione delle risorse – e la Fondazione Roberto Marinho – che ha creato il progetto – ha avuto un investimento totale di R$ 79,5 milioni (€ 31 milioni circa). Il museo fa parte del progetto di riqualificazione della zona portuale della città e l’aspettativa è che, con le migliorie, ci siano maggiori investimenti e posti di lavoro nell’area.
In un progetto dello studio architettonico Bernardes + Jacobsen, il MAR è stato concepito dall’unione di due edifici costruiti in epoche diverse: il Palazzo Dom João VI, inaugurato nel 1916 per ospitare l’Ufficio dell’Ispezione dei Porti, e un edificio modernista del 1940, dove si terrà anche la Scuola dello Sguardo, con un programma accademico sviluppato in collaborazione con le università per discutere d’arte, di cultura e pratiche curatoriali. Il MAR funzionerà come uno spazio di supporto all’educazione, in collaborazione con il Dipartimento di Educazione del Comune di Rio de Janeiro e altri servizi di istruzione. La missione del MAR, il suo calendario, la formazione delle sue collezioni e la biblioteca, la strutturazione dei programmi, tra le altre attività, saranno definite da un comitato culturale guidato dal critico d’arte e curatore del museo Paolo Herkenhoff, mentre la gestione del museo è stata affidata all’Istituto Odeon, un’associazione culturale privata senza scopo di lucro.
L’apertura al pubblico si è tenuta il 5 marzo,con l’inaugurazione di quattro mostre: “Rio in immagini: la costruzione del paesaggio”, tra dipinti, stampe, disegni, fotografie, sculture e video, per un totale di 400 opere; “Il Collezionista – L’Arte Brasiliana e Internazionale della Collezione Jean Boghici”, con dipinti di Tarsila do Amaral e sculture Maria Martins; “La Voglia Costruttiva della Collezione Fadel”, con opere di Mira Schendel, Abraham Palatnik, Lygia Clark, Aluísio Carvão, Volpi e Tunga; e “Il Rifugio e il Territorio; l’Arte e la Società Brasiliana”.
Il biglietto costerà R$8 (€ 3). Il museo funzionerà dal martedì a domenica, dalle 10 alle 17. Si stima che 200,000 persone ogni anno visiteranno il MAR.
Progetto Porto Meraviglia: la rinascita della zona portuale
Un altro protagonista della riqualificazione della zona portuale carioca sarà il Museo del Domani, un progetto architettonico di 30,000 m2, con giardini, piste ciclabili e un’area ricreativa dello spagnolo Santiago Calatrava. Il Museo del Domani sarà uno spazio dedicato alla scienza, con un ambiente di esperienza che permetterà al visitatore di intravedere il futuro del pianeta nei prossimi 50 anni.
E non solo. Le opere nella zona prevedono la costruzione di quattro chilometri di gallerie, la riqualificazione di 70 chilometri di strade, la ricostruzione di 700 chilometri di reti di infrastrutture urbane e la costruzione di 17 chilometri di piste ciclabili. Si prevede che i lavori proseguiranno fino al primo trimestre del 2016.
MUSEI LOMBARDI A TRE COLORI. MATERIALE TRA ARTE E STORIA
G. De Martini (a cura di)
pp. 171
Allemandi, 30,00 €
ISBN: 978-8842221340
La Rete Museale dell’Ottocento lombardo non poteva mancare al fondamentale appuntamento del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, momento unico per valorizzare le collezioni d’arte e di storia possedute dai musei lombardi, indagare in profondità singoli capolavori, riscoprire fondi grafici e documentari, mettere in luce inediti e peculiari raccolte. Questo volume raccoglie i frutti del lavoro di ricerca e divulgazione effettuato nell’arco del 2011 durante le conferenze tenutesi nei diversi musei della Rete sul tema del rapporto tra arte e storia. Un’esperienza di crescita culturale attraverso approfondimenti su temi specifici e a volte poco conosciuti come la numismatica, il disegno, il teatro. Un modo per rafforzare e rendere più incisivo il ruolo della Rete Museale a favore della salvaguardia della bellezza e dell’educazione ai Beni Culturali.
TELEVISIONE
Carlo Freccero
pp. 172
Bollati Boringhieri, 9,00 €
ISBN: 978-8833923734
Con l’introduzione del digitale terrestre e delle pay TV, la televisione sta vivendo una trasformazione epocale. Anche il modo di guardare la TV sta cambiando rapidamente. Non è più il tempo dell’utente passivo: il pubblico cerca sempre di più un prodotto su misura, che spesso paga, in un certo senso confezionando da sé il palinsesto che preferisce. Se “il medium è il messaggio”, ogni medium produce contenuti propri e risponde in maniera originale alle esigenze della società. Nel caso della televisione vale anche il contrario: la società stessa viene, sempre di più, condizionata a sua volta dal mezzo televisivo. Nella nostra storia siamo così passati da una televisione di classe, specchio di un’élite del paese, a una televisione ritagliata attorno al consenso esclusivo ed escludente della maggioranza, per arrivare oggi a una TV sempre più attenta alla moltitudine, la nuova società plurale nella quale siamo immersi. Di questi mutamenti della TV e delle loro profonde ricadute sulla realtà italiana, Carlo Freccerò parla in modo illuminante e provocatorio, in un libro denso di idee e di contenuti.
IL TRIONFO DELLA CITTÀ. COME LA NOSTRA PIÙ GRANDE INVENZIONE CI RENDE PIÙ RICCHI E PIÙ FELICI
Edward L. Glaeser
pp. 586
Bompiani, 23,00 €
ISBN: 978-8845272004
“Sono duecentoquarantatre milioni gli americani che si concentrano nel tre per cento dei territori urbani del paese. A Tokyo e nel circondario, l’area metropolitana più produttiva del mondo, vivono trentasei milioni di persone. Dodici milioni risiedono nel cuore di Mumbai, e Shanghai è quasi altrettanto vasta. Su un pianeta dai grandi spazi (l’umanità intera potrebbe stare dentro il Texas – ciascun individuo con la sua villetta a schiera), noi scegliamo le città. Benché sia diventato molto economico viaggiare tra luoghi molto distanti tra loro, o lavorare in rete tra gli Ozarks e l’Azerbaijan, un numero sempre crescente di persone si raggruppa sempre più strettamente in grandi aree metropolitane. Ogni mese, cinque milioni in più di persone vanno a vivere nelle città dei paesi in via di sviluppo, e nel 2011 più della metà della popolazione mondiale è risultata essere urbana.” Edward Glaeser, professore di Economia a Harvard, ci conduce in un viaggio lungo i secoli e attraverso i continenti, per rivelarci i volti nascosti della “più grande invenzione dell’uomo”, la città che, nonostante ogni critica e ogni abuso, rimane il motore del progresso e dell’uomo.
L’OROLOGIO DI PONTORMO INVENZIONE DI UN PITTORE MANIERISTA
Salvatore S. Nigro
pp. 213
Bompiani, 12,50 €
ISBN: 978-8845272318
Questo è un libro sul tempo e sul corpo. Si occupa della scrittura del pittore cinquecentesco Jacopo Carucci detto il Pontormo. E anche della scrittura attorno a lui e su di lui. Racconta la pittura del Pontormo, inevitabilmente; ma come attraversata dal suono della parola e dalla febbre che l’invenzione letteraria vi ha acceso dentro. Pontormo è anche la letteratura che l’ha inventato. E che gli appartiene, come patina del tempo. Se il manierismo è “ricerca della febbre”, come suggeriva Bataille, questo è un libro sul manierismo. Il volume accoglie in appendice il Dossier dell’invenzione di Pontormo: “La lettera al Varchi” e “Il libro mio” del pittore; i versi in burla inviati da Bronzino al suo maestro.
IL POTERE SOCIEVOLE. STORIA E CRITICA DEI SOCIAL MEDIA
Fausto Colombo
pp. 168
Bruno Mondadori, 17,00 €
ISBN: 978-8861596559
I social media sono diventati essenziali nelle nostre vite. Sono duttili: ci permettono di vendere, comprare, comunicare, esprimerci, cercare e diffondere informazioni senza staccare gli occhi da un semplice display. Sono utilizzabili sempre e ovunque: la diffusione dei terminali mobili (smartphone e tablet) ci garantisce uno stato di perenne connessione. Sono amichevoli: generano quella speciale euforia che ci dà la facilità del loro uso. Sono socievoli: permettono le relazioni, anche a distanza. Ma è davvero tutto qui? Il libro si interroga sulla seduzione di questi strumenti, sulla loro attraente efficienza, per provare a coglierne anche lati meno ovvi, e forse più oscuri. Per cominciare, da dove vengono? Dal lungo processo della digitalizzazione, certo, ma anche da alcune svolte economiche e di mercato, e da precise filosofie imprenditoriali, di cui sono più o meno consapevoli portatori. E poi, di chi sono i social media, a chi appartengono i loro contenuti? A chi rispondiamo noi, quando li usiamo, o ci esprimiamo attraverso di loro? Quali tipi di conflitti (politici, economici, e anche personali) trovano spazio dentro a questo universo socievole? E, soprattutto, quali poteri vi prendono forma, dietro la maschera della disponibilità e dell’uguaglianza?
LE CITTÀ SOSTENIBILI
Andrea Poggio
pp. 125
Bruno Mondadori, 14,00 €
ISBN: 978-8861598379
Il nostro futuro inizia dalle città. In Europa e nel mondo nascono nuove smart cities, fondate su stili di vita sostenibili, sulla qualità degli spazi, sul lavoro verde. Ma non esistono città intelligenti senza cittadini informati, attivi, creativi. Questo libro racconta le vicende di tre personaggi immaginari: una studentessa, un impiegato e una professionista. Tre cittadini che crescono, insieme alle rispettive città. Con loro scopriamo che azione individuale e progetti sociali garantiscono davvero ambienti compatibili e una vita migliore. Essere spettatori passivi non conviene: l’avventura di inventare di nuovo le nostre città è già cominciata.
ESSERE INTELLIGENTI È UNA MALATTIA? TUTTO QUELLO CHE VORREMMO SAPERE SUL CERVELLO
F. S. Alario
pp. 361
Einaudi, 18,50 €
ISBN: 978-8806211592
Come ci ha insegnato Oliver Sacks, il cervello umano è una macchina sofisticatissima che presiede alle funzioni più semplici, come respirare, e alle più complesse, come comporre la Nona di Beethoven. Questo libro dà una risposta scientifica e divertita alle curiosità e alle domande più frequenti. È sensato paragonare il cervello umano a un computer? Quando non siamo coscienti il nostro cervello pensa? E a cosa? C’è un regime alimentare per garantire il massimo di funzionamento del cervello? Che cos’è l’Alzheimer e cosa provoca a livello cerebrale? Tutti gli animali posseggono un cervello? Il cervello delle donne è diverso da quello degli uomini? Cosa avevano di particolare il cervello di Einstein e quello di Paganini?
LA PITTURA CONTEMPORANEA DAL ROMANTICISMO ALLA POP ART
Flavio Caroli
pp. 166
Electa, 19,90 €
ISBN: 978-8837093556
Flavio Caroli – invece di compilare una semplice cronistoria degli avvenimenti artistici degli ultimi due sècoli – racconta, attraverso le opere, i cambiamenti e le rivoluzioni, mettendo in luce i continui rapporti con la tradizione pittorica del passato. L’analisi, che inizia con il Romanticismo visto come punto di rottura con le convenzioni della spazialità “classica”, si evolve in quattordici capitoli, ognuno dei quali prende in esame una delle tendenze della pittura contemporanea, in sintonia con le ricerche dell’uomo sui fondamentali quesiti dell’esistenza. Il “concetto di “avanguardia”, che ha origini sociologiche più che strettamente estetiche, è messo tra parentesi e l’arte contemporanea viene vista come un prisma in cui ogni faccia si identifica con le risposte primarie che i grandi artisti hanno saputo dare a un mondo che evolvendosi tecnologicamente ha moltiplicato, anziché cancellare, enigmi e interrogativi sui quesiti della conoscenza.
DESIGN INTERSECTIONS. IL PENSIERO PROGETTUALE INTERMEDIO
P. Ranzo e C. Langella (a cura di)
pp. 160
Franco Angeli, 24,00 €
ISBN: 978-8820411442
Il design deve essere sempre più in grado di comprendere linguaggi in passato considerati esterni e differenti e di seguire le dinamiche evolutive della ricerca scientifica e tecnologica in un percorso nel quale nascono incontri, intersezioni, attraverso cui le spinte all’innovazione si traducono in risultati tangibili, in prodotti e sistemi di prodotti in grado di apportare grandi e piccoli miglioramenti alla qualità della vita dell’uomo.
FORMARE ALLE PROFESSIONI. ARCHITETTI, INGEGNERI, ARTISTI (SECOLI XV-XIX)
A. Ferraresi e M. Visioli (a cura di)
pp. 272
Franco Angeli, 34,00 €
ISBN: 978-8856846478
Nell’idea di una “Storia pedagogica delle professioni”, la preparazione di ingegneri, architetti, pittori, scultori in età moderna è esemplare per l’interazione tra arti liberali e arti meccaniche, per i suoi riflessi nelle istituzioni e nei processi educativi e nei rapporti fra teoria e pratica. Questo volume ha origine da due incontri al Collegio Ghislieri e ne raccoglie le relazioni, riviste alla luce delle discussioni seminariali. Il libro è diviso in due parti e segue percorsi di professionalizzazione insieme diacronici e sincronici, dove è centrale il ruolo del disegno nelle sue declinazioni estetiche, tecniche, scientifiche. Nell’intricato processo di definizione di nuove figure professionali sono visibili esperienze pedagogiche e didattiche diverse, sino al tardo Settecento, quando l’intervento dello Stato accelera e uniforma il processo della preparazione professionale di ingegneri e architetti, e si fa più chiara la distinzione tra questi e figure di artisti, quali pittori e scultori.
I FILOSOFI IN GRECIA E A ROMA. QUANDO PENSARE ERA UN MODO DI VIVERE
Giuseppe Cambiano
pp. 278
Il Mulino, 24,00 €
ISBN: 978-8815241511
Nella cultura moderna i filosofi antichi sono apparsi di volta in volta educatori dell’umanità o depositari di un sapere ancora vergine, organizzatori di cultura o professori universitari, antesignani dello scienziato o intellettuali organici e così via. Nessuna di queste immagini, tuttavia, calza a pennello con i tratti del filosofo antico nelle sue metamorfosi storiche, con ciò che egli era per sé e per il contesto in cui viveva. E allora: che cosa significava essere filosofi in Grecia e a Roma? Nel mondo antico la filosofia non fu mai soltanto un complesso di dottrine, un insieme di procedure d’indagine e un arsenale di tecniche argomentative, ma sempre mirò a presentarsi come un modo specifico di vita. Seguendo questo filo conduttore, l’autore ripercorre i modelli di vita filosofica succedutisi in mille anni di storia, dalla nascita del termine “filosofo” nel IV secolo a.C. alla definitiva affermazione del cristianesimo, che contrappose con successo un nuovo tipo di vita a quello della tradizione.
REQUIEM PER LA SCUOLA? RIPENSARE IL FUTURO DELL’ISTRUZIONE
Norberto Bottani
pp. 143
Il Mulino, 13,00 €
ISBN: 978-8815241603
I sistemi scolastici franano ovunque, anche laddove sembrano stabili. La scuola sembra più che altro supplire a strutture familiari e sociali in crisi e si trova a somministrare terapie psicopedagogiche a una popolazione giovanile perturbata, sprovveduta di punti di riferimento. Nell’attuale scuola di massa gli insegnanti non hanno nemmeno più la funzione che avevano i loro predecessori di selezionare le élite intellettuali, e di meritarsi con ciò il riconoscimento sociale. Gli odierni sistemi scolastici – di stampo ottocentesco – registrano ovunque un duplice fallimento di efficienza e di equità: l’impossibilità di far acquisire a ognuno un bagaglio minimo di conoscenze e competenze e quello di democratizzare la società, favorendo, mediante l’istruzione, la mobilità sociale. Il divario, inoltre, tra mondo scolastico e informatico è massimo. I nativi digitali sperimentano ormai spazi aperti di apprendimento e modalità di accesso alla conoscenza molteplici, molto lontani dai riti scolastici. Ce n’è abbastanza per chiedersi su che cosa appoggiano oggi i sistemi scolastici e se hanno ancora un senso.
NON PER PROFITTO. PERCHÉ LE DEMOCRAZIE HANNO BISOGNO DELLA CULTURA UMANISTICA
Martha C. Nussbaum
pp.170
Il Mulino, 14,00 €
ISBN: 978-8815241665
Alle prese con la crisi economica e le sue spending reviews molti paesi infliggono pesanti tagli agli studi umanistici ed artistici a favore di abilità tecniche e conoscenze pratico-scientifiche. E così mentre il mondo si fa più grande e complesso, gli strumenti per capirlo si fanno più poveri e rudimentali; mentre l’innovazione richiede intelligenze flessibili, aperte e creative, l’istruzione ripiega su poche nozioni stereotipate. Non si tratta di difendere una presunta superiorità della cultura classica su quella scientifica, bensì di mantenere l’accesso a una conoscenza che nutra la libertà di pensiero e di parola, l’autonomia del giudizio, la forza dell’immaginazione, come altrettante precondizioni per una umanità matura e responsabile. Con un’introduzione di Tullio De Mauro.
LA CITTÀ ROMANA
Paul Zanker
pp. 135
Laterza, 15,00 €
ISBN: 978-8858105627
“Chi parla di una tipica ‘città romana’ intende, di norma, una città a pianta ortogonale, come quelle che si incontrano nelle regioni che una volta formavano la parte occidentale dell’Impero”. È quasi un paradosso: rispetto a questa struttura, Roma non si presenta affatto come una tipica ‘città romana’. Ma è Roma che ha fatto da modello per intere generazioni, in particolare per le più importanti tipologie di edifici pubblici.
FARE TELEVISIONE. I FORMAT
Axel M. Fiacco
pp. 233
Laterza, 20,00 €
ISBN: 978-8858105610
La televisione sta cambiando; anzi, è già cambiata. In questo cambiamento i format hanno svolto e continueranno a svolgere un ruolo sempre più strategico. A dispetto della loro importanza, non sono mai stati oggetto di un approfondimento specifico, perlomeno in Italia. Addirittura, anche tra coloro che si fregiano del titolo di “addetti ai lavori”, sono davvero pochi quelli che sanno cosa si intende esattamente con questo termine. Axel Fiacco per la prima volta affronta in modo completo e approfondito questo tema e spiega nel dettaglio come è fatto il mondo dei format (sia tradizionali che crossmediali), in tutte le sue molteplici implicazioni. Si comincia spiegando qual è il vero significato della parola e come il format si colloca nel complesso sistema dei moderni generi televisivi d’intrattenimento. Viene quindi trattata in maniera esaustiva l’affascinante materia della sua progettazione, fornendo tutte quelle competenze tecniche e quel bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche necessarie per costruire e scrivere un format di successo. L’ultimo capitolo è infine dedicato al tema dell’adattamento dei format stranieri, materia che, in tutto il mondo, sta assumendo sempre più importanza cruciale.
LA DEMOCRAZIA DEI BENI COMUNI
Lucarelli Alberto
pp. 143
Laterza, 16,00 €
ISBN: 978-8858105238
Il volume analizza la dimensione dell’effettività del diritto pubblico, intesa non soltanto come complesso di principi e regole, ma anche quale contenitore ed espressione di eventi, decisioni e fenomeni socio-economici capaci di incidere direttamente sui diritti dei cittadini. Il conflitto sociale, la lotta per i diritti, l’eguaglianza sostanziale rappresentano le categorie giuridiche che maggiormente hanno contribuito all’insorgere delle tre dimensioni del diritto pubblico, trasformando la pubblica amministrazione da mera esecutrice della volontà legislativa a soggetto attivo nei processi sociali di trasformazione e di erogazione di servizi. Si è così sviluppato un diritto pubblico capace di confrontarsi e fronteggiare decisioni provenienti anche da organismi privi di investitura popolare. Alberto Lucarelli discute i contributi teorici più significativi che si sono avuti nel XIX e XX secolo e “attraverso l’analisi delle idee e dell’evoluzione dei processi normativi – si pensi alla straordinaria stagione delle Costituzioni europee successive alla prima guerra mondiale – evidenzia le varie dimensioni del diritto pubblico. Inoltre delinea quali possano essere gli strumenti e le categorie giuridiche per uscire dalla crisi della dimensione sociale del diritto, e dalla sua impotenza, per raggiungere gli obiettivi della democrazia sostanziale”.
VIAGGI E VIAGGIATORI NELL’OTTOCENTO. ITINERARI, OBIETTIVI, SCOPERTE
Marco Severini (a cura di)
pp. 464
Marsilio, 34.00 €
ISBN: 978-8831716000
Il volume analizza storicamente la tematica del viaggio, declinato nelle più diverse accezioni, e assume come riferimento cronologico il secolo XIX: vengono focalizzati esempi e tipologie di viaggio quanto mai disparati nelle finalità, nelle mete, nell’appartenenza sociale e di genere, nelle modalità di spostamento e nelle stesse scoperte registrate. L’Ottocento si è rivelato, sotto molti punti di vista, l’età del viaggio e dei viaggi, che furono compiuti per completare l’iter formativo e culturale, per ragioni professionali, politiche, sentimentali, familiari, personali e per altro ancora. A differenza di quelli dei secoli precedenti, la stragrande maggioranza di questi spostamenti fu accompagnata da puntuali e quotidiani resoconti, espressi di volta in volta in forma epistolare, diaristica e intellettuale; tra le destinazioni, la penisola italiana divenne, in questo periodo, la meta ricercata di viaggi collocabili nella tradizione del Grand Tour o rispondenti a necessità dettate dalle trasformazioni politiche, ideologiche e culturali del “secolo delle nazionalità”. Dall’Italia e da una sua particolare visuale periferica lo sguardo si allarga, attraverso distinte sezioni, al vecchio continente e poi alle rotte extra-europee. Nel rispetto della dimensione storica di fondo, l’opera si presenta come un percorso interdisciplinare che ha chiamato a confronto storici e studiosi della letteratura e della lingua, filosofi e astronomi, storici dell’arte e artisti.
OMBRE PASSEGGERE. CINEMA E STORIA
Pierre Sorlin
pp. 226
Marsilio, 22,00 €
ISBN: 978-8831710121
Del passato ricordiamo impressioni, sfuggenti immagini che scorrono come passano sullo schermo le riprese di un film. Cinema e storia condividono la fugacità del tempo che non si ferma. Testi, dipinti, fotografie fissano un istante dell’accaduto, il film fluisce come lo fanno le nostre giornate. Il cinema è stato il primo divertimento di massa, ha radunato milioni di persone, unite grazie a un rituale comune. L’importanza del pubblico lo ha reso un fattore di rilievo nell’evoluzione economica e politica dell’universo contemporaneo; industria, strumento di potere, oggetto di scambi internazionali, divertimento, strumento di conoscenza. La sua originalità consiste nella restituzione del movimento: porge l’illusione di vedere le macchine funzionare, gli esseri spostarsi, la natura evolversi. Il contributo fondamentale del cinema alla comprensione del mondo è la messa in evidenza del cambiamento permanente che è la storia. Partendo da tali premesse il libro considera il cinema come istituzione sociale storicamente ambientata, come documento sul passato, come fonte per rappresentare epoche trascorse.
I PROTAGONISTI. LA RECITAZIONE NEL FILM CONTEMPORANEO
Cristina Jandelli
pp. 175
Marsilio, 12,50 €
ISBN: 978-8831714341
Come recitano i protagonisti del cinema contemporaneo, quali figure incarnano attori e divi incaricati di rappresentare la crisi del personaggio di finzione nel complesso scenario attuale? Mentre la tecnologia digitale riconfigura fisionomie e prestazioni, indagare il contributo degli interpreti appare particolarmente necessario. La riflessione complessiva muove dall’analisi della recitazione dei protagonisti di una ventina di film recenti europei e americani. Il loro stile di recitazione emerge dalla lettura di singole interpretazioni che inevitabilmente rimandano ad altre, intrecciando percorsi in grado di evidenziare il valore artistico del lavoro attoriale per lo più occultato dalle storie del cinema, dal sistema produttivo e dai circuiti della comunicazione. Osservare la recitazione dei protagonisti aiuta a comprendere l’indispensabile funzione dell’attore nel film di finzione: valutandone l’espressività ed esplorandone il corpo, luogo di tutte le tensioni che attraversano il suo statuto nella contemporaneità, emerge la performance. Volti, gesti, espressioni e voci danno vita a personaggi sempre più dissociati e multiformi, inevitabilmente legati alla condizione esistenziale delle donne e degli uomini del nostro tempo.
DE NITTIS. CATALOGO DELLA MOSTRA (PADOVA, 19 GENNAIO-26 MAGGIO 2013)
E. Angiuli, F. Mazzocca (a cura di)
pp. 239
Marsilio, 35,00 €
ISBN: 978-8831714495
Prosegue con De Nittis (1846-1884), dopo le grandi monografiche su Hayez, Boldini, Signorini, il progetto di Palazzo Zabarella di ricerca e valorizzazione dei grandi protagonisti della pittura dell’Ottocento europeo. La statura internazionale di Giuseppe De Nittis, il più grande insieme a Boldini degli italiani a Parigi, si deve al suo confronto con Manet, Degas e con gli Impressionisti con cui ha saputo condividere, pur nella diversità del linguaggio pittorico e degli esiti, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura. Questa monografia rende giustizia all’artista, un pittore che oggi si conferma tra i grandi protagonisti della scena mondiale del secondo Ottocento.
MARE CHIUSO. CON DVD
Stefano Liberti, Andrea Segre
pp. 82
Minimum Fax, 13,00 €
ISBN: 978-8875214739
Fra il 2009 e il 2010, grazie agli accordi del governo italiano con la Libia di Gheddafi, oltre mille migranti africani vennero intercettati nelle acque del Mediterraneo dalle autorità militari italiane e respinti in Libia, dove la polizia esercitava indisturbata abusi e violenze. Oggi, le vittime dei respingimenti possono finalmente raccontare cosa è successo su quelle navi: attraverso immagini esclusive girate sui barconi e drammatici resoconti in prima persona, “Mare chiuso” offre la testimonianza della complicità dell’Italia in una scandalosa violazione dei diritti umani, per la quale il nostro governo è stato condannato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Un implacabile documentario di denuncia che ha contribuito a tenere vivo il dibattito su un tema che non accenna a perdere la sua attualità. Nel libro che lo accompagna, ulteriori approfondimenti vengono dalla voce degli autori, e degli attivisti e dei legali impegnati nel cercare giustizia per le vittime della vicenda.
ARMI DI PERSUASIONE DI MASSA. ABBIAMO I MEDIA CHE CI MERITIAMO
Brooke Gladstone e Josh Neufeld
pp. 184
Rizzoli, 20,00 €
ISBN: 978-8817058704
Come e perché un fatto diventa notizia a scapito di altri? Chi e cosa c’è alla base del circuito informativo? Qual è il motore che muove l’infernale Macchina della persuasione? Duemila anni di notizie, dall’antica Roma a internet, passando per le due guerre mondiali, il crollo delle Torri gemelle, il conflitto in Iraq e l’elezione di Obama: Brooke Gladstone e Josh Neufeld firmano un’opera che scardinerà le nostre vecchie convinzioni sui mezzi di comunicazione di massa.
NOVECENTO. ARTE E VITA IN ITALIA TRA LE DUE GUERRE. CATALOGO DELLA MOSTRA (FORLÌ, 2 FEBBRAIO-16 GIUGNO 2013)
F. Mazzocca (a cura di)
pp. 407
Silvana, 34,00 €
ISBN: 978-8836625390
Attraverso una straordinaria ricchezza e varietà di opere (dipinti, sculture, progetti e modelli architettonici, manifesti, grafica, mobili e oggetti di arredo, abiti e gioielli) viene rievocata la grande stagione del “Novecento” italiano, quando dalla prima guerra mondiale alla caduta del Fascismo architetti e artisti geniali hanno cambiato, realizzando edifici monumentali decorati da sculture e da affreschi, il volto delle città italiane. Mentre pittori e scultori, riconosciuti in tutto il mondo, come Casorati, De Chirico, Balla, Sironi, Funi, Severini, Campigli, Carrà, Cagnaccio di San Pietro, Martini, Andreotti, Messina hanno creato un classicismo moderno in sintonia con il movimento del cosiddetto “ritorno all’ordine” diffuso in tutta Europa. Il gusto “Novecento” ha trovato un terreno ideale anche nei manifesti pubblicitari o di propaganda che crearono un’arte popolare caratterizzata però da soluzioni raffinate e inattese. Mentre i mobili, le ceramiche e i vetri, un campo dove ha avuto un ruolo da protagonista il versatile Gio Ponti, diventavano espressione di una nuova bellezza che, attraverso gli oggetti d’uso, caratterizzava la vita quotidiana.
LA CLASSE DELL’ARTE. OPERE, COLLEZIONISMO, ISTITUZIONI, TECNOLOGIE E LINGUAGGI
Paola Tognon
pp. 143
Silvana, 12,00 €
ISBN: 978-8836623921
Il volume presenta, ampliandone i contenuti, il progetto “La classe dell’arte”, ciclo di incontri, svolto presso il Centro culturale Trevi di Bolzano, che ha visto di volta in volta la partecipazione di quattro relatori diversi, per storia, esperienza, professione, provenienza, generazione. Momenti di confronto gratuiti, allargati, con una specifica attenzione all’attualità dell’esperienza tecnologica, capaci di costruire un dialogo di senso in un’epoca, la nostra, di grandi cambiamenti. Se l’attenzione alla differenza è la cornice di questa ricerca, l’arte ne è l’oggetto, con la sua riflessione spesso incurante e sovversiva verso l’ordine imposto.
PENSIERI VERTICALI
Morton Feldman
pp. 305
Adelphi, 30,00
ISBN: 978-8845927607
Come un rosario di suoni sgranati, come un mulino tibetano regolato da una pazienza celeste: così, nelle parole di Mario Bortolotto, apparve la musica quieta e smisurata di Morton Feldman all’orizzonte della Neue Musik. Ma se la novità radicale rappresentata dall’irruzione di Feldman sulla scena newyorkese fu in quel modo di comporre diverso da ogni altro (compreso quello del suo maestro Cage), ciò che sorprende per contrasto nei suoi scritti è la scintillante vivacità di una penna la cui verve polemica e incurante ironia ancora oggi lasciano il segno. Nessuna tenerezza per Darmstadt. Questi pensieri verticali sono come frecce avvelenate che si incuneano fra i resti di alcune inscalfibili certezze, corrodendole dall’interno.
MOSTRE D’ARTE A MILANO NEGLI ANNI VENTI.
DALLE ORIGINI DEL NOVECENTO ALLE PRIME MOSTRE SINDACALI (1920-1929)
Massimo De Sabbata
pp. 302
Allemandi, 28,00
ISBN: 978-8842221869
Il volume ricostruisce il ramificato panorama delle esposizioni d’arte contemporanea a Milano, durante il terzo decennio del XX secolo. Attraverso la consultazione della bibliografia esistente, lo spoglio dei periodici milanesi e alcuni affondi archivistici, il libro ricompone il quadro delle mostre personali e collettive organizzate dalle numerose gallerie private, dalle istituzioni pubbliche e dalle associazioni private della città. Il solido sistema espositivo che ne emerge si complica progressivamente nel corso del decennio, quando la pittura del Novecento comincia a imporsi. D’altra parte, la complessa vicenda del movimento sostenuto da Margherita Sarfatti, letta dentro le articolate dinamiche espositive milanesi, si colora di nuovi accenti e non appare estranea al processo di sindacalizzazione degli artisti, promosso dal fascismo verso la fine del decennio.
PATRIZI, NOTABILI, COSTRUZIONE DELLA CITTÀ. FABBRICA E TUTELA DI PALAZZO. MAGIO GRASSELLI A CREMONA
A. Landi (a cura di)
pp. 243
Allemandi, 30,00
ISBN: 978-8842220015
Cremona è meta privilegiata per gli storici dell’Età Moderna: i suoi archivi restituiscono con esemplare chiarezza i tratti più generali della “decadenza” cinquecentesca, il volto del potere delle aristocrazie italiane, fino al crollo nell’ultimo Settecento e al definirsi della città borghese. Mentalità, costumi abitativi, strategie patrimoniali di patrizi prima e notabili poi, dai sommovimenti sociali e religiosi del Cinquecento, attraverso l’Illuminismo, fino al dopoguerra, indiscusse entro le mura cittadine, devono misurarsi con politiche e tendenze culturali a scala europea. Leggere Palazzo Magio, nel confronto continuo fra documento ed edificio, significa muoversi su questo duplice registro, fra pratiche costruttive e risorse locali, quadrature barocche e dotte decorazioni neoclassiche, eccezionali ma non uniche, fra suggestioni piranesiane e richiami al Rinascimento.
LE ILLUSIONI DELLA SCIENZA. 10 DOGMI DELLA SCIENZA MODERNA POSTI SOTTO ESAME
Rupert Sheldrake
pp. 356
Apogeo, 20,00
ISBN: 978-8850331383
La scienza si è illusa di aver già compreso la natura della realtà: le questioni fondamentali hanno già trovato risposta, lasciando solo i dettagli da definire. Rupert Sheldrake, uno degli scienziati più innovativi ed esponente di quello che viene definito un approccio “organicista”, pensa invece che le scienze stiano attraversando una impasse determinata proprio da ipotesi date regolarmente per sottintese, mai messe in dubbio, accettate come un articolo di fede.
CULTURA
Marco Aime
pp. 118
Bollati Boringhieri, 9,00
ISBN: 978-8833923741
Uno degli antropologi più noti nel panorama italiano riesce a comunicarci il volto sfaccettato e ambiguo della parola cultura in poco più di cento pagine, con un linguaggio chiaro e appassionato, con rigore metodologico e soprattutto con una grande apertura mentale e una rara empatia nei confronti dell'”altro”, unico requisito davvero necessario per evitare di cadere in millantate “guerre tra culture”. Di “cultura” nel tempo sono state date definizioni diverse, per tentare di imbrigliare un concetto così deformabile. Eppure viviamo di cultura e la invochiamo spesso.
CULTURE INTERDETTE.
MODERNITÀ, MIGRAZIONI, DIRITTO INTERCULTURALE
Mario Ricca
pp. 406
Bollati Boringhieri, 25,00
ISBN: 978-8833958552
Per un migrante entrare in contatto con le leggi del paese d’accoglienza costituisce una delle esperienze più enigmatiche e sconvolgenti a cui sia esposto. Attraverso il dislocamento spaziale viene assoggettato a un regime giuridico che per lui resta in gran parte culturalmente opaco. I codici espliciti – gli obblighi di legge – non lasciano trapelare il vastissimo non detto che presuppongono e custodiscono, il sapere implicito al quale gli autoctoni hanno accesso da sempre e che è portatore di una normatività di diverso genere, ma altrettanto imprescindibile per la convivenza quotidiana. Nella violazione della legge, a collidere sono in particolare i sommersi culturali spesso ignorati dagli individui stessi, ed è a quel livello che la difficoltà deve essere sanata. Se ne incarica una disciplina nuovissima, destinata ad assumere una funzione strategica nella nostra società multietnica: il diritto interculturale.
IL CERVELLO UNIVERSALE.
LA NUOVA FRONTIERA DELLE CONNESSIONI TRA UOMINI E COMPUTER
Miguel Nicolelis
pp. 417
Bollati Boringhieri, 24,00
ISBN: 978-8833923109
Quello che avete tra le mani, a prima vista può ricordare il lavoro di uno scrittore visionario, appassionato di fantascienza, ma in realtà è un libro di scienza vera e dura, di tecnologia d’avanguardia e di contagioso entusiasmo creativo in uno dei campi più promettenti della ricerca avanzata. L’autore è il pioniere delle “BMI”, le “interfacce cervello-macchina”, oggetti progettati e realizzati per permettere al cervello di connettersi direttamente a un computer e muovere oggetti con un atto del pensiero. La tecnica è progredita a tal punto che Miguel Nicolelis, fieramente brasiliano di nascita, ha promesso che il calcio d’avvio del Campionato del Mondo del 2014 in Brasile lo darà un ragazzo disabile, manovrando un arto meccanico controllato solo dalla sua volontà.
AAA ADEGUAMENTO, ADATTABILITÀ, ARCHITETTURA.
TEORIE E METODI PER LA RIQUALIFICAZIONE ARCHITETTONICA, ENERGETICA ED AMBIENTALE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE
Annarita Ferrante
pp. 238
Bruno Mondadori, 22,00
ISBN: 978-8861598560
Una riflessione sulle possibilità di recupero architettonico ed energetico del patrimonio edilizio, di sicura utilità per gli architetti e i decisori delle politiche urbanistiche e ambientali. Molto attento al tema della sostenibilità, il libro spiega come, attraverso l’uso di soluzioni tecnologiche integrate nelle costruzioni esistenti, la trasformazione energetica possa diventare il motore della riqualificazione edilizia e, perciò, della riqualificazione urbana e ambientale. Attraverso la lettura “attiva” di alcuni casi di studio, il libro fornisce preziosi strumenti per la verifica dell’effettiva capacità di trasformazione/adattabilità delle strutture edilizie e architettoniche esistenti in relazione ai loro caratteri tipologici e costruttivi.
SVILUPPO, CRISI, INTEGRAZIONE.
TEMI DI STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI PER IL XXI SECOLO
Mauro Campus (a cura di)
pp. 302
Bruno Mondadori, 23,00
ISBN: 978-8861596894
Dall’affermazione economica e politica della finanza tra fine Ottocento e inizio Novecento alla “crisi” statunitense e transatlantica degli anni settanta, gli undici saggi di questo libro affrontano temi che risalgono alle radici dell’attuale transizione delineando passaggi dello scorso secolo durante i quali si formarono o mutarono processi storici sopravvissuti al 1989. Con la fine della competizione bipolare presero slancio fenomeni strutturali complessi ancora attivi nel sistema internazionale contemporaneo guidato da nuovi attori, capaci di orientare le scelte politiche sfuggendo al controllo statale.
CONDIZIONE GIOVANILE E NUOVI RISCHI SOCIALI. QUALI POLITICHE?
Giulia Cordella e Sara Elisabetta Masi (a cura di)
pp. 293
Carocci, 29,00
ISBN: 978-8843065455
Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti delle giovani generazioni è andata crescendo anche a seguito della crisi economica, che ha inasprito le difficoltà che caratterizzano il percorso di transizione alla vita adulta. Il dibattito sulle criticità della condizione giovanile in termini di lavoro, abitazione, partecipazione alla vita sociale risulta tuttavia estremamente frammentato tra i diversi ambiti tematici e livelli istituzionali. Grazie al contributo di studiosi di varie discipline e operatori del territorio, il volume ricostruisce un quadro dei rischi sociali che interessano la condizione del giovane adulto e si interroga sul modo attraverso cui le politiche pubbliche si stiano attrezzando per far fronte a tali criticità.
LA FALSA SCIENZA.
INVENZIONI FOLLI, FRODI E MEDICINE MIRACOLOSE DALLA METÀ DEL SETTECENTO A OGGI
Silvano Fuso
pp. 301
Carocci, 21,00
ISBN: 978-8843067053
Radiazioni misteriose, extraterrestri, reperti archeologici rivoluzionari, dispositivi elettronici fantascientifici, macchine che controllano il clima e che fanno rivivere il passato… sono solo alcune delle scoperte e delle invenzioni che avrebbero potuto modificare radicalmente la nostra vita, se solo fossero state reali. Il libro analizza con rigore storico una serie di false scoperte scientifiche, immaginando cosa sarebbe successo se fossero state vere. Un viaggio insolito e intrigante all’interno della scienza che mostra aspetti poco noti della ricerca e dei ricercatori.
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE
Maria Beatrice Ligorio e Stefano Cacciamani
pp. 343
Carocci, 32,00
ISBN: 978-8843067510
Negli ultimi decenni, la psicologia dell’educazione ha visto un interessante sviluppo sia a livello teorico, sia sul piano applicativo. Il volume, partendo da una rivisitazione di temi e approcci tradizionali, offre un resoconto ampio e sistematizzato delle più recenti concettualizzazioni e delle varie interconnessioni con discipline attigue, delineando così anche possibili sviluppi della ricerca nel settore. L’articolazione del testo in tre parti una teorica, una metodologica e una relativa agli sviluppi futuri della disciplina – lo rende adatto sia per corsi di laurea di base e specialistici, sia per chiunque si occupi di processi di apprendimento/insegnamento in contesti scolastici, formativi, professionali ed informali.
CHE COS’È IL TEMPO? EINSTEIN, GÖDEL E L’ESPERIENZA COMUNE
Mauro Dorato
pp. 138
Carocci, 12,00
ISBN: 978-8843066964
Nella nostra esperienza il presente è l’istante che separa ciò che non esiste più da ciò che non esiste ancora e il suo continuo movimento scandisce il passaggio irreversibile del tempo. Secondo Einstein e Gödel, tuttavia, le due teorie della relatività riducono il presente a un’illusione, e a parere di Boltzmann e molti altri fisici la differenza tra passato e futuro non può essere colta dalle leggi naturali. Come spiegare allora la nostra esperienza del tempo?
CINEMA E TEATRO. INFLUSSI E CONTAMINAZIONI TRA RIBALTA E PELLICOLA
Marina Pellanda
pp. 110
Carocci, 12,00
ISBN: 978-8843067459
Il volume affronta il tema dei rapporti fra il cinema e il teatro. Lontano dal voler verificare se lo schermo possa considerarsi una estensione della scena o viceversa, il testo analizza alcuni momenti, alcuni esempi in cui il cinema e il teatro sembrano rincorrersi, risultando il legame tra le due arti più che una contrapposizione una proficua collaborazione. L’intento non è quindi quello di mettere alla prova un’eventuale superiorità di un’arte rispetto all’altra, quanto sottolineare situazioni ricorrenti in cui l’ambivalente rapporto crea un binomio che rende possibile investigare la realtà dei due sistemi di racconto.
PAESAGGI INTERROTTI.
TERRITORIO E PIANIFICAZIONE NEL MEZZOGIORNO
Alberto Clementi (a cura di)
pp. 176
Donzelli, 25,00
ISBN: 978-8860368447
La difficoltà della progettazione urbana nel Mezzogiorno è un tema poco discusso e molto attuale, legato alle problematiche degli aiuti economici alle regioni meridionali e alla complessità di gestirli dove i poteri illeciti contano più dello Stato. Il libro riflette sulla specificità della situazione meridionale dal punto di vista della pianificazione territoriale, muovendo da alcune prove d’innovazione realizzate di recente. A partire dalla considerazione della condizione particolare delle regioni meridionali, gli autori discutono le potenzialità e i limiti dell’attuale sistema di governo del territorio, sollevando alcune questioni di fondo sulla praticabilità delle politiche di coesione nelle città del Mezzogiorno.
APPROSSIMAZIONI ALLA CITTÀ
Mariavaleria Mininni
Donzelli, 25,00
ISBN: 978-8860368454
Da più di vent’anni il progetto della città contemporanea sta mettendo a fuoco uno spazio, il periurbano, che si colloca tra la città e ciò che la circonda. Una geografia che negli stessi luoghi si confronta con ordini di problemi a differenti livelli di complessità – l’approvvigionamento di cibo, il decentramento di funzioni urbane, le reti infrastrutturali, i cambiamenti climatici, i grandi rischi ambientali – e, insieme, questioni più vicine e ordinarie – la riqualificazione delle aree periferiche e dei loro margini, la sostenibilità dei tessuti a bassa densità e la loro maggiore qualità e abitabilità.
I BENI COMUNI
Antonello Ciervo
pp. 220
Ediesse, 12,00
ISBN: 978-8823017078
Quello di “beni comuni” è un concetto troppo spesso utilizzato, nella più recente letteratura scientifica come nel dibattito pubblico, in maniera impropria, quasi fosse una sorta di contenitore da riempire di volta in volta con significati diversi se non opposti. L’obiettivo del libro è dunque quello di chiarire il senso e il contenuto di questa categoria attraverso un’analisi storica e comparativa, da cui fare emergere la pluralità di usi e di interessi che hanno caratterizzato questa tipologia di beni nel tempo e nello spazio. Intorno ad essa sembra infatti emergere una certa “urgenza scientifica” imposta dall’attualità: basti pensare alle più recenti proposte di riforma del codice civile e alle trasformazioni del regime giuridico dei servizi pubblici locali, la cui disciplina, che prevedeva il conferimento della gestione in via ordinaria ai privati, è stata investita dal successo del referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011 e dalla campagna sul tema dell’acqua “bene comune”.
LA CITTÀ VIVENTE
Frank Lloyd Wright
pp. 260
Einaudi, 25,00
ISBN: 978-8806211028
Sul tema della città dell’avvenire, Wright ha lavorato per un quarto di secolo, nel modo che gli era tipico e che accentuava quando gli argomenti gli stavano particolarmente a cuore: un modo soggettivo, partigiano, intriso di egotismo. E, per questo, ancora più affascinante, perché mescola all’utopia una buona dose di pragmatismo, alla fantasia progettuale una ricca e meditata capacità di riflessione. Se è vero, come il grande architetto ritiene, che il disordine sociale ed economico del nostro tempo sia conseguenza inevitabile dell’eccessivo accentramento, si tratterà di valorizzare in concreto l’indipendenza e il rispetto individuali, la coscienza della natura e del suo utilizzo, insieme a una più intensa percezione della bellezza. A lungo sentito come un “manifesto” per la libertà e la dignità dell’uomo, e considerato, come avviene per ogni bandiera, anche come utopistico, il messaggio di Wright si è dimostrato estremamente concreto e puntuale per chi si sia posto il problema dell’urbanistica contemporanea in termini non astratti. I piani di Wright per la “Città vivente”, qui dettagliati con una sorprendente varietà di fotografie, disegni originali, schizzi e planimetrie, includono ogni attività (scuola e teatro, arterie stradali, stadi sportivi, edifici agricoli). Prefazione di Jean-Louis Cohen. Con un saggio di Bruno Zevi.
MODERNE ICONE DI MODA.
LA COSTRUZIONE FOTOGRAFICA DEL MITO
Federica Muzzarelli
pp. 244
Einaudi, 28,00
ISBN: 978-8806213121
“Le sette fashion mass icons qui indagate sembrano esemplificare alcuni punti chiave dell’estetica del modernismo e insieme le prime attestazioni vestimentarie o comportamentali di idee della moda che ancor oggi tornano ciclicamente. L’icona è Cléo de Mérode, la ballerina francese che sperimenta in modo aurorale cosa significa essere uno stereotipo visivo popolare di massa imprigionato in un cliché da riprodurre come merce. La poesia è Charles Baudelaire, l’interprete speciale della monocromia luttuosa del nero, il soggetto tra i più celebri dell’obiettivo fotografico dell’amico Nadar. La danza è Vaslav Nijinsky, l’angelo volante dei Balletti russi immortalato da sir Adolf De Meyer. Il post-colonialismo è Nancy Cunard, la scrittrice ribelle e anticonformista che porta nell’arte e nella vita il credo dei negrophiles, e che si fa fotografare da Man Ray con i bracciali-feticcio africani che le ricoprono le lunghe e magre braccia. Il gender-crossing di Annemarie Schwarzenbach, la piccola svizzera che tramite la fotografia di reportage cerca un posto nel mondo, ma che sa anche usare la fotografia per concedersi in immagini indimenticabilmente chic. Il conformismo è D’Annunzio, lo scrittore e poeta che combatte con versi e imprese la mediocrità borghese e la banalità del normale, che crea vesti magiche e immaginifiche per le sue ospiti notturne, ma che nel suo personale guardaroba del Vittoriale non rinuncia all’eleganza snob dettata dalla moda delle élite cui vuole appartenere”.
LA BIBBIA NELL’ARTE
Chiara De Capoa e Stefano Zuffi
pp. 505
Electa, 24,00
ISBN: 978-8837093488
Gli artisti si sono cimentati in ogni epoca con i temi sacri. Se alcuni sono in grado di riconoscere i personaggi principali delle sacre scritture, la maggior parte dei visitatori di mostre e musei si trova in difficoltà nell’individuare i soggetti delle innumerevoli scene sacre che ricorrono nella pittura fin dal Medioevo. Per chi non si accontenta di osservare, ma avverte l’esigenza di capire i significati più profondi delle immagini, il volume consente di orientarsi con agilità tra i personaggi e gli episodi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento attraverso brevi testi esplicativi documentati da oltre 500 opere. Attraverso un’accurata analisi iconografica, ogni opera rivela i personaggi, i simboli, i momenti devozionali e le scene drammatiche e illuminanti dei sacri testi. Il libro è organizzato in 14 sezioni tematiche, dalla creazione del mondo alla Passione di Cristo ed è completato da utili apparati di consultazione per orientarsi tra Antico e Nuovo Testamento e Vangeli apocrifi.
LE TRE CULTURE.
SCIENZE NATURALI, SCIENZE SOCIALI E DISCIPLINE UMANISTICHE NEL XXI SECOLO
Jerome Kagan
pp. 331
Feltrinelli, 30,00 euro
ISBN: 978-8807104909
Nel 1959 Charles P. Snow tenne la sua Rede Lecture all’Università di Cambridge, sul tema de “Le due culture” (libro pubblicato da Feltrinelli nel 1964), una riflessione sull’accademia basata sul presupposto che esistessero due soli tipi di cultura: le arti e le discipline umanistiche, da una parte, e le scienze naturali, dall’altra. Da allora è emersa una terza cultura, generalmente detta delle “scienze sociali”, che comprende discipline come la sociologia, l’antropologia, la scienza politica, l’economia e la psicologia, e che è cresciuta di importanza. Il libro di Jerome Kagan si propone dunque di descrivere gli assunti, il vocabolario, le formae mentis, i contributi e i limiti di ciascuna di queste culture.
LE BIBLIOTECHE IN ITALIA: VALORI, RISORSE, STRATEGIE
Federica Dian , Stefano Monti , Michele Trimarchi , Silvia Zanini
pp. 176
Franco Angeli, 22,00 euro
ISBN-13: 9788820404154
La cultura attraversa una fase cruciale, lasciando il paradigma iconico per ridisegnare la propria mappa verso una gerarchia di valori emergenti: relazioni, scambi, ascolto reciproco, molteplicità culturale. In questo scenario le biblioteche pubbliche più di ogni altra istituzione potranno e dovranno interpretare e guidare il passaggio verso prospettive dinamiche, segnate da nuove strategie e arricchite da inedite opportunità.
ARCHITETTURA E TURISMO
Luigi Coccia
pp. 288
Franco Angeli, 32,00
ISBN: 978-8820414474
Il rapporto tra architettura e turismo definisce lo sfondo tematico entro cui si muove un esperimento virtuoso di confronto multidisciplinare. Se da un lato l’architettura, accostandosi al tema del turismo, tende ad esplicitarsi attraverso specifiche competenze che vanno dalla pianificazione strategica alla tutela e valorizzazione del patrimonio, dalla progettazione dello spazio per il tempo libero alla innovazione delle tecnologie ambientali, dall’altro il turismo apre ad ulteriori saperi tirando in ballo la geografia, l’antropologia, l’economia, la sociologia. Tra le diverse modalità di indagine del fenomeno turistico, il libro ne privilegia una particolare, quella degli architetti che, pur avvalendosi di spunti esterni alla disciplina, indirizzano la ricerca sugli effetti che tale fenomeno ha prodotto e continua a produrre sul territorio. Risorse naturalistico-ambientali e storico-architettoniche richiedono una progettualità che sappia non solo valorizzare la loro presenza ma anche e soprattutto interpretarle come polarità di un sistema turistico sempre più integrato con i contesti locali.
L’ ALTRA NEW YORK.
ALLA RICERCA DELLA METROPOLI AUTENTICA
Sharon Zukin
pp. 280
Il Mulino, 23,00
ISBN: 978-8815241641
Simbolo dell’America e dell’Occidente, la metropoli per definizione viene spiata da Sharon Zukin con appassionata sollecitudine, cogliendone i cambiamenti incessanti del tessuto urbano e culturale, specie in alcuni luoghi emblematici: Brooklyn (come è diventata “cool”), Harlem (come ha cessato di essere un ghetto), l’East Village (la dimensione locale nella città globale), Union Square (il riscatto dello spazio pubblico degradato). L’attenzione va soprattutto al problema dell’autenticità smarrita, i negozi scomparsi, gli abitanti dispersi, le atmosfere perdute, e del suo possibile recupero sotto nuove forme. Il proverbiale carattere “insonne” della città diventa allora segno di una inesauribile attitudine a reinventarsi.
DIRITTI E TEMPORALITÀ.
I DIRITTI UMANI NELL’ERA DELLE TECNOLOGIE EMERGENTI
Daniele Ruggiu
pp. 229
Il Mulino, 18,00
ISBN: 978-8815241184
Che ruolo possono svolgere i diritti umani nell’era delle biotecnologie, delle neuroscienze, dell’ingegneria genetica, delle nanotecnologie, della biologia sintetica, insomma, delle tecnologie emergenti? In un tempo confuso, che tende a modificarne i contenuti, ampliandoli o restringendoli, i diritti umani appaiono condannati all’indeterminatezza e all’incapacità di rispondere alle molteplici sfide della contemporaneità. Risultano così destinati a essere riempiti a piacimento dalle diverse prospettive filosofiche che rendono variabili non solo il contenuto dei singoli diritti, ma anche lo stesso catalogo e la gerarchia che li ordina.
LA POLITICA E LA CITTÀ.
REGIME URBANO E CLASSE DIRIGENTE A TORINO
Silvano Belligni e Stefania Ravazzi
pp. 223
Il Mulino, 18,00
ISBN: 978-8815241016
Come recita il titolo, tema di questo volume è il rapporto tra la politica e la città. La città è Torino, già cuore pulsante dell’industria nazionale, che agli inizi degli anni Novanta del Novecento, per scongiurare una prospettiva di stagnazione e di decadenza, intraprende un lungo viaggio alla ricerca di nuovi equilibri produttivi e di nuove opportunità di sviluppo. Quanto è successo a Torino e di Torino nel corso di quasi un ventennio viene presentato dagli autori come l’esito, controverso e ricco di chiaroscuri, di un progetto consapevolmente e attivamente perseguito rivolto a fare della ex capitale sabauda e risorgimentale e della ex capitale industriale novecentesca una città evoluta e intelligente, emancipata dai ceppi dell’industrialismo fordista e della monocultura automobilistica, dove cultura e conoscenza divengano principi dominanti di organizzazione produttiva e sociale.
IL TRASFERIMENTO INTERNAZIONALE DEI MODELLI ISTITUZIONALI
Fabio Rugge
pp. 230
Il Mulino, 20,00
ISBN: 978-8815234841
“Trasferimento”, “trapianto”, “esportazione”, “innesto”, “diffusione”: con sfumature diverse, questi termini indicano spesso un medesimo fenomeno. Si tratta del processo per cui un certo disegno istituzionale, concepito originariamente in un paese, viene applicato in un paese diverso. Lo studio di questo fenomeno tocca questioni quali l’apprendimento istituzionale, l’innovazione, la comunicazione transculturale, la colonizzazione, il contrasto tra universalismo e relativismo politico. Una caratteristica del dibattito sull’argomento è che, proprio per le sue sfaccettature, esso è affrontato da diverse discipline: diritto, scienza politica, storia, filosofia politica. Ciascuno di questi saperi ha però proceduto spesso senza prendere atto degli sviluppi che gli altri andavano producendo.
COME CAMBIA LA COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA.
NUOVI MEDIA E TERZA MISSIONE DELL’UNIVERSITÀ
Sergio Scamuzzi e Andrea De Bortoli (a cura di)
pp. 315
Il Mulino, 24,00
ISBN: 978-8815241214
La comunicazione della scienza ha ormai superato i confini della didattica e della divulgazione radiotelevisiva, cercando nuovi pubblici mediante nuovi media: musei e Science centre profondamente rinnovati, eventi, progetti in grado di coinvolgere un pubblico nuovo grazie a un nuovo utilizzo dei media. La stessa immagine popolare della scienza sta mutando e nonostante il persistere di pesanti retaggi di scarsa alfabetizzazione si vanno facendo strada nuove forme di partecipazione dell’opinione pubblica. A livello europeo, ha preso vita un movimento di opinione a favore di una terza missione, di diffusione e comunicazione dei saperi scientifici, affidata all’università in quanto luogo di elezione di didattica, ricerca, esperienze volte a coinvolgere anche i non esperti in forme nuove di apprendimento collettivo e in una discussione pubblica sulle scienze.
L’ ARTE CONTEMPORANEA SPIEGATA A TUO MARITO
Mauro Covacich
pp. 112
Laterza, 14,00
ISBN: 978-8858106044
Perché Joseph Beuys si è rinchiuso per tre giorni in una galleria in compagnia di un coyote? Perché Chris Burden si è fatto sparare a un braccio? Perché Alberto Burri dipingeva con la fiamma ossidrica? Perché Mona Hatoum ha proiettato la sua gastroscopia? Perché Marina Abramovic ha trascorso un’intera Biennale di Venezia a scalcare ossi di manzo? Tuo marito sta indugiando perplesso, non capisce per quale ragione dovrebbe seguirti a un temibile vernissage, lui che non distingue un acquerello da un olio. Eppure un modo per fargli cambiare idea c’è. Basta sfogliare queste pagine e lasciare che Mauro Covacich, con allegra semplicità, venga a darti una mano e vi conduca insieme nel mondo dell’arte contemporanea.
CODICI. STORIA E GEOGRAFIA DI UN’IDEA
Pietro Rescigno
pp. 271
Laterza, 26,00
ISBN: 978-8842098478
Dai codici francese, tedesco e svizzero a quello italiano del 1942, dai codici latino-americani al caso di Cuba, dove sopravvive l’ultimo codice socialista, dalle codificazioni nella realtà cinese fino al dibattito sull’opportunità di un codice europeo: sono alcuni dei temi di un itinerario di studio che del codice civile finisce per confermare l’attualità come strumento dell’esperienza del diritto.
SENTIRSI ESISTERE.
INCONSCIO, COSCIENZA, AUTOCOSCIENZA
Massimo Marraffa e Alfredo Paternoster
pp. 208
Laterza, 20,00
ISBN: 978-8858105221
Lungi dall’essere trasparente a se stesso e pietra angolare della conoscenza della realtà, il soggetto è un fragile edificio, costituito di mattoni neurocognitivi e psicosociali che si caratterizza innanzitutto per la sua precarietà. Di qui la sua natura essenzialmente difensiva, il suo articolarsi in un insieme di manovre psicologiche che si sforzano di porre argine alla sua originaria fragilità. Con gli attrezzi forniti da una filosofia della mente innervata dalle scienze cognitive, gli autori sviluppano una critica della soggettività autocosciente, in cui l’io da dato primario diviene costruzione e i temi dell’inconscio, dell’autoinganno e dei meccanismi di difesa vengono letti in una luce nuova e più rigorosa.
ROBERT WILSON.
SPACE/TIME. EDIZ. ITALIANA E INGLESE
F. Laera (a cura di)
pp. 167
Silvana editore, 25,00
ISBN: 9788836625086
Nessun artista contemporaneo ha attraversato il variegato paesaggio delle arti come Robert Wilson, mantenendo comunque una poetica unitaria, una fedele adesione a un progetto artistico coerente e pur sempre reinventato in forme nuove e sorprendenti. Se spazio e tempo sono gli assi portanti anche dei suoi Video Portraits, come testimoniare sulle pagine di un libro immagini still life che ci appaiono raggelate ma che – a ben guardare – svelano nel tempo sia vita che movimento? Ci introducono in questa avventura estetica i saggi di Achille Bonito Oliva, Robert L. Pincus, Francesco Casetti e Carmelo Marabello, nonché un’intervista all’artista americano.
Cambiando punto di vista, quel che ci circonda può apparire diverso o comunque abbiamo la possibilità di vedere l’ambiente sotto un’altra prospettiva.
Menno Adenha scelto di guardarsi attorno in una posizione privilegiata: le sue foto, della serie “Room Portraits” ritraggono infatti gli spazi dall’alto, come se fosse un lampadario.
Ecco qualche esempio della sue originali opere.