1 (2)C’erano una volta un fratello e una sorella, Pellegrino e Margherita, che amavano la creatività e la magia. Pellegrino disegnava, creava, illustrava, Margherita scriveva storie, racconti favolosi per bambini, fiabe avventurose e delicate.

Per fortuna quella dei fratelli Capobianco non è solo una bella storia, ma una realtà esemplare, la storia vera di giovani artisti italiani che, tra alti e bassi, tra delusioni e gratificazioni, alla fine ce la fanno.

Margherita ha esordito come autrice nel 2011 pubblicando “Le avventure di Holly” per Tabula Fati. Nel corso dell’anno successivo è una delle vincitrici del 1° Festival nazionale di scritture per ragazzi “Astolfo sulla Luna” di Manocalzati (AV). Nel settembre del 2013 ha pubblicato per NarrativaePoesia Editore, “Holly e il trofeo dell’estate”, un altro racconto che ha come protagonista il folletto di Tulipandia, sempre illustrato dal fratello Pellegrino. Questi ha esordito nel 2009 come illustratore, collaborando con varie case editrici (Musso, Gruppo Editoriale Tabula Fati, etc.). Pellegrino, conosciuto con lo pseudonimo di Crinos, non è solo illustratore, ma anche artista e pittore a 360 gradi. Il suo stile personalissimo e innovativo gli ha meritato molti riconoscimenti nel campo della pittura.

Con il patrocinio del MiBAC, il romanzo di Margherita Capobianco, “Le avventure di Holly”, sarà presentato il 18 ottobre alle ore 10,00, nell’ambito della rassegnaNote e voci d’autore, che si tiene presso la Biblioteca Statale di Montevergine ad Avellino, un incontro coinvolgente e interattivo per grandi e piccini.

Il suo nuovo romanzo, “Holly e il trofeo dell’estate”, verrà presentato prossimamente in diverse librerie irpine e romane. Non perdete d’occhio, quindi, il sito di Margherita e Pellegrino.

bibIn questi giorni è stata presentata a Roma l’indagine che AIB, Associazione Italiana Biblioteche, ha svolto insieme al Centro per il libro e la lettura sulle biblioteche pubbliche degli enti territoriali. I dati che emergono offrono diversi spunti di riflessione e ci consegnano uno scenario abbastanza dinamico nei confronti del quale è ragionevole pensare che si possa intervenire con iniziative mirate che potrebbero permetterci di salvare e valorizzare un patrimonio di decisiva importanza per la cultura nel nostro paese.

Le biblioteche infatti sono dei veri e propri presidi culturali sul territorio e, nella loro peculiarità, godono di un primato assoluto insidiato da nessun’altra iniziativa, né pubblica né privata. Dalla loro attività dipende la lettura del 16% dei libri nel nostro paese, ma sono molto apprezzate anche per i servizi che offrono oltre alle attività di prestito.

Il sistema delle biblioteche pubbliche in Italia non è molto dissimile quantitativamente da quello di altri paesi europei che hanno avuto più a cuore di noi gli investimenti in cultura. Fatta eccezione per il sud, che ancora langue in una carenza di servizi, da cui si distingue solo la Puglia, che proprio nella cultura ha investito molto negli ultimi anni.

La varietà che i sistemi regionali rappresentano, mentre disegna una situazione molto disordinata, ci permette però di fare alcune considerazioni. Salta subito agli occhi, per esempio, come il sistema lombardo, che vanta 1.541 biblioteche, sia frequentato da un numero di utenti abbastanza basso (14.572) in paragone ai sistemi di altre regioni come la Toscana, che a fronte di 371 biblioteche riesce a servire un utenza di quasi 30mila cittadini. Stesse percentuali favorevoli sono rappresentate da Emilia Romagna, Lazio e Trentino Alto Adige.

Si tratta di un segnale da non sottovalutare, che ci porta direttamente all’interno del dibattito che da anni si svolge intorno all’uso e alle funzioni che le biblioteche pubbliche devono avere: non tanto conservazione e prestito, ma soprattutto punto di riferimento per le aggregazioni culturali e fornitura di servizi legati all’informazione. Per far questo però è necessario che le biblioteche si predispongano anche materialmente a questo cambio di funzione. Ma non è facile se consideriamo il punto di partenza attuale: solo il 14,43% delle quasi settemila biblioteche è stato appositamente costruito per questa funzione. Gli altri sono tutti edifici storici, a volte anche tutelati che, nel complesso, offrono comunque uno standard soddisfacente: basti pensare che tutti sono attrezzati per l’accesso degli utenti diversamente abili. Molto meno soddisfacente, invece, è la disponibilità che le biblioteche offrono in termini di orari di apertura. Non solamente perché solo il 7% è aperto anche la sera e il 22% durante il fine settimana, rendendo difficile la frequentazione all’utenza impegnata nei luoghi di lavoro, ma perché, complessivamente, la media delle ore di apertura non supera le 25 ore settimanali.

Gli utenti delle biblioteche sono piuttosto abituali (61,19%), in prevalenza sono adulti (29,32%), bambini (22,07%) e ragazzi (9,70%). Tra gli adulti prevalgono di gran lunga le donne (63,10%) sugli uomini. Di conseguenza i testi prediletti sono principalmente quelli di narrativa e di letteratura per l’infanzia e la prima adolescenza. Molto richiesti però sono anche i volumi che riguardano la storia locale, a conferma di quanto sia sentito il radicamento territoriale di queste istituzioni culturali.

In un contesto così definito, la vera nota dolente è costituita dal drastico ridimensionamento della spesa per l’acquisto delle novità editoriali, ridotta fino al 40% del già contenuto budget previsto negli scorsi anni. In stretta relazione a questo dato c’è la considerazione che non sono poche le biblioteche che utilizzano volontari nella gestione dei propri servizi , quasi il 40%. Ecco così che un sistema abbastanza apprezzato dagli utenti, che si presenta con una diffusione capillare e fa uno sforzo per interpretare al meglio la propria missione, spesso ben oltre, spesso con obiettivi burocraticamente definiti, trova sostegno nella buona volontà dei cittadini e non riceve sponde adeguate nelle politiche pubbliche.

 

Gioacchino De Chirico è un giornalista ed esperto di comunicazione

 

Immaginate un immenso archivio all’interno del quale poter trovare i racconti che avete ascoltato infinite volte dai vostri nonni o bisnonni: un catalogo di foto, storie, voci raccolte in ogni angolo d’Europa e riunite tutte insieme per essere consultabili online. È questa la filosofia del progetto “Europeana 1914-1918”: la digitalizzazione al servizio della storia e della memoria, per non perdere nessuna testimonianza di protagonisti oculari degli avvenimenti che vengono studiati asetticamente su libri e manuali della Prima Guerra Mondiale.

La storia è fatta dalla gente comune ma troppo spesso gli oggetti e i racconti perdono il proprio valore e importanza, perché vittime inesorabili dello scorrere del tempo che inghiottisce i ricordi. Per non perdere questo immenso patrimonio, di cui spesso non siamo neanche consapevoli, seguendo il pregiudizio che solo i grandi nomi sono degni di memoria o di citazione, è nato il progetto “Europeana 1914-1918”. Obiettivo è quello di ricostruire la Prima Guerra Mondiale, e ripercorrere date e fatti, servendosi delle testimonianze di persone che rischiano di rimanere anonime, ma cui invece la storia deve molto. A loro è quindi destinata questa l’iniziativa: “Europeana 1914 1918” è infatti un sito collettivo costruito come un immenso puzzle dove i racconti di ognuno si intrecciano tra loro in modo spontaneo. Le storie riportate nel sito sono state raccolte in tutta Europa sin dal 2011, quando l’iniziativa ha preso il via in Germania, dove sono state acquisite le prime testimonianze sulla grande guerra. Le tappe per la ricerca delle storie hanno toccato l’Inghilterra, l’Irlanda e il Lussemburgo, approdando lo scorso marzo in Italia. Per raccogliere e custodire questi preziosi racconti sono state infatti organizzate delle giornate dedicate a reperire testimonianze, oggetti, fotografie, giornali, forse sino ad ora relegati nelle soffitte o nelle cantine, o destinati a qualche mercato dell’antiquariato.

Si tratta di una autentica chiamata cui tutti coloro che sono in possesso di tale patrimonio materiale o immateriale sono invitati a rispondere, per prendere parte a queste giornate ribattezzate “Collection day”: la prima si è tenuta in Italia a Trento e la prossima data per dare il proprio contributo è fissata il 15 maggio. Appuntamento nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, dove chiunque vorrà, potrà presentarsi con il proprio cimelio o semplicemente con le proprie parole. Come già avvenuto nei precedenti incontri, il materiale verrà scannerizzato per poi essere fruibile in versione digitale sul sito online. Gli originali saranno restituiti e potranno continuare ad essere custoditi dai proprietari, che tuttavia avranno reso all’intera comunità europea l’immenso piacere di potere essere partecipi della storia dei loro avi che, in fondo, è la storia di ognuno di noi.

Per chi non avesse la possibilità di spostarsi a Roma, è programmato anche l’appuntamento a Forte Monte Maso, nel vicentino. Se invece siete impossibilitati a muovervi, potrete condividere le vostre storie semplicemente collegandovi al sito dedicato.

Per quanti si vogliono già immergere nelle pagine della storia vissuta, l’archivio collettivo di questo puzzle di memorie della prima guerra mondiale è consultabile gratuitamente online e, in attesa che vengano aggiunte altre testimonianze italiane, le foto e i racconti da leggere sono davvero molti. Il progetto è volto a non dimenticare, perché la ricostruzione storica ha le sue radici nell’osservazione, nell’ascolto e nel criterio per selezionare i documenti più significativi. Erodoto ne era profondamente convinto e lo fece per documentare le guerre persiane. Ora sta ad ognuno di noi seguire lo stesso metodo per documentare la prima terribile grande guerra del secolo scorso.

 

Se camminando tra gli scaffali del supermercato, con un fare un poco annoiato o con la frenesia che caratterizza ogni istante della nostra vita, trovassimo una sorpresa? Qualcosa che inaspettatamente è dove non ci aspettiamo che sia, qualcosa che nutre tanto quanto gli alimenti che abbiamo nel carrello, ma non il corpo bensì la mente. Oggetti provenienti da musei, opere d’arte, un servizio bibliotecario o l’invito a recitare Dante e Boccaccio: la cultura arriva al supermercato.
E’ quello che è accaduto a Bolzano, dove i clienti dei supermercati cittadini possono ammirare oggetti provenienti dai musei altoatesini. Tra il banco della frutta e il reparto latticini è possibile vedere una bambola e un cavallino giocattolo di legno, esempi di artigianato gardenese del XIX secolo o delle scarpe da donna degli anni ’40. “Oggetti fuori luogo” è la mostra itinerante di Hans Egger che vuole avvicinare il variegato contenuto dei musei altoatesini al pubblico, dislocandolo in contesti nuovi e spiazzanti in cui il passato si mescola al presente. La normale attività di acquisto è “disturbata” dalla presenza di oggetti museali, e le persone sono stimolate a guardarli e a farlo con occhio diverso.
Acquistando un barattolo di pomodori o un detersivo potrebbe anche capitare di portare a casa per pochi centesimi un’opera d’arte. Il movimento artistico dello “shopdropping”, ideato da Ryan Watkins-Hughes, infatti, trasforma i prodotti commerciali in prodotti artistici unici nel loro genere. Gli artisti sostituiscono di nascosto le normali etichette di bottiglie, barattoli di alimenti in scatola, detersivi e saponi con un adesivo dipinto e firmato a mano, lasciando inalterato il codice a barre per rendere leggibile il prezzo della confezione. L’obiettivo, come ha spiegato lo stesso Watkins-Hughes, è sovvertire il momento del quotidiano acquisto commerciale in un in atto puramente artistico. Portare l’arte al supermercato è anche una delle linee che guidano l’azione della Coop che da diversi anni promuove la cultura nelle sue numerose sedi. Il 15 febbraio, presso la Coop di Novoli a Firenze, la poesia Toscana è stata protagonista del Flash Mob Poetico. Tra i banchi del supermercato il personale e i clienti hanno declamato i versi si Dante, Boccaccio o Montale. Un’interessante iniziativa per promuovere la cultura e l’arte gratuitamente, anche mentre si fanno acquisti al supermercato.
La cultura passa anche attraverso i libri: sempre alla Coop, questa volta di Pontassieve, comune non distante da Firenze, ha attivato dal 26 gennaio un servizio di prestito bibliotecario presso la propria sede.
La cultura arriva, dunque, al supermercato, luogo simbolo del consumo e del consumismo, ma anche spazio a tutti accessibile. Oggetti museali, opere d’arte e poesie possono essere ammirate e acclamate in luoghi inusuali e regalano un momento di evasione dalla realtà quotidiana. Il pubblico è invitato a riscoprire i tesori celati nei musei o la bellezza della lettura e, perché no? A condividere questa esperienza con chi lo circonda, divenendo la cultura un momento di socialità.

 

PENSIERI VERTICALI
Morton Feldman
pp. 305
Adelphi, 30,00
ISBN: 978-8845927607

Come un rosario di suoni sgranati, come un mulino tibetano regolato da una pazienza celeste: così, nelle parole di Mario Bortolotto, apparve la musica quieta e smisurata di Morton Feldman all’orizzonte della Neue Musik. Ma se la novità radicale rappresentata dall’irruzione di Feldman sulla scena newyorkese fu in quel modo di comporre diverso da ogni altro (compreso quello del suo maestro Cage), ciò che sorprende per contrasto nei suoi scritti è la scintillante vivacità di una penna la cui verve polemica e incurante ironia ancora oggi lasciano il segno. Nessuna tenerezza per Darmstadt. Questi pensieri verticali sono come frecce avvelenate che si incuneano fra i resti di alcune inscalfibili certezze, corrodendole dall’interno.

 

MOSTRE D’ARTE A MILANO NEGLI ANNI VENTI.
DALLE ORIGINI DEL NOVECENTO ALLE PRIME MOSTRE SINDACALI (1920-1929)
Massimo De Sabbata
pp. 302
Allemandi, 28,00
ISBN: 978-8842221869

Il volume ricostruisce il ramificato panorama delle esposizioni d’arte contemporanea a Milano, durante il terzo decennio del XX secolo. Attraverso la consultazione della bibliografia esistente, lo spoglio dei periodici milanesi e alcuni affondi archivistici, il libro ricompone il quadro delle mostre personali e collettive organizzate dalle numerose gallerie private, dalle istituzioni pubbliche e dalle associazioni private della città. Il solido sistema espositivo che ne emerge si complica progressivamente nel corso del decennio, quando la pittura del Novecento comincia a imporsi. D’altra parte, la complessa vicenda del movimento sostenuto da Margherita Sarfatti, letta dentro le articolate dinamiche espositive milanesi, si colora di nuovi accenti e non appare estranea al processo di sindacalizzazione degli artisti, promosso dal fascismo verso la fine del decennio.

 

PATRIZI, NOTABILI, COSTRUZIONE DELLA CITTÀ. FABBRICA E TUTELA DI PALAZZO. MAGIO GRASSELLI A CREMONA
A. Landi (a cura di)
pp. 243
Allemandi, 30,00
ISBN: 978-8842220015

Cremona è meta privilegiata per gli storici dell’Età Moderna: i suoi archivi restituiscono con esemplare chiarezza i tratti più generali della “decadenza” cinquecentesca, il volto del potere delle aristocrazie italiane, fino al crollo nell’ultimo Settecento e al definirsi della città borghese. Mentalità, costumi abitativi, strategie patrimoniali di patrizi prima e notabili poi, dai sommovimenti sociali e religiosi del Cinquecento, attraverso l’Illuminismo, fino al dopoguerra, indiscusse entro le mura cittadine, devono misurarsi con politiche e tendenze culturali a scala europea. Leggere Palazzo Magio, nel confronto continuo fra documento ed edificio, significa muoversi su questo duplice registro, fra pratiche costruttive e risorse locali, quadrature barocche e dotte decorazioni neoclassiche, eccezionali ma non uniche, fra suggestioni piranesiane e richiami al Rinascimento.

 

LE ILLUSIONI DELLA SCIENZA. 10 DOGMI DELLA SCIENZA MODERNA POSTI SOTTO ESAME
Rupert Sheldrake
pp. 356
Apogeo, 20,00
ISBN: 978-8850331383

La scienza si è illusa di aver già compreso la natura della realtà: le questioni fondamentali hanno già trovato risposta, lasciando solo i dettagli da definire. Rupert Sheldrake, uno degli scienziati più innovativi ed esponente di quello che viene definito un approccio “organicista”, pensa invece che le scienze stiano attraversando una impasse determinata proprio da ipotesi date regolarmente per sottintese, mai messe in dubbio, accettate come un articolo di fede.

 

 

CULTURA
Marco Aime
pp. 118
Bollati Boringhieri, 9,00
ISBN: 978-8833923741

Uno degli antropologi più noti nel panorama italiano riesce a comunicarci il volto sfaccettato e ambiguo della parola cultura in poco più di cento pagine, con un linguaggio chiaro e appassionato, con rigore metodologico e soprattutto con una grande apertura mentale e una rara empatia nei confronti dell'”altro”, unico requisito davvero necessario per evitare di cadere in millantate “guerre tra culture”. Di “cultura” nel tempo sono state date definizioni diverse, per tentare di imbrigliare un concetto così deformabile. Eppure viviamo di cultura e la invochiamo spesso.

 

CULTURE INTERDETTE.
MODERNITÀ, MIGRAZIONI, DIRITTO INTERCULTURALE
Mario Ricca
pp. 406
Bollati Boringhieri, 25,00
ISBN: 978-8833958552

Per un migrante entrare in contatto con le leggi del paese d’accoglienza costituisce una delle esperienze più enigmatiche e sconvolgenti a cui sia esposto. Attraverso il dislocamento spaziale viene assoggettato a un regime giuridico che per lui resta in gran parte culturalmente opaco. I codici espliciti – gli obblighi di legge – non lasciano trapelare il vastissimo non detto che presuppongono e custodiscono, il sapere implicito al quale gli autoctoni hanno accesso da sempre e che è portatore di una normatività di diverso genere, ma altrettanto imprescindibile per la convivenza quotidiana. Nella violazione della legge, a collidere sono in particolare i sommersi culturali spesso ignorati dagli individui stessi, ed è a quel livello che la difficoltà deve essere sanata. Se ne incarica una disciplina nuovissima, destinata ad assumere una funzione strategica nella nostra società multietnica: il diritto interculturale.

 

IL CERVELLO UNIVERSALE.
LA NUOVA FRONTIERA DELLE CONNESSIONI TRA UOMINI E COMPUTER
Miguel Nicolelis
pp. 417
Bollati Boringhieri, 24,00
ISBN: 978-8833923109

Quello che avete tra le mani, a prima vista può ricordare il lavoro di uno scrittore visionario, appassionato di fantascienza, ma in realtà è un libro di scienza vera e dura, di tecnologia d’avanguardia e di contagioso entusiasmo creativo in uno dei campi più promettenti della ricerca avanzata. L’autore è il pioniere delle “BMI”, le “interfacce cervello-macchina”, oggetti progettati e realizzati per permettere al cervello di connettersi direttamente a un computer e muovere oggetti con un atto del pensiero. La tecnica è progredita a tal punto che Miguel Nicolelis, fieramente brasiliano di nascita, ha promesso che il calcio d’avvio del Campionato del Mondo del 2014 in Brasile lo darà un ragazzo disabile, manovrando un arto meccanico controllato solo dalla sua volontà.

 

AAA ADEGUAMENTO, ADATTABILITÀ, ARCHITETTURA.
TEORIE E METODI PER LA RIQUALIFICAZIONE ARCHITETTONICA, ENERGETICA ED AMBIENTALE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE
Annarita Ferrante
pp. 238
Bruno Mondadori, 22,00
ISBN: 978-8861598560

Una riflessione sulle possibilità di recupero architettonico ed energetico del patrimonio edilizio, di sicura utilità per gli architetti e i decisori delle politiche urbanistiche e ambientali. Molto attento al tema della sostenibilità, il libro spiega come, attraverso l’uso di soluzioni tecnologiche integrate nelle costruzioni esistenti, la trasformazione energetica possa diventare il motore della riqualificazione edilizia e, perciò, della riqualificazione urbana e ambientale. Attraverso la lettura “attiva” di alcuni casi di studio, il libro fornisce preziosi strumenti per la verifica dell’effettiva capacità di trasformazione/adattabilità delle strutture edilizie e architettoniche esistenti in relazione ai loro caratteri tipologici e costruttivi.

 

SVILUPPO, CRISI, INTEGRAZIONE.
TEMI DI STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI PER IL XXI SECOLO
Mauro Campus (a cura di)
pp. 302
Bruno Mondadori, 23,00
ISBN: 978-8861596894

Dall’affermazione economica e politica della finanza tra fine Ottocento e inizio Novecento alla “crisi” statunitense e transatlantica degli anni settanta, gli undici saggi di questo libro affrontano temi che risalgono alle radici dell’attuale transizione delineando passaggi dello scorso secolo durante i quali si formarono o mutarono processi storici sopravvissuti al 1989. Con la fine della competizione bipolare presero slancio fenomeni strutturali complessi ancora attivi nel sistema internazionale contemporaneo guidato da nuovi attori, capaci di orientare le scelte politiche sfuggendo al controllo statale.

 

CONDIZIONE GIOVANILE E NUOVI RISCHI SOCIALI. QUALI POLITICHE?
Giulia Cordella e Sara Elisabetta Masi (a cura di)
pp. 293
Carocci, 29,00
ISBN: 978-8843065455

Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti delle giovani generazioni è andata crescendo anche a seguito della crisi economica, che ha inasprito le difficoltà che caratterizzano il percorso di transizione alla vita adulta. Il dibattito sulle criticità della condizione giovanile in termini di lavoro, abitazione, partecipazione alla vita sociale risulta tuttavia estremamente frammentato tra i diversi ambiti tematici e livelli istituzionali. Grazie al contributo di studiosi di varie discipline e operatori del territorio, il volume ricostruisce un quadro dei rischi sociali che interessano la condizione del giovane adulto e si interroga sul modo attraverso cui le politiche pubbliche si stiano attrezzando per far fronte a tali criticità.

 

 

LA FALSA SCIENZA.
INVENZIONI FOLLI, FRODI E MEDICINE MIRACOLOSE DALLA METÀ DEL SETTECENTO A OGGI
Silvano Fuso
pp. 301
Carocci, 21,00
ISBN: 978-8843067053

Radiazioni misteriose, extraterrestri, reperti archeologici rivoluzionari, dispositivi elettronici fantascientifici, macchine che controllano il clima e che fanno rivivere il passato… sono solo alcune delle scoperte e delle invenzioni che avrebbero potuto modificare radicalmente la nostra vita, se solo fossero state reali. Il libro analizza con rigore storico una serie di false scoperte scientifiche, immaginando cosa sarebbe successo se fossero state vere. Un viaggio insolito e intrigante all’interno della scienza che mostra aspetti poco noti della ricerca e dei ricercatori.

 

PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE
Maria Beatrice Ligorio e Stefano Cacciamani
pp. 343
Carocci, 32,00
ISBN: 978-8843067510

Negli ultimi decenni, la psicologia dell’educazione ha visto un interessante sviluppo sia a livello teorico, sia sul piano applicativo. Il volume, partendo da una rivisitazione di temi e approcci tradizionali, offre un resoconto ampio e sistematizzato delle più recenti concettualizzazioni e delle varie interconnessioni con discipline attigue, delineando così anche possibili sviluppi della ricerca nel settore. L’articolazione del testo in tre parti una teorica, una metodologica e una relativa agli sviluppi futuri della disciplina – lo rende adatto sia per corsi di laurea di base e specialistici, sia per chiunque si occupi di processi di apprendimento/insegnamento in contesti scolastici, formativi, professionali ed informali.

 

CHE COS’È IL TEMPO? EINSTEIN, GÖDEL E L’ESPERIENZA COMUNE
Mauro Dorato
pp. 138
Carocci, 12,00
ISBN: 978-8843066964

Nella nostra esperienza il presente è l’istante che separa ciò che non esiste più da ciò che non esiste ancora e il suo continuo movimento scandisce il passaggio irreversibile del tempo. Secondo Einstein e Gödel, tuttavia, le due teorie della relatività riducono il presente a un’illusione, e a parere di Boltzmann e molti altri fisici la differenza tra passato e futuro non può essere colta dalle leggi naturali. Come spiegare allora la nostra esperienza del tempo?

 

 

CINEMA E TEATRO. INFLUSSI E CONTAMINAZIONI TRA RIBALTA E PELLICOLA
Marina Pellanda
pp. 110
Carocci, 12,00
ISBN: 978-8843067459

Il volume affronta il tema dei rapporti fra il cinema e il teatro. Lontano dal voler verificare se lo schermo possa considerarsi una estensione della scena o viceversa, il testo analizza alcuni momenti, alcuni esempi in cui il cinema e il teatro sembrano rincorrersi, risultando il legame tra le due arti più che una contrapposizione una proficua collaborazione. L’intento non è quindi quello di mettere alla prova un’eventuale superiorità di un’arte rispetto all’altra, quanto sottolineare situazioni ricorrenti in cui l’ambivalente rapporto crea un binomio che rende possibile investigare la realtà dei due sistemi di racconto.

 

 

PAESAGGI INTERROTTI.
TERRITORIO E PIANIFICAZIONE NEL MEZZOGIORNO
Alberto Clementi (a cura di)
pp. 176
Donzelli, 25,00
ISBN: 978-8860368447

La difficoltà della progettazione urbana nel Mezzogiorno è un tema poco discusso e molto attuale, legato alle problematiche degli aiuti economici alle regioni meridionali e alla complessità di gestirli dove i poteri illeciti contano più dello Stato. Il libro riflette sulla specificità della situazione meridionale dal punto di vista della pianificazione territoriale, muovendo da alcune prove d’innovazione realizzate di recente. A partire dalla considerazione della condizione particolare delle regioni meridionali, gli autori discutono le potenzialità e i limiti dell’attuale sistema di governo del territorio, sollevando alcune questioni di fondo sulla praticabilità delle politiche di coesione nelle città del Mezzogiorno.

 

 

APPROSSIMAZIONI ALLA CITTÀ
Mariavaleria Mininni
Donzelli, 25,00
ISBN: 978-8860368454

Da più di vent’anni il progetto della città contemporanea sta mettendo a fuoco uno spazio, il periurbano, che si colloca tra la città e ciò che la circonda. Una geografia che negli stessi luoghi si confronta con ordini di problemi a differenti livelli di complessità – l’approvvigionamento di cibo, il decentramento di funzioni urbane, le reti infrastrutturali, i cambiamenti climatici, i grandi rischi ambientali – e, insieme, questioni più vicine e ordinarie – la riqualificazione delle aree periferiche e dei loro margini, la sostenibilità dei tessuti a bassa densità e la loro maggiore qualità e abitabilità.

 

 

 

I BENI COMUNI
Antonello Ciervo
pp. 220
Ediesse, 12,00
ISBN: 978-8823017078

Quello di “beni comuni” è un concetto troppo spesso utilizzato, nella più recente letteratura scientifica come nel dibattito pubblico, in maniera impropria, quasi fosse una sorta di contenitore da riempire di volta in volta con significati diversi se non opposti. L’obiettivo del libro è dunque quello di chiarire il senso e il contenuto di questa categoria attraverso un’analisi storica e comparativa, da cui fare emergere la pluralità di usi e di interessi che hanno caratterizzato questa tipologia di beni nel tempo e nello spazio. Intorno ad essa sembra infatti emergere una certa “urgenza scientifica” imposta dall’attualità: basti pensare alle più recenti proposte di riforma del codice civile e alle trasformazioni del regime giuridico dei servizi pubblici locali, la cui disciplina, che prevedeva il conferimento della gestione in via ordinaria ai privati, è stata investita dal successo del referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011 e dalla campagna sul tema dell’acqua “bene comune”.

 

 

LA CITTÀ VIVENTE
Frank Lloyd Wright
pp. 260
Einaudi, 25,00
ISBN: 978-8806211028

Sul tema della città dell’avvenire, Wright ha lavorato per un quarto di secolo, nel modo che gli era tipico e che accentuava quando gli argomenti gli stavano particolarmente a cuore: un modo soggettivo, partigiano, intriso di egotismo. E, per questo, ancora più affascinante, perché mescola all’utopia una buona dose di pragmatismo, alla fantasia progettuale una ricca e meditata capacità di riflessione. Se è vero, come il grande architetto ritiene, che il disordine sociale ed economico del nostro tempo sia conseguenza inevitabile dell’eccessivo accentramento, si tratterà di valorizzare in concreto l’indipendenza e il rispetto individuali, la coscienza della natura e del suo utilizzo, insieme a una più intensa percezione della bellezza. A lungo sentito come un “manifesto” per la libertà e la dignità dell’uomo, e considerato, come avviene per ogni bandiera, anche come utopistico, il messaggio di Wright si è dimostrato estremamente concreto e puntuale per chi si sia posto il problema dell’urbanistica contemporanea in termini non astratti. I piani di Wright per la “Città vivente”, qui dettagliati con una sorprendente varietà di fotografie, disegni originali, schizzi e planimetrie, includono ogni attività (scuola e teatro, arterie stradali, stadi sportivi, edifici agricoli). Prefazione di Jean-Louis Cohen. Con un saggio di Bruno Zevi.

 

 

MODERNE ICONE DI MODA.
LA COSTRUZIONE FOTOGRAFICA DEL MITO
Federica Muzzarelli
pp. 244
Einaudi, 28,00
ISBN: 978-8806213121

“Le sette fashion mass icons qui indagate sembrano esemplificare alcuni punti chiave dell’estetica del modernismo e insieme le prime attestazioni vestimentarie o comportamentali di idee della moda che ancor oggi tornano ciclicamente. L’icona è Cléo de Mérode, la ballerina francese che sperimenta in modo aurorale cosa significa essere uno stereotipo visivo popolare di massa imprigionato in un cliché da riprodurre come merce. La poesia è Charles Baudelaire, l’interprete speciale della monocromia luttuosa del nero, il soggetto tra i più celebri dell’obiettivo fotografico dell’amico Nadar. La danza è Vaslav Nijinsky, l’angelo volante dei Balletti russi immortalato da sir Adolf De Meyer. Il post-colonialismo è Nancy Cunard, la scrittrice ribelle e anticonformista che porta nell’arte e nella vita il credo dei negrophiles, e che si fa fotografare da Man Ray con i bracciali-feticcio africani che le ricoprono le lunghe e magre braccia. Il gender-crossing di Annemarie Schwarzenbach, la piccola svizzera che tramite la fotografia di reportage cerca un posto nel mondo, ma che sa anche usare la fotografia per concedersi in immagini indimenticabilmente chic. Il conformismo è D’Annunzio, lo scrittore e poeta che combatte con versi e imprese la mediocrità borghese e la banalità del normale, che crea vesti magiche e immaginifiche per le sue ospiti notturne, ma che nel suo personale guardaroba del Vittoriale non rinuncia all’eleganza snob dettata dalla moda delle élite cui vuole appartenere”.

 

LA BIBBIA NELL’ARTE
Chiara De Capoa e Stefano Zuffi
pp. 505
Electa, 24,00
ISBN: 978-8837093488

Gli artisti si sono cimentati in ogni epoca con i temi sacri. Se alcuni sono in grado di riconoscere i personaggi principali delle sacre scritture, la maggior parte dei visitatori di mostre e musei si trova in difficoltà nell’individuare i soggetti delle innumerevoli scene sacre che ricorrono nella pittura fin dal Medioevo. Per chi non si accontenta di osservare, ma avverte l’esigenza di capire i significati più profondi delle immagini, il volume consente di orientarsi con agilità tra i personaggi e gli episodi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento attraverso brevi testi esplicativi documentati da oltre 500 opere. Attraverso un’accurata analisi iconografica, ogni opera rivela i personaggi, i simboli, i momenti devozionali e le scene drammatiche e illuminanti dei sacri testi. Il libro è organizzato in 14 sezioni tematiche, dalla creazione del mondo alla Passione di Cristo ed è completato da utili apparati di consultazione per orientarsi tra Antico e Nuovo Testamento e Vangeli apocrifi.

 

LE TRE CULTURE.
SCIENZE NATURALI, SCIENZE SOCIALI E DISCIPLINE UMANISTICHE NEL XXI SECOLO
Jerome Kagan
pp. 331
Feltrinelli, 30,00 euro
ISBN: 978-8807104909

Nel 1959 Charles P. Snow tenne la sua Rede Lecture all’Università di Cambridge, sul tema de “Le due culture” (libro pubblicato da Feltrinelli nel 1964), una riflessione sull’accademia basata sul presupposto che esistessero due soli tipi di cultura: le arti e le discipline umanistiche, da una parte, e le scienze naturali, dall’altra. Da allora è emersa una terza cultura, generalmente detta delle “scienze sociali”, che comprende discipline come la sociologia, l’antropologia, la scienza politica, l’economia e la psicologia, e che è cresciuta di importanza. Il libro di Jerome Kagan si propone dunque di descrivere gli assunti, il vocabolario, le formae mentis, i contributi e i limiti di ciascuna di queste culture.

 

LE BIBLIOTECHE IN ITALIA: VALORI, RISORSE, STRATEGIE
Federica Dian , Stefano Monti , Michele Trimarchi , Silvia Zanini
pp. 176
Franco Angeli, 22,00 euro
ISBN-13: 9788820404154

La cultura attraversa una fase cruciale, lasciando il paradigma iconico per ridisegnare la propria mappa verso una gerarchia di valori emergenti: relazioni, scambi, ascolto reciproco, molteplicità culturale. In questo scenario le biblioteche pubbliche più di ogni altra istituzione potranno e dovranno interpretare e guidare il passaggio verso prospettive dinamiche, segnate da nuove strategie e arricchite da inedite opportunità.

 

 

ARCHITETTURA E TURISMO
Luigi Coccia
pp. 288
Franco Angeli, 32,00
ISBN: 978-8820414474

Il rapporto tra architettura e turismo definisce lo sfondo tematico entro cui si muove un esperimento virtuoso di confronto multidisciplinare. Se da un lato l’architettura, accostandosi al tema del turismo, tende ad esplicitarsi attraverso specifiche competenze che vanno dalla pianificazione strategica alla tutela e valorizzazione del patrimonio, dalla progettazione dello spazio per il tempo libero alla innovazione delle tecnologie ambientali, dall’altro il turismo apre ad ulteriori saperi tirando in ballo la geografia, l’antropologia, l’economia, la sociologia. Tra le diverse modalità di indagine del fenomeno turistico, il libro ne privilegia una particolare, quella degli architetti che, pur avvalendosi di spunti esterni alla disciplina, indirizzano la ricerca sugli effetti che tale fenomeno ha prodotto e continua a produrre sul territorio. Risorse naturalistico-ambientali e storico-architettoniche richiedono una progettualità che sappia non solo valorizzare la loro presenza ma anche e soprattutto interpretarle come polarità di un sistema turistico sempre più integrato con i contesti locali.

 

L’ ALTRA NEW YORK.
ALLA RICERCA DELLA METROPOLI AUTENTICA
Sharon Zukin
pp. 280
Il Mulino, 23,00
ISBN: 978-8815241641

Simbolo dell’America e dell’Occidente, la metropoli per definizione viene spiata da Sharon Zukin con appassionata sollecitudine, cogliendone i cambiamenti incessanti del tessuto urbano e culturale, specie in alcuni luoghi emblematici: Brooklyn (come è diventata “cool”), Harlem (come ha cessato di essere un ghetto), l’East Village (la dimensione locale nella città globale), Union Square (il riscatto dello spazio pubblico degradato). L’attenzione va soprattutto al problema dell’autenticità smarrita, i negozi scomparsi, gli abitanti dispersi, le atmosfere perdute, e del suo possibile recupero sotto nuove forme. Il proverbiale carattere “insonne” della città diventa allora segno di una inesauribile attitudine a reinventarsi.

 

DIRITTI E TEMPORALITÀ.
I DIRITTI UMANI NELL’ERA DELLE TECNOLOGIE EMERGENTI
Daniele Ruggiu
pp. 229
Il Mulino, 18,00
ISBN: 978-8815241184

Che ruolo possono svolgere i diritti umani nell’era delle biotecnologie, delle neuroscienze, dell’ingegneria genetica, delle nanotecnologie, della biologia sintetica, insomma, delle tecnologie emergenti? In un tempo confuso, che tende a modificarne i contenuti, ampliandoli o restringendoli, i diritti umani appaiono condannati all’indeterminatezza e all’incapacità di rispondere alle molteplici sfide della contemporaneità. Risultano così destinati a essere riempiti a piacimento dalle diverse prospettive filosofiche che rendono variabili non solo il contenuto dei singoli diritti, ma anche lo stesso catalogo e la gerarchia che li ordina.

 

LA POLITICA E LA CITTÀ.
REGIME URBANO E CLASSE DIRIGENTE A TORINO
Silvano Belligni e Stefania Ravazzi
pp. 223
Il Mulino, 18,00
ISBN: 978-8815241016

Come recita il titolo, tema di questo volume è il rapporto tra la politica e la città. La città è Torino, già cuore pulsante dell’industria nazionale, che agli inizi degli anni Novanta del Novecento, per scongiurare una prospettiva di stagnazione e di decadenza, intraprende un lungo viaggio alla ricerca di nuovi equilibri produttivi e di nuove opportunità di sviluppo. Quanto è successo a Torino e di Torino nel corso di quasi un ventennio viene presentato dagli autori come l’esito, controverso e ricco di chiaroscuri, di un progetto consapevolmente e attivamente perseguito rivolto a fare della ex capitale sabauda e risorgimentale e della ex capitale industriale novecentesca una città evoluta e intelligente, emancipata dai ceppi dell’industrialismo fordista e della monocultura automobilistica, dove cultura e conoscenza divengano principi dominanti di organizzazione produttiva e sociale.

 

IL TRASFERIMENTO INTERNAZIONALE DEI MODELLI ISTITUZIONALI
Fabio Rugge
pp. 230
Il Mulino, 20,00
ISBN: 978-8815234841

“Trasferimento”, “trapianto”, “esportazione”, “innesto”, “diffusione”: con sfumature diverse, questi termini indicano spesso un medesimo fenomeno. Si tratta del processo per cui un certo disegno istituzionale, concepito originariamente in un paese, viene applicato in un paese diverso. Lo studio di questo fenomeno tocca questioni quali l’apprendimento istituzionale, l’innovazione, la comunicazione transculturale, la colonizzazione, il contrasto tra universalismo e relativismo politico. Una caratteristica del dibattito sull’argomento è che, proprio per le sue sfaccettature, esso è affrontato da diverse discipline: diritto, scienza politica, storia, filosofia politica. Ciascuno di questi saperi ha però proceduto spesso senza prendere atto degli sviluppi che gli altri andavano producendo.

 

COME CAMBIA LA COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA.
NUOVI MEDIA E TERZA MISSIONE DELL’UNIVERSITÀ
Sergio Scamuzzi e Andrea De Bortoli (a cura di)
pp. 315
Il Mulino, 24,00
ISBN: 978-8815241214

La comunicazione della scienza ha ormai superato i confini della didattica e della divulgazione radiotelevisiva, cercando nuovi pubblici mediante nuovi media: musei e Science centre profondamente rinnovati, eventi, progetti in grado di coinvolgere un pubblico nuovo grazie a un nuovo utilizzo dei media. La stessa immagine popolare della scienza sta mutando e nonostante il persistere di pesanti retaggi di scarsa alfabetizzazione si vanno facendo strada nuove forme di partecipazione dell’opinione pubblica. A livello europeo, ha preso vita un movimento di opinione a favore di una terza missione, di diffusione e comunicazione dei saperi scientifici, affidata all’università in quanto luogo di elezione di didattica, ricerca, esperienze volte a coinvolgere anche i non esperti in forme nuove di apprendimento collettivo e in una discussione pubblica sulle scienze.

 

L’ ARTE CONTEMPORANEA SPIEGATA A TUO MARITO
Mauro Covacich
pp. 112
Laterza, 14,00
ISBN: 978-8858106044

Perché Joseph Beuys si è rinchiuso per tre giorni in una galleria in compagnia di un coyote? Perché Chris Burden si è fatto sparare a un braccio? Perché Alberto Burri dipingeva con la fiamma ossidrica? Perché Mona Hatoum ha proiettato la sua gastroscopia? Perché Marina Abramovic ha trascorso un’intera Biennale di Venezia a scalcare ossi di manzo? Tuo marito sta indugiando perplesso, non capisce per quale ragione dovrebbe seguirti a un temibile vernissage, lui che non distingue un acquerello da un olio. Eppure un modo per fargli cambiare idea c’è. Basta sfogliare queste pagine e lasciare che Mauro Covacich, con allegra semplicità, venga a darti una mano e vi conduca insieme nel mondo dell’arte contemporanea.

 

CODICI. STORIA E GEOGRAFIA DI UN’IDEA
Pietro Rescigno
pp. 271
Laterza, 26,00
ISBN: 978-8842098478

Dai codici francese, tedesco e svizzero a quello italiano del 1942, dai codici latino-americani al caso di Cuba, dove sopravvive l’ultimo codice socialista, dalle codificazioni nella realtà cinese fino al dibattito sull’opportunità di un codice europeo: sono alcuni dei temi di un itinerario di studio che del codice civile finisce per confermare l’attualità come strumento dell’esperienza del diritto.

 

 

SENTIRSI ESISTERE.
INCONSCIO, COSCIENZA, AUTOCOSCIENZA
Massimo Marraffa e Alfredo Paternoster
pp. 208
Laterza, 20,00
ISBN: 978-8858105221

Lungi dall’essere trasparente a se stesso e pietra angolare della conoscenza della realtà, il soggetto è un fragile edificio, costituito di mattoni neurocognitivi e psicosociali che si caratterizza innanzitutto per la sua precarietà. Di qui la sua natura essenzialmente difensiva, il suo articolarsi in un insieme di manovre psicologiche che si sforzano di porre argine alla sua originaria fragilità. Con gli attrezzi forniti da una filosofia della mente innervata dalle scienze cognitive, gli autori sviluppano una critica della soggettività autocosciente, in cui l’io da dato primario diviene costruzione e i temi dell’inconscio, dell’autoinganno e dei meccanismi di difesa vengono letti in una luce nuova e più rigorosa.

 

ROBERT WILSON.
SPACE/TIME. EDIZ. ITALIANA E INGLESE
F. Laera (a cura di)
pp. 167
Silvana editore, 25,00
ISBN: 9788836625086

Nessun artista contemporaneo ha attraversato il variegato paesaggio delle arti come Robert Wilson, mantenendo comunque una poetica unitaria, una fedele adesione a un progetto artistico coerente e pur sempre reinventato in forme nuove e sorprendenti. Se spazio e tempo sono gli assi portanti anche dei suoi Video Portraits, come testimoniare sulle pagine di un libro immagini still life che ci appaiono raggelate ma che – a ben guardare – svelano nel tempo sia vita che movimento? Ci introducono in questa avventura estetica i saggi di Achille Bonito Oliva, Robert L. Pincus, Francesco Casetti e Carmelo Marabello, nonché un’intervista all’artista americano.

La forza dirompente di questa idea è nella sua semplicità. Una casina di legno in miniatura che, posizionata di fronte alla propria abitazione, consente di condividere i libri con i propri vicini e di diffondere in questo modo l’amore per la lettura. Questa è Little Free Library.

Tutto è cominciato a Hudson, nel Wisconsin, quando in onore di sua madre, che era un’insegnante e amante dei libri, Todd Bol ha costruito di fronte alla propria casa una versione in miniatura di un’aula scolastica, vi ha messo una dozzina e più libri e ha invitato i propri vicini a prenderli in prestito gratuitamente. L’iniziativa ha riscosso talmente tanto successo che ben presto molte altre piccole librerie sono sorte in tutta la città e non solo. A distanza di tre anni, infatti, il numero delle Little free library, tramite il passaparola sul web, è cresciuto notevolmente, raggiungendo ben 36 Paesi, come mostra la mappa disponibile su Google.

Alcune sono colorate, altre sono costruite con materiali riciclati, altre ancora hanno forme particolari. Ognuna è diversa dall’altra, personalizzabile, ma tutte si basano su un semplice concetto: “take a book, leave a book”, ovvero ciascuno è invitato a prendere in prestito del tutto gratuitamente un libro, a leggerlo senza dover rispettare precise scadenze temporali e a restituirlo. È possibile riconsegnare anche un libro diverso da quello preso o metterne altri che si hanno a disposizione.
Condividere i propri libri aumenta il senso di appartenenza alla comunità, consente di creare nuove relazioni con i vicini e di diffondere l’amore per la lettura anche tra chi non ha le risorse necessarie per acquistare libri. Questo è il potenziale di Little Free Library, che è diventato anche un movimento no-profit, attraverso il quale si possono donare piccole librerie alle comunità disagiate o a persone socialmente marginalizzate, creando legami e disseminando libri in ogni angolo del mondo.

n Ghana, la direttrice di una scuola elementare, Antoinette Ashong, da tempo alla ricerca di un modo economico per promuovere l’istruzione tra i suoi studenti, è riuscita tramite la costruzione di alcune Little Free Library a far circolare i libri all’interno della sua comunità, suscitando il vivo interesse tra i bambini che hanno iniziato a leggere e a scambiare libri ogni giorno.

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Superare la marginalità e trasformare una zona periferica come quella del sud-ovest della Sardegna in un centro propulsivo diventa possibile nel momento in cui si collabora e si condivide. Nel profondo Sulcis, il territorio più povero d’Italia, nasce nel 2007 un’associazione a chiara impronta artistica contemporanea. Apparentemente può sembrare pura follia. Ma il successo di Cherimus deriva proprio dalla capacità di guardare altrove ed aprire i propri confini ad artisti che operano nella scena internazionale.
L’isolamento infatti, come spiega Emiliana Sabiu – presidente dell’associazione – non è un fatto geografico ma nasce dalla mancanza di apertura e collaborazione.

Cherimus persegue la finalità di integrare territorio ed arte contemporanea e mira a coinvolgere artisti di rilievo provenienti da tutto il mondo capaci di proporre opere in sintonia con la cultura e la storia dell’isola. Ognuno porta la propria esperienza ed il proprio contributo per realizzare un obiettivo comune: valorizzare il patrimonio culturale sardo attraverso il dialogo interculturale.
Grazie a questa associazione ed al contributo di una serie di altre realtà presenti sul territorio tra cui l’associazione Arte Continua di San Gimignano, Arte nell’Arte e la GiuseppeFrau Gallery, il sud ovest sardo è riuscito ad affermarsi come centro di ricerca e produzione artistica in una terra chiusa e distante anni luce dalle dinamiche internazionali dell’arte contemporanea.

Il progetto nasce dall’idea di creare un incontro tra l’arte contemporanea ed il Sulcis Iglesiente, un’area caratterizzata da una sconfinata storia mineraria alle spalle e da un presente di marginalità economica e di rilevante difficoltà sociale. Le miniere, inattive da circa vent’anni, e le industrie estrattive hanno provocato terribili devastazioni ambientali e, in seguito alla loro chiusura, una profonda crisi economica. Nonostante urgenti emergenze sociali e naturali, questo territorio è in grado di offrire interessanti riflessioni su scenari diversi: siti minerari che necessitano di immediate bonifiche, splendidi paesaggi caratterizzati da una natura esuberante e selvaggia, marina e montana, ed un patrimonio archeologico di assoluto prestigio.
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Per Paolo Maria Veronica e Roberto Malandrino – il duo comico meglio conosciuto come “Malandrino e Veronica”– Bologna è un grande palcoscenico: i musei, le biblioteche universitarie e le ville sui colli delle antiche famiglie emiliane sono scenari naturali che neppure la migliore scenografia teatrale potrebbe superare; “l’idea” dice Paolo Maria Veronica, “è sempre stata quella  di portare il teatro fuori dal teatro”, questi luoghi “ trasmettono  una potenza ed un’espressività  impareggiabili”.
Da anni sono diventati così fra i principali animatori  delle serate estive e culturali di questa città, quando, accompagnando gli spettatori  all’interno di luoghi storici  , si trasformano da attori in ciceroni  e gli spettatori in turisti.

Il ciclo di spettacoli – al quale hanno dato l’evocativo nome “Visitors- il bello dei luoghi comuni” – ha avuto inizio qualche anno fa con “Paurosissime visite al museo di zoologia”; il museo in questione, sorto nel 1860, fa parte del prestigioso polo museale dell’Università degli Studi di Bologna, da molti anni ormai dimenticato dai cittadini e che proprio grazie a questa rassegna di spettacoli pare abbia rivissuto i fasti di un tempo lontano con un incremento esponenziale delle visite .
Successivamente   nasce “Insolitobus”, spettacolo itinerante,  ideato come un  viaggio a bordo di un autobus scoperto (stile inglese) a due piani , lo stesso che normalmente viene utilizzato per far visitare la città ai turisti stranieri.

Nelle loro pièces Malandino e Veronica inseriscono personaggi “storici” della loro carriera ma anche innovazioni coreografiche : sono infatti accompagnati da un corpo di ballo composto da ballerine/mimi poliedrici che opportunamente travestiti, diventano personaggi un po’ fantastici e un po’ coreografici, come accade  nello spettacolo “Le lucciole” a Villa Aldini ,una villa dell’epoca Napoleonica sui colli bolognesi. Qui la suggestione è soprattutto  visiva: le ballerine, indossando un costume nero e guanti con led colorati alle dita danzano nel parco attiguo alla Villa creando giochi di luce suggestivi che ricordano tante piccole lucciole in una notte estiva.

Naturalmente oggi gli istrionici Malandrino e Veronica hanno una loro pagina Facebook con migliaia di contatti; l’interattività con il pubblico – che è caratteristica del loro modo di recitare – si fa anche attraverso la scelta dei luoghi, quest’anno proposti e votati direttamente dai fan sul social network.

Se la città è un grande palcoscenico, la collaborazione con le istituzioni locali è stata sicuramente un elemento importante nella realizzazione di questo progetto e –  benchè Paolo Maria Veronica lamenti di avere avuto non poche difficoltà per poter avere le autorizzazioni necessarie ad utilizzare questi luoghi in un modo così “originale” –  sono riusciti a convincere ed andare oltre all’iniziale  rigidità burocratica dell’amministrazione.

Il loro contributo alla città di Bologna  va nella direzione della valorizzazione del territorio  ed in un periodo come questo di pesanti tagli alla cultura riaccende le luci sulla necessità di contribuire attivamente, con senso civico o semplice amore per l’arte, al mantenimento di questi beni che con il tempo vanno incontro ad inevitabile deterioramento;  quest’anno quindi gli spettacoli  “interviste a Quirico Filopanti” o “Visita al corpo italico” all’interno dell’antico Palazzo dell’Archiginnasio sono diventati anche occasioni per raccogliere  fondi: il ricavato viene infatti interamente devoluto al restauro delle opere della Biblioteca in esso ospitate.

Salutiamo compiaciuti la nascita del MAB (Musei Archivi e Biblioteche – Professionisti del patrimonio culturale), coordinamento fra  tre delle più rilevanti e storicamente consolidate organizzazioni professionali del settore del patrimonio culturale ANAI (Associazione nazionale archivistica Italiana), AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e ICOM-Italia (Comitato Italiano dell’International Council of Museums).
L’ Atto Costitutivo del Coordinamento è stato firmato il 12 giugno scorso, anche se le tre associazioni coinvolte operavano congiuntamente già da qualche tempo e sono assolutamente condivisibili le finalità in esso espresse, quali la rappresentanza delle istanze dei professionisti degli istituti culturali, il coordinamento culturale, tecnico-scientifico e organizzativo delle attività degli operatori di archivi, biblioteche, musei e istituti culturali e ogni altra iniziativa mirata a migliorare, ampliare e rendere più accessibile l’offerta culturale nostrana.

Che gli operatori di questo ambito strategico per l’economia nazionale rivendichino il riconoscimento della loro professionalità e dialoghino e collaborino tra loro è sicuramente utile e foriero di effetti positivi per la comunità. Mutatis mutandis, qualcosa di simile sembravano aver fatto i tre attuali Ministri Ornaghi (Ministero per i beni e le attività culturali), Passera (Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture e trasporti), Profumo (Istruzione) per redigere una paginetta di buone intenzioni pubblicata Rapporto Federculture di quest’anno (Cultura e sviluppo. La scelta per salvare l’Italia, il Sole 24Ore Cultura, Milano, pp.13-14), alle quali, però, al momento non sembrano aver seguito fatti concreti nel solco di quanto solennemente enunciato, ovvero la predisposizione vere, coraggiose e lungimiranti  politiche di sviluppo basate sulla conoscenza e sulla cultura, quali fattori strategici di competitività del nostro Paese.

[cfr.Tafter  Le 7 priorità per le politiche culturali del 23 luglio]

Emilio Cabasino è ricercatore su temi di politica ed economia della cultura

Sono 96 gli inediti disegni del Fondo Peterzano che il Comune di Milano ha pubblicato all’interno del suo sito. Si tratta di schizzi attribuiti al pittore Caravaggio durante il suo periodo in cui da adolescente lavorava nella bottega del pittore manierista Simone Peterzano tra il 1584 e il 1588. Ne abbiamo selezionati alcuni da mostrarvi.

Una splendida villa seicentesca circondata da un parco di cedri, completamente ristrutturata; costo 2 milioni di euro.

Non si tratta di un annuncio di vendita, bensì della descrizione della storica Villa Holdert, una dimora acquistata dall’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi.

Indagato ma non ancora arrestato (infatti il Senato ha rimandato al prossimo 12 giugno la votazione al riguardo), colui che gestiva le casse del partito di Francesco Rutelli è accusato di aver sottratto 13 milioni di euro di rimborsi elettorali.

E così, mentre si attendono i risvolti della vicenda, i cittadini dei Castelli romani, un modo per riappropriarsi di quelli che sono soldi pubblici, l’hanno escogitato. Proprio tra le splendide colline della campagna romana infatti, Lusi attualmente senatore del Partito Democratico, ha acquistato questa proprietà, restaurandola (il Movimento Cinque stelle ha, inoltre, sollevato alcune perplessità sulla regolarità dei lavori di ristrutturazione che sono stati effettuati). In attesa dunque che la giustizia faccia il proprio corso, perché non restituire questo luogo ai cittadini per renderlo un centro di aggregazione sociale?

La proposta di acquisire questa dimora, partita dal Consorzio Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani (SBCR) e dalla Fondazione Cultura Castelli Romani (FCCR), ha raccolto l’adesione dei 17 Comuni dell’area. Attraverso la pubblicazione sul web di un appello rivolto ai vertici della Margherita si sta diffondendo l’iniziativa di restituire alla cittadinanza questo luogo storico e farne un vero e proprio incubatore culturale. All’interno del testo si sottolinea, infatti, la mancanza effettiva di “uno spazio fisico dedicato alla conoscenza e valorizzazione del territorio e delle sue molteplici potenzialità” rendendo difficoltoso il tentativo di fare rete tra i “diversi soggetti oltre a sfavorire il confronto e lo scambio tra le diverse professionalità”.

Per sopperire a tale mancanza la richiesta è quella di ribaltare una brutta pagina della storia politica italiana e di trarre invece da questa vicenda un vantaggio per la comunità: rendere Villa Holdert una risorsa per i Castelli Romani, “luogo aperto a tutte le realtà sane, nell’offrire alle associazioni, alle aziende, ai singoli cittadini una importante opportunità di incontrarsi, scambiare idee e progetti, produrre nuovi contenuti e nuovo valore”.

Pubblicato pochi giorni fa, l’appello ha riscontrato una diffusione notevole soprattutto sul web, attraverso i canali social e il passaparola.

Per leggere la versione integrale e per condividerlo anche voi la proposta, questo è il link di riferimento.

 

 

MetaCatalogo Dove, catalogo collettivo della città di Venezia

 

 

si tratta del nuovo sistema integrato e semplificato di ricerca utilizzato dal sistema bibliotecario del comune di Venezia, che riunisce al suo interno tutto il patrimonio librario e documentario della città. Attraverso un unico campo di ricerca è possibile consultare tutte le fonti presenti su OPAC web, presentando come risultato finale una lista unica e completa dove sono elencati i diversi libri e documenti con l’indicazione dell’Opac di riferimento.

 a prima vista molto semplice e lineare, in realtà il sito si articola in maniera complessa: al suo interno infatti non è presente solo il campo di ricerca unico e semplificato, ma è possibile anche risalire a quali siano le fonti consultate dal meta catalogo. Le fonti raccolte sono tutte le biblioteche presenti sul territorio veneziano: da quelle che fanno parte del Sistema bibliotecario Urbano del comune di Venezia, la biblioteca del Centro donna, Biblioteca del Centro regionale di Cultura Veneta “Paola di Rosa Settembrini, l’archivio fotografico, alle biblioteche del polo SBN.

 un interessante e utile progetto che facilita le ricerche di studiosi e studenti tra l’immenso patrimonio librario, documentario e fotografico di una città come Venezia dotata di un’antica tradizione libraria manoscritta e stampata.

 

 l’intento del sito è quello di semplificare la ricerca dei testi, tuttavia data l’immensa mole di materiale custodito nel database il rischio è quello che per una sola parola inserita nel campo di ricerca potrebbero venire fuori troppi risultati. È quindi consigliabile usufruire dell’opzione “ricerca avanzata” in modo tale che la lista che ne risulti sia meno dispersiva.

 

 una delle sezioni più interessanti è quella fotografica denominata “Album di Venezia” all’interno della quale sono raccolte numerose foto sulle piazze, le vie, le mostre, i palazzi storici, le manifestazioni sportive e culturali che si sono svolte, negli anni, all’interno dei vicoli urbani. Si tratta di immagini storiche, spesso in bianco e nero alcune delle quali raccontano la terribile alluvione che colpì la città nel 1966.

 tutti coloro che per studio, lavoro o ricerca devono consultare documenti, reperire foto o semplicemente leggere un libro per diletto personale. Il Meta catalogo DoVe è un immenso archivio che, attraverso un semplice campo di ricerca, consente di rintracciare tutto il materiale letterario di una delle città italaine più ricche di storia e di gioielli artistici.

 

 Metacatalogo DoVe

 

 

 

 

“La verità con i tuoi occhi”: mai titolo fu più adeguato per quella che doveva essere una tranquilla giornata di apertura al pubblico del complesso monumentale dei Girolamini di Napoli, per testimoniare i lavori di recupero portati avanti in questi anni, e che si è rivelata invece essere la giornata in cui la storica Biblioteca del 1586 viene sequestrata preventivamente a causa del trafugamento di preziosi manoscritti che da anni verrebbero sottratti e illegalmente riversati sul mercato nero degli antiquari.

Ad essere stato iscritto nel registro degli indagati è il direttore Massimo De Caro, che ricopre la carica dal 2011, con l’accusa di peculato (appropriazione di cosa pubblica) dopo che nelle sue abitazioni sono stati rinvenuti manoscritti e altri volumi antichi di cui si dovrà accertare la provenienza.

Un ennesimo caso di mala cultura che investe il territorio campano e che solleva numerose polemiche, soprattutto alla luce del fatto che già una petizione popolare, firmata da oltre 3.500 persone, era scattata per richiedere al Ministro Ornaghi la rimozione di De Caro dall’incarico (visto che in passato era già stato travolto in un’inchiesta su traffici illeciti di libri antichi) e l’apertura di una commissione di inchiesta ministeriale in grado di accertare le azioni portate avanti dalla passata e dalla recente gestione della Biblioteca.

“Le chiediamo come sia possibile – si legge nella petizione – che la direzione dei Girolamini sia stata affidata dai padri filippini, con l’avvallo del Ministero che ne è ultimo responsabile, ad un uomo che non ha i benché minimi titoli scientifici e la benché minima competenza professionale per onorare quel ruolo”.

La risposta del ministro che, ricordiamolo, beneficia di Massimo De Caro come consulente nel settore della cultura e dell’editoria, ha però lasciato intendere l’assoluta estraneità del MiBAC nella vicenda in quanto la nomina del direttore è di competenza della Congregazione religiosa e non del ministero.

De Caro si è ora autosospeso da direttore della Biblioteca fino al completamento di ogni indagine (ma non dal ruolo di consigliere del Ministero, che ricopre dalla legislatura precedente) e al suo posto la custodia del complesso è stata affidata a Mauro Giancaspro, direttore della Biblioteca Nazionale.

E se la notizia ha gettato un ulteriore ombra sulle tante beghe amministrative che riguardano la cultura campana, non rappresenta invece una novità per il popolo napoletano la notizia dell’appropriamento indebito di volumi storici della biblioteca da parte di chicchessia. I furti, a quanto dichiarato dalla Congregazione dell’Oratorio, sono cominciati dal 1960 e si sono intensificati soprattutto negli anni ‘80, dopo il terremoto, quando il Complesso monumentale fu occupato dai senzatetto.

Se pensiamo infatti che incunaboli antichi possono raggiungere cifre che si attestano sui 500-700mila euro, riusciremo forse a capire il guadagno sotteso a questo perverso commercio nero che si sviluppa e si alimenta soprattutto tra mercati e fiere antiquarie estere.

Ancora una volta, quindi, le strade della politica e quelle della giustizia si intersecano: a rimetterci sono i preziosissimi reperti storici e culturali di una regione sempre più depredata, nel passato come nel presente.

 

Bologna e i bolognesi sono abituati a tutto ciò che cambia, hanno una certa elasticità che permette loro di rimbalzare tra stimoli e promesse.
All’alba della nuova amministrazione comunale, la città si presenta come un grande cantiere: non solo il tanto santificato, polemizzato, demonizzato Civis (nuova ipotesi di trasporto pubblico a guida ottica), i cui cantieri stanno mobilitando la circolazione in buona parte della città, non solo la Stazione Centrale con lavori di ampliamento e modernizzazione per il passaggio dell’alta velocità che si stanno lentamente protraendo da oltre cinque anni, non solo lo spauracchio dei nuovi adattamenti dell’asfalto stradale che ogni estate modificano la viabilità.
C’è un altro cantiere a Bologna, quello delle “ristrutturazioni culturali”, che periodicamente vengono promesse, ipotizzate, sostenute, portando con sé necessarie novità così come il timore stantio della contraddizione.
Nell’anno appena trascorso a Bologna si è parlato di tagli alla cultura con i quali si è compromessa l’apertura della biblioteca Sala Borsa, ora chiusa al pubblico il lunedì se non per la restituzione del materiale, mentre aumenta il costo di acquisto dei libri e cala il budget per esso disponibile. E visto che i tagli sono necessari, si taglia proprio su tutto, pulizie degli spazi comprese. La biblioteca è anche oggetto di una battaglia legale iniziata nel 2003 in cui si stanno ridefinendo le sue quote di gestione, e proprio nell’ultimo mese si è arrivati ad un ribaltamento della prima vertenza che costerà al Comune oltre due milioni di euro.
La stessa biblioteca è quotidianamente teatro di manifestazioni e convegni di interesse amplissimo, la stessa biblioteca al cui interno si trova l’Urban Center – il centro di comunicazione tramite il quale la città di Bologna presenta e trasmette i nuovi progetti di trasformazione urbanistica e territoriale – la stessa biblioteca nei cui sotterranei si possono visitare scavi romani che testimoniano la stratificazione archeologica presente in città.
Ci si rende allora conto che le contraddizioni ci sono eccome, e sono insite proprio nei tesori più ricchi di questa città, quelli a cui il pubblico tiene maggiormente ma intorno ai quali è inevitabile avvertire ambiguità.
E proprio fuori dalla Biblioteca Sala Borsa, con pochi passi sulla destra ci si affaccia in Piazza Maggiore, sede di una delle iniziative che ha riscosso maggior successo a Bologna negli ultimi anni: la rassegna “Sotto le stelle del cinema”, il grande cinema gratuito allestito da fine giugno a fine luglio sotto il cielo della piazza. Un progetto gratuito per il pubblico, un’idea popolare in tutti sensi, che ha riscosso successo all’unanimità proprio perché rappresentativa di un interesse collettivo. E proprio nello scorso aprile si è iniziato a parlare di spostare l’iniziativa da Piazza Maggiore, perché troppo costosa, e riportarla in uno dei cortili più piccoli, ad esempio quello del Palazzo Comunale, come alcuni anni fa. La rassegna è organizzata dalla Cineteca di Bologna, la quale è sì finanziata dal Comune, che però non investe direttamente in “Sotto le stelle del cinema”, finora vissuto grazie al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione, alcune fondazioni bancarie e sponsor, nonché alle donazioni dei sostenitori che con tessere e spillette hanno aderito alla campagna “Sostieni il cinema in piazza – il tuo nome verrà proiettato sul maxischermo in Piazza Maggiore”.
Il programma è in definizione, ma se tra aprile e maggio negli anni scorsi si parlava solo di come mantenere l’iniziativa, quest’anno si parla di spostarla, modificarla, diminuirla ma è a tutti chiaro che funziona proprio grazie alle notevoli dimensioni sia della collocazione fisica che della proposta culturale.
Anche senza voler entrare nel merito dei moventi economici e politici, le vicissitudini di Biblioteca Sala Borsa e quelle di “Sotto le stelle del cinema” trasmettono alla città di Bologna il medesimo messaggio: cittadini, se volete qualcosa, ve la dovete guadagnare.
E allora, mentre si preparano le nuove sedie a Palazzo d’Accursio, e da mesi i candidati sindaco si pronunciano su entrambe le questioni, la speranza bolognese è quella che prima delle nuove proposte venga garantito ciò che già è presente e apprezzato.
Ben venga quindi il nuovo Auditorium progettato da Renzo Piano, ben venga chi candida Bologna a Capitale del Libro per il 2014, ben vengano le voci di corridoio che parlano di un nuovo Museo Civico in cui dovrebbero confluire tutti i tesori museali della città.
I bolognesi che amano la cultura “da tutti i giorni”, quelli che ancora in Sala Borsa ci vanno per prendere un libro da cui sono incuriositi o con i loro figli per mano, quelli che in luglio si siedono sulle sedie di plastica in Piazza Maggiore per sognare un paio d’ore, questi bolognesi ci sono eccome, e se ne tenga quindi conto mentre si aprono nuovi cantieri a cui attaccare l’oramai poco affidabile cartello “Work in Progress”.

Approfondimenti:
www.bibliotecasalaborsa.it
www.cinetecadibologna.it

La lettura ha perso il suo appeal e gli italiani si sono trasformati in un popolo di lettori pigri e stanchi, che alle pagine di un buon libro preferiscono altre forme di intrattenimento, meno impegnative e più ludiche, da svolgere durante il tempo libero. Tutte le principali statistiche sull’argomento sono concordi nel descriverci come un insieme di individui poco propensi alla lettura, mettendo in evidenza come solo un terzo, o poco più, della popolazione legge almeno un libro in un anno, oppure acquista regolarmente un quotidiano. Un dato che fa riflettere e sembra illuminarsi di rosso per avvertirci della necessità di invertire la rotta e iniziare a mettere a punto strategie e politiche orientate alla promozione della lettura, e dedicate tanto a un pubblico giovane quanto ad adulti e anziani.
Per rispondere a questa esigenza è stata lanciata in Toscana l’iniziativa “Presta libri & co”, che vede come protagonisti due insoliti partner: da un lato le biblioteche comunali delle Province di Firenze, Grosseto, Pisa, Pistoia e Siena; dall’altro i supermercati e i centri commerciali di Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno. Scopo principale del progetto è quello di favorire l’accesso ai libri attraverso la moltiplicazione dei punti di accesso alle biblioteche, che grazie ai volontari delle sezioni soci della Coop, potranno allestire all’interno dei supermercati delle vere e proprie postazioni per la ricerca bibliografica e il prestito gratuito di libri, cd e dvd. Tanti i servizi offerti e numerose le iniziative di promozione della lettura e del libro a cui sarà possibile partecipare, a partire dal 5 maggio, all’interno dei punti vendita che aderiscono al progetto.
Un accordo, quello siglato tra Coop e Regione Toscana, che oltre a far del bene alla lettura, testimonia – ancora una volta – che la cooperazione tra pubblico e privato rappresenta una strada percorribile per garantire un maggior sostegno alla cultura. La mia personale speranza è che tale iniziativa non resti un caso isolato, ma che possa trovare diffusione sull’intero territorio nazionale, così che tutti abbiano la possibilità di inserire il “prodotto” cultura direttamente nel carrello della spesa.

Vittoria Azzarita è caporedattrice di Tafter Journal

NIENTE DI MENO – NOTHING LESS
La forza del design femminile
Anty Pansera (a cura di)
pp. 96
Allemandi, € 30,00
ISBN: 9788842219835

Il catalogo della mostra «Niente di meno / Nothing less» documenta la selezione di più di cento oggetti fuori produzione, progettati tra il 1945 e il 2000 da designer italiane (o da tempo residenti nel nostro Paese), provenienti dalle collezioni di Daniele Lorenzon (Paloma) e Alessandro Padoan (Fragile), galleristi impegnati da anni nella valorizzazione di questa particolare tipologia di prodotti. Nel volume ai saggi critici si affiancano biografie delle artiste che hanno destinato il loro lavoro qualificare e personalizzare i più diversi ambienti domestici disegnando letti, divani, tavoli, lampade, appliques e complementi d’arredo, poi realizzati in argento, ceramica, vetro, materiali plastici… In questo inizio del XXI secolo, e a 150 anni dall’Unità d’Italia, pare giusto far riemergere come queste professioniste siano state le antesignane di una schiera di donne che oggi affronta il sempre più ampio territorio del design.

PALADINO E IL NUOVO GUERRIERO
Gabriele Simongini (a cura di)
pp. 96
Allemandi, € 20,00
ISBN: 9788842219774

Le sculture di Mimmo Paladino, fra le quali spicca l’opera inedita che rende omaggio in forme sorprendenti al Guerriero di Capestrano (VI secolo a.C.), inaugurano le nuove sale espositive della Fondazione Carichieti, nelle sale di Palazzo De Mayo, a Chieti. La mostra, curata da Gabriele Simongini e intitolata «Mimmo Paladino e il nuovo Guerriero. La scultura come cosmogonia», nel suo complesso potrebbe rivelarsi quasi come un «corredo» del Guerriero realizzato per l’occasione, così come accadeva nell’antichità. Un «corredo» reinventato e immaginario. Inoltre, la sala con le 75 sculture in bronzo, datate fra il 1984 e il 2010, costituisce già di per sé una piccola rassegna antologica della ricerca plastica di Paladino.

LA COMUNICAZIONE
Charles Horton Cooley
pp.96
Armando, € 8,00
ISBN: 97888-6081-815-7

I brani qui selezionati sono tratti da Social Organization. A Study of the Larger Mind, che rappresenta uno snodo teorico fondamentale per gli studi sulla comunicazione. L’osservazione dei cambiamenti indotti dall’uso sociale delle tecnologie comunicative fa maturare in Cooley la convinzione che si tratti di dinamiche fondamentali per la costruzione della società moderna. L’opinione pubblica non costituisce una sommatoria della produzione intellettuale di menti separate, ma è una rielaborazione che nasce dall’azione reciproca delle singole opinioni e dalla loro cooperazione attraverso i processi di comunicazione.

LETTERATURA E METAFORE DELLA REALTA’
Il mito e la rappresentazione artistica
Marshall McLuhan
pp.96
Armando, € 12,00
ISBN: 97888-6081-771-6

In questa raccolta di saggi la distinzione messa in risalto da McLuhan non è tanto quella tra occhio e orecchio come metodo percettivo, quanto quella tra il carattere inclusivo del linguaggio che usa la suggestione e il carattere esclusivo del linguaggio frammentato della scrittura come metodi della conoscenza. Gli Scrittori comunicano al lettore non è il fatto, ma l’esperienza di un fatto. McLuhan userà nei suoi libri lo stesso metodo per descrivere la narrazione elettronica che è una forma di oralità secondaria, rappresentata dalla convergenza di tutti i sensi nella comunicazione.

PUBBLICITA’ TELEVISIONE E SOCIETA’ NELL’ITALIA DEL MIRACOLO ECONOMICO
Francesco Alberoni
pp. 128
Armando € 10,00
ISBN: 97888-6081-814-0

Il volume raccoglie due saggi sugli anni del “miracolo economico” della comunicazione televisiva, tracciando uno spaccato sulla vita italiana di quel tempo. Partendo dagli indici di correlazione tra numero di abbonati alla Rai e i voti delle elezioni del 1955 e del 1963, spiega come il potere esercitato da un partito politico di maggioranza sul vertice di un potente mezzo di comunicazione non si traduca in un vantaggio elettorale. Da queste pagine si ricava un quadro complesso: i media, portano verso una spinta alla secolarizzazione, sostituendo i modelli della tradizione con quelli della contemporaneità.

COME SI ESCE DALLA SOCIETA’ DEI CONSUMI
Corsi e percorsi della decrescita
Serge Latouche
pp.207
Bollati Boringhieri, € 16,00
EAN: 9788833922119

Latouche riprende qui tutti i principali temi e le argomentazioni della sua riflessione sulla necessità di abbandonare la via della crescita illimitata in un pianeta dalle risorse limitate. Non si tratta, a suo giudizio, di contrapporre uno sviluppo buono a un cattivo, ma di uscire dallo sviluppo stesso, dalla sua logica e dalla sua ideologia. Per questo è innanzitutto necessario «decolonizzare l’immaginario», un compito di portata storica in cui si rivela essenziale il dialogo con i maestri della tradizione «libertaria», da Ivan Illich ad André Gorz e Cornelius Castoridias.
La stessa crisi attuale può essere vista, secondo Latouche, come una «buona notizia», se servirà ad aprire gli occhi sulla insostenibilità del «progresso» che l’Occidente ha realizzato fin qui. Per Latouche, infatti, la via della decrescita serena passa in primo luogo per una presa di coscienza del fatto che lo sviluppo è un’invenzione dell’uomo, e che il rapporto tra uomo e natura può essere rimodellato in una dimensione «conviviale», nel rispetto della legge dell’entropia e all’insegna di quella che egli chiama «opulenza frugale», meno consumi materiali e più ricchezza interiore, meno «ben essere» e più «ben vivere».

MENTE E PAESAGGIO 
Una teoria della vivibilità
Ugo Morelli
pp.176
Bollati Boringhieri € 16,00
EAN: 9788833922218

I volti dei propri cari e il paesaggio attorno sono le prime immagini del mondo che viene alla vita. In entrambi i casi si tratta di un’originarietà affettiva, che segnerà nel profondo, generando infinite risonanze. Alcune le conserva l’espressione «luogo del cuore», con cui si allude a un vincolo – tra quell’individuo e quel paesaggio – di intensità paragonabile a un rapporto d’amore. Di emozioni vitali, ma soprattutto della mente relazionale che le elabora, parla questo saggio di Ugo Morelli, e lo fa con un timbro e da un’angolazione del tutto inediti. Etica, politica, scienze cognitive, estetica vi confluiscono con sapiente levità e delineano un percorso dai mille, illuminanti sconfinamenti, al di là delle recinzioni disciplinari. Il dentro e il fuori sono infatti la cifra stessa del paesaggio: il luogo non è un contorno o uno scenario inerte, e neppure il semplice correlato naturale di uno stato d’animo, ma deriva sempre da un costrutto, da qualcosa che prende forma mentale e ridisegna insieme la terra e la nostra presenza su di essa. Ed è proprio la fondamentale coappartenenza di uomo e paesaggio a dettare uno dei precetti meno eludibili dei nostri tempi, ossia la responsabilità di specie nei confronti dei luoghi, condizione della vivibilità del pianeta.

IL RESPIRO DELLA MUSICA 
Paolo Terni
pp. 220
Bompiani € 11,90
EAN: 9788845267086

Paolo Terni con questo suo saggio ci apre nuovi scenari nell’ascolto musicale. Abituati da una società degli auricolari e dell’ascolto bulimico, troppo spesso non sappiamo individuare quelle sfumature che un testo musicale propone allo stesso modo del respiro di un amante. Un inno alla sensazione che la musica porta con sé, alla fantasia che essa fa scaturire, ai sogni e alla bellezza che il suono di una melodia sa riproporre, il lavoro di Paolo Terni è un generoso tributo a ciò che sempre ci accompagna, ma che troppo spesso pur sentendo non sappiamo udire.

FOLLIA? VITA DI VINCENT VAN GOGH
Giordano Bruno Guerri
pp.144
Bompiani, € 9,00
ISBN: 45266928

Una biografia può essere rigorosa come un saggio e affascinante come un romanzo? Sì, se il personaggio di cui si insegue la vita in un vertiginoso balzo all’indietro nel tempo è Vincent van Gogh e il biografo ha la bravura di Giordano Bruno Guerri.
Noi non sappiamo davvero chi fosse van Gogh, benché questo pittore-genio sia tra i più celebri, tra i più visti, oggetto di culto collettivo e il più costoso sul mercato. E il libro di Guerri dà la possibilità di addentrarsi fra i suoi segreti, di esistenza e pensiero. La ribellione contro la piccola borghesia del XIX secolo, le infatuazioni mistiche, l’abbandono della fede e la riscoperta di una visione totalizzante della natura, il rapporto con le donne (le “amiche” e “sorelle” prostitute), il legame morboso con il fratello Theo, la malattia mentale che infine prorompe in perfetto parallelismo con un’estrema consapevolezza creativa.
Sono queste le tappe ripercorse per impadronirsi di quell’aura misteriosa che circondò il pittore per antonomasia. Una storia amara, di felicità intellettuale e sensuale, raggiunta attraverso la solitudine più completa. Quella stessa solitudine che gli consentì di dipingere alcuni dei capolavori assoluti dell’arte contemporanea, di “andare al cuore della gente, al cuore delle cose”.

POETICHE DELLA CREATIVITA’
Letteratura e scienze della mente
pp. 224
Bruno Mondadori, € 18.00
ISBN: 9788861595156

Interrogarsi oggi sulle relazioni fra letteratura e scienze della mente serve innanzitutto a rafforzare la concezione della poesia e della narrativa come forme di conoscenza della realtà. Concetti fondamentali, come quelli di inventio e di stile, possono essere rivisitati, allo scopo di indagare territori ancora piuttosto ignoti: per esempio l’obscurisme tipico di gran parte della lirica moderna potrebbe rivelare aspetti imprevisti, non solo irrazionali. È quindi lecito intraprendere ricerche innovative, sondando da angolature inconsuete le intersezioni fra la letteratura e le scienze o le arti. E già si comprende che anche nel panorama letterario italiano dell’ultimo secolo cominceranno a emergere nuovi valori o comunque testi degni di un’attenta considerazione. Senza alcuna soluzione precostituita, Poetiche della creatività propone riflessioni teoriche e applicazioni interpretative, che contribuiscono a far individuare sentieri interessanti per la critica letteraria. 

ARTE CONTEMPORANEA: METAFISICA, DADA, SURREALISMO
Ilaria Schiaffini
pp. 220
carocci, € 19,00
ISBN 9788843057870

Metafisica, dada e surrealismo hanno sancito una rottura fondamentale nella tradizione delle avanguardie. Lo scardinamento del rapporto tra segni pittorici e realtà avviato da Giorgio de Chirico e la contestazione purificatrice di dada hanno determinato uno scarto concettuale decisivo, da cui ha preso le mosse in primo luogo l’indagine dell’inconscio del movimento bretoniano. Questo ribaltamento di prospettiva ha aperto la strada a una sperimentazione a tutto campo di tecniche, oggetti e strategie di comunicazione che costituisce un riferimento imprescindibile per le ricerche artistiche successive, fino ai nostri giorni. Il volume offre un’introduzione sintetica ai tre movimenti, delineati nei contesti storico-geografici di appartenenza. Tenendo conto dei contributi critici recenti sono messi a fuoco temi quali il rapporto fra tradizione e modernità, il confronto dell’artista con il mercato e la società dei consumi, il valore politico della protesta dada, il potere dell’immagine fotografica nella comunicazione di massa.

ARCHITETTURA E CITTA’ NELL’OTTOCENTO
Percorsi e protagonisti di una storia europea
Simonetta Ciranna, Gerardo Doti, Maria Luisa Neri
pp. 412
Carocci, € 50,00
ISBN 9788843057306

L’Ottocento è per l’Europa un secolo di radicali e complessi mutamenti per l’instabilità degli assetti politici, economici e sociali, per le trasformazioni urbane e territoriali, le innovazioni tecniche, la modificazione di ruolo e significato dell’architettura in una moderna società industriale. Cambiamenti decisivi che hanno lasciato un’importante eredità al Novecento. Il volume, sintetico ma completo, propone un’interpretazione del secolo attraverso due tracce narrative: Temi e problemi, che si articola in una serie di quadri critico-conoscitivi concepiti per offrire un’immagine d’insieme dello spirito dell’epoca; Città e architetture, che esamina la produzione architettonica e gli interventi urbani delle singole nazioni secondo una rigorosa scansione analitico-cronologica degli avvenimenti.

L’INTERVISTA COME CONVERSAZIONE
Preparazione, conduzione e analisi del colloquio di ricerca
Alessandra Fasulo, Francesco Serranò
pp. 196
Carocci, € 20,00
ISBN 9788843057320

Il testo costituisce un’introduzione all’intervista come metodo di ricerca ed è rivolto a ricercatori nelle scienze sociali e umanistiche e a chiunque voglia intraprendere un’intervista con consapevolezza e profitto nell’ambito della ricerca qualitativa. Oltre ad affrontare aspetti epistemologici e metodologici, il volume descrive le diverse fasi dell’intervista: la pianificazione, la conduzione, l’analisi e la presentazione dei risultati. Utilizzando diversi corpus di interviste e avvalendosi di strumenti di Analisi della Conversazione, vengono mostrati diversi modi di porre domande, di gestire l’interazione e di sostenere i partecipanti nella produzione di risposte il più possibile ricche ed esaurienti. Vengono poi illustrate numerose strategie di analisi per l’identificazione di temi portanti e linee narrative
e, infine, si danno indicazioni in merito alla stesura del rapporto di ricerca, esemplificando e discutendo diverse opzioni di scrittura nell’ambito della ricerca qualitativa.

POLITICHE PUBBLICHE E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Il caso dell’Area Science Park e del VEGA
Antonio Russo
pp. 152
Carocci, € 15,00
ISBN 9788843057702

Il libro analizza il processo di sviluppo di due tra i più importanti parchi scientifici e tecnologici italiani: l’Area Science Park di Trieste e il vega di Venezia. Tali casi di studio sono stati utilizzati per esplorare dimensioni strategiche per la competitività nell’economia globale: le politiche di sostegno all’innovazione, il processo di trasferimento tecnologico e la cooperazione tra università ed imprese sul fronte della ricerca. Lo studio, sintetizzato nel volume, ha trattato tali tematiche attraverso un approccio multidisciplinare, avvalendosi del supporto della più recente letteratura, analizzando altresì i rilevanti cambiamenti socioeconomici in atto nei contesti esaminati e nei distretti industriali in essi operanti. Il processo innovativo ha acquisito i connotati propri di una costruzione sociale dipendente dalla capacità endogena, di soggetti pubblici e privati, di implementare azioni sinergiche su scala locale, valorizzando le risorse e le competenze presenti sul territorio. In linea con tale prospettiva, si è inteso valutare in quale misura, nei due contesti di analisi, è stata attuata una efficace governance dell’innovazione, trasformando questi due parchi tecnologici in centri propulsivi per lo sviluppo economico regionale.

LA SCOPERTA DELLA NATURA
I primi studi italiani
Otto Pacht
pp. 160
Einaudi, € 24,00
EAN: 9788806206499

Solo alla fine del XIV secolo l’osservazione della natura e lo studio del mondo esterno nelle sue manifestazioni particolari si sono imposti all’interno della produzione artistica dei pittori italiani. Otto Pächt studia la comparsa del paesaggio nella pittura concentrandosi sui suoi diversi gradi di importanza (ornamento marginale o elemento principale) e sulle sue qualità formali. Sembra infatti che i lavori ispirati alla natura non avessero in origine una funzione estetica, ma pratica. Pächt indaga le influenze della scienza empirica, dei manuali di zoologia e delle illustrazioni negli erbari; e si concentra soprattutto sul momento in cui le piante prendono possesso non solo dello spazio vergine sotto il testo, ma invadono anche i margini, come piante rampicanti all’assalto di una parete nuda: quando inizia quel gioco con l’illusione pittorica in cui lo spazio dipinto e lo spazio reale, l’arte e la vita vengono costantemente e deliberatamente fusi.

PER UNA BIBLIOTECA INDISPENSABILE
Cinquantadue classici della letteratura italiana 
Nicola Gardini
pp. XXVIII – 332
Einaudi, € 21,00
ISBN 9788806206352

Che cos’è la letteratura italiana? Di cosa, a chi e come parla? E perché certi libri sono così importanti? Perché leggere ancora il Decameron, Il principe o Il giardino dei Finzi-Contini? Attraverso una selezione dei classici della scuola – i piú, ma anche i meno frequentati -, esattamente 52, tanti quante le settimane dell’anno, Per una biblioteca indispensabile vuole rispondere a queste domande, costruendo un campionario di scritture, immagini di mondo e temi culturali che segnano svolte e traguardi decisivi nella storia della civiltà non solo italiana.

VERSO EXPO MILANO 2015
aa.vv.
pp. 135
Electa, € 15,00
EAN: 9788837085483

“Expo 2015 ha voluto dedicare alla città la mostra “Verso Expo Milano 2015″ per comunicare che cos’è un’esposizione Universale e dare qualche suggestione su cosa potrà essere quella di Milano nel 2015. La mostra segna l’avvio ideale di un percorso che vuole coinvolgere la popolazione milanese, lombarda e italiana in tutta la fase di costruzione dell’Expo, anche in vista di quei progetti che decolleranno nel prossimo anno. Al fine di coinvolgere l’Italia intera, non solo Milano, nell’Esposizione del 2015, questa mostra verrà replicata sul territorio nazionale, individuando i possibili contributi in termini di contenuti, approfondimenti e iniziative che andranno ad arricchire la manifestazione.” (Diana Bracco)

NERONE
Maria Antonietta Tomei, Rossella Rea (a cura di)
pp. 256
Electa, € 40,00
ISBN: 978883708518

Il volume si apre con un saggio generale di uno dei più autorevoli storici della romanità, Andrea Giardina, che ridisegna un ritratto efficace del “principe rosso” attraverso un’originale interpretazione delle fonti antiche e la discussione critica della sua fortuna “nera”.
Marisa Ranieri Panetta narra della morte dell’imperatore attraverso le sue ultime parole famose, mentre alcuni studiosi tracciano la leggenda postuma del personaggio nelle arti figurative (Giacomo Agosti affrontando la pittura accademica dell’Ottocento italiano che ne immortalò le vicende più truci, Jerzy Miziolek analizzando i capolavori pompier del polacco Siemiradzki come Le torce di Nerone sulla persecuzione dei cristiani) e nel cinema (Giuseppe Pucci).
Più prettamente archeologica è l’indagine di Clementina Panella che racconta, attraverso i dati di scavo, il giorno più lungo della storia, quello del terribile incendio che devastò Roma per il quale Nerone è ricordato. Da contributi di diversi specialisti (Viscogliosi, von Hesberg, Tomei, Beste, Filippi) egli emerge come “grande costruttore” grazie alla progettazione e alla realizzazione di una delle dimore più spettacolari dell’antichità, l’immensa Domus Aurea (che si estendeva dal Palatino all’Oppio) restituita filologicamente nelle sue architetture scenografiche, tra giardini lussureggianti, come nelle preziose decorazioniattraverso inedite immagini di realtà virtuale esito di lunghi anni di ricerche.
A Matteo Cadario è affidato il saggio sulla propaganda ideologica in età neroniana attraverso l’approfondito esame delle sculture che restituirono l’immagine di un uomo, delle celebri donne della sua vita e di un epoca mentre di Irene Bragantini è un filo rosso sulla pittura.
Nerone, come molti sanno, volle proporsi anche come abile performer, artista e comunicatore: di qui lo stretto rapporto con gli spettacoli affrontato da Rossella Rea quale strumento del consenso e con i maggiori poeti, filosofi e scrittori del tempo – dall’amato e odiato precettore Seneca a Lucano e Petronio – come si evince dal denso scritto di Emanuele Berti.

LE FABBRICHE DEI SOGNI
Uomini, idee, imprese e paradossi delle fabbriche del design italiano
aa.vv
Silvana Annicchiarico (a cura di)
pp. 392
Electa, € 55,00
ISBN: 978883708565

Attraverso una carrellata di oggetti iconici, si sviluppa un racconto che vuole, da una parte, illustrare la peculiare attività e la natura profonda di quelle che Alberto Alessi definisce “Fabbriche del Design Italiano”, che si muovono lungo una linea che oscilla tra valore funzionale, valore segnico e valore poetico delle cose prodotte, dall’altra raccontare la grande capacità e abilità di questi “laboratori di ricerca” tali da attrarre anche i designer stranieri, che scelgono di lavorare in Italia riconoscendone l’eccellenza nella progettazione.

L’ARTE FUORI DI SE’
Un manifesto per l’età post-tecnologica
Balzola Andrea, Paolo Rosa
pp. 176
Feltrinelli, € 16,00
EAN: 9788807172052

L’arte è fuori di sé perché sta vivendo una crisi d’identità senza precedenti, ingabbiata in un sistema autoreferenziale per addetti ai lavori, pilotato più da logiche di mercato e di immagine che da una sincera ispirazione, lontano dal vissuto e dalle sensibilità della gente. L’arte è fuori di sé perché sono esplosi tutti i codici e i confini. Il pubblico e gli stessi studiosi faticano a valutare che cosa sia arte e cosa non lo sia, e molti la confondono con la pubblicità, il design, la comunicazione, o con la mera replica di frammenti di realtà. Ma l’arte è fuori di sé soprattutto perché la rivoluzione digitale ha generato una trasformazione antropologica dei comportamenti e delle relazioni sociali, che incide profondamente sull’identità dell’arte e sul ruolo dell’artista. L’arte che esce da sé, in senso positivo, può svolgere una funzione simbolica e pratica di antidoto alle patologie dell’età post-tecnologica, spostando il baricentro dalla creazione individuale a quella collettiva, dall’opera compiuta al processo aperto, dalla centralità dell’artista “genio” allo spettatore, con una circuitazione totalmente diversa, gratuita e molto più partecipata degli eventi artistici.

UNA SCUOLA DA RIFARE
Lettera ai genitori
Giuseppe Caliceti
pp. 224
Feltrinelli, € 15,00
EAN: 9788807491085

Lo scenario è conosciuto: nel 2008 il ministro Tremonti abbatte sulla scuola la scure dei tagli e poco dopo il ministro Gelmini annuncia la sua riforma. Le piazze si riempiono di migliaia di docenti che gridano la loro rabbia contro lo smantellamento della scuola pubblica. A distanza di diversi mesi, cosa rimane di quella protesta? E – soprattutto – cosa rimane della scuola pubblica? Sotto forma di una lunga lettera ai genitori, Giuseppe Caliceti – maestro, educatore, ascoltatore – cerca di rispondere a queste domande e analizza lo stato di salute della nostra scuola. Caliceti difende la scuola pubblica italiana – una delle migliori al mondo per qualità di insegnamento – e provoca i genitori: l’istruzione primaria non è una bambinaia che tiene impegnati i figli per qualche ora, l’istruzione primaria è il momento fondamentale della loro formazione. Ma il tassello più importante della scuola pubblica, il pilastro fondamentale che non può essere abbattuto, è la condivisione. Dice Caliceti: “A chi mi chiede in cosa consiste esattamente il mio lavoro potrei rispondere che insegno a leggere e a scrivere, ma preferisco dire che gestisco gruppi di bambini. I contenuti delle materie che insegno in questi trent’anni sono cambiati più volte – pensate alla storia, alla geografia, ma anche all’italiano o alla matematica. Sono cambiate le materie stesse: ne sono state introdotte nuove, ne sono state soppresse o ridimensionate altre. Una cosa è rimasta: la funzione educativa. L’impegno, attraverso l’istruzione a questa materia o a quel contenuto, di educare. è una responsabilità non piccola. Per questo mi sforzo di trovare sempre il tempo per affiancare a ogni attività di apprendimento un’attività parallela: quella della condivisione”.

VITA DA FREELANCE 
I lavoratori della conoscenza e il loro futuro
Sergio Bologna, Dario Banfi
pp.288
Feltrinelli, € 17,00
EAN: 9788807172014

La rappresentazione del lavoro autonomo (o indipendente) finora offerta confonde ancora quello “di prima generazione” (coltivatori diretti, commercianti, artigiani, professioni liberali protette da ordini) con il lavoro scaturito dalla trasformazione postfordista. Si confonde un modo di lavorare antichissimo con quello che è apparso solo negli ultimi trent’anni, creando così pasticci di tipo statistico, mediatico e, cosa assai più grave, normativo. In questo libro gli autori, di due generazioni differenti, ci aiutano a scoprire che le cose stanno cambiando in profondità anche nell’universo del lavoro indipendente postfordista. Il tipico individualismo del lavoratore indipendente, chiuso nella sua casa-ufficio e collegato al mondo solo per via remota, subisce un profondo cambiamento in virtù di una nuova spinta all’associazionismo, alla coalizione, alla community. Passando da New York a Londra, da Parigi a Milano, gli autori seguono le tracce di un movimento associativo di segno nuovo, che si confronta direttamente con lo stato e il mercato su questioni fiscali, previdenziali, normative. I lavoratori indipendenti vogliono un riconoscimento del loro ruolo nell’economia della conoscenza. Il nuovo mondo delle professioni è fatto di freelance, milioni di lavoratori in perenne tensione tra libertà e vincoli, tra creatività e conformismo, tra sapere tacito e saperi standardizzati. Settori importanti del mondo del business prevedono che questi lavoratori della conoscenza saranno fondamentali nel prossimo futuro. Per questo è utile sin da ora conoscerli meglio.

GESTIRE E PROMUOVERE UN TERRITORIO 
Linee guida, strumenti operativi e casi studio
Scipioni Antonio, Anna Mazzi
pp. 160
Franco Angeli, € 19,00
EAN: 9788856836790

Appare sempre più chiaro come i nuovi modelli di sviluppo dell’economia di un’area si integrino con una nuova cultura che concepisce il territorio come il risultato di un vincente equilibrio tra crescita economica, rispetto dell’ambiente, protezione delle proprie radici, promozione degli individui e qualità della vita. Molti sono i possibili approcci per realizzare tali obiettivi; ciò che li accomuna è che tutti non possono prescindere dal concetto essenziale di “fare rete”. Rinnovare il concetto di marchio d’area può in questo contesto rappresentare, a livello europeo, un’interessante risposta alle esigenze sempre più evidenziate da molteplici organizzazioni operanti nei territori. Se inizialmente il marchio d’area era inteso come strumento per il mercato turistico, uno studio più approfondito di tutte le sue potenzialità ha reso possibile estenderne l’utilizzo fino a comprendervi obiettivi di sviluppo diversi e complementari a quello del turismo. Un marchio d’area sarà di successo se sarà in grado di coniugare le esigenze di management con le prospettive di marketing: in altre parole, se il processo per la sua creazione porterà a progettare modelli di gestione e promozione funzionali alle prospettive di sviluppo locale e a realizzare in concreto quell’idea di governance che anima la sostenibilità locale.

MOBILE CITY
Marcenaro Roberta
pp. 128
Franco Angeli, € 16,00
EAN: 9788856836721

Il libro è il risultato di una lunga riflessione sul fenomeno delle “Mobile City”, per comprendere il loro significato nella trasformazione contemporanea dei modi di abitare e fare del tema un campo di ricerca accademico per la progettazione architettonica, la logistica e l’economia. Mobile City è l’unica soluzione quando costruire la Città tradizionale non è possibile per ragioni di tempi e di spazi. Ma che cosa sono nello specifico e a che cosa servono le Mobile City? Si tratta di insediamenti temporanei (fissi o dinamici) che vengono installati per rispondere a situazioni di emergenza sociale, esigenze militari o per la gestione di eventi catastrofici di tipo naturale. Sono forme di città che si muovono con i grandi eventi culturali e sportivi, rito della società globalizzata, e, in particolare, sono la risposta più funzionale allo svolgimento delle attività industriali in contesti remoti: deserti, oceani, ghiacciaie.

UOMINI E DONNE NELLE RADIO PRIVATE A ROMA
La passione del lavoro oltre la precarietà
pp.208
Franco Angeli € 24,50
EAN: 9788856834567

La radio ha oltre cento anni, ma è un medium ancora attuale, di facile accesso e di proprietà poco concentrata. L’analisi delle radio locali a Roma segue a una precedente indagine degli autori su Radio Rai, radio nazionale ma quasi tutta concentrata nella Capitale: si è potuto così confrontare il settore privato con quello pubblico, chiedendosi cosa vuol dire fare lo stesso tipo di lavoro in piccole e piccolissime imprese, piuttosto che in un’unica grande azienda. Nelle radio private, come alla Rai, c’è molto lavoro precario, ma con la differenza di retribuzioni più basse ed anche di lavoro nero. Ciononostante esistono molte persone appassionate del proprio lavoro. Dopo un quadro del mercato del lavoro a Roma, con attenzione soprattutto al lavoro atipico nella comunicazione, la ricerca utilizza prevalentemente metodi qualitativi per capire il mondo delle radio locali, poco conosciuto e frammentato, e analizzare condizioni, vissuti, prospettive lavorative più o meno precarie di chi in quelle radio lavora.

VITE MEDIATE
Nuove tecnologie di connessione e culture di rete Novita
Corlianò M. Emanuela
pp. 128
Franco Angeli, € 15,00
EAN: 9788856835984

Il testo delinea diversi ambiti della fruizione dei mezzi di comunicazione, dalla ricerca quotidiana di relazioni sociali appaganti, a nuove modalità di fruire e al contempo di produrre i media, fino alle strategie e alle tattiche di contropotere messe in atto da alcuni attori sociali attraverso le nuove tecnologie. Si tratta, ovviamente, di descrizioni e interpretazioni che si fondano sull’assunto di base secondo il quale non esistono media al di fuori della società. Questo quadro di riferimento richiede necessariamente la considerazione del sistema mediatico come strumento e non come fine dell’attività umana, come veicolo per implementare la produzione sociale di realtà negoziata all’interno delle interazioni quotidiane. La quotidianità dei media rappresenta, pertanto, lo sfondo nel quale si muove la struttura del testo, attraverso modalità diverse di fare esperienza delle tecnologie, pratiche, quelle di fruizione e produzione mediale, tra le altre in cui siamo costantemente impegnati.

OLTRE L’ISTITUZIONE TOTALE
Teatro e integrazione nella casa di reclusione di Rebibbia
Turco Antonio
pp.144
Franco Angeli, € 17,00
EAN: 9788856837100

Questo libro racconta del progetto Prometeo, svolto dalla Associazione Italiana Cultura e Sport con la collaborazione del Laboratorio per lo studio dei nuovi servizi “Francesco Battisti” dell’Università di Cassino. All’interno del laboratorio teatrale di Rebibbia Reclusione di Roma, si sono strutturati incontri che all’attività di teatroterapia hanno affiancato interventi di tipo psicologico, di ricerca sociale e di attività di mediazione culturale. I risultati ottenuti consentono di confermare come il teatro, ma più in generale l’arte e la cultura, siano strumenti essenziali per far maturare il dialogo tra le persone. Di tutto questo non si può non tener conto anche nelle prospettive e negli orientamenti di metodo che dovrebbero sostenere una azione politica resa a facilitare l’integrazione sociale.

TEXTILE DESIGN
Materiali e tecnologie
Soldati Maria Grazia, Roberto Frassine, Manuela Rubertelli
pp. 160
Franco Angeli, € 19,00
EAN: 9788846490759

Il libro analizza i caratteri essenziali della filiera tessile per fornire agli operatori del settore conoscenze specifiche dei materiali e delle tecnologie produttive legate al mondo della moda. Il contenuto del volume è suddiviso in tre parti, nelle quali ciascun Autore approfondisce gli aspetti peculiari delle proprietà e dell’utilizzo delle fibre naturali e sintetiche, delle tecnologie tessili e delle proprietà tecniche e sensoriali dei tessuti per mettere in evidenza lo stretto connubio esistente tra moda, design e tecnologia.

EUGENIO CISTERNA
Un artista eclettico fra tradizione e modernità 1862-1933
Mariella Nuzzo
pp.112
Gangemi, € 28,00
ISBN13: 9788849221305

Noto principalmente come artista religioso in relazione alla decorazione delle chiese otto-novecentesche romane, il profilo del pittore genzanese Eugenio Cisterna emerge nella sua complessità come figura poliedrica di decoratore, restauratore, imitatore di stili e tecniche antiche, fotografo, studioso di iconografia cristiana ed esperto di pittura medievale. In contatto con le élites sociali e culturali della capitale e del resto del paese, esegue molti lavori in ville e palazzi per committenti privati, rivelando
uno spirito puramente eclettico. Nelle decorazioni religiose giunge tuttavia, pur esprimendosi costantemente attraverso una pluralità di registri stilistici, ad un aggiornamento dei modelli medievali sulla scorta dell’esperienza romana di Edward Burne-Jones e all’acquisizione di un linguaggio realista, non distante da quello della coeva pittura di storia.

COESIONE SOCIALE, ETICA E COMPETITIVITA’
Il ruolo del sistema sociale nelle dinamiche competitive all’interno dei sistemi economici e nell’economia globale
Michele Petrocelli
pp. 304
Gangemi, € 26,00
ISBN13: 9788849221251

Il problema dell’etica e della competitività è posto in questo libro in modo diverso da quello che solitamente si osserva: l’etica sociale è considerata una condizione necessaria perché un sistema economico sia stabilmente competitivo. Il libro intende accogliere due diversi ambiti di ricerca che l’autore ha condotto negli ultimi anni cercando di coniugare la competitività interna con quella esterna, ricercando nei sistemi economici gli attori dell’agone internazionale. In questo contesto un ruolo fondamentale è giocato dal sistema sociale. L’analisi degli ultimi eventi spinge a riflettere sul ruolo della fiducia collettiva nell’ambito di mercati internazionali sempre più interconnessi e, conseguentemente, sempre più vulnerabili ed esposti a crisi finanziarie e valutarie sistemiche e globali. La dimensione psicologica nel contesto sociale e dunque il sistema di aspettative condivise all’interno di una collettività gioca un ruolo fondamentale in queste dinamiche. Il bisogno di coesione sociale non è solo un bisogno del singolo sistema economico ma, nella globalizzazione economico-finanziaria, anche una necessità intersistemica, dove il mondo deve necessariamente trovare una governance partecipata attorno ad una nuova idea politica condivisa, percepita come socialmente equa da tutti i Paesi. Questa ricetta, molto più che l’istituzione di complesse sovrastrutture di controllo, sembra oggi fondamentale per prevenire virulente crisi sistemiche. La debolezza dell’economia italiana, più che rispetto ai fondamentali economici, può essere allora letta nei suoi propri equilibri sociali, dominati da un sistema clientelare che sembra irreversibile e che impedisce lo sviluppo competitivo e l’innovazione, sterilizzando gli effetti di qualunque politica economica. La creazione di un sistema economico competitivo nasce, dunque, sì dal riconoscimento dei suoi punti di forza, in termini di risorse e di costi, ma ancor più dalla costruzione di un sistema sociale coeso e trasparente.

PROGETTI DI PAESAGGIO PER I LUOGHI RIFIUTATI
Annalisa Maniglio Calcagno (a cura di)
pp. 320
Gangemi, € 44,00
EAN: 9788849219678

Con l’espressione “paesaggi del rifiuto” ci si è voluti riferire a quelle numerose situazioni che hanno generato dismissioni, abbandoni, sfruttamenti abnormi delle risorse e degrado della qualità ambientale, disgregazione delle strutture territoriali, processi di marginalizzazione e di rifiuto sociale, perdita di identità dei paesaggi storici,mancato soddisfacimento delle mutate esigenze sociali. Si tratta di fenomeni estesi e diffusi, che coinvolgono sovente spazi strategici, della città e del territorio, dove è possibile avviare processi di rigenerazione ecologica, di promozione di attività per il tempo libero, di miglioramento delle qualità percettive, per una migliore qualità della vita . La ricerca individua e definisce metodologie di analisi e ipotesi progettuali innovative, che, superando la nozione di “risarcimento” e “restauro” del paesaggio e le operazioni di sola “mitigazione ambientale”, propongono progetti di paesaggio, fondati sulla capacità di stabilire nuove relazioni fra elementi di varia natura, materiali e immateriali, piuttosto che fra oggetti definiti in sé, ponendo l’accento sulle risorse da recuperare, sulle dinamiche del mutamento da interpretare e sulle competenze disciplinari da coinvolgere,volgendo l’attenzione ai “processi” anziché ai singoli oggetti, e analizzando i rapporti con il “contesto”, legante indispensabile tra le varie azioni di progettazione paesistica.

L’UOMO DELLO SCHERMO
De Gaulle e i media
Riccardo Brizzi
pp. 360,
Il Mulino, € 28,00
ISBN: 978-88-15-14728-8

Protagonista della storia politica europea del Novecento, Charles de Gaulle è stato anche un pioniere nel ricorso ai mass media. Dopo essersi ampiamente servito della radio durante la seconda guerra mondiale (guadagnandosi il soprannome di “Général-micro”), una volta tornato al potere nel 1958 avvia un sodalizio intenso e fruttuoso con la televisione, denunciato dai suoi oppositori come “telecrazia”. Questo volume ricostruisce le modalità di utilizzo e di ferreo controllo del mezzo televisivo adottate dal generale de Gaulle tra il 1958 e il 1969, mettendo in luce il ruolo che l’associazione tra potere carismatico e televisione ha svolto nel legittimare la leadership gollista e nel determinare un’evoluzione in senso presidenziale delle istituzioni della V Repubblica. Dagli esordi stentati davanti alle telecamere, corretti grazie ai consigli di pubblicitari ed esperti del settore, alle magistrali apparizioni nei momenti drammatici della guerra d’Algeria, sino alla campagna presidenziale del 1965 e alla crisi del Maggio 1968, quello che si delinea è un avvincente affresco della prima leadership televisiva della storia europea contemporanea.

PRIVATI DELL’ACQUA?
Tra bene comune e mercato
Antonio Massarutto
pp. 256
Il Mulino, € 16,00
ISBN: 978-88-15-14652-6

Buchi nei tubi, buchi nella dotazione impiantistica, buchi nei bilanci: il settore idrico deve industrializzarsi e mobilitare risorse importanti che lo stato e la fiscalità non possono mettere a disposizione, e che vanno perciò ricercate sul mercato. Ma molti cittadini reagiscono con sconcerto, temendo che “privatizzazione” significhi precludere l’universalità dell’accesso a un bene comune. Questo libro offre una prospettiva diversa. E’ possibile coinvolgere il privato senza che l’acqua diventi “dei privati”; modernizzare il settore e trasferire l’onere di finanziarlo dalla fiscalità alle tariffe pagate dagli utenti, senza che questo comporti esclusione sociale e diritti negati. L’esperienza di altri paesi ce lo dimostra, ma occorre sfuggire alla retorica, all’ideologia, alle molte trappole del buon senso comune. Mentre il paese discute se il mercato è di destra o di sinistra, a rimanere al palo sono gli investimenti e le manutenzioni: continuando così, ad essere “privati dell’acqua” saranno i nostri figli e nipoti.

PAROLE NUOVE PER LA POLITICA
Etica, democrazia, giustizia. Speranza, fraternità, legalità.
A cura di don Virginio Colmegna e Maria Grazia Guida
pp. 143
Il Saggiatore, € 16,00
ISBN 978-884281684-3

Etica, democrazia, giustizia. Speranza, fraternità, legalità. Parole antiche ma sempre nuove, parole che politici e opinionisti dell’ultima ora, nel chiassoso cicalio del dibattito odierno, hanno imparato a maneggiare, riciclare, piegare alle esigenze propagandistiche, svuotare di significato. Eppure una proposta di rinnovamento culturale, attenta ai bisogni e alle esigenze della società e dei singoli cittadini, può partire solo da una riflessione sul valore originario dei princìpi su cui si basa il nostro lessico politico. Perché è proprio la crisi delle fonti culturali (e perché no, del linguaggio) a portare a una colonizzazione da parte degli interessi particolari, così lontani dagli obiettivi di partenza. E quindi: hanno ancora senso la coerenza e la lealtà in politica? Oppure si esaurisce tutto in un complesso gioco finalizzato al raggiungimento del potere individuale? Cos’è la legalità? Esiste ancora la Maestà della Legge? A queste e ad altre domande cerca di rispondere questo libro, frutto di un incontro tra politici e uomini di cultura che si interrogano sulla possibilità di formulare un programma in grado di ridurre le distanze tra politica e vita quotidiana, tra società e individuo. Don Virginio Colmegna e Maria Grazia Guida, curatori e ispiratori del volume, tracciano le linee guida di un nuovo modo di nominare la politica e di farla, un modo che sappia promuovere coesione sociale, che educhi alla solidarietà e alla prossimità, che recuperi l’importanza etica della sua funzione.

I GIORNI DI ROMA
Andrea Carandini, Luciano Canfora, Andrea Giardina, Alessandro Barbero, Antonio Pinelli, Anna Foa, Vittorio Vidotto, Emilio Gentile, Alessandro Portelli
pp. 310
Laterza, € 12,00
EAN: 9788842096368

Dalla fondazione alla prima “marcia su Roma”, dall’incendio di Nerone all’incoronazione di Carlo Magno, dal Sacco della città al rogo di Giordano Bruno, dalla breccia di Porta Pia alla proclamazione dell’impero fascista, alle Fosse Ardeatine: i giorni di Roma acquistano un significato che travalica le mura cittadine e coinvolge l’intera umanità.

IL RAZIONALISMO NELL’ARCHITETTURA ITALIANA DEL PRIMO NOVECENTO
De Simone Rosario
pp. 288
Laterza, € 38,00
EAN: 9788842095989

Il volume si apre con un’ampia introduzione che presenta il “razionalismo italiano”, quell’insieme di correnti architettoniche che – partendo dal futurismo – si sono sviluppate in Italia negli anni Venti e Trenta del XX secolo in collegamento con il Movimento Moderno internazionale, proseguendo in vario modo in frange sino agli anni Settanta. Molti i protagonisti e le opere: dal palazzo della Rinascente a Roma di Franco Albini all’idroscalo di Pavia di Giuseppe Pagano, dalla Casa del Fascio a Como di Giuseppe Terragni alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze di Giovanni Michelucci, la casa elettrica di Bolzano e il complesso voluto da Olivetti per le Officine di Ivrea progettati da Gino Pollini, per citarne alcuni. Rosario De Simone restituisce gli aspetti salienti del dibattito architettonico italiano in Quegli anni e, nelle schede di cui è composto il volume, illustra le realizzazioni dell’architettura razionalista nei diversi contesti urbani e regionali; le relazioni con la cultura architettonica europea; i principali settori dell’attività professionale nell’edilizia pubblica e privata; e analizza le poetiche dei protagonisti dell’architettura razionalista.

L’ECONOMIA DEL NOI
L’Italia che condivide
Roberta Carlini
pp. 144
Laterza, € 12,00
EAN: 9788842095767

Storie di vita, di esperienze fondate sui legami sociali, nelle quali gruppi di persone entrano in relazione e cercano soluzioni comunitarie a problemi economici, ispirate a principi di con reciprocità, solidarietà, socialità, valori ideali, etici o religiosi: fuori dalla logica esclusiva dell’homo economicus, ma dentro il mercato; fuori dalla scena politica istituzionale, ma spesso con l’ambizione di portare una propria visione politica nel fare quotidiano; fuori dal binomio Stato/mercato, dentro lo spazio dei beni comuni. Roberta Carlini raccoglie testimonianze e dati, indaga le motivazioni e tratta che portano migliaia di persone a mettere la collaborazione centro della propria attività nella sfera del lavoro, del consumo, del risparmio, della propria impresa, della vita quotidiana. Motivazioni che hanno radici antiche nella dei rapporti tra società ed economia e che trovano nuova forza oggi, per un concorso motivi: la crisi economica che ha rimesso in discussione il modello teorico totalmente concentrato sulla logica dell’interesse individuale ed egoistico; il nuovo contesto dell’economia della conoscenza, nel quale la logica della collaborazione prevale su quella della competizione; il crescente interesse alla tutela dei beni comuni e alle forme organizzative che maggiormente la garantiscano. Emerge un pezzo di società italiana che, essendo concentrata sul fare più che sull’apparire, ha di solito poca visibilità nella narrazione pubblica. Ma che incrocia molti dei temi cruciali della politica e dell’economia: la legalità e l’ambiente, la ricostruzione in Abruzzo e la lotta al racket in Sicilia, la crisi dell’agricoltura e quella delle abitazioni. Da Palermo a Milano, il racconto dell’economia del noi è anche il racconto di un’altra Italia, fatta di persone che cercano di fare qualcosa. Insieme.

GUSTO
L’intelligenza del palato
Rosalia Cavalieri
pp. 208
Laterza, € 12,00
EAN: 9788842096030

Dedicato al senso che ci mette in contatto con gli alimenti facendocene conoscere il sapore, il volume mette in discussione uno dei più radicati luoghi comuni della riflessione filosofica che ha considerato il gusto (al pari dell’olfatto) un senso inferiore, il più carnale e il più viscerale, il più arbitrario e perciò il più distante dalla conoscenza. Rosalia Cavalieri elegge a oggetto d’interesse filosofico il gusto materiale, e tutte le attività che lo riguardano (mangiare, bere, degustare), avvalendosi del contributo di diversi saperi (biologia, psicologia, neuroscienze, antropologia, etologia, scienze gastronomiche e scienze sensoriali), con l’obiettivo di mostrare il valore intellettuale e culturale di un senso che solo nell’animale umano ha raggiunto la sua forma più raffinata. Siamo, infatti, i soli animali capaci di cucinare, di concepire un piatto, di apprezzarlo e di condividerne il consumo, e di descrivere un vino o una vivanda. Articolato in cinque capitoli il libro offre un’ampia e informata panoramica sul gusto come sapere, come intelligenza del corpo e, nel contempo, come fonte di piacere raffinata e propriamente umana, non mancando di sottolinearne l’intrinseca attitudine conviviale e linguistica, e rivela come approfondire la conoscenza e l’uso consapevole e avvertito di un senso sopraffatto da una mentalità prevalentemente visivo-acustica possa allargare la nostra maniera di stare al mondo.

VETRI ARTISTICI
Antonio Salviati e la Compagnia Venezia Murano
pp. 157
Marsilio, € 39,00
EAN: 9788831796989

In questo quarto volume del Corpus si completa l’esame delle opere di Antonio Salviati e si presentano i vetri della Compagnia Venezia Murano, azienda che ne prosegue l’opera con successo. L’opera di Antonio Salviati e dei successori testimoniano che l’impegno costante e la passione nel proprio lavoro sono valori fondamentali per lo sviluppo culturale ed economico di un’area e come tali anche oggi devono essere sostenuti e premiati. La pubblicazione di questo quarto volume consente di apprezzare ulteriormente il significativo lavoro di studio, di ricerca e documentazione fotografica che è stato svolto, rendendo così fruibile a tutti un patrimonio unico come quello conservato nel Museo del Vetro di Murano. La Regione del Veneto sostiene e promuove il progetto quale indispensabile strumento di conoscenza e diffusione della cultura veneta affinché, nell’approfondimento della propria eccezionale storia Murano possa continuare a essere luogo di riferimento di un’arte unica.

NON INCORAGGIATE IL ROMANZO
Sulla narrativa italiana
Berardinelli Alfonso
pp. 192
Marsilio, € 21,00
EAN: 9788831707916

Non è necessario scrivere romanzi – afferma Berardinelli – anche perché oggi nessuno sa come scriverli. Se dovessimo liberare i nostri scaffali per far posto a libri nuovi, e conservare soltanto i dieci più importanti romanzi scritti nel ‘900, terremmo solo alcuni scritti nella prima metà. La democrazia moderna non rappresenta un terreno fertile per la creazione di grandi romanzi e il ruolo del critico è quello di mettere in guardia i lettori. Berardinelli compie un lungo viaggio attraverso le pagine dei grandi romanzieri del passato (tra i quali Gadda, Tomasi di Lampedusa, Landolfi, La Capria) per arrivare alle pagine dei più giovani Albinati, Baricco, Busi, Calasso, Cordelli, Tabucchi, Simona Vinci sui quali esercita il suo corrosivo giudizio di critico.

DA FRANKENSTEIN A PRINCIPE AZZURRO
Le fondazioni bancarie fra passato e futuro
Messa Paolo, Corsico Fabio
pp. 135
Marsilio, € 18,00
EAN: 9788831709422

Erano sconosciute ai più. Ora sono al centro del dibattito economico e finanziario. Nate nel 1990 dalle ceneri delle banche pubbliche grazie alla riforma di Giuliano Amato, le fondazioni bancarie si sono presto affermate come esperimento, ardito ma efficace, di “privato sociale”. Un modello Frankenstein le definì proprio Amato: un soggetto ibrido, né propriamente pubblico né propriamente privato, che persegue un’utilità economica a fini sociali. Le fondazioni sono in grandissima parte azioniste fondamentali dei principali gruppi bancari italiani e redistribuiscono i loro dividendi sul territorio nel quale insistono. Questo saggio prova a raccontare che cosa sono, come funzionano, se hanno omologhi in altri Paesi e quali sfide le attendono. Quale rapporto tenere con gli enti locali e con la politica, se continuare a investire nelle banche e come: questi alcuni dei nodi da sciogliere. Senza omettere il nuovo ruolo che attraverso la Cassa Depositi e Prestiti le fondazioni giocano nella salvaguardia degli interessi nazionali. Una cosa è certa: comunque evolvano la finanza e l’economia in Italia, le fondazioni bancarie saranno protagoniste. Meglio saperne di più. Prefazione di Carlo Azeglio Ciampi. Postfazione di Giuseppe Guzzetti.

SCRIVERE E’UN TIC
Francesco Piccolo
pp. 131
Minimum Fax, € 8,00
EAN: 9788875213237

Francesco Piccolo va a rovistare fra i cassetti, le scrivanie e gli archivi di centinaia e centinaia di scrittori di fama per smascherarne i vizi più segreti, le manie più curiose, i più inconfessabili tic. Da García Márquez che si siede alla macchina da scrivere indossando una tuta da meccanico alla ormai famosa fissazione di Chatwin per i taccuini Moleskine, da Calvino che scriveva solo sul retro delle bozze che correggeva per Einaudi a Hemingway che lo faceva con due portafortuna in tasca: una castagna secca e una zampa di coniglio. Piccolo racconta i mille diversi modi che gli scrittori hanno di perdere tempo (dal bar alle passeggiate, dallo stare affacciati alla finestra fino a guardare la tv o fare un sonnellino pomeridiano) e insieme i diversi metodi che usano per essere più produttivi. Una inesauribile scorta di aneddoti e curiosità accumulati da Piccolo in anni e anni di «interesse morboso per gli scrittori e i loro metodi»: il risultato è un ricettario assai godibile che si può leggere come un efficacissimo manuale di scrittura, o di lettura.

IL MESTIERE DELL’ARTISTA
Da Caravaggio al Baciccio
Claudio Strinati
pp.220
Sellerio, € 12,00
EAN: 9788838925399

Prosegue la ricognizione di Claudio Strinati sulla storia dell’arte italiana attraverso i secoli. Questa volta è il Seicento il protagonista, una delle stagioni più ricche e controverse, quella di Caravaggio e di Bernini, ma soprattutto l’epoca in cui nasce e si sviluppa un concetto di arte che resterà vivo a lungo e che ancora oggi influenza il nostro modo di porci di fronte all’esperienza dell’artista. I concetti di avanguardia e tradizione, nascono proprio nel Seicento. Il racconto di Strinati, vivace, intramezzato da aneddoti e storie, si snoda partendo soprattutto dall’ambiente romano, allora dominato da personalità forti come quella di Gian Lorenzo Bernini, il più grande scultore del barocco e di Nicolas Poussin, il più celebrato pittore europeo del tempo, nato in Francia ma che svolse la sua attività quasi tutta in Italia. Una riflessione su un secolo cruciale, «un’epoca in cui, a tanti livelli di potere, dai re ai borghesi, dai banchieri agli imprenditori, l’arte in sé è stata significativa. Molti che comandavano si sono posti questo tipo di problema: È necessario che io favorisca l’incremento delle arti? Che io abbia presso di me un poeta di corte? Che io abbia presso di me un pittore ufficiale? Che io faccia produrre affreschi, dipinti? Che faccia costruire edifici? Che li faccia decorare adeguatamente? E allora, l’artista, in quel momento è un servitore o è un uomo libero? È colui che può essere utile agli uomini del suo tempo e a quelli del futuro, o è semplicemente l’equivalente di un arredo, un balocco, un giocattolo, che poi si potrà buttare senza preoccupazione?»

FABRIZIO DE ANDRE’
pp. 128
Silvana editoriale, € 12,90
EAN: 9788836619979

Un nuovo volume accompagna la mostra con cui Milano intende offrire un omaggio a uno dei cantautori italiani più amati del Novecento: Fabrizio de Andrè. Il volume, attraverso gli interventi di noti personaggi del mondo della cultura e della musica, racconta il mondo del cantautore – la vita, la poetica, la musica – e ripropone, in un capitolo inedito, la trascrizione delle interviste che De Andrè ha rilasciato nel corso degli anni. Fotografie, video, scritti autografi e oggetti narrano, attraverso il particolare allestimento curato da Studio Azzurro di cui si dà ampia documentazione in catalogo, il cammino di vita e la strada musicale intrapresa da Faber, come veniva chiamato dagli amici. Un’occasione per entrare ancora una volta nel mondo delle sue ballate, malinconiche e graffianti, e dei suoi personaggi, cui De Andrè ha affidato la propria riflessione, a tratti dura e a tratti ironica, sul vivere umano.

STUDIO AZZURRO
Musei di narrazione
pp. 192
Silvana editoriale, € 35,00
EAN: 9788836616374

Studio Azzurro da quasi trent’anni esplora le possibilità poetiche ed espressive delle nuove culture tecnologiche, attraverso la realizzazione di “videoambienti”, “ambienti sensibili” e “interattivi”, performance teatrali, opere musicali e film. Questo libro, insieme al DVD, ripercorre per la prima volta l’attività dello studio nell’ambito dei musei tematici e territoriali, presentando una selezione di progetti e di riflessioni nate dalla sperimentazione diretta sul campo. Fra le realizzazioni meritano di essere segnalate il Museo Laboratorio della Mente (Roma, 2008), il museo Montagna in Movimento (Vinadio, 2007), il Museo Audiovisivo della Resistenza (Fosdinovo, 2000) e, fra le mostre, quella dedicata a Fabrizio De André nel decennale della scomparsa (Genova, 2009), e Transatlantici (Genova, 2004), allestita al museo del Mare in occasione della nomina della città a Capitale Europea della Cultura. Da queste esperienze emerge un’idea di museo come habitat narrativo, luogo attivo di sperimentazione artistica e territorio della memoria. Le tecnologie multimediali utilizzate favoriscono l’approccio esperienziale, i linguaggi interattivi valorizzano le condizioni di partecipazione con il pubblico e con le comunità virtuali. Si delinea tra le pagine una nuova visione in cui i musei di collezione si trasformano in musei di narrazione.

LUIGI GARIBBO (1782-1869)
e il vedutismo tra Genova e Firenze
pp. 192
Silvana editoriale, € 35,00
EAN: 9788836619863

Il volume è dedicato a Luigi Garibbo (Genova 1782 – Firenze, 1869), un artista che si è affermato nel panorama pittorico italiano dell’Ottocento soprattutto nel campo del vedutismo, ma la cui personalità – irrequieta e per certi versi ancora poco conosciuta – lo ha portato a interessarsi ad ambiti sempre nuovi di conoscenza, come l’areonatica, l’acustica e l’ottica. Questo catalogo presenta, nel dettaglio, alcune opere provenienti da due album donati dall’artista al Municipio di Genova tra 1867 e 1868 con oltre 180 suoi lavori: acquerelli, disegni, bozzetti e schizzi, dai quali nel corso dei decenni aveva tratto ispirazione per la realizzazione delle sue opere. Da questo nucleo, in parte ancora inedito, sono tratte le opere che, messe a confronto con altri importanti prestiti, permettono di ripercorrere l’itinerario umano e artistico del pittore, valorizzando, accanto ai dipinti, i lavori preparatori e “non finiti” – quindi non destinati al mercato – dove più liberamente, con tocchi fluidi e una scrittura quasi liquida e luminosa, si colgono incantevoli anticipazioni della felice stagione della pittura en plein air. Il confronto con i lavori di altri artisti coevi – da Ippolito Caffi a Carlo Markò, da Carlo Bossoli a G.B. De Gubernatis, da Giacinto Gigante a Lorenzo Gelati a Giovanni Signorini, da Pierre-Henri Valenciennes a Francois-Marius Granet – permettono infine di collocare Garibbo in un ambito di grande sperimentazione e apertura, di cui la pittura di paesaggio in Italia e in Europa si fa interprete nel corso dell’Ottocento. Il volume è completato da apparati biobibliografici.

La biblioteca in Italia è oggetto di incerta definizione e, nell’immaginario culturale italiano, non ha superato la soglia dell’essere considerata fondamentalmente un punto di raccolta e conservazione di un “bene culturale, nello specifico, di tipo librario”. In effetti, quello di “public library” può essere considerato un concetto astratto, o meglio “biblioteconomico”, come più volte asserito e come è dimostrato dal fatto che perfino da parte dei più esperti addetti ai lavori è spesso difficile trovarsi d’accordo sul suo significato.
Troppo spesso tale concetto appare ancora tenacemente ancorato all’esperienza personale che ciascuno può avere fatto entrando in una biblioteca: un servizio per pochi, una struttura obsoleta e poco portata all’innovazione, un’istituzione conservativa e chiusa nelle sue procedure interne.
Infatti, possiamo ritenere che la “biblioteca pubblica” comporta un problema di definizione concettuale di base, ovvero quello di “biblioteca” unito all’aggettivo “pubblica”. Confusione alimentata anche dalla trasposizione italiana del concetto di “public library” elaborato nel mondo anglosassone, con compiti di informazione generale e di base e molto lontano dalla realtà italiana dove, invece, la biblioteca pubblica si è sempre più identificata con la biblioteca di ente locale, come istituzione al servizio dei bisogni informativi e culturali della propria comunità con compiti più legati allo sviluppo della cultura locale.
La biblioteca è anche e soprattutto uno dei canali di acquisizione e diffusione del libro, mentre va rilevato che il fenomeno della lettura evidenzia dati allarmanti, se si pensa che la quota di cittadini italiani che possono definirsi “lettori” è tra le più basse d’Europa (dopo di noi troviamo solo Grecia, Malta, Portogallo e Paesi poveri come Bulgaria e Romania). Anche rispetto all’uso delle biblioteche, l’Italia evidenzia forti segnali di debolezza, registrando una percentuale pari all’11% di frequentatori, a fronte di 35% di abitanti dei 27 Paesi europei che entra in biblioteca almeno una volta all’anno.

Perché questa difficoltà, in Italia, a percepire la biblioteca intesa come “servizio”, facilmente accessibile a tutti e la cui “mission” sia quella di dare attuazione al diritto di accesso all’informazione? Perché le biblioteche non riescono a proporsi con forza in strutture organizzative capillarmente diffuse sul territorio nazionale, funzionalmente coordinate e cooperanti tra loro al fine di rendere prontamente disponibili le risorse bibliografiche e documentarie in loro possesso?

Il concetto della pubblicità della biblioteca va connesso con il suo essere “pubblica” non in quanto ad appartenenze istituzionali quanto, piuttosto, alle caratteristiche del suo servizio, rivolto verso il pubblico, declinato per,  proteso verso ed aperto a tutti.
Fino ai primi anni Settanta del Novecento in Italia i cittadini non avevano alcuna possibilità di accesso ai servizi di biblioteche pubbliche. Tra le novità introdotte dal D.P.R. 417/1995 (Regolamento delle biblioteche pubbliche statali, che ha sostituto il vecchio Regolamento del 1967), le storiche biblioteche statali non erano finalizzate ad un’utenza generica ed indifferenziata e le biblioteche pubbliche “aperte a tutti”, ovvero gestite dalle singole istituzioni amministrative locali, erano praticamente inesistenti.
Da allora è noto il prodigioso, anche se confuso, sviluppo delle biblioteche comunali in Italia: i Comuni, seppur lacunosamente coordinati da legislazioni regionali in materia, si impegnarono all’istituzione e all’apertura al pubblico del servizio bibliotecario e oggi si contano complessivamente 15.502 biblioteche pubbliche (di cui il 51,2% appartenenti ad enti locali) che offrono alla popolazione servizi di base, detti anche di “pubblica lettura”, molto fragili e incerti nel loro esordio, ma che gradualmente hanno saputo crescere e presentarsi, a fianco di altri più consolidati servizi pubblici, come apprezzato punto di riferimento per migliaia di cittadini.
Riportare anche nel contesto dei servizi bibliotecari i principi consegnatici dal movimento riformatore delle autonomie locali, soprattutto con riferimento alle innovazioni intervenute sul fronte dei servizi pubblici, ha voluto essere un concreto sforzo di far uscire i servizi di biblioteca, ormai presenti in gran parte dei Comuni, da una collocazione di sfondo e di marginalità rispetto agli altri servizi comunali e rivendicare, a pieno titolo, ruoli e funzioni istituzionalmente più definiti e giuridicamente più rafforzati.

Si può affermare che il riferimento istituzionale, nonché le ragioni motivanti per definire e ritenere a tutti gli effetti la biblioteca comunale un “servizio pubblico locale”, trovano oggi fondamento in quel grande processo riorganizzativo nel settore delle autonomie locali e della pubblica amministrazione che, a partire dalle rivoluzionarie leggi n. 142/1990 e n. 241/1990, ha avviato una fase, ancora in corso di realizzazione, di profonda trasformazione e riordinamento.
Fu proprio il decentramento amministrativo, assieme alla nascita delle Regioni, a favorire il processo di cooperazione tra biblioteche, attraverso le aggregazioni sistemiche a livello territoriale, concepite come strumenti imprescindibili per una migliore razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse dei nuovi soggetti bibliotecari aventi dimensioni sovra comunali, consentendo quindi di aumentare l’offerta dei servizi. Il principio ispiratore è sicuramente “fare rete”, nell’accezione di “biblioteca territoriale diffusa”, ovvero, l’istituzione di un sistema bibliotecario presuppone che le biblioteche lavorino concretamente assieme, condividendo i patrimoni librari e le conoscenze professionali, per il raggiungimento di obiettivi comuni.
Strumento necessario per la gestione dei sistemi di biblioteche, la cooperazione assume, sebbene con un netto ritardo rispetto alla scena internazionale, una valenza imprescindibile per la biblioteca pubblica italiana, offrendo la possibilità di soddisfare il bisogno di informazione di un target differenziato di utenti. Assumendo la definizione proposta dall’IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions) che nelle sue Linee Guida per lo sviluppo del servizio bibliotecario pubblico propone l’accezione di biblioteca come “agenzia della comunità”, appare evidente che la cooperazione viene intesa come rispondente alla loro funzione primaria di dare accesso a un complesso di conoscenze a beneficio del singolo e della comunità intera, missione che può essere soddisfatta in rete con altre biblioteche.  Molteplici e svariate sono le forme giuridico- gestionali assunte per la cooperazione all’interno dei sistemi bibliotecari, che hanno definito, nel corso degli anni, assetti istituzionali differenti a seconda dei diversi obiettivi strategici e di specifici contesti territoriali.

Ma un’altra idea forte sta emergendo nell’approfondimento di riflessioni nel settore bibliotecario: l’accresciuta importanza e centralità che le “biblioteche pubbliche” hanno ormai acquisito nel nostro Paese, definitivamente uscite da una posizione di marginalità e di sudditanza, in forza soprattutto del preciso e sempre più consolidato riferimento che i cittadini hanno trovato in esse per l’accesso ai servizi di informazione e documentazione di base.
E tutto questo sta imponendo dinamiche nuove nel processo di ridefinizione dei servizi bibliotecari, non più imperniati quasi unicamente sull’asse delle grandi biblioteche statali, di cui naturalmente nessuno vuole disconoscere l’alto valore culturale e documentario delle raccolte in esse conservate. È quindi ribadito che le biblioteche pubbliche devono essere percepite come punti di riferimento sul territorio per l’assolvimento di un diritto fondamentale: l’accesso, libero e per tutti, all’informazione e alla documentazione .
Dal sintetico quadro fin qui delineato relativo alle biblioteche italiane emerge, purtroppo, un elemento di fondo: la noncuranza e l’approssimazione con cui lo Stato ha seguito e trattato, nel corso dei decenni, questo settore. Non è mai esistita una preoccupazione di disegnare e sviluppare un complessivo “sistema bibliotecario nazionale” all’interno del quale veder delineati e precisati gli ambiti, le funzioni e le peculiarità delle diverse tipologie bibliotecarie presenti in Italia. Gli interventi legislativi prodotti dallo Stato in favore delle biblioteche sono quasi sempre frutto di emergenze, ma mai predisposti nell’ambito di una coerente linea di politica bibliotecaria, dettata dall’esigenza di salvaguardare, valorizzare, far fruire al pubblico l’ingente patrimonio bibliografico e documentario del Paese. Ogni singola unità bibliotecaria, dalla più piccola alla più grande, non è ancora stata messa nelle condizioni di poter espletare le proprie attività e i propri servizi in collegamento e connessione con le altre unità. Fa ben sperare, a tal proposito, il documento pubblicato dall’ANCI nel 2004 Linee di Politica Bibliotecaria per le Autonomie, il primo atto politico di rilievo nazionale che affronti una politica bibliotecaria in termini innovativi ed europei.
Facendo riferimento alle criticità dei sistemi bibliotecari italiani, seppur con le dovute differenziazioni, bisogna innanzitutto rilevare la grande frammentazione e disparità, sia organizzativa che amministrativa, come pure tipologica e di appartenenza, impedendo di fatto la realizzazione di quel necessario coordinamento che, se ben gestito, consentirebbe l’avvio di un vero servizio bibliotecario nazionale, rompendo steccati e barriere spesso create dalla molteplicità degli enti istituzionalmente proprietari.

Emerge, quindi, la necessità di un diverso posizionamento, in grado di cogliere le opportunità della nuova fase, soprattutto alla luce delle diverse trasformazioni che il progresso tecnologico impone al settore (basti pensare al fenomeno e-book). Alle opportunità devono corrispondere, sul piano strategico e progettuale, inedite responsabilità che mettano a fuoco un ruolo del tutto nuovo e certamente molto più esteso e incisivo delle biblioteche nel proprio territorio. Da una parte, attraverso la connessione culturale e materiale con l’intero sistema bibliotecario (o comunque con le biblioteche che, grandi o piccole, intendano giocare la partita della crescita futura uscendo dall’isolamento locale). Dall’altra, incentrando la stessa filosofia di fondo della biblioteca come spazio culturale integrale sulla domanda e non più sull’offerta.

Le biblioteche sono tradizionalmente dei luoghi in cui grazie alla specifica composizione dell’offerta i lettori o gli studiosi colmano lacune derivanti dall’insufficienza del proprio patrimonio librario; in cui, comunque, si fornisce una risposta puntuale ed efficace a uno specifico bisogno. La prospettiva va invece identificata in un ben più ampio spettro di opzioni ed azioni che consentano una piena espressione alla domanda di esperienza culturale, di condivisione e partecipazione, di scambio critico che sembra caratterizzare in modo pervasivo la sfera cognitiva degli individui contemporanei, riflettendosi anche nelle loro aggregazioni reali e virtuali a geometria variabile.

In questo senso il patrimonio librario, condizione necessaria perché una biblioteca esista e operi, non risulta più sufficiente a garantire la conquista di un ruolo nodale nella ricerca di senso e di identità che traccia le dinamiche urbane e territoriali: il fulcro del valore delle biblioteche diventa sempre più l’attività, articolata e intensa, attraverso la quale si può passare decisamente dalla semplice (per quanto imprescindibile) lettura alla produzione di testo culturale come effetto di una sistematica partecipazione della comunità all’elaborazione e alla partecipazione. Che il libro sia cartaceo o digitale, che sia letto in solitudine o in compagnia di sconosciuti, conta l’approccio proattivo, il desiderio di connettere l’esperienza della lettura con i mondi percettivi e cognitivi, la possibilità di coniugare la profondità del leggere e dell’ascoltare con la leggerezza di spazi morbidi, di tempi elastici, di relazioni informali.

Agorà e salotto, la biblioteca rimane la bottega del sapere che è sempre stata, ma può finalmente sfruttare appieno il proprio potenziale grazie alla percezione più estesa e più profonda del valore infungibile della cultura per il benessere della comunità e per la felicità degli individui.

Riferimenti:
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Geretto, P., Lineamenti di Biblioteconomia, Roma, Carocci, 1999.
Mazzitelli, G., Che cos’è una biblioteca, Roma, Carocci, 2007.
Solimine, G., Weston, P. G., Biblioteconomia: principi e questioni, Roma, Carocci, 2008.
Di Domenico, G., La biblioteca per progetti, Milano, Editrice Bibliografica, 2006.
Galluzzi, A., Biblioteche e cooperazione, Milano, Editrice Bibliografica, 2004.
Nerio A., La gestione della biblioteca di ente locale. Normativa, amministrazione, servizi, risorse umane, professionalità, nuova ed. aggiornata ed ampliata, Milano, Editrice Bibliografica, 2004.
Santoro, M., Biblioteche e innovazione. Le sfide del nuovo millennio, Milano, Editrice Bibliografica, 2006.
Bernardi, C., Le biblioteche e il mercato del libro. Analisi di settore e prospettive di sviluppo, Bologna, Il Mulino, 2009.
Granata, G., Introduzione alla biblioteconomia, Bologna, Il Mulino, 2009.
Zanni Rosiello, I., Gli archivi nella società contemporanea, Bologna, Il Mulino, 2009.
Solimine G., L’Italia che legge, Bari, Laterza, 2010.
Hinna A., Minuti M., Progettazione e sviluppo di aziende e reti culturali. Principi, strumenti, esperienze, Milano, Hoepli, 2009.
Agnoli, A. Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà, Bari, Laterza, 2009.

Un sentito ringraziamento alle case editrici che hanno aiutato nella stesura di questo dossier

Dati, statistiche, analisi ci definiscono un popolo di ‘non lettori’, ma i numeri nella loro essenzialità richiedono di essere interpretati per avere una cognizione veritiera della situazione. Nel saggio “L’Italia che legge”, edito da Laterza, il Prof. Giovanni Solimine ha tentato invece di formulare proprie ipotesi interpretative, valutando l’incidenza di differenti variabili sulla tendenziale carenza di interesse degli italiani nei confronti della lettura.
Il saggio tenta inoltre di comprendere le abitudini delle persone nei confronti dei libri, dall’acquisto, alla consultazione in biblioteca, al ‘cosa e come’ si legge. Interessante anche l’identikit delineato del lettore tipo e del ‘non lettore’, sempre accompagnati da un’attenta riflessione sui fattori che possano influenzare certe attitudini e il rapporto con gli altri ‘consumi culturali’, tra cui vediamo i nuovi media prendere sempre più il sopravvento.
Proprio dalle nuove tecnologie partono poi alcune importanti considerazioni legate all’editoria: il ruolo di Internet nel superamento della carta stampata e quello degli e-book nei confronti del cartaceo, ma anche lo strapotere della tv nel quotidiano, senza tralasciare considerazioni sul costo dei libri apparentemente alto, ma che in realtà sembra esser fermo dal 2005.
Alla luce di così varie e numerose considerazioni, Solimine non manca di lanciare qualche proposta per realizzare politiche di promozione della lettura, che secondo l’autore devono “allargare in modo significativo e durevole le basi sociali della lettura”. In primis è necessario consentire davvero a tutti di leggere con l’apertura di librerie, e soprattutto di biblioteche fornite, in tutto il territorio. Importante è anche il ruolo svolto dai Festival, la cui forza attrattiva sul pubblico sembra essere notevole: proprio per il fascino svolto da questi eventi, sarebbe interessante impiegarli come strumenti per la promozione della lettura e per diffondere in modo piacevole la cultura. A far loro compagnia ci sono anche i media che, con il loro intento pubblicitario, spesso stimolano la curiosità del pubblico, ma anche i premi letterari svolgono, sebbene indirettamente, la stessa azione divulgatrice.
Non si può infine rinunciare a vere e proprie politiche pubbliche: a tal proposito viene presentato il caso del Centro per il libro e la lettura di Roma, presieduto da Gian Arturo Ferrari e costituito nel 2006 attraverso un protocollo d’intesa tra istituzioni e associazioni professionali. Lo scopo principale del Centro è proprio quello di far crescere il numero di lettori abituali ricorrendo a politiche di collaborazione tra enti locali e scuola, editori, librai presenti sul territorio nazionale, per organizzare campagne strategiche e solidali.
Per Solimine resta comunque fondamentale inculcare la cultura del libro fin dalla più tenera età, quando ancora non si è in grado di leggere: il suo suggerimento è infatti quello di introdurre l’oggetto-libro nella quotidianità di ognuno. E’ poi importante puntare sui ‘non lettori’ e sui ‘lettori medi’, che sembrano essere la grande maggioranza, piuttosto che insistere sui lettori abituali: è così infatti che si andrebbe radicalmente a mutare il tessuto socio-economico del paese. Il tutto deve però essere realizzato con una sinergia tra le parti e un loro impegno nel fare sistema.

L’Italia che legge
Giovanni Solimine
Editori Laterza 12,00 euro
ISBN 978-88-420-9443-2

Il 18 e 19 novembre a Torino sarà inaugurato l’ISMEL, Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro dell’Impresa e dei Diritti Sociali, centro archivistico e bibliotecario di documentazione e ricerca che raccoglie fotografie, manifesti, locandine, volantini e lettere dell’Italia dei lavoratori, operai e industrie del secolo appena trascorso. Voluto dal congiunto impegno del Comune di Torino, della Fondazione Piemontese Gramsci, della Fondazione Nocentini, dell’Istituto Salvemini, con l’ausilio di Cgil, Cisl, Uil, dell’Unione industriale e dell’Archivio storico Fiat, l’istituto riunisce importanti documenti inediti che vengono alla luce perché patrimonio storico della collettività. Depositario del sostrato culturale di un paese costruito sul primo articolo della costituzione, l’Ismel svolge la propria attività per la conservazione e la comunicazione della memoria storica del lavoro operaio, delle imprese che lo produssero, del rapporto inscindibile e a volte conflittuale che ebbe con lo sviluppo industriale. La città di Torino, “capitale dell’automobile” industriale e operaia, si presta a ospitare, in virtù della sua storia e della sua specifica identità, un istituto nel quale i valori d’impresa produttivamente si integrano con quelli della cultura sindacale per rispecchiare il mutamento economico, sociale e culturale del tempo. L’Ismel, che avrà sede presso il Palazzo di San Daniele situato negli ex quartieri militari juvarriani della città, in Via del Carmine 14, andrà a costituire, con il gemello Palazzo di San Celso, che già ospita il Museo Diffuso della Resistenza, Deportazione, Guerra, Diritti e Libertà, l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e l’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea, un importante e strategico polo culturale sui grandi temi del Novecento che riguardano lavoro-diritto-impresa. I Documenti cartacei e audio-visivi in esso raccolti sono le vive testimonianze dei modi di progettare, fabbricare e condividere il lavoro e i suoi prodotti; immagini simbolo, immediatamente riconoscibili, dei pensieri e delle motivazioni di intere generazioni nelle quali le future possono riconoscersi e vedere se stesse. I materiali iconografici e i disegni tecnici di evidente spessore artistico, dal design accattivante e asciutto, dalla resa coloristica vivace e aggressiva, catturano l’attenzione e parlano della storia di un recente passato. Eseguiti da esperti comunicatori e grafici, questi documenti esprimono, a volte con l’ausilio integrativo delle parole, in maniera eclatante e senza indugi, i temi scottanti della lotta di classe, dell’affermazione dei diritti delle donne sul lavoro, del sostegno sindacale, degli incontri e delle sedute aziendali. Tali tematiche saranno approfondite nel convegno internazionale d’apertura, organizzato con la collaborazione del Goethe-Institut Turin, dell’Embajada de España en Italia e della Délégation Culturelle de Turin de l’Embassade de France. Si aprirà un dibattito sugli obbiettivi che l’archivio si propone di raggiungere e sul ruolo che andrebbe a ricoprire sul territorio, un confronto che vedrà il contributo dei maggiori studiosi di storia del lavoro, come Valerio Castronovo, Giovanni Avonto, Sergio Scamuzzi, Gian Vaccarino, degli enti e delle istituzioni che già da tempo si impegnano in progetti di questo tipo. La conservazione della memoria diviene così uno strumento necessario per la costruzione dell’identità e del senso di appartenenza di un paese, un mezzo attraverso il quale un ampio patrimonio appartenente oggi a singoli soggetti, fondazioni e istituzioni, attraverso una sapiente comunicazione e una valorizzazione mirata, è riconosciuto dalla collettività come bene pubblico. Nel corso del 2010 sono stati recuperati e acquisiti diversi fondi unitari da riordinare e inventariare tra cui una documentazione libraria appartenente a Renato Lattes e il materiale archivistico rimasto incustodito nello stabile della Fiat Grandi Motori, ora acquisito da Esselunga, per la cui catalogazione è stato richiesto l’intervento della Regione. Sulle possibilità di finanziamento e sostegno pubblico si sono già espressi l’assessore Perone, che a nome della Giunta, ha proposto l’adesione della Provincia come socio fondatore dell’Ismel, con l’erogazione di una minima quota annua di 10.000 euro. La consigliera Loiaconi (PdL) tuttavia ritiene necessario che il finanziamento pubblico intervenga esclusivamente nelle prime fasi costitutive, compatibilmente con i problemi di Bilancio, così come il consigliere Rabellino (Lega Padana Piemonte) si dice del tutto contrario a spendere soldi pubblici per aprire nuove realtà che necessiteranno anche in futuro di finanziamenti. La conservazione della memoria storica, del lavoro e dei suoi protagonisti va considerata, infatti,  non un polveroso fardello, né l’oggetto di studio di specialisti accaniti, appassionati di storia, miopi catalogatori di scartoffie e topi di biblioteca, ma una viva e appassionante risorsa che nell’Ismel si concretizza, assurgendo a luogo della didattica e della formazione per le nuove generazioni, che possono trovare in esso autentici quanto inaspettati, empatici slanci di entusiasmo.

Dopo due anni di assenza, torna il Congresso Nazionale dell’AIB, l’Associazione che rappresenta dal 1930 un punto di riferimento imprescindibile per i bibliotecari italiani, referente autorevole verso le istituzioni per la promozione di una politica nazionale per le biblioteche. Gli obiettivi strategici previsti per il triennio 2008- 2011 si caratterizzano per un “ritorno alla politica”, un fine ambizioso che si traduce nella capacità di recuperare la necessaria autorevolezza presso tutti i livelli istituzionali che in Italia hanno la responsabilità delle politiche per le biblioteche.
In linea con  temi dell’agenda associativa, che vedono tra i primi punti da realizzare la tutela della libertà d’accesso all’informazione e alla conoscenza da parte di tutti i cittadini, il 56° Congresso Nazionale dell’AIB titolato “Accessi aperto alla conoscenza. Accesso libero alla biblioteca” (3- 5 novembre), propone quest’anno stimoli particolarmente interessanti che identificano i tratti caratterizzanti della biblioteca contemporanea.
Come sottolinea il Presidente dell’AIB, Prof. Mario Guerrini, in uno scenario a dir poco sconfortante, in cui si delinea una pesante riduzione degli investimenti pubblici sulle biblioteche, “garantire il libero accesso alla conoscenza è importante come garantire la libertà di parola: sono due valori che s’inseriscono nello stesso percorso liberale di una società democratica. E la libertà e la conoscenza sono diritti fondamentali non negoziabili per le moderne democrazie”. Ciò significa riposizionare le biblioteche pubbliche, potenziandone il ruolo sociale di mediatore culturale che favorisca l’incontro, lo scambio, il dialogo, garantendo l’equilibrio e la pluralità dell’informazione, valori messi troppo spesso in discussione nella società in cui viviamo. L’epoca della globalizzazione del sapere e del mondo digitale offre, infatti, una sfida importante, ma anche una opportunità per rivendicare una identità andata perduta: quella, per le biblioteche, di essere le nuove “piazze del sapere”, luogo di aggregazione ingiustamente ignorato, che rimane, purtroppo, una esperienza profondamente minoritaria fra gli italiani.
In questo senso, lo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione stimola la possibilità di aumentare l’importanza dell’offerta, introducendo nuovi supporti e strumenti di lettura che richiedono competenze nuove ai bibliotecari: occorre quindi che la biblioteca sappia riorganizzare il proprio ruolo e la propria offerta formativa, tenendo conto anche del complesso progresso tecnologico in atto. Come si evince dagli interventi in programma, nella sezione “Implicazioni dell’accesso”, il cambiamento si riflette anche nelle modalità di fruizione, che oggi passa attraverso Internet: l’accesso senza barriere architettoniche presenta, infatti, notevoli benefici, primo fra tutti il risparmio di costi legati alla distribuzione e alla conservazione dei supporti fisici, e la possibilità di poter fruire di quanto più patrimonio digitalizzato possibile, compatibilmente con le capacità finanziarie e organizzative delle biblioteche. Va da sé che iniziative come quella della digitalizzazione del patrimonio culturale, come per esempio l’accordo Google- MiBAC avvenuto a marzo 2010, consistente nella digitalizzazione di un milione di opere custodite nelle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze (e non coperte da copyright), rappresenti una importante opportunità per la conservazione e divulgazione del patrimonio culturale, soprattutto se proiettate nel lungo periodo.
Il Congresso rappresenta un’occasione unica per ragionare sulle prospettive future di sviluppo dei luoghi deputati alla crescita pubblica della comunità, ma anche e soprattutto per denunciare lo stato attuale del settore, che rispecchia un momento di forte criticità che coinvolge l’intero sistema bibliotecario nazionale (basti pensare ai finanziamenti degli ultimi  5 anni, che per le biblioteche statali sono stati dimezzati da un budget di 30 a 17 milioni di Euro annui).
Passaggio obbligato per fare della cultura una risorsa dell’intera comunità, che trova nella biblioteca il luogo chiave per l’accesso aperto e libero alla conoscenza.

Riferimenti:
A. Agnoli (2009), Le piazze del sapere. Biblioteche e Libertà, Bari, Laterza
P. Traniello (2002), Le biblioteche italiane oggi, Bologna, Il Mulino
www.aib.it