http://botticelli.passioneperlacultura.it/  

 

 

 “passione per la cultura” è un progetto della casa editrice UTET che ha lo scopo di riportare sul web tutto il sapere racchiuso all’interno dei tomi enciclopedici cartacei stampati dalla casa editrice. Il primo sito sperimentale del progetto è dedicato al pittore rinascimentale Sandro Botticelli: l’obiettivo è quello di realizzare alcuni siti tematici completamente dedicati a pittori, artisti italiani celebri per il loro talento e contribuire a celebrare il patrimonio culturale e rendendolo fruibile tramite il web in modo completamente gratuito. A giudicare da questo primo esperimento, l’intento di riportare all’interno della pagina web tutte le informazioni in maniera approfondita e dettagliata come il prototipo di una vera e propria enciclopedia sembra essere raggiunto.

 

 al fine di facilitare la navigazione, il sito si presenta suddiviso per sezioni funzionali non solo per scoprire tutta la biografia e la tecnica pittorica del celebre artista, ma anche per comprendere appieno il momento storico e l’ambiente in cui è cresciuto il suo talento. All’interno della sezione “La Firenze del 400” si aprono alcune pagine dedicate agli stili di vita, alla società del tempo: un interessante approfondimento suddiviso per temi, tra cui troviamo la vita in famiglia, il fisco, l’abbigliamento, gli strumenti musicali, la condizione femminile. Accanto a questa contestualizzazione vengono riportate dettagliatamente in altre sezioni la biografia del pittore, le sue tecniche artistiche e il suo rapporto con gli artisti e i filosofi dell’epoca. La parte più rilevante è quella dedicata ai dipinti e alle sue opere. Le immagini sono riportate in alta definizione ed è possibile soffermarsi sui diversi particolari ampliandone l’immagine con lo zoom. Registrandosi all’interno del portale è possibile visionare anche i video delle opere.

 

il sito è ben organizzato e ripartito in modo funzionale per una ricerca rapida e fruttuosa. Le diverse informazioni, dense e approfondite sono consultabili facilmente e sono affiancate da immagini la cui risoluzione permette di soffermarsi nel dettaglio e sull’analisi della tecnica pittorica. Degno di nota è sicuramente il viaggio virtuale all’interno della sala degli Uffizi: cliccando nella sezione si apre una galleria con tutti i quadri raccolti nella sala. Un sito tematico che supera sicuramente le potenzialità dell’enciclopedia cartacea, dove è impossibile raccogliere una tale mole di informazioni affiancate ad un numero cospicuo di immagini come quelle presenti sul sito.

 

 il progetto di riportare sul web il vasto patrimonio culturale del nostro paese è sicuramente encomiabile ma decisamente ambizioso. Una volta stabiliti gli intenti bisogna capire quali saranno le tempistiche effettive per trasferire tutto il contenuto editoriale cartaceo del mondo UTET. Le immagini hanno sicuramente un’ottima risoluzione, ma la visita virtuale piuttosto distaccata e impersonale ( l’unico senso che viene stimolato è la vista mentre vengono sminuite le altre sensazioni che si provano entrando in contatto dal vivo con un quadro) non potrà mai sostituire l’emozione di trovarsi davanti all’originale vero e proprio.

 

 Nella sezione dedicata allo stile dell’artista sono presenti anche dei video con delle brevi spiegazioni tecniche e approfondite della storica dell’arte Laura Gallo.

 

tutti gli appassionati dell’arte rinascimentale e a quanti sono interessati a fare una visita virtuale per ammirare questi splendidi dipinti comodamente da casa propria. Soprattutto agli esperti e agli studiosi di Botticelli e del periodo storico che necessitano di informazioni sempre aggiornate e disponibili.

 

 http://botticelli.passioneperlacultura.it/

Sito realizzato dalla casa editrice UTET

 

 

L’interruzione della pubblicazione dell’Enciclopedia Britannica, nella sua consueta forma cartacea, non coglie di sorpresa. Diversi e ripetuti segnali, chiari non solo per chi si occupa di questo settore, avevano preannunciato la sospensione delle attività tradizionali e la loro riconfigurazione sul versante digitale e educational. In Italia, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, forte di un’offerta molto diversificata – enciclopedie generaliste, specialistiche e di impianto saggistico, lessici settoriali e vocabolari – ha intrapreso, ormai da diversi anni, la strada della parallela e reciproca integrazione della produzione tradizionale e di quella digitale. In particolare, il Portale Treccani si propone come l’ideale porta di accesso al sapere enciclopedico italiano certificato e ora anche condiviso: l’Enciclopedia Italiana si sta concretamente trasformando nell’Enciclopedia degli Italiani, intesa come cantiere aperto alle integrazioni, modifiche e correzioni segnalate da tutti i nostri lettori. Proprio le segnalazioni provenienti dalla community Treccani, presente con canali dedicati su Facebook, Twitter e YouTube, e dagli utenti delle app sviluppate dall’Istituto consentono oggi di modificare in modo dinamico diversi aspetti della produzione editoriale tradizionale.

Massimo Bray è Direttore editoriale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani

Andrà a finire che i topi da biblioteca non esisteranno più e che al loro posto spunteranno topi da ipad e da iphone.
Se infatti il lento ed inesauribile declino della carta stampata ha avuto inizio con l’avvento dell’e-book e degli smartphone, giorno dopo giorno assistiamo alla scomparsa di questa o quella pietra miliare della letteratura cartacea.
Oggi è la volta dell’Enciclopedia Britannica, l’istituzione Made in UK che dopo 244 anni di onorata carriera ha ufficialmente decretato la fine dei suoi volumi stampati.
I tomi enciclopedici, infatti, non verranno mai più stampati e al loro posto si potranno acquistare le equivalenti versioni digitali, disponibili al pubblico dietro pagamento di un abbonamento annuale da 70 dollari (circa 50 euro).
Un prezzo decisamente più accessibile delle 1.400 sterline richieste per l’ultima versione cartacea disponibile, quella del 2010, che con i suoi 32 volumi e 60 chilogrammi di peso veniva acquistata sempre più raramente dai privati e sempre più spesso richiesta “per rappresentanza” da parte di istituti culturali o organi di informazione.
E’ difficile infatti tenere il passo con la tecnologia che fornisce contenuti più freschi rispetto agli aggiornamenti annuali e, il più delle volte gratuita o a basso costo.
La concorrenza con il colosso online Wikipedia è stata inoltre da sempre impari, nonostante fosse stato calcolato come l’accuratezza della Enciclopedia Britannica fosse notevolmente superiore a quella della libera enciclopedia online.
Però Wikipedia è gratis e questo giustifica tante inesattezze e tanti errori, che sarebbero potuti capitare anche consultando articoli e lemmi non aggiornati della preziosa enciclopedia inglese.
“Qualcuno sarà nostalgico, ma adesso abbiamo a disposizione strumenti migliori”, fa sapere al New York Times il presidente Jorge Cauz: la vendita delle copie cartacee era infatti scesa negli ultimi anni a meno dell’1% del fatturato totale dell’azienda e la società interpreta la fine delle copie a stampa come l’inizio di una nuova era a cui anch’essi devono sottostare, spingendo a livello commerciale altre branche di business come gli abbonamenti digitali per smartphone e tablet.
La scelta, difficile ma preventivata, è annunciata anche sul blog ufficiale di britannica con un post dal titolo molto “british” e rassicurante come “Change: it’s ok. Really
“Non saremo mai grandi come Wikipedia – ammette infine – ma abbiamo autori d’eccezione, un processo editoriale alle spalle e articoli ben redatti”: con 3,9 milioni di voci, infatti, Wikipedia sembra un traguardo difficile da raggiungere anche per la più preziosa istituzione britannica in materia culturale.
Ciò che è sicuro, per il momento, è che le ultime copie stampate del 2010 andranno a ruba e che i collezionisti non si lasceranno sfuggire gli atti finali di un’epoca ormai andata per sempre.

Immagini in movimento per raccontare in tre minuti tutto ciò che fino ad oggi eravamo soliti leggere. Questo l’obiettivo di OVO, la prima enciclopedia in videoclip che offre all’utente migliaia di voci tra argomenti e documentari. Il progetto coinvolge un pubblico ampio: studenti, professionisti e soprattutto operatori del mondo della cultura, proponendo testi e definizioni basati sull’enciclopedia Treccani. Ogni OVOclip infatti è correlato alla notizia proposta e quest’ultima cambia a intervalli regolari, determinando anche il cambiamento della OVOclip centrale. La navigazione procede così in base alle relazioni semantiche tra i video; in questo modo può accadere che un utente, partendo da un fatto di attualità, inizi un viaggio del tutto personale nel mondo di OVO. Inoltre, cliccando sull’icona, il video ruota e nel retro si possono acquistare libri, CD e DVD legati allo specifico contenuto del video, oppure apprendere le definizioni che Treccani propone di quel particolare argomento.
Ovo suddivide le tematiche principali in tre categorie: OVObio,  “le biografie degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia”; OVOpedia, le clip che mostrano il sapere enciclopedico “dalle scoperte scientifiche all’anatomia, all’arte, lo sport, la botanica, gli eventi storici etc.”. Infine OVOpolis, un focus per “comprendere le strutture che l’uomo ha costruito per gestire le proprie relazioni e quindi la legge, l’economia, le organizzazioni e la politica. Inoltre grazie ai widget di OVO, è possibile l’integrazione di altre piattaforme media mettendo tutti i video a disposizione di publisher, blog, portali generalisti, siti delle aziende, coinvolgendo contemporaneamente un pubblico molto vasto.  Il sito offre anche la possibilità di realizzare una campagna marketing associando videoclip alla pubblicità; una volta scelta la clip più adatta alle necessità di comunicazione, si individua il proprio target di riferimento che verrà così raggiunto in ogni piattaforma media su cui OVO è distribuito. Proponendosi come una nuova forma di sensibilizzazione alla cultura, attraverso uno strumento originale e innovativo, OVO offre la possibilità agli utenti di scegliere di diventare Mecenate Digitale di un ambito della cultura a cui si sente affine, legando il proprio nome alla clip che preferisce. Ogni volta che il video verrà scelto su uno qualsiasi degli spazi OVO, il nome del Digitale Mecenate appare come breve messaggio di offerta e, nel retro del video, ogni mecenate ha uno spazio dedicato alla propria biografia.
Il progetto di questo nuovo portale ha quindi l’ambizione di diffondere il sapere nel mondo digitale attraverso video di altissima qualità.

Osannata o condannata, auspicata o temuta, Wikipedia ha comunque mutato il nostro approccio alla conoscenza. Multilingue, collaborativa, on-line e gratuita, con quasi 15 milioni di voci e 22 milioni di utenti registrati, questa enciclopedia virtuale si è affermata tra i dieci siti più visitati.
Andrew Lih ha avuto un ruolo importante nell’evoluzione di questo sistema, essendo amministratore dell’edizione inglese e membro del comitato di programma delle conferenze annuali di Wikipedia Foundation. Nessuno meglio di lui poteva dunque scrivere un libro che raccontasse l’origine, l’evoluzione e l’affermazione di questo fenomeno.
“La rivoluzione di Wikipedia” ripercorre in nove capitoli non solo la storia, ma anche gli aspetti complessi che ruotano intorno all’enciclopedia virtuale per eccellenza. Partendo dal fenomeno wiki, alla fondazione di “Nupedia”, l’antenata di Wikipedia, si passa ad analizzare il sistema di lavoro che ne forma la struttura e le cinque regole su cui si basano tutte le linee di condotta afferenti ad essa. Questi pochi pilastri, che vale la pena ricordare, sono:
1.Wikipedia è un’enciclopedia
2.Wikipedia ha un punto di vista neutrale
3.Wikipedia è libera
4.Wikipedia ha un codice di condotta
5.Wikipedia non ha regole fisse
Ripercorrendo le fasi dell’internazionalizzazione di Wikipedia e la sua conversione al multilinguismo, il volume tratta le versioni disponibili in rete nei diversi idiomi, con tanto di dati aggiornati al novembre 2009, che testimoniano le dimensioni raggiunte da ciascuna.
Da quel momento la rivoluzione non si è più arrestata ma, come prevedibile, ha generato divisioni e polemiche. Nei primi tempi si assistito alla battaglia per l’inserimento o meno di pubblicità sul portale di Wikipedia, a suo tempo ancora con fini di lucro e parte delle iniziative commerciali della Bomis. La vasta diffusione ha poi comportato il dover fare i conti anche con il fenomeno del ‘trolling’, che consiste nel tirare in ballo determinati argomenti all’interno della comunità per suscitare reazioni e scompiglio. Proprio al fine di arginare questi fastidiosi inconvenienti, gli amministratori hanno dovuto ideare un sistema di bloccaggio dei troll di non facile gestione: molti disturbatori creano infatti utenze fantoccio attraverso cui superano l’interdizione dal sito. E’ questa una delle problematica di cui maggiormente soffre attualmente Wikipedia, insieme a problemi di coerenza e congruità fra le voci.
Ciò non toglie che questa invenzione abbia rappresentato una novità senza precedenti, rendendo possibile una raccolta partecipata di conoscenze, frutto di una collaborazione ampia e volontaria. A dimostrazione del successo riscontrato è il fatto, non da poco conto, che la Britannica, come tante altre enciclopedie cartacee, ha adottato il sistema di Wikipedia, aprendosi al contributo degli utenti. Molti poi sono stati i tentativi di emulazione: da Microsoft Encarta a Wikitorial. 
Sebbene però la crescita delle voci sia aumentata esponenzialmente dal 2001, oggi si registra, come prevedibile, uno stallo. L’indole di questa rivoluzionaria enciclopedia virtuale non consente tuttavia di riposare sugli allori, ma la proietta verso le nuove sfide della conoscenza.

La rivoluzione di Wikipedia
Andrew Lih
Codice Edizioni 25,00 euro
ISBN 978-887578151-4