Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Il marketing è un’attività svolta dalle aziende principalmente per piazzarsi sul mercato, per ottenere maggiore visibilità e quindi maggiore profitto, per rendere più appetibili e commerciali i propri prodotti. C’è anche un marketing diverso, però, più scanzonato e giocherellone, virale, che si basa sull’originalità e sulla creatività, sul coinvolgimento e l’interazione, sullo stupore e anche il divertimento.
Charlie Todd ne ha fatto il cuore del suo business, spingendosi ancora oltre però: il viral diventa puro divertimento e semplice momento per suscitare gioia e sorrisi. Poi lo si può associare ad un’azienda, ad un festival, ad un evento pubblico o privato. Ma questo è un discorso secondario.
Il business di Charlie Todd si chiama Improv Everywhere ed è nato nel 2001: una sera in un bar con un amico, Todd si è finto un attore famoso, firmando autografi, scattando foto con i fan ed elargendo amichevoli pacche sulle spalle a tutti gli ignari avventori del locale. La finzione è riuscita talmente bene che Todd ha lasciato il bar senza svelare la sua vera identità e ha pensato di organizzare scherzi giocosi per mestiere, coinvolgendo anche altre persone. Da allora sono passati 12 anni e Improv Everywhere è decollato, portando le sue originali iniziative nelle piazze, ma anche in prestigiosi festival o persino durante le conferenze di Ted.
Mr. Todd ci tiene a precisare che i suoi non sono flash mob. “Flash mob” è un termine abusato che ormai non ha più una vera identità. Gli eventi da lui organizzati possono durare anche ore, non sempre sono “flash” e non sempre vedono la partecipazione di migliaia di persone, possono anche essere opera di piccoli gruppi. Meglio, allora, il termine “performance”, o ancora meglio “prank”, un misto tra una recita mezza a soggetto e un episodio da candid camera. Altra caratteristiche del progetto è che le iniziative di Improv Everywhere non sono improvvisate. Ci si può iscrivere ad una newsletter che informa sui prossimi eventi che si terranno a New York, scenario principale delle “Improvate”, o nel resto del mondo.
Ci sono, poi, alcuni eventi che si tengono ogni anno, in un determinato mese. Uno è “The No Pants Subway Ride” che si tiene a gennaio a New York: gli Improviani, vecchi, giovani, bambini, si danno appuntamento nella metro della Grande Mela, si spargono per i vagoni e le stazioni e si sfilano con nonchalance i pantaloni, rimanendo bellamente in mutande. Ed ecco che scatta il fattore “Improv”, ovvero l’improvvisa reazione di divertimento e stupore che cattura la folla allibita di fronte alla scena a cui sta assistendo.
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L’altro evento annuale è “Black Tie Beach” che si tiene, invece, ad agosto. In questo caso i partecipanti devono vestirsi di tutto punto, in abiti eleganti e sfarzosi, e buttarsi allegramente a mare a fare un bel bagno. L’effetto scenografico e coreografico è davvero affascinante.
Di impatto è anche “The Mp3 Experiment”, anche questo un evento annuale. I partecipanti scaricano un mp3, si radunano in un luogo pubblico, e contemporaneamente lo ascoltano. L’mp3 dà delle istruzioni e i passanti, i turisti, i curiosi che si trovano lì per caso, assistono a delle scene quantomeno singolari.
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Una delle iniziative più divertenti è, forse, “Movies in Real Life”: spezzoni di film celebri riprodotti tra la gente comune. Ecco, allora, la reazione dei normali frequentatori di un bar, quando, ad un tratto, innumerevoli donne nella sala cominciano a ripetere la famosissima scena di Harry ti presento Sally, in cui Meg Ryan simula un orgasmo. Qualcosa di simile è stato fatto, tra gli altri, con Jurassic Park, Matrix, Ritorno al futuro.
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Improv Everywhere è un vero e proprio business. Vi si può partecipare come semplici individui interessati a vivere un’esperienza esilarante, oppure si possono assumere i creativi che stanno dietro l’iniziativa. Si può avere da loro consiglio e supporto per organizzare eventi simili o si può chiedere direttamente la loro presenza per rendere indimenticabilmente eccentrico un momento della propria vita privata o un episodio importante nell’attività della propria azienda.
Era il 1988 quando un certo François Pasquier tornò a Parigi dopo un periodo di permanenza all’estero. Una volta tornato a casa, aveva il desiderio di incontrare di nuovo i vecchi amici, ma organizzando qualcosa di speciale. François pensò ad un pic nic il cui invito era: “porta del cibo e un nuovo amico”. Ben presto il numero di invitati diventò talmente grande che il giardino di François non fu più capace di contenerli tutti ed era necessaria una location più spaziosa: François e i suoi invitati si diedero appuntamento al Bois de Boulogne e decisero di vestirsi di bianco per potersi riconoscere l’un con l’altro.
Da quel lontano 1988, la Dîner en Blanc è diventato un evento annuale per tutti gli amanti del glamour e del mistero, per tutti quelli che vogliono sentirsi parte di un momento magico di condivisione. Oggi, dopo 25 anni, si tratta di un flash mob organizzato non solo a Parigi, ma anche nei luoghi pubblici di tutte le città più chic del mondo – da Londra e Milano, da New York a Johannesburg, da Chicago a Singapore – nel nome dell’eleganza, della bellezza, del galateo, dell’educazione. La Dîner en Blanc, infatti, è diventata un momento per vivere immersi nel bon ton e diventare protagonisti di una vera e propria opera d’arte vivente, in cui il gusto estetico la fa da padrone.
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I partecipanti alla Dîner en Blanc devono rispettare determinate regole per garantire che l’evento si svolga secondo l’incantesimo alla sua base. La versione originale, oggi organizzata dall’impresa di uno dei figli di François Pasquier, Aymeric Pasquier, prevede che si partecipi in due, rigorosamente vestiti in eleganti abiti bianchi, che si porti con sé un tavolo di dimensioni determinate, con tovagliato bianco, un pasto raffinato e solo vino o champagne come bevanda alcolica. Tutti i protagonisti della cena devono sedersi allo stesso momento e andare via tutti insieme dopo aver lasciato pulito lo spazio da loro usato. Durante la cena, le donne siedono da un lato, godendo della vista più ottimale sullo scorcio di città prescelto, e gli uomini dall’altro lato. La serata ha, infatti, uno scopo ricreativo ed estetico e la visione d’insieme di tutti i partecipanti contribuisce a determinare il fascino di questo pic nic, speciale e affascinante.
La Cena in Bianco può essere organizzata chiedendo il supporto di Pasquier e della sua squadra, oppure anche autonomamente. In Italia, è stata riuscitissima la dîner tenutasi a Milano e a Torino. Nella città piemontese l’evento si chiama “Unconventional Dinner” ed è organizzato da Antonella Bentivoglio d’Afflitto. Quest’anno è previsto per il 22 giugno, e i prenotati al momento sono già circa 6000.
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Chiunque voglia partecipare a questo evento da sogno è bene che tenga d’occhio il sito ufficiale della Dîner en Blanc, ma anche le pagine Facebook dei vari eventi organizzati in tutte le città del mondo.
Il 14 febbraio, San Valentino, è riconosciuto nel mondo come la giornata dell’amore.
Purtroppo però, anche in questa ricorrenza, non mancano notizie di violenze sulle donne: l’ultima è quella che vede vittima la modella Reeva Steenkamp, compagna dell’atleta paraolimpico Oscar Pistorius; ancora non è certo se si tratti di omicidio colposo o meno, fatto sta che un’altra tragedia si è consumata.
Proprio oggi una moltitudine di donne ha però scelto di scendere in piazza e danzare contro i soprusi, le ingiustizie e le violenze che il genere femminile ancora subisce, con il flash mob One Billion Rising.
Una donna su tre nel mondo si stima sia infatti stata violentata o malmenata almeno una volta nell’arco della sua vita. Il movimento mondiale V-Day, impegnato per combattere questi fenomeni di inciviltà contro le donne, organizza da anni appuntamenti, rassegne e campagne di sensibilizzazione, oltre a porre in essere interventi concreti in Paesi “difficili” come Siria, Afghanistan, i Paesi del Nord-Africa e quelli caraibici, toccando ben 167 nazioni.
Proprio nel suo quindicesimo anniversario V-Day ha lanciato il suo progetto più ambizioso: si tratta appunto dell’evento One Billion Rising. Il nome deriva dal calcolo secondo cui oltre un miliardo di donne sono vittime di violenze. Per denunciare tale spaventoso dato, l’organizzazione ha invitato oggi, 14 febbraio 2013, donne e uomini di tutto il mondo ad uscire fuori, ballare e ribellarsi.
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La campagna è stata catalizzata dal sito dell’evento e, ovviamente dai social network. Registrandosi attraverso un format on line è stato possibile proporre un flash-mob in qualsiasi luogo e in ogni modo: ballando, recitando, marciando, l’importante è muovere la rivoluzione a tutela delle donne.
Questo è il brano del One Billion Rising, interpretato da Catherine Feeny, e utilizzato come colonna sonora dell’evento.
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Anche nel nostro paese si sono susseguite rappresentazioni dedicate all’iniziativa: video tutorial per riproporre il flash-mob danzante sono stati diffusi grazie al canale YouTube di V-Day Italia e, da nord a sud le principali piazze e luoghi pubblici sono stati invasi da persone danzanti vestite di rosso e nero, i colori distintivi della campagna.
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La redazione di TAFTER non poteva mancare e vi mostra cosa è accaduto nella splendida Piazza di Spagna. Alle 16,00 in punto, la moltitudine di donne e ballerini, accorsi sulla famosa scalinata, ha cominciato a danzare seguendo la coreografia ideata da Linda Foster. Questo è stato il risultato, in un tripudio di inno all’amore verso le donne.
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Sarà un caso ma proprio nel momento storico in cui ognuno di noi ha la sensazione di essere alienato e isolato dal contatto umano, perché sommersi da una vita frenetica e spesso schiavi della comunicazione immediata ma fredda sul web, si sia sviluppato il fenomeno di associazionismo urbano più strutturato e di successo della storia. Ormai è di moda classificare ogni iniziativa di aggregazione improvvisa sotto la definizione di Flash Mob e non passa giorno che non ne vengano organizzati di nuovi ed innovativi. Nato essenzialmente con lo scopo di protestare il proprio disaccordo e dissenso, da tempo sempre più spesso sta assumendo i contorni di un fenomeno allegro e giocoso che irrompe all’improvviso nella vita cittadina per distrarre le persone e distoglierle dai propri pensieri e impegni sistematici. Gli ingredienti sono semplici: sfruttare oltre all’improvvisazione, il segreto e quegli stessi social network che sono la regione dell’isolamento dell’individuo moderno. Così per ricreare un’empatia tra le persone sono nate iniziative che vengono ripetute ( sempre in gran segreto sino all’ultimo) con frequenza sistematica e che stanno espandendo la propria influenza in tutto il mondo. Uno dei più famosi è Diner en Blanc: un invito a cena non programmato e con commensali sconosciuti il cui unico segno di riconoscimento è indossare solo ed esclusivamente indumenti bianchi. Possibilmente anche le posate e le stoviglie necessarie per questo immenso pic nic all’aperto devono essere candide come la neve. Il fenomeno partito dalla Francia ventiquattro anni fa ha ottenuto un rapido successo anche oltreoceano e coinvolge ogni anno migliaia di persone e da quest’anno sbarcherà anche a Milano. Per partecipare è necessario richiedere l’invito e attendere che venga comunicata la data e la piazza dove farsi trovare con tutte le stoviglie. Riconoscersi non sarà difficile.
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Più complicato è invece darsi appuntamento per i flash mob musicali. Al di là dei balletti e coreografie collettive alcune iniziative richiedono un’organizzazione più complessa e il coinvolgimento di persone dotate di talento musicale. Come la manifestazione perfettamente riuscita nella metro di Copenhagen qualche giorno fa. Un gruppo di musicisti della Copenhagen Phil (Sjællands Symfoniorkester) è riuscito ad entrare all’interno dei vagoni, ognuno accompagnato dal proprio strumento musicale che hanno tirato fuori al momento opportuno, allietando i passeggeri con le note di Edvard Grieg. E l’esperimento sinfonico sembra aver avuto successo.