valerioapreaÈ possibile far apprezzare ai bambini (e anche ai grandi) Mozart, Schubert, Rossini, la musica classica e il teatro? L’autore Ennio Speranza e il regista Stefano Cioffi hanno pensato ad uno spettacolo i cui protagonisti saranno proprio la musica, il flauto, la magia e i bambini. Te lo suono io il flauto si terrà l’1 dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La storia di uno degli strumenti più dolci, affascinanti e democratici, il flauto, sarà accompagnata dalla musica dal vivo di duecento flautisti.

La voce narrante di questa suggestiva esibizione sarà quella di Valerio Aprea, giovane e brillante attore di teatro, cinema, televisione, che ha recitato in ruoli drammatici, profondi, leggeri e comici, con artisti e registi d’eccezione. Per l’occasione gli abbiamo chiesto cosa ne pensa della musica, del teatro, dei bambini e dei sogni.

 

Sei la voce di Te lo suono io il flauto, in un reading fantastico sulla storia di questo strumento. Come si mescoleranno, in questo caso, il tuo talento comico, la performance teatrale, la musica e la necessità di coinvolgere i bambini e catturare la loro attenzione?

In realtà non abbiamo ancora stabilito definitivamente ciò che accadrà sul palco nei minimi dettagli. So per il momento che presterò la voce ad un excursus sul flauto e la sua storia, e questo in alternanza con la musica ma anche mescolato ad essa, il tutto cercando anche un modo di interagire con i giovani spettatori, che immagino saranno affascinati dall’insieme di parole e suoni.
Sarà quindi uno spettacolo non tanto di comicità, ma di evocazione e, spero, forte suggestione.

 

Te lo suono io il flauto è uno spettacolo per tutti, ma con un occhio di riguardo particolare per i bambini. Hai lavorato altre volte a stretto contatto con i più piccoli? Com’è collaborare con loro e recitare per loro?

No, veramente non ho mai recitato davanti a loro. Al limite mi è capitato, in un paio di occasioni, di recitare insieme a loro e, come sempre in questi casi, di rimanere impressionato dalla naturale capacità di recitare molto meglio di me.

 

Il flauto è uno strumento particolare, democratico, che, per motivi scolastici, un po’ tutti abbiamo avuto l’opportunità di suonare. Partecipando a questo spettacolo ti sei appassionato anche tu allo strumento? E in generale che ruolo ha la musica nella tua vita?

A dire il vero mi sono appassionato allo strumento molto prima di questo spettacolo, più o meno all’età di 9 anni, quando, come tutti credo, lo studiavo a scuola nell’ora di musica (ma è esattamente, tra l’altro, quello che dirò nello spettacolo). Quanto alla musica in generale, bè, ha un ruolo direi congenito forse perché appartenendo ad una famiglia di musicisti classici ne ho conservato l’inclinazione, pur non avendo proseguito studi musicali, comunque approcciati da adolescente. Credo che se non avessi fatto l’attore, avrei fatto il musicista.

 

Pensi che alcune forme artistiche, considerate di solito elitarie, come la musica classica e il teatro in generale, dovrebbero essere comunicate in modi diversi ai pubblici giovani? Come potrebbero essere attratti nuovi spettatori e ascoltatori?

Temo di sì. Quando fui portato con la scuola al cinema o a teatro a vedere qualcosa, che per fortuna non ricordo più, diciamo ecco che non fu esattamente una folgorazione. E infatti non lo ricordo più. Mentre dovrebbe essere il contrario. È una questione enorme e di difficilissima risoluzione. Diciamo che si dovrebbe essere bravi a selezionare accuratamente ciò che si vuole proporre a dei giovanissimi, pensando davvero che possano essere gli unici colpi a disposizione per andare a segno nella loro sensibilità, nella loro immaginazione e capacità di ricezione. Sprecati quei colpi, si avrà probabilmente una forma di rigetto. Inutile dire che il discorso vale esattamente anche per il pubblico adulto.

 

In Te lo suono io il flauto si parla anche tanto di magia, di storie, di sogni. E tu da bambino eri un sognatore? Cosa pensavi che saresti diventato “da grande”? E cosa consigli ai sognatori di oggi che vorrebbero intraprendere una carriera come la tua?

Diciamo subito che non rientro nella categoria di quelli che sin da piccoli sognavano di fare l’attore ecc. Non ho mai saputo cosa volessi fare, e anche quando ho iniziato a studiare recitazione ci sono voluti anni e anni perché mi decidessi ad ammettere di fare l’attore. Quello che posso suggerire a questi ‘sognatori’ è di capire più in fretta possibile se hanno davvero le qualità per essere quello che vorrebbero essere e poi di quale tipo siano queste qualità. Perché si può poi essere attori o attrici in vari modi. Tutto sta ad individuare qual è quello più congeniale a se stessi.

 

TAFTER è mediapartner dell’evento. Scarica qui la riduzione riservata ai nostri lettori!

manettibrosSong’e Napule, l’ultima e divertente fatica dei fratelli Manetti, è presentato fuori concorso al Festival Internazionale del Film di Roma con un cast tutto italiano: Giampaolo Morelli, Alessandro Roja, Serena Rossi, Paolo Sassanelli, Carlo Buccirosso e Peppe Servillo. I due (Manetti) Bro. sorprendono con una commedia poliziesca ambientata a Napoli. Una storia festosa e noir dove Giampaolo Morelli, l’ex Ispettore Coliandro, interpreta il cantante neomelodico Lollo Love e canta dal vivo le musiche originali scritte da Pivio e Aldo De Scalzi e arrangiate dagli Avion Travel. I due registi Marco e Antonio Manetti debuttano con la regia di video musicali e approdano al cinema con alcune pellicole tra cui Piano 17, il thriller L’Arrivo di Wang e poi l’horror Paura 3D. Con Song’e Napule raccontano il fenomeno napoletano dei cantanti neo melodici, famosi nella loro città ma sconosciuti a livello nazionale. Senza presunzione girano una storia dalla linea comica e romantica, con un taglio che ricorda chi, per primo, ha raccontato la vera Napoli e cioè i registi Nanni Loy ed Ettore Scola.

Paco (Alessandro Roja), un pianista disoccupato, entra da raccomandato in polizia e viene chiamato dal Commissario Cammarota (Paolo Sassanelli) per una missione speciale. Deve infiltrarsi nel gruppo musicale di Lollo Love (Giampaolo Morelli) che suonerà al matrimonio della figlia (Serena Rossi) di un boss della camorra.

 

Intervista a Marco Manetti e Giampaolo Morelli

 

Il film Song’e Napule è stato fortemente voluto dal produttore Luciano Martino recentemente scomparso. Potete raccontarci come nasce l’idea del film?

Marco Manetti: “Nella nostra vita è entrato Luciano Martino, un bambino di 80 anni che ha insistito e ci ha martellato continuamente dicendoci: questo è il film che dovete fare. L’idea è di Giampaolo Morelli ma la sceneggiatura è stata scritta da Michelangelo La Neve con la nostra collaborazione. Siamo orgogliosi di aver girato il suo ultimo film; è più suo che nostro. Amiamo il cinema e ci vengono in mente delle storie. Da fuori sembriamo dei registi che fanno un percorso, un tragitto che vuole toccare diversi generi un po’ alla Soderbergh ma, in realtà, siamo aperti a tutto e pronti a fare qualsiasi film che ci piace.”

Giampaolo Morelli: “Mi piace il genere e poi vengo da un quartiere di Napoli che si chiama Arenella, tra il centro storico e il Vomero, e ho amici di tutte le classi sociali. Mi ha sempre incuriosito l’idea di mettere un napoletano borghese all’interno di un tessuto sociale completamente diverso, quello più popolare e dei cantanti neo-melodici che da Napoli in giù sono conosciutissimi. Un genere fatto anche di video clip assurdi, pieni di cuore, sentimento e arte. In realtà sono cantanti e musicisti molti talentuosi. Volevo raccontare la Napoli dei matrimoni infiniti che sembrano più dei sequestri di persona e volevo realizzare un altro sogno: portare i fratelli Manetti a Napoli. Solo loro potevano raccontare la Napoli come la vedevo io. Ogni angolo e vicolo di Napoli è un set. Loro potevano calarsi nel tessuto sociale e raccontarla così bene, da dentro.

 

Il film tratta il rapporto cantanti e camorra e alla loro presunta affiliazione. Immaginate che potranno esserci delle polemiche?

Marco Manetti: “Il film non vuole essere un’etichetta, ma una dichiarazione d’amore per Napoli e per la cultura popolare. La camorra è una realtà di Napoli così come il crimine è una realtà di tutte le città del mondo con nomi diversi. Il fatto è che i cantanti neo-melodici, per tradizione, vanno a cantare nelle feste di chi si può permettere di pagarli. Spesso, soprattutto in città difficili come Napoli, chi può permetterselo è legato al crimine e questo, nell’immaginario italiano, ha trasformato i cantanti in criminali. Questo è un falso mito, totalmente da sfatare. Sono dei cantanti che cantano nella loro realtà che è fatta anche di quello”.

Giampaolo Morelli: “Un altro motivo per cui volevo fare questo film è per sfatare il luogo comune dei cantanti legati e associati, necessariamente, alla Camorra. Ci sono tanti artisti bravi che vivono della loro arte e ci mettono tutta la passione e il sentimento possibile. Il problema è che può capitare che vadano ad esibirsi a dei matrimoni di persone affiliate con la camorra. A Napoli, fortunatamente, ci sono artisti onesti”.

 

Per quanto riguarda invece il connubio musica trash e genere neomelodico?

Marco Manetti: “E’ vero che ci sono due luoghi comuni sulla musica neo-melodica: l’affiliamento alla camorra e il trash che c’è, ma è una parte. Esiste, soprattutto, una musica napoletana di spessore molto alto con musicisti talentuosi. Spero proprio che il nostro film porti fuori e riveli un Sud che non è legato a nessuna di queste etichette, ma composto da gente che sa fare bella musica”.

Giampaolo Morelli: “Nel genere neomelodico ci sono professionisti seri, talentuosi e qualcuno che sì, è anche un po’ trash, ma comunque non si deve generalizzare”.

 

L’arte contemporanea è sempre più Pop. Non si tratta, però, della “popular art” di Andy Warhol, Keith Haring o Jeff Koons, piuttosto della commistione tra creazione artistica e personaggi della scena musicale pop odierna che ultimamente fa molto discutere. L’apripista è stata la celebre artista di Belgrado, Marina Abramovic, che ha collaborato con Lady Gaga e Jay Z. Le due icone del pop hanno affiancato la regina delle performance per aiutarla a raggiungere i 600.000 dollari necessari a dare vita a New York al suo MAI, il Marina Abramovic Institute, un centro artistico che rivoluzionerà il modo del pubblico di approcciarsi all’arte.

Lady Gaga ha posato nuda per l’artista serba e ha messo in pratica per tre giorni il famoso metodo Abramovic, il personalissimo sistema di meditazione ideato dall’artista. Jay Z ha duettato con Marina per sei ore in una sala della Pace Gallery di Manhattan, ripetendo il brano “Picasso Baby” e cimentandosi in una sorta di coreografia con scambio costante di sguardi che ha persino suscitato la commozione degli astanti. Lo scopo della Abramovic è stato raggiunto, la sua raccolta fondi su Kickstarter ha totalizzato e superato il budget previsto e il nugolo di commenti è esploso. I critici e il pubblico comune si è diviso, infatti, tra entusiasti e detrattori, anche perché i risultati di queste collaborazioni, oltre a non essere ortodossi, spesso rasentano il limite del buon gusto.

 

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Ne è ulteriore esempio l’ultima produzione di Damien Hirst che col buon gusto non è andato mai troppo d’accordo. Lo troviamo stavolta in veste di direttore artistico di un progetto fotografico davvero particolare, portato a compimento da Mariano Vivanco: Rihanna, la dea della musica pop, è stata trasformata in una Medusa mitologica, erotica e a tratti spaventosa. I capelli sono serpenti, i denti zanne velenose, il corpo mozzafiato ricorda nelle forme le sinuosità dei rettili più ammalianti. Le immagini scattate sicuramente fanno scalpore, catturano l’attenzione, centrando l’obiettivo del magazine GQ che le ha commissionate per la sua ultima copertina. Il magazine britannico compie, infatti, 25 anni il 31 ottobre e allora quale migliore occasione per far parlare di sé che associarsi ad uno degli artisti più chiacchierati della scena contemporanea e a una delle cantanti più sexy del momento?

 

Rihanna-cover-GQ-24

 

I paragoni celebri sono subito venuti a galla. Il più azzardato è quello che associa l’immagine serpentesca di Rihanna, alla celebre Gorgone di Caravaggio. Poi ci sono i tableau vivant di Cindy Sherman, Adad Hanna o del maestro Luigi Ontani, che animano i quadri tradizionali con le tre dimensioni di veri corpi umani. Infine ci sono le modelle “zuccherose” dell’americano Will Cotton, anche loro ispirate a icone pop e al mondo della pubblicità.

 

adadhanna

 

Purtroppo per Damien Hirst, però, il suo progetto fotografico sembra animato da qualcosa di diverso rispetto a una ricerca creativa autentica. Sembra piuttosto emergere la necessità, effettivamente tipica della società contemporanea, di apparire, fare scalpore, e soprattutto farsi un bel po’ di fruttuosa pubblicità.

Cosa hanno in comune videogiochi e cultura? Molto più di quel che crediate!

A dimostrarlo è l’evento Playing The Game, la cui seconda edizione si terrà a Milano il 26 e 27 ottobre, nei locali della Santeria, spazio noto tra i giovani più avant-garde del capoluogo lombardo.

PLAYINGTHEGAME
Qui sarà possibile scoprire nel fine settimana il dialogo che intercorre tra videogames, arte, musica e design, in una manifestazione pubblica e gratuita che vuole dare nuova dignità al settore dei giochi virtuali, attorno cui ruotano professionalità diverse ed elevate, dagli sceneggiatori ai designer, dai grafici agli sviluppatori, per giungere a prodotti davvero di alto livello.
Il tema di quest’anno è “Videogiochi indipendenti in dialogo con arti e culture” e suona dunque come un invito per tutti, diretto anche a chi non è proprio un esperto del gaming, ma preferisce magari mostre e musei.

Nell’appuntamento milanese saranno presentati in particolare tre progetti che il pubblico potrà scoprire autonomamente. Si tratta di Bosch Art Game, Brush Chronicles e Will Love Tear us Apart.

Bosch Art Game è stato lanciato dalla Fondazione Jheronimus Bosch 500 che ha indetto un concorso internazionale volto a creare videogiochi attorno all’opera del pittore olandese. Ad aggiudicarsi l’edizione 2013 del premio è stato tra l’altro il duo italiano We Are Muesli con il loro Cave! Cave! Deus Videt!

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A Playing The Game sarà presente Iris Peter, coordinatrice del progetto Bosch Art Game, che illustrerà anche i prototipi degli altri giochi finalisti del contest.

 

Brush Chronicles è invece l’idea di Wannabe-Studios, gruppo di sviluppatori indipendenti con sede a Reggio Emilia. Si tratta di un videogioco ambientato all’interno di dipinti famosi della storia dell’arte, in cui si richiede di recuperare il colore perduto delle opere. La vocazione “edutainment” lo rende un prodotto particolarmente adatto al target di studenti delle classi secondarie. La versione presentata a Playing The Game pone al centro del gioco la tela di Salvador Dalì “La persistenza della memoria” del 1931.

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Will Love Tear us Apartcome ricorderete, è la canzone del gruppo punk Joy Division, ma anche il titolo del videogame realizzato dalla maltese Mighty Box GamesIl testo della canzone ha infatti ispirato gli sviluppatori che hanno utilizzato ciascun verso del brano per creare ogni livello del gioco: il lato oscuro dell’amore è così il tema principale del game. Will Love Tear us Apart sarà presentato al pubblico di Playing The Game dal Project Manager Costantino Oliva.

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Game:ART:Gallery esporrà inoltre 14 opere realizzate con diverse metodologie artistiche da noti game artist, che si rifanno alle ultime acquisizioni del Moma. GameSearch.it metterà poi a disposizione del pubblico una ricercata selezione di videogame per una vera e propria full immersion. Nella giornata di sabato, da non perdere la mostra allestita da OVOSONICO con i disegni di Murasaki Baby.

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halloweenStreghe, pipistrelli, vampiri, zombie, mostri, dolcetti e scherzetti. Halloween è questo ma anche qualcosa di più. In molte città italiane, oltre a party in maschera e serate danzanti, sono previste per il weekend di Ognissanti svariate iniziative culturali, che possono rivelarsi occasioni divertenti e interessanti per vedere con occhi diversi luoghi magari già visitati.
Ce n’è per tutti i gusti, insomma, specialmente per i bambini che per l’occasione hanno modo di divertirsi e giocare, imparando.

Le iniziative previste per l’occasione sono in continuo aumento, quindi tenete d’occhio questa pagina che sicuramente continuerà ad essere aggiornata.

 

 

LOMBARDIA

 

Lainate
Halloween Night alla Villa Borromeo Visconti Litta
Il 31 Ottobre Villa Borromeo Visconti Litta (Lainate, Milano) promuove la “Halloween Night”, un viaggio al chiar di luna tra mito e realtà, per conoscere l’antica villa di delizia sotto una luce diversa, per scoprire in penombra i personaggi e le figure mitologiche che animano il Ninfeo. È gradita la partecipazione in maschera.

Biglietto unico euro 8,00
Prenotazione consigliata

Informazioni:
Ufficio Cultura Comune di Lainate
Tel: 02 93598266
Tel: 02 93598267
cultura@comune.lainate.mi.it

Amici di Villa Litta
Mob: 339 3942466
amicivillalitta@newmarket.it

 

Milano

– INTERNATIONAL ZUCCA TANGO FESTIVAL
La 3a Edizione dell’International Zucca Tango Festival (31 ottobre – 3 novembre) colorerà e animerà a suon di tango le vie milanesi. Dopo il grande successo di pubblico ottenuto lo scorso anno presso lo Spazio MIL, quest’anno si è conquistata una delle location più prestigiose della città, la Fabbrica del Vapore, dove all’interno dello spazio “La Cattedrale” verrà allestita una meravigliosa pista da ballo in legno, con lo scopo di esaltare le capacità dei ballerini che la solcheranno.

Il festival offre un programma ricchissimo: quattro giorni e quattro notti con artisti internazionali, milonghe, lezioni completamente gratuite per chi vuole muovere i primi passi nel mondo del tango, mostre, intrattenimento, arte, cinema, sensualità, ma soprattutto puro divertimento.

Il programma completo della manifestazione, orari, prezzi e docenti sono a disposizione sul sito www.zuccatangofestival.com

 

– Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci

Speciale Halloween
giovedì 31 ottobre – venerdì 1 novembre 2013

È notte! Il momento di esplorare i luoghi più bui e misteriosi del Museo e scoprire quali segreti si nascondono tra le mura dell’antico monastero olivetano.
Tra strane apparizioni e spaventosi esperimenti viviamo insieme la più divertente notte dell’anno.

Informazioni e programma

 

 

Soncino

– Halloween a Soncino

Un borgo medioevale su un piccolo dosso ancora circondato dalle mura e sovrastato da una rocca dalle imponenti torri merlate, il tutto immerso nella magica notte di Halloween: questa la scenografia. Il borgo e le sue leggende: storie di draghi e serpenti, di cunicoli sotterranei e umide prigioni, dove la storia si mescola alla fantasia e agli eventi soprannaturali: questa la trama. Il borgo e i suoi personaggi da esseri diabolici a creature indifese che hanno lasciato il loro lontano ricordo durante la secolare vita di Soncino: questi gli attori. Insomma il posto ideale per passare una serata diversa ad Halloween.

Dopo il successo degli anni scorsi con “Halloween: la notte del mistero”, quest’anno l’Associazione Castrum Soncini in collaborazione con la Cooperativa Il Borgo organizza tre diversi momenti sempre all’interno della Rocca sforzesca di Soncino.

DOMENICA 27 OTTOBRE 2013 dalle 14.30 alle 17.00: visite guidate in un’ambientazione particolare e suggestiva e truccabimbi per i più piccoli all’interno della Rocca.

GIOVEDI’ 31 OTTOBRE 2013 dalle 18,00 alle 24.00: il momento clou dove un itinerario tra gastronomia, mistero, storia, leggende e un pizzico di paura saranno gli ingredienti basilari. Tre sono le proposte offerte:

Cena presso locali tipici a partire dalle 19.30 con menù a tema e specialità soncinese + ingresso all’interno della Rocca sforzesca con esibizioni di magia, giocoleria e animazioni suggestive. Saranno inoltre presenti spettacoli e trucchi per i più piccoli. Il costo complessivo della proposta è di E. 30,00 (E. 20,00 per bambini dai 6 ai 12 anni).
(solo su prenotazione con pagamento anticipato al sito www.castrumsoncini.com).

Degustazioni (panino con salamina o pane e salame) all’interno della Rocca sforzesca + ingresso all’interno della Rocca sforzesca con esibizioni di magia, giocoleria e animazioni suggestive. Saranno inoltre presenti spettacoli e trucchi per i più piccoli. Il costo complessivo della proposta è di E. 10,00 (E. 8,00 per bambini dai 6 ai 12 anni). (Preferibile la prenotazione).

Ingresso partire dalle 18.00 all’interno della Rocca sforzesca con esibizioni di magia, giocoleria e animazioni suggestive. Saranno inoltre presenti spettacoli e trucchi per i più piccoli. Il costo della proposta è di E. 6,00 (E. 4,00 per bambini dai 6 ai 12 anni).

SABATO 2 NOVEMBRE 2013 a partire dalle 18.00: visita guidata sulle leggende del territorio e di Halloween nei sotterranei della Rocca sforzesca con un’ambientazione particolare e suggestiva. Costo E. 2,50 a persona. E’ possibile su prenotazione effettuare una cena con menù dai sapori tradizionali.

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi all’associazione Castrum Soncini o Coop. Il Borgo. Tel. 0374 83675 E-mail: ilborgo@libero.it.

 

 

PIEMONTE

 

Castello di Trofarello

– Magica notte di Ognissanti

Apre per la prima volta al pubblico, nella rinata cornice della cintura torinese, il Castello dei Conti Vagnone di Trofarello con un percorso di visite animate notturne all’interno della dimora privata, nel corso delle quali il pubblico, organizzato in turni orari di max. 30 partecipanti, avrà modo di visitare ed attraversare alcune sale dell’edificio ed il piacevole giardino interno.
Durante la serata rivivranno le storie e leggende della famiglia Vagnone, del conte Filippo, del maggiordomo Giacot Ros, ma anche alcune storie del Piemonte e del Torinese.
Il fascino della struttura unitamente alla fioca illuminazione prevista nel corso della serata renderanno il percorso unico ed entusiasmante.

Per informazioni e prenotazioni:
Tel: 0161 433641
Mob: 3297265678
info@bieffepi.com
www.bieffepi.it

 

Cuneo

– Un pomeriggio da brivido al Museo
Anche quest’anno il Museo Civico di Cuneo organizza per il giorno più “spettrale” dell’anno un’iniziativa speciale rivolta ai più piccoli intitolata “Un pomeriggio da brivido al Museo”.
I bambini, di età compresa tra i 4 e i 10 anni, vivranno un’avventura “magica”, tra imprevisti e misteriose presenze, dolcetti e scherzetti.
Per l’occasione l’aula didattica del Museo sarà decorata a tema e si trasformerà in un laboratorio creativo: ogni bambino avrà infatti la possibilità di realizzare, ispirandosi alle collezioni del Museo e alla festa di Halloween, un manufatto da tenere come ricordo dell’esperienza.
L’appuntamento sarà giovedì 31 Ottobre alle ore 15 (primo turno) e alle ore 17 (secondo turno). La giornata di festa si concluderà con una golosa merenda finale. Il costo dell’iniziativa è di 5 € a partecipante (prenotazione  obbligatoria).

Per informazioni e prenotazioni:
Tel: 0171 634175
museo@comune.cuneo.it

 

Torino

– Museo Egizio

Anche quest’anno, gli attesi appuntamenti serali per festeggiare Halloween al Museo Egizio hanno registrato in poche ore il tutto esaurito. Le serate ispirate alla notte più paurosa dell’anno cominciano Mercoledì 30 Ottobre e terminano Sabato 2 Novembre: bambini e ragazzi, in compagnia di amici e genitori potranno varcare Via Accademia delle Scienze con travestimenti macabri e giocosi.
Curiosi personaggi dell’antico Egitto accoglieranno i visitatori per guidarli nelle sale ascoltando l’affascinate racconto della più misteriosa civiltà del passato mentre strane presenze e improvvise sorprese animeranno il percorso.
Per i più paurosi è ancora disponibile il percorso diurno: Giovedì 31 Ottobre, Venerdì 1, Sabato 2 e Domenica 3 Novembre 2013 alle ore 10.30 “Spiriti e fantasmi faraonici”. Durata 60 minuti, costo € 3,50 escluso il biglietto di ingresso. Prenotazione Obbligatoria tel 0114406903 o info@museitorino.it.

–  HAPPY HALLOWEEN – PER TUTTI I BAMBINI
Giovedì 31 Ottobre h. 18:00 da P.zza Castello

Caccia alle Streghe ad Halloween.
Ad Halloween a Torino arrivano le STREGHE e potrai scoprirlo dando loro la caccia. Sarà una divertente e stimolante Caccia alle Streghe nel cuore di una Torino insolita, misteriosa e tutta da scoprire. Se sarai bravo a scovare tante streghe nel cuore della città e se arriverai all’ultima tappa vincerai un gustoso tesoro.
La prenotazione è obbligatoria. L’evento si svolgerà anche in caso di pioggia.

Per papà e mamma: i bambini devono essere accompagnati da un adulto.
Costi:10 euro; 5 euro (3- 5); gratuito (genitori e da 0 a 3 anni)
Abbigliamento: Cammuffamento a piacere. Caldo e con scarpe comode perché sarà tutto in esterno

–  LA NOTTE DEL TERRORE CON CONCORSO FOTOGRAFICO “LA FOTO PIU’ SPAVENTOSA”

SERATA EVENTO dalle h. 21:00 alle h. 23:00 da Piazza Castello

Una passeggiata terrificante in più TAPPE per scovare Streghe, Fantasmi e Vampiri nella notte più spaventosa dell’anno in una Torino da brivido. Una vera serata evento nel cuore della città per vivere forti emozioni con tante sorprese, “apparizioni” e cose mai udite e viste.
Per meglio scovare e dare la caccia ai mostri delle tenebre occorre VENIRE MASCHERATI preparandosi al peggio! Chi lo desidera può cimentarsi nel concorso fotografico scattando la foto più spaventosa. Le migliori immagini verranno pubblicate su Face Book e sul nostro sito.
I bambini devono venire accompagnati da un adulto.

Costo: 15 E; 10 E (6 – 11 anni); gratuito (0 – 5 anni);
Abbigliamento: Camuffamento a piacere. Caldo e con scarpe comode perché sarà tutto in esterno
L’evento si svolgerà anche in caso di pioggia.

Informazioni:
Prenotazione obbligatoria
Tel/Fax: 011 853670
Mob: 3487643915/916
turismo@barburin.com
www.barburin.com
– CASA DEL TEATRO RAGAZZI E GIOVANI – SERENO MONSTER. AGENZIA SPAVENTI

Vampiri, fantasmi, orchi e streghe popolano da sempre l’immaginario dei bambini di tutto il mondo. A volte sono visti con sospetto, a volte con un po’ di paura. Ed è proprio questo variegato serraglio di mostri il protagonista (o meglio la vittima) dello spettacolo!!!
Ebbene si perché alla SerenoMonster  – Agenzia Spaventi (la più importante ed antica agenzia di collocamento per mostri della città), è scoppiata una crisi mai vista!
L’Uomo Nero ha assunto un inspiegabile colorito azzurro e non riesce più a spaventare nessuno! Dracula il vampiro è stato colpito da innumerevoli carie ai denti ed è costretto a portare una dentiera! Gorgonzola (il cugino del più noto Formaggino), il più temibile di tutti i fantasmi, ha scoperto di avere il lenzuolo intaccato dalle tarme… Insomma una situazione veramente critica!
Toccherà ai bambini, insieme con Marco Sereno, metterci una pezza e ridare dignità a questa sgangherata banda di mostri. Uno spettacolo divertente ed entusiasmante, nel quale i bambini verranno invogliati e stimolati ad utilizzare il proprio “pensiero magico” per capire, affrontare e vincere le proprie paure.
Fuori Abbonamento Posto unico € 15
Per tutti

Informazioni:
Casa del Teatro Ragazzi e Giovani
Corso Galileo Ferraris 266 – Torino
Tel: 011 19740280
www.casateatroragazzi.it

 

Vercelli

– Museo Leone – VISITA AL BUIO. Un’esperienza da brivido
Giovedì 31 ottobre, a partire dalle 20.00, in occasione della notte di Halloween, l’appuntamento è con la terza edizione di “Visita al buio. Un’esperienza da brivido al Museo Leone”.

Anche quest’anno, guidati solo da una torcia, quattro gruppi di coraggiosi visitatori potranno scoprire il “lato oscuro” del Museo Leone, ovvero come la notte, nelle sale avvolte dall’oscurità, le collezioni museali, illuminate da una fioca luce, prendano vita raccontando storie diverse e misteriose: l’imperscrutabile maschera funeraria di una mummia proveniente dall’antico Egitto, che va ricercando i suoi resti, una fredda lapide attraverso la quale rivive il tormentato spirito di un cavaliere che non trova pace e un vecchio abito da donna che ci racconterà la storia di due amanti dannati e perseguitati dal destino, saranno il filo conduttore di una serata che, come promette il titolo, metterà i brividi a tutti. Come sempre non mancheranno sorprese e un piccolo omaggio. Tra tante novità, poi, una conferma: la partecipazione dell’Officina Teatrale degli Anacoleti, che come già lo scorso anno offriranno un valore aggiunto alla serata. Il progetto e l’allestimento sono invece a cura dello staff scientifico del Museo, i testi sono frutto della competenza e della fantasia di Riccardo Rossi.

Per poter soddisfare le numerose richieste, “Visita al Buio” si svolgerà in quattro turni di visita a partire dalle ore 20.00 con ultimo turno alle 23.00. Come per le passate edizioni “Visita al Buio” è un evento aperto ai coraggiosi di qualsiasi età e si svolge esclusivamente su prenotazione.

Per venire incontro alle esigenze dei più piccoli, inoltre, nella stessa giornata di giovedì 31 ottobre si terrà “Un’esperienza da brivido al Museo Leone versione junior”, percorso ideato per bambini e ragazzi tra i 6 e i 12 anni. Si comincia alle 16.30 con una merenda “mostruosa” che durerà fino alle 17.00 (attendendo così tutti coloro che usciranno da scuola nel pomeriggio) e proseguirà con un “oscuro percorso” che condurrà i coraggiosi alla scoperta dei misteri del Museo Leone. Anche “Un’esperienza da brivido al Museo Leone versione junior” è un evento che si svolge su prenotazione.

Per prenotazioni e info:
Tel: 0161 253204
Mob: 348 3272584

 

 

VENETO

 

Chioggia

– Chioggia e le streghe

Ogni città spesso racchiude una tradizione popolare ricca di storie, aneddoti, leggende che danno ai luoghi un’aurea magica e misteriosa che riesce ad affascinare adulti e bambini. Allo stesso modo Chioggia possiede le sue leggende e tra le tante ce ne sono alcune che riguardano le streghe e la magia. Il percorso proposto sviluppa tale tematica rendendo la visita coinvolgente, piacevole e unica nel suo genere.

L’itinerario ha inizio alle ore 21.00 dal “Sagraeto” caratterizzato dalla bellissima balaustra in pietra d’ Istria dove è collocata la statua della Madonna del “Refugium Peccatorum” e dalle statue, oggi prive di testa, che adornano il parapetto. Partendo da questo punto verrà raccontata la storia di tradizione popolare “del latte e le mosche” che spiega per quale motivo le statue siano mozzate. Proseguendo l’itinerario e oltrepassando il Ponte della Cuccagna, dopo un breve tratto si giunge nella piccola e caratteristica “Corte Taccheo” denominata anche “Corte delle streghe” dove verrà raccontata la storia “dell’intenta”. Dalla suggestiva corte ci si dirige verso campo Duomo e ai piedi dell’alto campanile della cattedrale verrà narrata la raccapricciante storia del “gatto e la zampa mozzata”. Il percorso prosegue poi fino a calle Ponte Scarpa dove si trova l’omonimo ponte dal quale si scorge il palazzo denominato “della strega”, e si concluderà con il racconto di una quarta leggenda di tradizione che trova tale denominazione dall’attributo dato alla sua antica proprietaria.

Per informazioni e prenotazioni:
Mob: 328 0057599
prenotazioni@prolocochioggia.org
www.prolocochioggia.org

 

Due Carrare

– Castello di San Pelagio – “Spettacoli del mistero
Dal 26 al 31 Ottobre al Castello di San Pelagio di Due Carrare (Padova) vi aspettano gli “Spettacoli del Mistero”, tre appuntamenti da brividi: una visita guidata tra oscuri corridoi e vie segrete, una passeggiata nei giardini e nei labirinti del Castello accompagnati dagli spaventapasseri, e una spaventosa caccia ai misteri nascosti nel parco e nel Museo del Castello, tra passaggi segreti, labirinti incantati, alberi parlanti e strani personaggi.

Informazioni:
Mob: 3391329568
info@spettacolidimistero.it.

 

Dolo

– Festival di Halloween a Dolo

Dopo l’enorme successo dell’ “80-90 Festival in Villa” il nuovo gruppo Quelli che… presenta: “80-90 Festival di Halloween” che si svolgerà mercoledì 31 ottobre nella ex discoteca TAM TAM in centro a Dolo (VE).

La serata avrà inizio alle 20 per chi vorrà cenare in nostra compagnia e fino alle 21.30 ci sarà una novità interessante: intrattenimento quiz/musicale. Successivamente daremo spazio alla migliore musica dance degli anni 80-90 e…. il resto lo scoprirete quella sera J.

 

Rivalta

– Castello di Rivalta. “Ghost Hunting Night”
Giovedì 31 Ottobre presso il Castello di Rivalta (Piacenza) di terrà la “Ghost Hunting Night”, una speciale visita guidata in notturna con una guida specializzata su attività paranormali e sulle leggende che vi condurrà a visitare i luoghi più significativi e carichi di energia mistica del castello, attraverso spettacolari saloni e stretti camminamenti, illuminati dalla tenue luce delle candele.

Orari: ogni ora dalle 21 a mezzanotte

Informazioni:
Mob: 339 2987892
info@castellodirivalta.it

– “Dolcetto o scherzetto” al Castello di Rivalta (Piacenza).
Si rinnova la tradizione del “Dolcetto o scherzetto” assieme al fantasma Giuseppe, che venerdì 1 Novembre andrà, accompagnato dai bambini, a spaventare gli adulti chiedendo caramelle e dolciumi. Un’avventura da brividi attende i bambini nel castello infestato, lungo un percorso irto di ostacoli e tranelli, con personaggi bizzarri, gag divertenti e tanti giochi ed enigmi da risolvere.

PROGRAMMA:
MATTINO: visita storica al castello su prenotazione alle ore 11.30 oppure ore 12.00 (inclusa nel prezzo)
-pranzo (al sacco o presso locali convenzionati)
-pomeriggio (su prenotazione ad orari prestabiliti a partire dalle ore 14.00)  visita con animazione “Dolcetto o scherzetto? Ore 14.00, 15.00, 16.00 oppure 17.00
PREZZI: intero 18.00 ridotto 13.00 (bambini dai 4 ai 12 anni)

Informazioni:
Mob: 3392987892
Fax: 0523/978300
castellodirivalta@gmail.com

 

Salzano

– Festa della Zucca

La Festa della Zucca si caratterizza per la tipicità socio ambientale del nostro territorio, per la sua ampiezza (5000 mq. coperti) ma soprattutto per la molteplicità dell’offerta: mostra dell’artigianato locale e percorsi tra i sapori regionali, il coinvolgimento dei bambini, le scuole e le famiglie nelle iniziative da noi proposte, serate con le migliori orchestre, i concorsi per le migliori zucche (la più pesante, la meno pesante, la più lunga, la migliore composizione, la composizione più numerosa).

Molto importante, infine, la nostra gastronomia con proposte e degustazioni di prodotti di qualità. Tra le nostre specialità segnaliamo tra i primi il “pasticcio” di zucca e radicchio con salsiccia, il risotto di zucca, gli gnocchi di zucca al burro e salvia, le crespelle zucca e noci, e tra i secondi il guancialino brasato con spatzle alla zucca con polenta e “musetto” con zucca “rosta” e polenta. Insomma, un approccio accattivante per un ortaggio di natura povera che in quest’area non ha grande mercato ma che si è imposto per la sua bellezza e semplicità.

Informazioni:
http://www.prolocosalzano.it

 

Venezia

– Festa di Halloween all’Hotel Carlton Grand Canal

Nella notte di Halloween, la più tenebrosa e stregata dell’anno, facciamo festa all’Hotel Carlton on the Grand Canal a Venezia, tra streghe impertinenti, fantasmi strampalati e mostri irriverenti.
Pietanze e dolci prelibati placheranno questa notte di paura. Vi aspettiamo tutti per una macabra e oscura serata!

Informazioni:
http://www.carltongrandcanal.com

 

 

LIGURIA

 

Triora

Ghost Tour Triora
L’appuntamento è per sabato 26 ottobre. Non una festa in maschera, ma se vorrete vestirvi ispirandovi ai temi del Tour e ai suoi “mondi”, sarete i benvenuti!
Il Mondo dei Morti, il Mondo delle Feste, dei Miti e delle Creature del Folklore, il Sabba delle Streghe sono le tre aree in cui è diviso il percorso di Autunnonero Ghost Tour Triora.
A ciascun mondo è stato attribuito un colore: rispettivamente, bianco, rosso e nero. Se vorrete esprimere una vostra (giocosa) appartenenza a uno di questi mondi, vi invitiamo a indossare qualcosa del colore appropriato. Può essere un vestito o anche solo un elemento o un accessorio, ampio spazio alla fantasia. Morti e spiriti vendicativi sceglieranno il bianco, miti, fiabe e creature del folklore il rosso, streghe, stregoni, inquisitori e alchimisti il nero.

Il Ghost Tour Triora è un percorso a piedi accompagnato da guide narranti che raccontano fatti storici tragici e misteriosi, storie di fantasmi, folklore e leggende.
È un itinerario che vuole dare voce ai luoghi più suggestivi del centro storico attraverso le parole dei cantastorie del Tour riconoscibili dall’abito nero e dalla lanterna che portano sempre con sé.
I testi, adattati per la narrazione, sono frutto di lunghe e complesse ricerche basate su fonti storiche e racconti della tradizione popolare scritti e orali. Il tutto con la collaborazione di storici locali, perché anche i racconti e le leggende sono naturalmente legati alla storia.

Poi, per il fine settimana di inizio novembre, da venerdì 1 a domenica 3, saranno aperti i ristorantini di Triora con altrettanti menù a tema, mentre le strade saranno attraversate da grandi e piccini, protagonisti del rituale Dolcetto o scherzetto?

Informazioni:
Mob: 340 2139655
segreteria@autunnonero.com

 

 

EMILIA ROMAGNA

 

Bologna

– La notte delle Streghe all’Halloween Pub

All’Halloween Pub ti renderai conto di fare un tuffo in un classico pub stile inglese: l’arredamento appositamente ricercato lo rende un luogo in cui chiunque si puo’ sentire abbracciato da un’atmosfera colma di fascino, a cavallo tra i ricordi del passato e le sensazioni del presente.
Luci soffuse e un’appena percettibile sottofondo musicale sempre presente favoriscono lo stare in compagnia a fare quattro chiacchiere e la degustazione di quanto offre il menu’.

– Halloween Party in Montagnola

Sabato 27 ottobre, in occasione della Festa di Halloween, all’interno dello Spazio Verde del Parco una grande festa, a cura dell’Associazione P.A.C.E. in English, animerà il pomeriggio all’insegna del divertimento e dell’allegria.

Bambini e genitori sono invitati a partecipare e vestirsi in costume. Durante la festa, che avrà inizio alle ore 16.00 sarà anche possibile truccare il viso in modo divertente e colorato, giocare a costruire oggetti con le proprie mani e decorare gustosi dolcetti, il tutto accompagnato da tanta musica.

I laboratori, aperti a tutti, andranno avanti fino alle ore 18.00, al termine dei quali avrà inizio la divertente parata in maschera con la premiazione delle maschere più belle.

Inoltre, tutti i partecipanti avranno la possibilità sbizzarrirsi con la preparazione di cibi sfiziosi in tema “Halloween” da condividere durante la festa e il miglior piatto, salato o dolce, verrà poi premiato.

Ingresso: 5€ a famiglia per i soci P.A.C.E. in English, 10€ per i non soci.

 

Cervo

– 4 GIORNI DA PAURA HALLOWEEN, MERCATINO, THRILLER D`AUTORE

La 4 giorni inizia la sera del 31 ottobre con la seconda edizione della Festa di Halloween nel Borgo Antico che, per l`occasione, sarà addobbato a tema con zucche, candele e lumini, fumo, streghe e vampiri, scheletri e fantasmi. Ci saranno bancarelle di artigiani ed hobbisti, animazione, musica, figuranti in costume, spettacoli teatrali, esposizioni e ….. il rogo della strega. A partire dal 31 ottobre e fino al 2 novembre una grande novità: il Thriller d`autore a Cervo con l`intervento di famosi giallisti contemporanei (Nadia Morbelli, Davide Mosca, Leonardo Gori, Cristina Rava, Carlo A. Martigli e Ben Pastor) che presenteranno le loro opere all`Oratorio di Santa Caterina.

Informazioni:
Tel: 0183 408094
Tel: 0183 408197

 

Colorno

– “Piccoli Brividi” alla Reggia di Colorno
Un’avventura da Piccoli Brividi per bambini intrepidi, con tanti giochi ed enigmi da risolvere insieme, vi aspetta Domenica 27 Ottobre presso la splendida Reggia di Colorno (Parma), che si animerà con il fantasma di Maria Luigia che in vita abitò e amò questo palazzo, che chiederà l’aiuto dei bambini per scacciare la strega malvagia affrontando prove, tranelli e orribili creature.

Orari: 14:00, 15:00, 16:00, 17:00
Ingresso: euro 5,50 a persona
Età consigliata: dai 4 ai 10 anni

Informazioni:
Tel: 0521 313790
ufficio.turistico@comune.colorno.pr.it

 

Gropparello

– SPECIALE HALLOWEEN al Castello di Gropparello – La Notte delle Streghe

31 ottobre 2013, ore 20:00

Serata in costume con animazione e banchetto. Il costume sarà a cura di ogni singolo partecipante e l’animazione inizierà al Castello e continuerà per tutta la serata
Costo: € 59,00 – ridotto a € 46,00 per bambini fino a 10 anni
il costo comprende: visita animata al castello, banchetto e animazione durante la serata. Non comprende il costume

Informazioni:
Tel: 0523 855814
Fax: 0523 855818
info@castellodigropparello.it

 

Pianoro

– Halloween Show di Happy Bimbi

Venite a giocare a ritmo di horror-musica ! E club cafè allestirà una merenda per tutti i piccini, ma non è finita perché alle ore 19 i ragazzi del “Teatro dei 13” ci faranno uno spettacolo paurosissimo!
Ma non troppo: ci sono anche i piccoli e alle 19.30 tutti a casa! Contributo di ingresso euro 10, pagano solo i bimbi, ma non fate I furbastri: la merenda è la loro! Vi aspettiamo, mostruosamente mascherati.

Informazioni e prenotazioni:
Mob: 333 2407852 (tel e sms)
info@happybimbi.it (nella prenotazione indicate il numero dei bimbi)

 

 

TOSCANA

 

Firenze

– Feste di Halloween a Montelupo Fiorentino

Come ogni anno il Borgo degli Arlecchini organizza una festa di Halloween con animazione e merenda per tutti i bambini in Piazza dell’Unione Europea.

– Halloween con delitto al Ristorante il Bargello

Nella Firenze del 1300 le osterie o “celle”, come si soleva dire allora, erano numerose e alcune di esse, famose per le loro doti culinarie, oltre ad essere ricordate in componimenti letterari e poetici, hanno dato il nome alle antiche strade e luoghi del centro storico ove erano situate. Questo è ciò che è accaduto per il Ristorante il Bargello, i cui ambienti, infatti, sono gli stessi dell’allora famosa “Cella del Buco”, da cui appunto la denominazione Chiasso del Buco della zona che lo ospita. Di mutato oggi, dopo più di seicento anni, vi è solo l’ingresso, oltre, naturalmente, ad una diversa fisionomia architettonica dei locali: ma lo spirito e la sostanza dell’antica tradizione culinaria fiorentina si trovano ancora invariati a distanza di secoli al Ristorante il Bargello, ove si preparano piatti speciali di impronta tipicamente nostrana, raffinati manicaretti, insieme a gustose pietanze per la delizia della sua clientela, secondo quello stile tipicamente fiorentino che Pietro Aretino cantà nei suoi versi: “L’apparecchiar della tavola, l’ornarla di rose, il levar dei bicchieri… …venne da Firenze

In onore di Halloween, il 31 ottobre, una serata imperdibile: una straordinaria cena con delitto! E’ stato commesso un atroce delitto e solo tu puoi aiutarci a scoprire il colpevole. Festeggia Halloween a Firenze con la Cena con Delitto in un atmosfera surreale. Un menu a tema, inquietante e prelibato, delizierà la vostra cena con delitto. Cena con Delitto: diventa investigatore per una sera. Metti alla prova le tue doti investigative, fiuta gli indizi, non lasciarti ingannare dai depistaggi, individua il movente, l’arma del delitto, ricostruisci la scena del crimine e infine arresta il colpevole prima che possa commettere ancora orrendi misfatti…

Durante la cena con delitto, i commensali saranno divisi per tavoli e costituiranno ognuno una squadra investigativa in competizione con tutte le altre per la soluzione del mistero, tra interrogatori ed analisi degli indizi che si svolgeranno tra una portata e l’altra. Come nel famoso film, “Invito a cena con delitto” dove i più famosi detective al mondo sono riuniti tutti insieme contemporaneamente, nelle nostre serate in giallo sarai tu ad essere chiamato a partecipare al gioco e a cercare di svelare il mistero. Alla fine della serata ogni squadra investigativa sarà invitata ad indicare il colpevole, il movente e l’arma del delitto. La squadra che si avvicinerà di più alla soluzione del “caso” sarà la vincitrice.

Informazioni:
http://www.invitoacenacondelitto.com

 

Montevarchi

– Museo e Centro Documentazione – Dolcetto o Scherzetto… Halloween al Cassero 

Immaginate un castello in pietra grigia, al centro di una grande e scenografica piazza, al limitare della “mandorla” che rende unico, per originalità di impianto urbanistico, il borgo di Montevarchi nell’aretino, alla porta del Chianti.
Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento – Museo e Centro di Documentazione è l’unico spazio museale in Italia che, per vocazione, è dedicato alla scultura.

Nelle suggestive sale del Museo sarà organizzata la festa di Halloween per bambini e adulti. Il Museo sarà allestito a tema, con musica caratteristica: è gradito dress code anche minimo.

h 19.00 • Visita alla collezione permanente del Museo condotta dal Direttore Alfonso Panzetta a seguire Cena a cura del Ristorante Daniele & Riccardo con prodotti del territorio, senza dimenticare la zucca!
Attività ludiche per bambini a cura della Cooperativa Itinera C.E.R.T.A.

Informazioni:
Tel: 055 9108274
info@ilcasseroperlascultura.it 
www.ilcasseroperlascultura.it

 

 

MARCHE

 

Morro D’Alba

– Halloween al Museo Utensilia di Morro D’Alba

Giovedì 31 ottobre 2013, dalle 16 alle 19.30, Halloween al Museo Utensilia di Morro D’Alba per fare festa tutti insieme

Per festeggiare il magico giorno di Halloween il Museo Utensilia di Morro d’Alba propone per il pomeriggio di giovedì, Halloween al Museo, con tanti intricati e simpatici enigmi nascosti tra le misteriose grotte del castello da risolvere insieme scegliendo tra Caccia al Tesoro, Giochi di Halloween, Letture Animate, Laboratori horror-creativity, Truccabimbi Horror e Nutella Party … e come sempre un simpatico gadgeta tutti i partecipanti.

Il costo è di 2 euro a partecipante, gratuito per genitori e accompagnatori, è gradita la prenotazione entro le ore 13 di mercoledì 30 ottobre al Sistema Museale della Provincia di Ancona
Informazioni:
Numero Verde 800.439392

 

 

LAZIO

 

Castelnuovo di Farfa

– HALLOWEEN GOTICH FEST
Castelnuovo di Farfa la notte del 31 Ottobre 2013 torna a riempirsi di luce e magia.
L’antico Borgo, diventa improvvisamente un luogo suggestivo e pauroso. Vie, piazzette, e vicoli neri fanno da cornice alla festa di Halloween più grande del centro Italia. I giovani dell’associazione REC stanno lavorando alle scenografie più suggestive e paurose.
Grande Novità per l’edizione 2013 è “DELIRIUM”, la nuova attrazione di Halloween Gothic Fest, per chi è a caccia di Brividi.
La Horror House verrà aperta al pubblico il giorno 31 Ottobre dalle ore 18:30 alle 23:30.
Uno spaventoso percorso a piedi avvolto dalle tenebre, un viaggio nella paura delirante, evocata da sinistre entità il cui scopo è uno solo: terrorizzare oltre ogni limite sopportabile.

Il pomeriggio è interamente dedicato ai Bambini con animazione, trucchi Sky dancer, Ballon Art e zucchero filato per tutti. A seguire poi l’arrivo della grande Strega! Un corteo che accompagna la vecchia tra suoni di tamburi, balli coreografici e trampolieri.
Il Paese si riempie di profumi,numerosi stand gastronomici vi faranno assaporare prodotti tipici del luogo per una cena itinerante in compagnia di artisti di strada che vi intratterranno per tutta la serata. Il forte suono della sirena annuncia la fuga della Strega! La caccia è aperta!
Grande fiaccolata accompagnata dallo spettacolo itinerante del Teatro Potlach che vi guiderà al grande Anfiteatro dove ci sarà il Ballo della Grande Strega ed il suo Rogo.
Grande spettacolo finale delle Lanterne Volanti.

 

Roma

– Halloween al Circolo degli Artisti di Roma
Per la notte più paurosa dell’anno appuntamento al Circolo degli Artisti di Roma per il Party di Halloween in compagnia di RadioRock. Per il 31 ottobre 2013, un ricco appuntamento con il meglio del rock, delle maschere terrificanti e di tante altre sorprese.

– Explora. Museo dei Bambini. Halloween Circuiti impazziti

Un Halloween carico di tensione! Che mistero si nasconde negli occhi luminosi di un mostro? Quanto terrore scorre su un cavo elettrico? Divertimento, energia e scoperte nella notte di Halloween ad Explora.

LABORATORI a numero chiuso prenotabili al banco informazioni entro i primi 30 minuti dall’inizio della visita:
– Energia in movimento. Creatività, ingegno e fantasia per colorare i mostri con l’energia. 8-12 anni.
– Mostri Luminosi. Inventare circuiti mostruosi per accendere la fantasia. 5-7 anni.
– Il papillon del fantasma. Costruire, giocare e divertirsi con una fantasma goloso. 3-4 anni.

Laboratori continui:
Contatti Matti. Provare e riprovare, accendere e spegnere, azionare e bloccare: una sfida per bambini e genitori. 5-12 anni
Face painting. 3-12 anni

QUANDO:
Giovedì 31 ottobre nei turni delle ore 15.00, 17.00, 19.00, 21.00
Da venerdì 1 a domenica 3 novembre nei turni delle ore 10.00, 12.00, 15.00, 17.00

COME PRENOTARE:
Per partecipare ad Halloween 2013 prenota in anticipo su www.mdbr.it o allo 06 3613776 scegliendo il turno di visita che preferisci.
La prenotazione sarà mantenuta fino a 15 minuti prima dell’inizio del turno, poi decade.
Vuoi evitare la fila in biglietteria? Acquista online i tuoi biglietti e presentali direttamente all’ingresso del padiglione.
I laboratori sono tutti inclusi nel biglietto di ingresso: le attività a numero chiuso sono prenotabili al banco informazioni entro i primi 30 minuti dall’inizio della visita.

 

Viterbo

– Viterbo sotterranea

Dal pomeriggio a notte fonda, nella Viterbo Sotterranea grande festa di Halloween
Seconda edizione di Halloween nella Viterbo Sotterranea, che quest’anno porta magiche novità. Halloween e la sua corte di streghe e folletti, magie e trucchi, è finalmente alle porte e tutto è pronto per accogliere grandi e piccini nei suoi tunnel antichi e permeati di mistero.

Nuovi giochi, nuovo intrattenimento, Halloween 2013 si preannuncia carico di novità e, naturalmente, golosità. Il primo appuntamento con la magica festa è alle ore 15,30 per gli ospiti giovanissimi. Fino alle 19,30  è stato preparato un vivace calendario all’insegna dei giochi e dei racconti delle streghe della Viterbo Sotterranea; senza dimenticare una ghiotta merenda. Si raccomanda a tutti i bambini di far correre la fantasia e presentarsi con le maschere più originali.

La serata e la notte del 31 ottobre sono invece interamente dedicate agli ospiti adulti, sempre attesi in costume, a partire dalle ore 20,00. Tanta festa e musica per un evento incentrato su vino e prelibata gastronomia, come tradizione vuole, alla zucca. L’evento è infatti realizzato in collaborazione con il TrediciGradi Slow Bar. Per tutti partecipanti è prevista una visita guidata esoterica nei tunnel della Viterbo Sotterranea.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni contattare:
Tesori d’Etruria
Piazza della Morte, 1 – Viterbo
Tel: 0761 220851
welcome@tesoridietruria.it
www.tesoridietruria.it

 

CAMPANIA

 

Ercolano

– Il Teatro nel Baule in: IL PAESE MEZZANOTTE presso La Fabbrica del Divertimento

Nella notte di Halloween La Fabbrica del Divertimento ospiterà gli attori de Il Teatro nel Baule che ci porteranno alla scoperta di culture lontane, di incredibili avventure e strane magie:

Nel paese Mezzanotte le lancette dell’orologio guardano sempre in alto, forse per non assistere alle mostruosità che avvengono in questi strani luoghi. Una strega che cerca in tutti modi di mangiare due bambini; un mostro che aspetta qualche appetitoso essere umano da mangiare, ma nell’attesa soffre di solitudine nel buio della sua caverna. Storie divertenti per superare paure immaginarie; vicende un po’ pazze popolate da bambini che non hanno paura di niente, adulti che hanno paura di tutto, mostri e streghe che non riescono a comportarsi come veri mostri e vere streghe.

DATA E ORARIO: GIOVEDI’ 31 OTTOBRE 2013 alle ore 19.00 (durata un’ora). Appuntamento alle ore 18.45 per le procedure di registrazione.

COSTI: € 8 a persona (sia adulti che bambini). Per i bambini iscritti ai percorsi annuali della Fabbrica € 6.

PRENOTAZIONE: l’iniziativa, per la sua specificità, è a numero chiuso e necessita pertanto di prenotazione
impegnativa (compatibilmente con i posti rimasti disponibili).

DOVE SIAMO: Via Madonnelle 29, Ercolano (Na) all’uscita del nuovo casello autostradale di Ercolano/Portici.

Informazioni:
Tel: 081 19573973
Mob: 338 1131661
info@lafabbricadeldivertimento.it
www.lafabbricadeldivertimento.it

 

Napoli

– “Napoli: un fantasma in ogni vicolo – Halloween edition”.
In occasione della festa di halloween, evento sempre più apprezzato in Italia, l’associazione culturale Insolitaguida ha pensato bene di proporre un percorso riveduto e corretto per la famosa notte delle streghe: “Napoli: un fantasma in ogni vicolo – Halloween edition”.

Partenze tour nei giorni 31 Ottobre – 1-2-3 Novembre 2013
Orari tour 17:00 – 18:00 – 19:00 – 20:00

Non dimentichiamo che la festa di halloween, ora tipicamente statunitense e canadese, affonda le sue radici nel vecchio continente; ed è proprio qui da noi che succede l’insospettabile: in questo giorni tutte le leggi dello spazio e del tempo sono halloween-bats come sospese e il velo che divide il mondo dei vivi dal mondo dei morti si fa più sottile, permettendo alle anime di mostrarsi, di comunicare con i viventi e di divertirsi alle loro spalle, facendo scherzi ed impaurendoli con le loro apparizioni.

Leggende da una Napoli inedita
, lontana dalla sua solare bellezza e vicina al suo lato più oscuro e misterioso si mescoleranno a leggende celtiche, ambientate nella notte di Halloween. Storie di uomini e di donne, in cui l’immaginifico si mescola sapientemente ai documenti storici, storie che raccontano di sentimenti non corrisposti, di amori clandestini, di amanti consumati dal desiderio ed uccisi per onore o per cieca gelosia, di uomini morti ammazzati per vendetta.
A guidare il gruppo sarà la tenue luce di una lanterna, che, secondo la tradizione, permette di meglio cogliere i rapidi movimenti di tutte le figure misteriose che popolano il centro storico di Napoli. Nel corso dell’itinerario non mancheranno i colpi di scena… tour dei fantasmi a Napoli per Halloween.

Un tour suggestivo: quando il sole scende verso il tramonto e le ombre di allungano, i luoghi cambiano la loro fisionomia, si trasformano. Esattamente ciò succede in Piazza Luigi Miraglia, nei pressi della cappella Pontano, una nota famiglia di necrofori. L’affascinante percorso in una Napoli sconosciuta, che prosegue poi per via dei Tribunali, passando per la chiesa delle anime al Purgatorio dove – si narra – che le fanciulle in età da marito pregassero la principessa Lucia affinché potessero ricevere la grazia di convolare presto a nozze.
Si prosegue verso via Nilo dove ad aspettare l’ospite c’è il palazzo della Testa d’Elefante e la vicina Piazzetta Nilo, dove si potrebbe percepire la presenza impalpabile delle monache offese perché brutalmente sfrattate dal loro amato convento.

A Piazza San Domenico Maggiore,
mentre le ombre del tramonto diventano buio della notte, è facile sentire il cigolio della una carrozza del principe di San Severo ed intravedere – perché no – le sagome incappucciate di Maria d’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa, che si recano al loro ennesimo appuntamento amoroso e segreto.
Si ricorda che per prendere parte (per la cifra di 6 € a persona, previsti sconti per cral e studenti ed over 65) al tour occorre prenotarsi ed è possibile farlo telefonicamente al 338 965 22 88 oppure cliccando quì.

Inoltre per chi vuole proseguire la serata con l’atmosfera di Halloween Insolitaguida organizza Halloween Napoletano, una cena spettacolo prevista per i giorni 31 ottobre, 1 e 2 ottobre al Teatro Cabaret Portalba ( piazza Dante, Napoli) : un modo di festeggiare Halloween alla “napoletana”. Vai alla pagina dell’evento. Tra l’altro è previsto uno sconto speciale per chi prende parte ad entrambe le iniziative. Più che di una classica cena spettacolo si tratta di una serata molto particolare e originale: come per magia gli spettatori si ritroveranno a vivere leggende e aneddoti legate alla festa d’oltralpe trasportati però nella realtà napoletana, come ad esempio la storia di Jack the Lantern diventa “Jack ‘o lantern”  (detto alla napoletana) che incontra il Diavolo a piazza Dante piuttosto che a Dublino! Alla serata ovviamente saranno presenti anche personaggi dell’immaginario collettivo napoletano come ad esempio ‘o Munaciello, la bella Mbriana, la Ianara che si cimenteranno in racconti nella loro lingua madre. Sarà un susseguirsi di interventi e sorprese che avranno come filo conduttore la festa Halloween; un alternarsi di racconti, sia in lingua che in dialetto, monologhi e scene teatrali accompagnati da suoni, colori e sapori, per uno spettacolo tutto da scoprire!

Contributo di partecipazione cena spettacolo € 25. Prenotazione obbligatoria al 338 965 22 88.

 

 Avellino

– Halloween al museo – Ex Carcere Borbonico

Dopo la bellissima esperienza dell’anno scorso, ora siete convinti che si possa festeggiare Halloween anche in un museo? Riviviamo questa particolare festa per divertirci (ma senza paura!) di nuovo insieme, in una giornata da “brivido” al Museo Irpino, presso il Complesso Monumentale dell’ex Carcere Borbonico di Avellino.

Vi aspettiamo con giochi e laboratori giovedì 31 ottobre 2013, la mattina dalle ore 10.00 alle 12.00 o il pomeriggio dalle 15.15 alle 17.00.
Ai laboratori potranno partecipare bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni. I gruppi potranno essere massimo di 20 bambini. Obbligatoria la prenotazione.

Per info e prenotazioni:
Tel: 0825 790733
museoirpino@mediateur.it
www.facebook.com/museoirpino

 

 

PUGLIA

 

Grotte di Castellana

– Hell in the Cave ad Halloween Cena con i dannati dell’Inferno

Dopo il positivo riscontro dello scorso anno, intanto, torna anche nel 2013 l’Hell experience di in occasione di Halloween. Il 31 ottobre, infatti, alle Grotte di Castellana si potrà trascorrere una intera notte all’insegna dell’enogastronomia, della cultura, dello spettacolo e del divertimento: tutto compreso.

Ricchissimo il programma della sera: si comincia alle ore 20,30 con la cena presso il Park Hotel La Grave. Due i menù a disposizione, ispirati entrambi alla Divina Commedia: “Lucifero” (tortino di persico con carciofi, scamorza fumè su letto di pomodorino piccante, lunette verdi con brasato di vitello e caponata di melanzane alla “Lucifero”, arrosto di vitello al forno con funghetti e olive alla “Nerone”, schiacciatina di patate alla paprika e mousse di cioccolato e peperoncino su crema di fragola) e “Beatrice” (veli di tacchinella al miele, mela verde e rucola, cristalli di riso allo zafferano con gamberi rosa, chiocciola di branzino gratinato con panola al basilico e tiramisù al limone su letto di crema all’inglese).

Alle ore 22 si accede all’interno della Grave delle Grotte di Castellana per assistere a Hell in the Cave, l’unico spettacolo aereo sotterraneo del mondo. A seguire, al termine dello spettacolo, party night Eyes Wide Shut presso Taverna degli Amici con musica live e divertimento.

Informazioni:
http://www.hellinthecave.com

 

Molfetta

– Halloween è qui a Miragica

Dal 8 al 31 ottobre, in occasione dei festeggiamenti per Halloween 2013, il parco divertimenti Miragica si trasformerà in un luogo di mistero e verrà invaso da zucche, streghe e vampiri. Per tutto il periodo verranno organizzati anche momenti di animazione dal vivo e spettacoli a tema come la “Danza dei Vampiri” e lo show di magia. Miragica sarà aperto dalle 10.00 alle 18.30, ad esclusione della notte del 31 Ottobre quando si svolgerà la Grande Festa di Halloween, con spettacolo pirotecnico e notte bianca, e la chiusura sarà posticipata alle ore 4.00.

Ogni Sabato, a partire dal 8 ottobre, coloro che si presenteranno alle casse di Miragica vestiti completamente da strega, da mummia o da vampiro avranno diritto allo sconto sulla tariffa d’ingresso, promozione non cumulabile con altre in atto.

Informazioni:
www.miragica.com

 

Ruvo di Puglia

– Giorni da brivido nel Parco Naturale Selva Reale

Domenica 28 ottobre e Giovedì 1° novembre Il Magico Bosco di Selva Reale invita i più piccoli a vivere atmosfere da urlo.

Quando si parla di Halloween la fantasia corre verso mondi inesplorati. Nel Magico Bosco di Selva Reale tutto diventa però a misura di bambino, e anche l’evento più pauroso dell’anno si trasforma in un’incredibile avventura magica.

Nel Parco Naturale Selva Reale il divertimento inizierà domenica 28 ottobre, dalle 11 alle 13, con lo spettacolo di burattini a cura dell’Associazione Culturale A Sud di Macondo. In scena, nel teatrino situato nel cuore del bosco, le peripezie del povero Giovannino senza paura, che si spaventò della sua stessa ombra. A seguire tanti giochi per trascorrere alcune ore di puro divertimento in un clima sano e familiare.

Giovedì mattina 1° novembre, dopo la notte più paurosa dell’anno, il bosco si trasformerà in un luogo misterioso abitato da streghe, folletti dispettosi e strani personaggi che animeranno la mostruosa Festa delle streghe. Tutti i bambini dovranno essere in maschera.

Le iniziative fanno parte della rassegna intitolata Il Magico Bosco, organizzata dal Parco Naturale Selva Reale e patrocinata dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia – che a grande richiesta prosegue per il secondo anno consecutivo – per sensibilizzare grandi e piccoli alla tutela del territorio, collaborare allo sviluppo di un futuro sostenibile a misura di bambino e regalare momenti indimenticabili in un luogo in cui l’immaginazione è l’unica realtà possibile.

Le attività avranno inizio alle ore 11 e termineranno alle 13.
La prenotazione è obbligatoria: 080 8971011 – 346 6070190 o scrivendo a info@selvareale.it

In caso di cattivo tempo, gli eventi verranno svolti al chiuso. Per coloro che restano a pranzo, l’Agriturismo Selva Reale e Ristorante Il Corbezzolo offrono menù a base di prodotti tipici del territorio. Si informa che sono previsti menù per celiaci.

Età minima: 2 anni

Costi: 7 euro i bambini; 5 euro gli adulti

Luogo: Parco Naturale Selva Reale – S.p. 238 Corato/Gravina al Km 25, 400 in Agro Ruvo di Puglia

Informazioni:
Tel: 080 8971011
Mob: 346 6070190
info@selvareale.it
www.selvareale.it

Londra è sempre stata all’avanguardia per quel che riguarda nuove tendenze, espressioni artistiche e movimenti culturali.
L’ultima trovata nella City è quella di un museo davvero particolare, la cui inaugurazione è prevista per la primavera del 2015. Si tratta del Music Hall of Fame, uno spazio che aprirà nel quartiere di Camden, nei locali dello Stables Market e che sarà un vero e proprio tempio della musica, dove verranno celebrati i grandi artisti del passato.
L’ideatore, Lee Bennett, ha annunciato che vi saranno esposte memorabilia di icone quali Freddy Mercury, Kurt Cobain, Jimi Hendrix, John Lennon e molti altri, colmando una vasta area, lungo la quale correrà una “walk of fame” di celebrità della musica.

Fin qui il progetto non si discosta effettivamente molto da un comune Hard Rock Café o da un banale Museo delle Cere, se non fosse che i visitatori potranno duettare con queste star, coronando il sogno di cantare a squarcia gola un “We are the champions” con i Queen o fare da coro a Cobain nella sua indimenticabile “Come as you are”. Le riprese dell’esibizione potranno poi essere acquistate in formato dvd per avere un ricordo di una tale incredibile esperienza.
Come immaginabile non si tratta di magia, ma di tecnologia 4D, che si basa sulla tecnica dell’ologramma, supporto fotografico tridimensionale che riproduce visivamente in tutto e per tutto l’oggetto, senza che abbia consistenza corporea.

Il project manager Bennett del Music Hall of Fame ha spiegato di aver preso spunto dall’impressionante performance di Snoop Dogg, Dr. Dre e Eminem che al Coachella Festival del 2012 si esibirono con l’ologramma del rapper Tupac Shakur, scomparso a Las Vegas nel 1996. Il risultato è stato davvero scioccante, perché il pubblico faceva fatica a distinguere l’ologramma dai cantanti in carne ed ossa. A realizzare questa proiezione è stata la Digital Domain Media Group, tra i cui fondatori vanta il regista James Cameron, attualmente impegnata a “riportare in vita” un altro grande del passato, Elvis Presley, attraverso una vera e propria animazione e non una semplice riproduzione di immagini di repertorio.

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Questa tecnica è in realtà meglio conosciuta tra gli esperti del settore come Fantasma di Pepper, dal nome di John Henri Pepper, l’ideatore che la sperimentò per la prima volta nell’Ottocento. L’ologramma si materializza grazie ad un effetto ottico creato attraverso un gioco di specchi non visibili allo spettatore e ha trovato già diversi impieghi nel campo dello spettacolo: pensiamo agli illusionisti, al teatro, al cinema, ma anche diversi musei hanno già esposto attrazioni che impiegano questo effetto speciale. L’avanzamento tecnologico ha contribuito però ad affinare l’immagine in alta definizione, con risultati davvero sorprendenti.

Anche altri artisti della scena musicale hanno fatto ricorso a questo stratagemma: Madonna ha così cantato in compagnia dei  Gorillaz ai Grammy Awards 2006 e al Rock The Bell Festival si è potuto invece rivedere sul palco Ol’Dirty Bastard, defunto fondatore del gruppo rap dei Wu-Tang Clan. 

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In Giappone però sono andati già oltre: qui la star dell’ologramma è Hatsune Miku, una cantante pop totalmente di fantasia, creata dalla Crypton Future Media. La voce di questa eroina è stata creata attraverso un software per la sintesi vocale che ha preso in prestito le tonalità della cantante Saki Fujita. Ad accompagnarla nei suoi concerti da tutto esaurito c’è una band in carne ed ossa e la diva in 3d non ha davvero nulla da invidiare alle carriere delle sue colleghe, con tanto di fan club, tour in giro per il paese e stuolo di ammiratori.

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verdi200Oggi si celebra un compleanno speciale, di quelli che riescono a farci tornare orgogliosi di essere italiani: era il 10 ottobre del 1813 quando a Roncole di Busseto nasceva Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, uno dei più grandi compositori del nostro Paese.
Sono trascorsi 200 anni da quella data, e ancora la celebre musica di questo genio delle sette note riesce ad emozionare platee internazionali e intergenerazionali.

La figura di Giuseppe Verdi è inoltre un esempio di talento e di vita che dovremmo sempre tenere a mente.
La sua famiglia di umili origini, il padre oste e la madre filatrice, non gli ha impedito di seguire la propria vocazione, e il giovane, supportato anche dal mecenatismo di Antonio Barezzi, poté dunque ben presto dimostrare il suo talento.
Dopo i primi “anni di galera”, come lui li definiva, in cui lavorava a ritmi incalzanti su commissione per i maggiori teatri europei, seguì il periodo felice con la soprano Giuseppina Strepponi, durante il quale compose la trilogia popolare de “Il Rigoletto”, “Il Trovatore” e “La Traviata”.

Giuseppe Verdi non ebbe tuttavia un ruolo meramente culturale nell’Italia dell’Ottocento, ma ricoprì anche funzioni pubbliche di rilievo: era il periodo risorgimentale, in cui Cavour lo coinvolse nelle questioni politiche del Paese. Fu deputato nel primo Parlamento italiano e nel 1874 divenne poi senatore. Sono questi gli anni de “La Forza del Destino”, del “Don Carlos” e dell’“Aida”. Non lesinò anche attività di beneficenza con l’inaugurazione di un ospedale a Villanova e l’edificazione di una Casa di riposo per musicisti.

Era il 27 gennaio del 1901 quando a Milano, all’età di 87 anni, questo grande artista si spense.

La sua patria ha voluto rendere omaggio al Maestro, con celebrazioni in suo onore.

La Regione Emilia-Romagna ha ideato il Cartellone Verdi200 digitale dove è possibile assistere  in streaming a 12 spettacoli verdiani, realizzati nel corso di tutto il 2013 nei teatri della regione appartenenti alla rete TeatroNet.
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La città di Milano, da oggi 10 ottobre, giorno della nascita di Verdi, al 27 gennaio, data della morte, ha organizzato oltre ottanta eventi. Il Teatro alla Scala ha previsto per questa giornata l’ingresso gratuito con una serata dedicata alla lettura delle lettere di Verdi.
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Il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli omaggia questo immenso artista con una Notte Bianca, durante la quale, dalle ore 23,00 verranno eseguite tra le più belle pagine del repertorio verdiano, in attesa della diretta streaming del concerto omaggio di Riccardo Muti dal Symphony Center di Chicago, dove dirigerà la Messa da Requiem.

Ma in tutta Italia sono state organizzate delle Notte Verdi durante le quali far risuonare le sue note: “Verdi. L’invenzione del Vero” è un rullo videostorico consegnato a tutti i Comuni e le comunità italiane per colmare di immagini e musiche le piazze e qualsiasi luogo pubblico e d’incontro in omaggio al compositore.

 

 

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La penisola sembra dunque ritrovare oggi quell’unità e spirito patriottico, che ispirò lo stesso Giuseppe Verdi, per festeggiare colui che Mila definì “come il padre” dell’Italia.

pescespadaziamariaZia Maria era un’aristocratica jonica dall’aria decisamente magnogreca. Cucinava con delicato ingegno: ho imparato questa ricetta, dopo averne sperimentato il gusto sublime in una di quelle case à la Camilleri, tutte trumeaux e boiseries all’ombra del Monte Tauro. Altri tempi, certo, ma la ricetta rimane potente anche nell’universo digitale, oggi diremmo soltanto che è smart. Il pescespada, va detto per cominciare, è considerato autoctono pur essendo migrante; attraversa lo Stretto di Messina in primavera, per deporre le uova lungo la costa nordafricana, e torna indietro ad agosto. Non è un caso che risulti molto più saporito a maggio.

Catturato con la fiocina in un rito quasi mistico e del tutto silenzioso (la canzone di Modugno rimane un pezzo di storia ma durante la pesca non fiata nessuno), il pescespada finisce male quando lo si cucina alla brace o, peggio, sulla piastra, il che lo rende piuttosto stopposo. Muore con molta più dignità in altre cotture, alla ghiotta per esempio, cioè con cipolla, pomodoro, sedano, olive e capperi (un chiodo di garofano non guasta), oppure in forma di involtini, in modo che il ripieno renda il sacrificio più dolce. L’abbia appresa da qualcuno con un patto di omertà culinaria o l’abbia inventata, zia Maria ci regala una ricetta facile, di sicuro effetto e di antica nobiltà.

 

 

 

Ingredienti:

– fettine di pescespada (meglio se conosciuto personalmente e non emerso dalla refrigerazione metropolitana)

– pangrattato

– menta

– capperi

– aceto di vino

– olio

– sale

 

Preparazione:

Le fettine non dovrebbero essere troppo sottili, né troppo spesse. In una teglia rettangolare vanno adagiate su un’ombra d’olio, salate e cosparse da un velo di pangrattato, decorate con capperi (dissalati, ovvio) e foglie di menta fresca, e percorse da un filo d’olio possibilmente timido. L’aceto va messo in una tazzina e spruzzato sul tutto con le dita, senza esagerare. Cottura a bagnomaria, quindi la teglia va coperta, messa dentro una teglia più grande con un suolo d’acqua e cotta a fuoco molto moderato.

 

Da abbinare con:

 

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La preparazione è breve ma una volta a tavola si può protrarre il godimento di gusto, vista, olfatto, e tatto (il pescespada di zia Maria si squaglia in bocca) con un adeguato sfondo che accarezzi l’udito: i “Canti della Terra e del Mare di Sicilia” pubblicati nel 1907 da Alberto Favara, al quale si deve anche il “Corpus” delle musiche popolari dell’isola (ne circolano clandestinamente alcuni adattamenti davvero potenti per mano del chitarrista e cantante Eugenio Favano).

 

 

 

 

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Leggere non si può, soprattutto perché la voce recitante oscurerebbe gemiti e mugolii dei commensali. Ma prima di cominciare, magari durante un primo discreto, si può raccontare la pesca dello xiphias (il nome greco del pescespada) così come argomenta Serge Collet, antropologo francese che ha speso un anno sullo Stretto e raccolto le narrazioni più antiche e le esperienze più disparate nel libro “Uomini e pisci. La caccia al pescespada tra Scilla e Cariddi”, pubblicato a Catania da Maimone nel 1989.

 

 

 

 

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Un dipinto? Certo “La Vuccirìa” di Renato Guttuso, custodita a Palazzo Steri a Palermo, ma anche l’affresco che decora il soffitto del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, che per mano dello stesso Guttuso e della sua bottega racconta la storia di Colapesce, un eroe ittico che tuttora regge dal fondo del mare la punta a nord-est della Sicilia, Capo Peloro (così narra la tradizione). In questo affresco si coglie la mescolanza di verdi e blu dello Stretto, quella stessa magnifica ibridazione cromatica che faceva dire a Giovanni Pascoli, più o meno: “Se immergi la mano nello Stretto la tiri fuori dipinta di blu”.

 

 

 

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Sulle sponde dello Stretto si parla tanto, ma i maligni dicono si faccia molto di meno. Non si “quaglia”, come si dice nel gergo locale. Lo disse e lo scrisse, negli ultimi anni del sedicesimo secolo, William Shakespeare che ambienta proprio a Messina “Much ado about nothing”. Nel 1993 ne ha realizzato un film solare e ammiccante Kenneth Branagh: tra prati e case di pietra (forse poco peloritane) recitano Emma Thompson, Keanu Reeves, Kate Beckinsale, Denzel Washington, Michael Keaton e lo stesso regi-sta.

 

 

 

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Che cosa bere? Una ricetta così morbida ed elegante chiede lo champagne. Dai contrafforti dell’Etna il solido Benanti ci offre un metodo classico, “Noblesse”, dovuto al vitigno etneo Carricante in purezza e alla sapienza dell’enologo Salvo Foti. Ricco e lungo, sottolinea la sinuosità del pescespada con grande rotondità archetipica di aromi.

 

Basta dare un rapido sguardo alla storia dell’arte degli ultimi cento anni per rendersi conto che una delle principali peculiarità di quella che viene comunemente definita come “arte contemporanea” è la sua forte apertura nei confronti di altre discipline artistiche, come la danza, il cinema e il teatro. Si tratta di una trasformazione di linguaggio notevole, perché per la prima volta l’arte non viene più rappresentata con figure dipinte su una tela o sculture, ma anche attraverso altri strumenti e forme di comunicazione: le performances, gli happenings, i video sono solo alcuni dei nuovi mezzi utilizzati dagli artisti per veicolare messaggi, spiegare il mondo in cui viviamo e dare una chiave di lettura per il futuro.

Tra i tanti campi culturali che hanno arricchito il linguaggio dell’arte contemporanea vi è, senza dubbio, la musica. Era il 29 agosto del 1952 quando a Woodstock, nello stato di New York, venne eseguita per la prima volta in pubblico la controversa opera 4’33” di John Cage, geniale compositore e innovatore del secolo scorso. Si trattava di un brano musicale… Senza musica! La composizione, divisa in tre movimenti, era stata concepita dal suo creatore per essere suonata con qualsiasi strumento musicale e da qualunque gruppo musicale, ma sullo spartito veniva data l’indicazione di non suonare per l’intera durata del brano, ovvero i 4 minuti e 33 secondi evidenziati dal titolo.
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È una delle prime volte in cui la musica viene assunta a protagonista di una performance che ha tutti i connotati dell’opera artistica. Il pensiero di John Cage a riguardo era molto poetico: è impossibile raggiungere una situazione di silenzio assoluto, perché saremo sempre catturati da qualche pallido suono, sia esso anche il nostro respiro, il battito del nostro cuore o il rumore dei nostri passi. Ecco, dunque, che quei semplici rumori diventano le ignare note di un brano impossibile da replicare nella sua straordinaria unicità.

Dalla metà del secolo scorso in poi, la musica è entrata in maniera prepotente nel mondo dell’arte contemporanea, ma negli ultimi anni questa forma di “collaborazione” sta assumendo un volto completamente nuovo, grazie soprattutto al ruolo inedito che le viene dato da alcuni dei più importanti musei del mondo. Gli esempi che si possono fare in questo senso sono tanti: il 7 marzo 2008 il leggendario musicista inglese Mike Oldfield (famoso per classici come Tubular Bells e Moonlight Shadow) si è esibito all’interno del Guggenheim di Bilbao, presentando in anteprima, insieme a coro e orchestra, quello che finora è l’ultimo album della sua carriera, “Music of the Spheres”.
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Nel 2012, invece, il Museum of Modern Art di New York ha organizzato una retrospettiva dedicata interamente alla band tedesca dei Kraftwerk, geniali e storici pionieri della musica elettronica moderna, nonché lucidi anticipatori delle principali tendenze socio – economiche e culturali che hanno interessato il mondo dagli anni ’70 a oggi. La retrospettiva è stata spalmata nell’arco di otto giorni, ognuno dedicato a uno degli otto studio albums pubblicati finora. Il risultato? Una straordinaria commistione di musica di alta qualità e scenografie video tridimensionali. Un successo eccezionale, considerando che le otto serate sono andate “sold out” in poco tempo.
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E forse non tutti sanno che il 2 agosto di quest’anno lo stesso MOMA ha ospitato una performance molto coinvolgente del noto rapper americano Jay Z, che ha cantato per sei ore di fila il suo brano Picasso Baby davanti a un pubblico selezionato, con alcuni fortunati che hanno avuto la possibilità di interagire con lui, ballando o seguendo la performance seduti su una panchina a poca distanza dal cantante. Tra gli ospiti d’eccezione, anche la regina indiscussa della performance art, Marina Abramovic, ideatrice di questa opera corale e musa ispiratrice di un’altra famosissima artista quale Lady Gaga, che già nel 2010 aveva partecipato alla performance “The Artist is Present” (sempre al MOMA di New York), sedendosi per qualche minuto davanti alla performer e innescando una silenziosa comunicazione basata esclusivamente sul linguaggio espressivo degli sguardi e sulle emozioni.
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Gli esempi di fusione tra le due galassie della musica e dell’arte contemporanea sono tanti e di certo non ne mancheranno altri in futuro. La strada per la nascita di una vera e propria “Music Performance Art” ormai è segnata e pare che sia anche molto apprezzata dal pubblico, a giudicare dal successo ottenuto dalle performances indicate in precedenza. C’è chi potrebbe obiettare che queste siano delle mere operazioni di marketing per richiamare pubblico all’interno dei musei, ma se anche fosse così, cosa ci sarebbe di male? Oltretutto, stiamo parlando di strutture (MOMA e Guggenheim) che non sembrano affatto essere in crisi di pubblico, anzi… Più che altro, utilizzare la musica e i suoi principali protagonisti può aiutare a coinvolgere e attirare una fetta di visitatori giovani, con l’indubbio vantaggio di avvicinarli anche alla stessa arte contemporanea. E scusate se è poco…

 

Look, musica e scooter i tratti distintivi: abiti stretti, giacche dal tipico collo a tre bottoni e dai risvolti rigidi, magliettine colorate e solitamente attillate, uno stretto cravattino nero abbinato a pantaloni senza pences, mocassini o brogues sempre scure. Facilmente riconoscibili per i loro tagli di capelli, i giacconi parka con in bellavista il simbolo della Royal Air Force (l’aeronautica militare britannica) e il rombo di  Vespe e Lambrette riempite dei particolari più stravaganti, primi fra tutti decine di luci e specchietti retrovisori.

Ricercatori dello stravagante, del nuovo, amanti degli stilisti italiani e francesi, fissati nella ricerca del particolare, dell’eleganza sempre all’avanguardia. I primi Mods della Londra anni ‘50 volevano esprimere così la loro diversità rispetto ai ‘rozzi’ Teddy Boys, i Rockers contro cui spesso si scatenavano feroci risse, tra cui il famoso e triste episodio di Clepham Common in cui rimase ucciso un ragazzo e dal quale emerse la popolarità mediatica dei due gruppi. Amanti e ballerini di ‘modern jazz’, (da cui deriva il nome Mods) trascorrevano le lunghe notti nei nightclubs di tutta Londra, all’insegna dello sballo, ballando musica ska e soul,  passando poi alla beat music, and R&B.

 

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Ragazze con pantaloni e camicie da uomo; pochissimo trucco, sopracciglia fini e capelli corti che per il tempo erano una vera provocazione! Negli anni lo stile è divenuto sempre più fashion, sulla base dello slogan cool, neat, sharp, hip and smart: essere belli, stravaganti, puliti e decisamente eleganti. Icone intramontabili, la giovane Twiggy, bellissima androgina dai capelli corti e occhi truccati, l’impertinente Peggy Moffitt con il suo caschetto asimmetrico e gli occhioni dal trucco audace; per non dimenticare Jean Shrimpton forse la prima vera supermodella mondiale, apparsa su tutte le copertine delle riviste di moda più famose, Vogue, Harper’s Bazaar, Vanity Fair, Glamour, Elle, Ladies’ Home Journal, Newsweek, and Time magazines. E quando la moda Mod si espanse oltreoceano, una delle più belle superstar degli anni ‘60, musa di Andy Warrol e di Bob Dylan, Edie Sedgwick, influenzò con il suo stile tutto il mondo femminile e non dell’epoca.

 

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Alla fine degli anni ’70, a seguito del film Quadrophenia di Franc Roddam, ci fu un vero e proprio revival;  i The Who e i The Jam di Paul Weller scattarono in cima alle classifiche, mentre la 2-Tone divenne la primissima etichetta completamente ska al mondo.

Proprio in quegli anni cominciarono a Milano, Torino e Roma i raduni internazionali che continuano tutt’oggi a raggruppare moltissimi appassionati, vecchi e nuovi: famosissimo il week-end di Pasqua a Rimini con il ‘The italian Job’ e a Marina di Ravenna con il “Raduno Mod Italiano” alla penultima settimana di settembre (l’edizione 2013 si è appena conclusa lo scorso 20-21 settembre); prossima tappa l’All Saints Mod Holiday a Lavarone (Trento), per il week-end di Halloween.
Una vera passione che va ben oltre il vintage, come subito ci si accorge se solo si dà un’occhiata al sito ufficiale http://www.modculture.co.uk dove si trovano video, libri, abiti e oggetti, tutto rigorosamente Mod style.

 

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Se questo vi affascina, ascoltate oltre ai sempreverdi Statuto, i Tailor Made di Torino, i Made di La Spezia, i Fay Hallam Trinity o gli olandesi Kik e i danesi Movement; infine non vi resta che vestirvi di tutto punto e recarvi in uno dei diversi locali dove vengono tuttora organizzate serate Mod: il Flamingo Mod Club a Torino, l’Underground Blues a Teramo, il Buzz with the Fuzz a Milano, il Maximum Speed Mod Weekend a Genova, il Soulvivors a Bologna, il Right Track e la Youth in Revolt a Roma nel periodo invernale, l’Hot Mod Summer on the Lake sul lago Trasimeno nel periodo estivo. Ready, steady, go! Continue reading “Torna di moda il Mod” »

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COSEC’erano una volta un romano, uno svedese, un californiano e un italo-egiziano accomunati dalla voglia di suonare della buona musica e che, tra un drink ed un panino, hanno deciso di dare vita ad una band tutta particolare dal nome ancora più strano di quello che possiate immaginare: “Inbred Knucklehead” (se vuoi sapere cosa significa ti consigliamo di vedere questa video-intervista). Ecco, questo è il loro ultimo cd, un concentrato di energia, di sound e di generi mixati magistralmente che partono dallo ska e arrivano al punk, passando per il rock facendo sosta per il funk, abbordando del metal che strizza l’occhio all’hardcore. Per poi ripartire di nuovo.

 

COMEE’ energia pura. E’ il vostro sabato in un locale ascoltando un live dalle sonorità gipsy, è la vostra cura per il rientro in ufficio di lunedì, il vostro martedì in palestra zompettando con le ginocchia fino alla pancia per smaltire i cocktail che vi siete tracannati durante il weekend, e il vostro scorazzare in macchina nel traffico alzando il volume fino al massimo per l’invidia del vicino al semaforo che non si capacita di come voi possiate divertirvi così tanto in tangenziale.

 

proBrani come Rember When, Revoluciòn (se riuscite a seguire i continui passaggi di lingua dall’inglese allo spagnolo), Hit the Power e Viking Thing vi entreranno in testa al primo ascolto e godono di facili apprezzamenti. Ma è negli altri brani, quelli dalle sonorità più mixate e dai generi più alternativi che scorgerete la vera anima di questo gruppo che dimostra la sua bravura nell’essere costante ad essere sempre diverso.

 

CONTROGli Inbred sono gli Inbred non solo per la loro musica ma anche per i loro live, dove danno veramente il meglio di loro stessi coinvolgendo il pubblico in performance di ballo estreme. Quindi, inevitabilmente, il loro Family album lascia fuori tutto ciò prestandosi semplicemente a sessioni di ballo solitarie davanti allo specchio.

 

SEGNI PARTICOLARISe siete mai stati su una tavola da surf capirete cosa si prova ad ascoltare questo album in cui la voce profonda e graffiante di Mike (vocals e basso) si insinua tra le vibrazioni sonore per poi risalire e fare in modo che sia Marco (vocals) a cavalcare l’onda del ritmo dettato da Dario (batteria) e Kristian (chitarra). Sinuosi sull’acqua, padroneggiano il vento anche quando soffia forte. Non avete mai preso in mano una tavola da surf? Pensate allora alla sensazione che si prova quando sta per partire il tagadà. Poi contate fino a 5 e premete Play sul vostro lettore.

 

CONSIGLIATO A Chi non si fossilizza su un genere musicale ma spazia e sperimenta, a chi ha bisogno di una sferzata di energia e a chi apre le porte a prospettive di musica sempre nuove ( ma selezionate). Per dirla meglio: “Get off my balls you fuckin’ coatto, get off my balls now” (cit.)

 

INFO UTILISe volete conoscere meglio Marco, Dario, Mike e Kristian non vi resta che andare sul loro sito ufficiale o sulla loro pagina Facebook. Se invece siete a Roma, praticamente fate prima a fare un pub crawl. Siamo certi che li incontrerete.

robot06-homeE’ l’evento imperdibile per gli amanti della musica elettronica e delle arti visive, ma anche per chi ha voglia di novità e sperimentazioni: il roBOt Festival è stato inaugurato dal concerto The Kilowatt Hour del 24 settembre e ora è grande l’attesa per gli appuntamenti che si svolgeranno dal 2 al 5 ottobre a Bologna. Ne abbiamo parlato con gli organizzatori.

 

Perché roBOt Festival sceglie quest’anno di indagare il tema della “vertigine digitale”? In che modo si propone di farlo?
L’accumulo e la conservazione del sapere è un macro tema diffuso e sviscerato dalle più grandi manifestazioni culturali europee degli ultimi anni. Il rapporto con archivi e database, l’attendibilità delle fonti e l’etica della privacy sono argomenti presenti nella nostra quotidianità. roBOt ha scelto di approcciare l’argomento partendo dagli effetti/conseguenze individuali per ipotizzare reazioni, soluzioni e nuovi scenari di convivenza/sopravvivenza socio-culturale. La sovraesposizione ai flussi di informazioni causa asfissia e smarrimento, provocando quella che Lovink definisce, mutuando Freud, la “Psicopatologia del sovraccarico di informazioni”.
I partecipanti a questa sesta edizione di roBOt descriveranno la #digitalvertigo: forme capaci di incarnare gli istinti primordiali, intimi e grotteschi, le paure e i sentimenti contrastanti di uno Spleen post moderno, generato dalla perdita di limitazioni e punti di riferimento. Le interpretazioni raccolte rappresentano soluzioni stilistiche eclettiche, che indurranno nello spettatore le sensazioni più incontrollate, recondite, irrazionali e allucinatorie. Fra i risultati formali sono emersi distorsioni ottiche e percettive allucinatorie, giochi di riflessi e di luci, ribaltamenti prospettici; allusioni a mondi alternativi, paralleli, esoterici, all’aldilà e alle dimensioni magiche, mitiche, religiose; fino a giungere, visivamente, alla raffigurazione del Cosmo.

 

Quali gli eventi salienti di questa edizione? Ci sono novità importanti da segnalare?
Anche quest’anno il Festival porterà in 5 luoghi diversi della città, fra teatri club e palazzi storici, il meglio dell’elettronica internazionale: fra gli altri, si esibiranno Tim Hecker, Lorenzo Senni, Thundercat (prima e unica tappa italiana), Seth Troxler, Ben Klock, Pantha Du Prince, Jon Hopkins e dj Koze. Due invece saranno le novità importanti della sesta edizione: il Music Hack Day, un evento che nell’arco di 24 ore, fra il 5 e il 6 ottobre, riunirà a Palazzo D’Accursio programmatori, designer e artisti per dare sfogo alla loro creatività e dare vita al futuro della musica elettronica e il roBOt kids, nato dalla partnership con il Dipartimento Educativo MAMbo, un laboratorio audiovideo dedicato ai bambini.

 

L’evento è giunto ormai alla sesta edizione e si conferma uno degli appuntamenti di punta per Bologna. In che modo la città partecipa al festival? Sono state avviate particolari sinergie?
C’è stato un supporto totale da parte dell’Amministrazione Comunale bolognese, in particolare abbiamo lavorato a stretto contatto con il Settore Cultura e il Settore Marketing Urbano e Turismo. Grazie al sostegno di Provincia e Regione abbiamo realizzato la rassegna estiva “roBOt_ini in provincia” che ci ha permesso di portare delle pillole del festival nei comuni di Castel Maggiore, Bentivoglio e Budrio.
Confermata anche la collaborazione con l’Alma Mater Studiorum: riduzioni studenti sugli abbonamenti al festival e supporto sull’organizzazione dei workshop che riguardano lo sviluppo delle tematiche trattate quest’anno.
Il Teatro Comunale di Bologna rappresenta la location preziosa deputata all’opening mentre il dipartimento educativo del MAMbo, Museo di Arte Moderna di Bologna ospiterà la giornata di chiusura, per la prima volta dedicata ai bambini.
Il festival attraversa club e associazioni culturali particolarmente attivi in città: Arterìa, TPO, Link ed Elastico Studio, accolgono installazioni, live e dj-set.

 

Il concerto di apertura di roBOt06 ha coinciso con l’ultima tappa del tour di The Kilowatt Hour, in una location particolare.
Il progetto The Kilowatt Hour nasce dall’incontro delle sinergie di tre grandi della sperimentazione musicale, David Sylvian, ex membro del pop rivoluzionario dei Japan, Christian Fennesz e Stephan Mathieu, due mostri sacri dell’elettronica. La piece è pensata come un’interazione fra tre diversi stili, è un lavoro in work in progress che prende forme diverse a seconda del luogo in cui si svolge. A Bologna The Kilowatt Hour si è svolto presso il Teatro Comunale, risalente al 1700, un luogo straordinario che ha offerto agli artisti un particolare spunto per la loro performance.

 

In questi anni di roBOt Festival, come è cambiata l’offerta musicale elettronica? In che direzione si sta andando in particolare nel nostro Paese?
Il format di roBOt è cambiato molto negli anni: l’evento nasce come momento dedicato alla dance da club ma negli anni la musica elettronica in Italia ha conosciuto la diffusione in diverse sfumature ulteriori rispetto a quella ballabile, come quella dell’ascolto e della ricerca. Il roBOt Festival inoltre si pone l’obbiettivo di valorizzare la produzione elettronica nazionale che al giorno d’oggi non ha nulla da invidiare in quanto ad attualità e grado di sperimentazione alle famose “scuole” tedesche e inglesi.

 

Quali sono i numeri di roBOt06?
roBOt è un festival che coinvolge 140 artisti di cui il 30% internazionali, patrocinato da 6 istituzioni fra cui il Comune e Provincia di Bologna, Regione Emilia Romagna, Fondazione del Monte e Università di Bologna. I cinque giorni di Festival non sono animati solo dalla musica, ma anche da workshop, installazioni video, documentari e performance di danza e teatro. La scorsa edizione roBOt ha contato circa 14.000 presenze, 150 persone coinvolte nell’organizzazione e 40 volontari.

 

Cosa c’è nel prossimo futuro del roBOt Festival?
Ci interessa seguire l’evoluzione delle tecnologie laddove digitale, arte e musica si incontrano, obiettivo che si rinforza di anno in anno.
E’ nostra cura continuare a fare ricerca in questo settore portando in Italia artisti interessanti con proposte capaci di mantenere alto il livello di attenzione  del pubblico. Nel prossimo futuro, roBOt intende coltivare i progetti roBOt_ini in provincia, roBOt kids e il Music Hack Day, novità significative del 2013, tutti ideati nell’ottica di lavorare in rete per creare un network di intelligenze, spunti e stimoli creativi.

 

 

TITOLOMusicologiamusicologia

 

 

 

COSE È possibile racchiudere 50 anni di storia della musica in un sito internet semplice e accessibile? Se si spulcia per bene il sito Musicologia, la risposta diventa magicamente sì. Non si tratta di certo di un’operazione facile, ma l’intento della pagina web è proprio quello di creare un’enciclopedia della musica popolare dal 1962 al 2012, che presenti al navigatore i brani e gli artisti che hanno fatto la storia della musica, che hanno segnato un’epoca, che generazioni canticchiano da decenni, o che i teenager contemporanei ascoltano oggi.

 

 

 

COMEEntrando su Musicologia appare subito visibile che è possibile esplorare il sito attraverso tre modalità:
1) Seguire la Timeline, cioè seguire una divisione cronologica degli eventi. Cliccando su ogni anno, appare una parte testuale che spiega i principali avvenimenti in ambito musicale di quell’anno, un elenco dei principali artisti che lo hanno caratterizzato, e la possibilità di ascoltare i brani più significativi, o di vedere un video Youtube. L’elenco, poi, viene proposto tramite una suddivisione in Easy, Medium, Hard, a seconda della difficoltà di ascolto e fruibilità dei brani proposti.
2) Procedere con la ricerca per Artista: per ogni artista è disponibile una scheda informativa e uno o più brani da ascoltare.
3) Scegliere la ricerca per Genere musicale: in questo caso, i generi, oltre settanta, sono catalogati in ordine alfabetico, dalla A di Alternative Dance alla W di World Music.
Per ogni contenuto è possibile lasciare un commento.

 

 

proSi tratta di un sito molto ben articolato, di facile fruizione, dalla grafica piacevole e divertente. Ha la peculiarità di evitare gli snobismi e di fare una cernita dei brani in base alla loro popolarità e non solo alla loro qualità musicale, presentando un quadro veritiero delle tendenze musicali di un determinato periodo.

 

 

 

CONTRONon tutti gli anni o gli artisti sono ancora trattati e sviscerati. Ma, come specificato dal creatore del sito, Stefano Masnaghetti (caporedattore della rivista Outune), si tratta di un work in progress che potrebbe essere praticamente infinito, vista l’immensità del panorama musicale popolare e la sua continua evoluzione.

 

 

 

SEGNI PARTICOLARINavigando sul sito, emerge chiaramente che si tratta di un progetto nato per passione. Stefano Masnaghetti precisa che si tratta di una visione soggettiva del panorama musicale e che “non è un lavoro enciclopedico, non è l’ennesimo Vangelo di un critico onnisciente, non è un tentativo di racchiudere in un unico luogo i dischi più “belli” di sempre. È molto di più. È il primo viaggio, interno a quella che è la colonna sonora delle nostre vite…” E soprattutto, non si tratta di un progetto chiuso, ma di un progetto in continuo divenire che cerca e stimola il confronto con altri appassionati di musica.

 

 
CONSIGLIATO AI “musicadipendenti” che vogliono condividere idee e passioni, i fruitori “ingenui” della musica che sono desiderosi di apprendere e saperne di più.

 

 

 

INFO UTILImusicologia.outune.net

senatosedEra stato facile l’esordio del Cavaliere Aimone Chevalley di Monterzuolo: “ … si è subito pensato al suo nome, Principe: un nome illustre per antichità, per il prestigio personale di chi lo porta, per i meriti scientifici; per l’attitudine dignitosa e liberale, anche, assunta durante i recenti avvenimenti”. Erano tempi in cui l’italiano era una lingua ricca ed elegante, la House of Lords a Londra era solo dinastica, le schifezze (che non sono mai mancate nella storia) non erano fonte di vanteria tamarra e di invidia dei mentecatti.

Fabrizio Salina declinerà elegantemente, ricordando il monito di Padre Pirrone: “Senatores boni viri, senatus autem mala bestia”. Era un consesso di anziani (chi ricorda più che “senex” vuol dire “vecchio”?) che controbilanciava lo strapotere dell’imperatore: anche nella Roma potenza mondiale c’era un sistema di checks-and-balances. Quando Catone il censore martellava i colleghi ripetendo “Ceterum censeo Carthaginem esse delenda” alla fine lo ascoltarono.

Le cose sono cambiate, certo. Qualcuno azzarda sulla stampa o in televisione (il Senato, così come la Camera, hanno molteplici succursali di fatto): “Porcellum delendum”, magari si guadagna un titoletto sui giornali ma i colleghi se ne fottono. Quando le scrissero sulla Costituzione le Camere erano state concepite come asimmetriche per poter fertilizzare la visione dei Deputati con l’esperienza dei Senatori. Oggi ci si candida all’una o all’altra sulla base di ubbìe atmosferiche o di calcoli machiavellici. Che peccato.

Rimangono i Senatori a vita, che i tanti villan rifatti della politica temono e perciò disprezzano. Persone che invece di strillare luoghi comuni nei salotti televisivi lavorano davvero, costruiscono mondi significativi e utili, “hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Abbiamo qualcosa da ridire su Montale, Bo, De Filippo, Bobbio, Levi-Montalcini? O su Abbado, Cattaneo, Piano, Rubbia? Il fatto che siano intensamente alfabetizzati non implica che non sappiano ragionare, anzi: la finta logica che vuole contrapporre poesia e azione nasce solo dal terrore degli ignoranti

Ovvio che nel clima da ultimi giorni di Pompei che stiamo attraversando in questi mesi (anni? decenni?) qualcuno si diletti a far il dietrologo. L’ombra del complotto aleggia sempre sulla nostra disastrata Repubblica, così finisce per fare più notizia un legittimo parere soggettivo che non l’interpretazione analitica degli spartiti, la ricerca sui materia-li da costruzione del corpo umano, la visione dinamica e ironica delle armonie proget-tuali, l’investigazione sui moti dell’universo.

E’ arrivato il tempo di imparare la lezione, deponendo finalmente la fede da ultras nello stellone che laverebbe le nostre indefinite onte. In un Paese sorretto dalla logica elemen-tare i prossimi candidati al Senato dovrebbero venire dalle numerose e multiformi schiere di chi sa immaginare il futuro costruendo il presente, investendo fiducia e risorse per migliorare le cose, facendo prevalere la passione sull’interesse e il sogno sulla volgarità. Buon lavoro ai Senatori a vita.

 

Michele Trimarchi è Professore di Analisi Economica del Diritto all’Università di Catanzaro

jazzitfesOggi, organizzare anche un piccolissimo evento diventa sempre più difficile da organizzare, eppure Luciano Vanni già un anno fa tra le pagine di facebook annunciava la sua grandiosa creazione: un “festivalone” in grande stile che, a livello di innovazione nulla ha da invidiare all’illustrissimo “Umbria Jazz”, anche se, l’impronta è completamente differente.
Parliamo di “Jazzit Fest”, evento che dal 5 all’8 settembre si terrà a Collescipoli, in provincia di Terni. Il periodo scelto, non solo contribuisce a destagionalizzare l’attrazione turistica, ma vive nell’interesse di non compromettere il percorso perugino promosso da oltre 40 anni dal più importante festival di jazz in Italia.
Proprio in provincia di Terni ebbe origine Umbria Jazz e sempre lì, lo stesso Luciano Vanni, più di un decennio fa, sfidò il suo destino fondando la casa editrice LVE con le sue rispettive riviste: “Jazzit” e “Il Turismo Culturale”. L’evoluzione di questo suo amore per la musica lo portò a confrontarsi con la regione Umbria (resa universale per il jazz) e con l’ambito dell’organizzazione degli eventi, dando origine prima a “Terniinjazz Fest” (2001-2007) e in seguito al “Gran Tour Fest” (2008-2009).
L’APPROCCIO
Agli occhi di tanti, l’organizzazione di un evento colossale da parte di un editore, lascerebbe un po’ a desiderare, ma a dirla tutta, quella degli imprenditori che navigano in prima linea nell’ambito della comunicazione e che di conseguenza ambiscono a sperimentare il panorama festivaliero, sembra diventare una considerevole realtà. Quasi certamente per uno che scrive di jazz e di turismo non sarà stato tanto difficile interagire con musicisti, critici, associazioni ed istituzioni di categoria, e proporre loro di intervenire in prima persona durante la propria manifestazione. L’abilità sta poi nell’essere imparziali, (anche se il tocco di criticità non deve mai mancare), spesso accondiscendenti e nel saper vedere oltre i personali interessi. Una buona dose di queste caratteristiche, assieme alla passione per il proprio lavoro e ai 3 anni di meditazione avranno complessivamente contribuito ad realizzare pienamente il progetto dell’editore e a renderlo così tanto innovativo. Innovativo per una lunga serie di motivi:

 

QUANTITÀ
Immensa varietà della stessa proposta ideativa: 104 concerti (26 al giorno) con 450 jazzisti, 60 stand di operatori del settore nel primo reale expò di jazz italiano, “il meeting del jazz in Italia” (tra etichette discografiche, circoli, collettivi, festival, produttori di strumenti musicali, negozi di musica, etc), proiezioni cinematografiche, esposizioni di fotografia, e opere d’arte. La scelta dei repertori e degli stessi musicisti non dipende da nessun direttore artistico, tanto è vero che la figura dell’ideatore Vanni si avvale solo delle sue qualità di moderatore – coordinatore e, se vogliamo, di “project manager”.

 

QUALITÀ
La parte più “seriosa”, probabilmente la più “studiata a tavolino” è dettata dalla scelta di far emergere del “nuovo” e dalla tipologia di workshop, conferenze, clinics, seminari musicali diretti da musicisti; corsi di musica, ear traning, laboratori in tema per i più piccoli; meeting ad incastro in versione no stop. Cosa che nessuno mai aveva pensato di fare dedicando in maniera esclusiva tutte le singole attività alla musica jazz.

 

GESTIONE INNOVATIVA tra CROWDFUNDING, CO-WORKING e DIREZIONE ARTISTICA “OPERN SOURCE”
Realizzare un cartellone di questa portata esigerebbe di grossi costi se non fosse per il contributo singolare di tutte quelle realtà che per loro personale scelta hanno deciso di sentirsi partecipi all’organizzazione del Jazzit Fest. C ‘è chi, come la Vanni Editore offre il backline con supporto alle scuole di musica, chi mette a disposizione il proprio personale specializzato come le agenzie di management e i proprietari di jazz club. Lo staff del Fest si occuperà tra le tante cose di comunicazione, di booking in qualità di agenzia turistica, dell’intera logistica, mentre gli artisti sono giunti di spontanea volontà per esibirsi assolutamente senza alcun fine di lucro.
Chiaramente, il bisogno di disporre di una forza lavoro così professionale, di servizi importanti, tali da non condizionare la qualità e quantità dell’offerta cartellonistica, generano conseguentemente, da parte dell’ideatore-commitente, un atteggiamento tanto “elastico” e comprensivo da non voler pretendere necessariamente la partecipazione di tutti quegli artisti che, normalmente, in fase di creazione festivaliera, si vorrebbe a tutti i costi inserire nel programma.
Ecco spiegata sicuramente una delle ragioni per le quali è stato scelto di non promuovere la funzione di un direttore artistico.

 

LA “CARTA DEI VALORI” E LA POSSIBILE FORMULA DI AUTOPROMOZIONE
La scelta di non chiedere neppure un euro di finanziamento pubblico, di non necessitare di un direttore artistico, di permettere agli artisti, operatori del settore e concittadini di partecipare in piena libertà ma senza cachet rientra nel codice etico della carta dei valori. Un codice programmatico – organizzativo e produttivo ben interpretabile da tutte la comunità di riferimento che a sua volta andrebbe condiviso anche con i futuri lettori ed ideatori.

Non si può per l’appunto negare l’interesse da parte di una casa editrice che si presta a questa nuova forma di comunicazione diretta (il festival-festa) di promuovere le proprie creazioni, di incontrare personalmente i propri abbonati, di generarne dei nuovi e allo stesso tempo di ottimizzare i costi e soprattutto i tempi avendo una miriade di artisti e operatori a propria disposizione ai quali poter dedicare interi articoli, di proporre loro nuove incisioni, di stipulare con essi particolari convenzioni, di stabilire accordi di sponsorship, di vendita delle pagine pubblicitarie all’interno dei propri volumi-numeri, e via di seguito. Eppure, c’è da riconoscere che l’obiettivo primordiale del JAZZIT FEST non sembra essere affatto quello di fare i propri interessi di stampa, poiché nessuno tra coloro che avrà contribuito all’iniziativa, artisti compresi, godrà di un trattamento privilegiato.

Piuttosto, i personali accordi finora stipulati dalla casa editrice verranno messi a disposizione di altri come “effetto fiera”, così da rendere insaziabile l’impegno di fare rete tra simili. Esattamente così: un’industria che opera all’interno di una fiera che non cerca solo buyers, ma fa in modo che questi interagiscano anche fra di loro! Un pensiero del resto ben condiviso e da sempre fedele alla linea editoriale.

 

IL TARGET, IL VOLONTARIATO E LA FESTA-MEETING GRATUITA
Diciamo allora che non si potrebbe in realtà parlare di un festival vero e proprio, quanto di una festa impareggiabile. Un evento rivolto principalmente ai propri appassionati, operatori del settore e a chi vorrà conoscere dal vivo lo spirito e il metodo di lavoro adottato dalla LVE. Gli stessi volontari, una squadra composta da oltre 100 elementi, possibilmente aventi una media di 28 anni, saranno i primi che in cambio del contributo reso e degli sforzi economici affrontati tra viaggio e alloggio (seppur con convenzioni), avranno la possibilità di apprenderne attraverso continue riunioni il criterio operativo.
Una manifestazione studiata anche per far ampliare le proprie conoscenze e che, per le condizioni indicate, si esprime nella massima gratuità o nella facoltà di rendere un’offerta libera in base alle proprie disponibilità.

 

IL “PAESE FESTIVAL-SMART CITIES” COME “ESPERIMENTO SOCIALE”
Ciò che più colpisce del pensiero di Luciano Vanni è la volontà di rendere totalmente attiva la partecipazione del territorio.
“Sei amante del jazz o no, ma sei comunque un cittadino di Collescipoli? Ebbene, sei invitato a dare una mano!”. Non è un rimprovero, né tantomeno un obbligo, piuttosto uno stimolo a fare in modo che ciascuno faccia la propria parte per il crescere della cultura, dell’economia e del turismo locale. In fondo è un grande onore quello di vedere un antico borgo medievale come Collescipoli di soli 300 abitanti mostrarsi tutt’altro che impreparato tanto da accogliere l’enorme staff organizzativo e a prestare, tra le tante cose, perfino le sedie per la platea. È un segno di fiducia ma anche di speranza che si cela dietro quell’emozionante detto: “l’unione fa la forza”.

Chi infatti diventa il primo interlocutore, oltre agli stakeholders già citati e tutto il territorio ternano, è la Pro Loco assieme alla serie di istituzioni, compresa la Circoscrizione, che si sono impegnati nell’assicurare la resa gratuita degli spazi pubblici (5 palchi tra chiese, piazze, chiostri, viuzze e altri spazi all’aperto e al chiuso), a rendere efficiente la macchina organizzativa per l’ospitalità (servizi, sicurezza, ordine pubblico, alloggi, il ristoro e trasporti), con la scusa anche di promuovere la regione con gli stand enogastronomici.
Molte realtà che sono state sostenute nella veste di startup hanno finito negli anni nel dipendere soprattutto dai fondi statali, difendendosi dietro quella volontà di fare cultura ormai troppo ripetitiva e non più unica a molti.

Che Luciano Vanni sia risuscito negli anni, magari grazie alle sue ambizioni, alla sua crescita professionale e ai suoi rapporti editoriali – istituzionali, ad affascinare tutto il paese di Collescipoli, bisogna crederci, anche perché è una persona che lavora con ingegno e senso critico. Si può anche credere all’idea che quasi tutti gli abitanti del posto ora possano amare il jazz o essersi resi conto dell’importanza dell’attrazione turistica che il suo festival possa innescare, tanto da convincere anche i più anziani compaesani a dedicare del proprio tempo per la realizzazione dello stesso e a resistere fino a notte fonda ai più striduli suoni di tromba …. ma, non è bene imitarlo senza disporre di azzeccati strumenti per lavorarci sopra, pretendendo carta bianca con il solito scopo di realizzare i più svariati sogni artistici musicali che poco hanno a che vedere con il territorio se non nel prendere per la gola la comunità più focosa con le arti più appetitose: musica commerciale e gastronomia generalizzata.

Sicuramente, Vanni, nel suo disegno progettuale intende far credere che i successi migliori si ottengono col passare degli anni, dopo aver meticolosamente studiato ed educato il proprio territorio alla vera cultura (a quella che andrebbe fatta imboccare per essere compresa), ed essersi conseguentemente reso effettivamente conto di cosa il territorio nel suo complesso desidera. Una volta aver intuito lo spirito della manifestazione e aver fatto in modo che ciascun cittadino ne comprendesse i fini e a sua volta li condividesse, allora, solo dopo, sarebbe doveroso far subentrare la necessità di generare un criterio fattibile di smart- city.

 

djLa rivista Forbes ha pubblicato la lista dei DJ che hanno guadagnato di più nel corso dell’ultimo anno, stilata non solo sulla base delle vendite di produzioni e remix, ma soprattutto dei guadagni derivanti dalle performances live nei più prestigiosi clubs del mondo.
È il secondo anno consecutivo che la prestigiosa rivista di economia e finanza, conosciuta a livello internazionale, decide di pubblicare una classifica per certi versi bizzarra, che prende in considerazione non gli uomini più potenti della terra o quelli dal patrimonio personale più grasso, bensì dei musicisti che sono impegnati ogni giorno in una missione solo all’apparenza facile: intrattenere milioni di giovani in tutto il mondo. Professionisti che non troverete mai in tv e solo raramente sui giornali, perché la loro forza è nel contatto con i giovani e gli appassionati del settore, soprattutto attraverso il web e i new media.

I guadagni sono cospicui, soprattutto per chi, in questi ultimi anni, è riuscito a costruirsi un nome di tutto rispetto: chiedetelo a Calvin Harris, che grazie a collaborazioni di alto livello (Rihanna, giusto per fare un nome), remix e performance coinvolgenti, è riuscito a guadagnare in un anno la bellezza di 42 milioni di dollari. Del resto, la classifica di Forbes è uno specchio dei tempi: inutile discutere e riflettere su quanto sia giusto che un DJ guadagni queste cifre. La questione è un’altra e copre diversi aspetti, dall’economia alla cultura.

In qualche modo, non deve neanche sorprendere che la rivista americana abbia scelto di compilare questa classifica: la EDM (sigla che indica l’insieme di generi relativi alla Electronic Dance Music) non è più un mondo underground e di nicchia come accadeva solo dieci o quindici anni fa. E’ facile, oggi, trovare dei DJ nelle classifiche degli album o dei singoli più venduti, soprattutto negli stores digitali. Basti pensare all’escalation dello svedese Avicii, che dopo il grande successo di Levels, ha catturato nuovamente il favore del pubblico con il recente Wake Me Up, brano campione di vendite.

Si tratta di un boom che ha conquistato l’Europa intera nel giro di poco meno di un decennio e che ora va alla conquista di un mercato particolarmente difficile, quello americano. Nessuno può prevedere se questa operazione di conquista culturale da parte dell’Europa avrà successo, ma alcuni piccoli segnali lasciano intendere che il futuro della EDM in America sarà alquanto roseo, come dimostra l’attenzione del pubblico verso questi generi (Trance ed Electro House in testa) e i loro produttori più famosi, e anche l’exploit di alcune località, come Las Vegas, che stanno diventando sempre di più un punto di riferimento importante per i Clubbers (gli amanti della musica da discoteca e dei generi Dance Elettronici) di tutto il mondo, contendendo il prestigioso scettro a luoghi leggendari come Ibiza.

Ma la questione è molto più ampia e, come anticipato, interessa il mondo della cultura sotto diversi punti di vista: se la EDM sta conquistando sempre più spazio nel pubblico, soprattutto grazie alla vitalità e freschezza che la caratterizza. Gli appassionati chiedono sempre qualcosa di nuovo e i big li accontentano, non solo proponendo singoli e album originali con una certa velocità, ma soprattutto lanciando nuove stelle emergenti e futuri prodigi della Dance Elettronica. Ecco allora che quei milioni di dollari conquistati in un anno iniziano ad assumere una luce diversa: se da un lato una buona parte di questi soldi vengono spesi in ville, staff, divertimenti personali e jet privati (necessari per viaggiare da una parte all’altra del mondo ed essere presenti nelle più prestigiose discoteche del pianeta, soprattutto in estate), dall’altro è anche vero che un buon livello di queste entrate viene investito nella ricerca e promozione di giovani talenti. Non stiamo parlando più di semplici DJ, ma di veri e propri investitori culturali.

Prendiamo il caso dell’olandese Armin van Buuren (ottavo nella classifica Forbes con “appena” 17 milioni di dollari): un nome che in Italia, purtroppo, non è ancora conosciuto come dovrebbe (anche se l’ultimo singolo, This Is What It Feels Like è andato benissimo anche da noi!), ma che all’estero viaggia su livelli altissimi, tanto da posizionarsi al primo posto della classifica dei DJ più conosciuti e amati al mondo per ben 4 volte negli ultimi 5 anni. Un record imbattibile! Ebbene, Armin è co-fondatore e mentore dell’etichetta discografica Armada Music, una delle label EDM più famose e prestigiose, che oltre ad avere sotto contratto alcuni grandi nomi del settore (Paul Oakenfold, Chicane, ATB, Dash Berlin e altri), riunisce tante piccole labels indipendenti, spesso create, a loro volta, dai produttori più “anziani” e dalla forte esperienza. Lo stesso Armin ha da poco lanciato una nuova label, la “Who’s Afraid of 138?!” (due sole uscite all’attivo al momento), che riprende il titolo di uno dei brani del suo ultimo album “Intense” ed è impostata maggiormente sullo stile Uplifting che tanti proseliti ha in Europa, soprattutto nelle regioni settentrionali.

I giovani produttori “sfornati” da queste labels sono tanti e spinti non solo da una forte passione per la EDM, ma anche da una carica creativa unica nel suo genere, in grado di rinnovare costantemente questo settore. Dall’altro lato, i DJ più maturi non hanno paura di investire sulle nuove risorse. E non hanno neanche paura che uno di loro, un giorno, possa prendere il loro posto. Anzi, ne sono quasi felici, perché significa assicurare una linea di continuità a un mondo, quello EDM appunto, che nel corso dei prossimi mesi e anni continuerà a crescere in modo irrefrenabile.

Immaginate se una logica del genere fosse attuata dalla nostra classe politica o da alcuni segmenti della nostra società. Immaginate un responsabile d’azienda che, con coraggio, decide di investire sui giovani più capaci come fanno i DJ professionisti: riuscirebbe a dare una risposta concreta al drammatico problema della disoccupazione giovanile, garantendo un ricambio generazionale che può portare solo freschezza, originalità e creatività nel mondo industriale e, di conseguenza, all’interno della società nella sua interezza. E se altri potessero seguire il suo esempio, magari a livello nazionale, le cose non potrebbero che migliorare. In poche parole, dal mondo Dance Elettronico possiamo solo imparare…

Certo, ci fosse un’attenzione maggiore da parte dei DJ più noti nei confronti di alcuni temi caldi, come quello dei diritti umani (per fare un esempio, lo stesso Armin ha ricevuto critiche da molti fans per aver suonato in Russia, nazione che da diversi mesi calpesta i diritti degli omosessuali in modo brutale e orribile), il quadro sarebbe perfetto. Dalì consigliava di non avere paura della perfezione, perché non riusciremo mai a raggiungerla. Ma chissà, qualcosa potrebbe muoversi anche in questo segmento. E a quel punto, non resterà che aprire gli occhi di fronte a una rivoluzione socio – culturale che sta già scorrendo sotto i nostri occhi e suonando nelle nostre orecchie.

 

concimpE’ la “Lettera di un musicista al Ministro alla cultura”, ma pone sul tavolo tante questioni di economia e gestione, più che rivolgere molti interrogativi o rimostranze in ambito artistico.

Una lettera che spontaneamente mette in luce il doppio valore della cultura: un motore della crescita economica, dei redditi e dell’occupazione, e un fattore di miglioramento della qualità sociale. L’obiettivo di uno Stato (e di un Ministro) moderno dovrebbe essere quello di occuparsi della produzione di nuova cultura, e quindi di sostenere le industrie culturali e creative.
Queste, pur contenendo in sé quel “bene prezioso” (con le parole della lettera) che è la cultura, per molti altri aspetti non sono dissimili dalla molteplicità delle organizzazioni economiche che formano il tessuto economico tradizionale su cui si basa lo sviluppo economico.

Ci sono imprese grandi, medie, piccole e piccolissime, for profit e non profit, ci sono liberi professionisti, artigiani, manager o imprenditori, anche nell’ambito culturale. E loro, come tutti, hanno a che fare con tasse e imposte, contributi previdenziali, premessi licenze e concessioni. Qui ora però si sta parlando di un ambito non profit in cui operano imprese piccole o piccolissime o singoli, dove chi fa cultura lo fa in forma non organizzata, rispondendo semplicemente all’esigenza di diffonderla capillarmente tra la gente, secondo formule saltuarie e mutevoli (un concerto o una mostra in un locale privato, un bar, un club, una casa).

Questo è nella sostanza un servizio pubblico che risponde all’universale riconoscimento della cultura come un bene meritorio, ma che sono in grado di fare al meglio i privati, ed è quindi sensato aspettarsi un appoggio ad essi da parte del settore pubblico. Ma di che tipo? Qui viene il difficile. In termini economici, dal lato delle imposte, ci son due piani: far pagare meno imposte a chi fruisce del consumo di beni e attività culturali; far pagare meno imposte a chi guadagna del reddito producendo beni e attività culturali. Serve introdurre misure per entrambi? Sono gli ammontari che ostacolano il funzionamento o è la burocrazia che li circonda? Dal lato dei contributi previdenziali, c’è il problema, tipico in qualunque mercato del lavoro, dell’imprevidenza in età adulta nei confronti della propria età anziana. Come trattarlo nel caso degli artisti?

Sicuramente, per iniziare una seria discussione sulle misure da introdurre per fare della cultura una leva di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale, sarebbe utile semplificare il modo in cui le imposte e i contributi si debbano versare quando sono relativi a redditi guadagnati da artisti in circostanze occasionali, comprendendo i diritti Siae in un unico atto da compiere, magari on line attraverso qualche software che funzioni sul telefonino, che sicuramente qualche gruppo di giovani start-upper sarebbe in grado di progettare.

 

Giovanna Segre è Professoressa di Politica Economica all’Università Iuav di Venezia

 

 

gayrussLa follia del mondo contemporaneo ci ha reso avvezzi a qualsiasi tipo di stravaganza e ormai capita raramente di rimanere esterrefatti davanti a un evento, una notizia, un comportamento che riconosciamo essere inusuale quando non addirittura irrazionale. Non è dato sapere se anche il governo russo confidasse nell’alto grado di assuefazione della gente alle stranezze globali, il giorno in cui ha deciso di approvare a livello federale la legge che vieta la “propaganda omosessuale” e le relazioni sessuali “non tradizionali” in tutta la Russia.

Una decisione che ha portato questo immenso paese molto vicino all’Europa indietro di decenni, riaprendo il dibattito sui diritti della comunità LGBT a livello internazionale. Accade così che mentre gli stati dell’America Latina facciano parlare di sé non solo per i molti miracoli economici, prima annunciati e poi smentiti, ma anche per un’inaspettata apertura nei confronti degli omosessuali – tramite il riconoscimento delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, come è avvenuto di recente in Argentina, Brasile e Uruguay – la Russia abbia legalizzato l’omofobia, arrivando a prevedere la creazione di un meccanismo che possa consentire in un prossimo futuro la sottrazione dei figli alle coppie omosessuali.

Un provvedimento destinato ad avere molte ripercussioni anche sulla vita culturale del paese che dovrà rinunciare ad alcuni dei suoi esponenti artistici più amati e internazionalmente riconosciuti, come dimostrano le prime fughe all’estero di alcuni intellettuali, giornalisti e artisti dichiaratamente omosessuali. Nell’attesa che la musica di Tchaikovsky sia vietata per legge in quanto gay – e perché magari ascoltando le sue composizioni, le ragazze e i ragazzi russi potrebbero subire un’influenza “negativa” – i dettagli sulla vita sessuale del grande compositore sono stati alacremente e silenziosamente eliminati da alcune opere teatrali e cinematografiche, attualmente in lavorazione, sulla vita e sull’ascesa artistica del maestro. A ciò si aggiunge la quasi buffa notizia del divieto imposto da un tribunale di Mosca di realizzare le celebrazioni del gay pride per i prossimi cento anni.

Da qui alla negazione di alcuni diritti fondamentali il passo è davvero breve. Come qualcuno molto saggiamente ha detto, sembra sul serio che non ci sia mai limite al peggio.

 

Vittoria Azzarita è caporedattrice di Tafter Journal

 

Nascondono il loro volto, restano nell’anonimato o si appropriano di visi non loro. Sono artisti, cantanti, gruppi musicali, scrittori o performer che hanno deciso di mandare avanti le loro opere senza che queste vengano collegate e possano essere collegabili ad una persona.
Così come il Trattato del Sublime rimase alla storia assieme all’Anonimo del Sublime, il suo incerto e discusso autore, molti potrebbero essere gli artisti, in diversi ambiti, di cui ricorderemo il creato senza possedere ricordo fisico del creatore.

Ce ne vuole al giorno d’oggi a sfuggire a internet, ai social network, alla stampa, ai blogger, alla tv, ai giornali, ma alcuni sembrano riuscirci sul serio. In questi anni in cui COME comunichi è più importante di COSA comunichi l’anonimato potrebbe a prima vista essere una scelta anacronistica.

Niente di più sbagliato. L’oblio è esso stesso comunicazione, un marketing efficace che permea un nome di aleatorietà e mistero, due caratteristiche difficilmente riscontrabili nei personaggi pubblici.
Meno ti vedo, più ti voglio vedere. Meno so di te, più ho brama di sapere.

Passiamo allora in disamina le figure più rappresentative di questa corrente:

banskybimba

BANSKY: street artist amatissimo e anticonformista le sue opere appaiono nel cuore della notte. Nessuno sa il suo nome, nessuno sa com’è fatto. E quelli che dicono di averlo visto all’opera hanno prontamente venduto queste informazioni su ebay.
Perché lo fa? Perché le sue opere di street art sono bellissime ma non sempre legali.
Durerà per sempre? Probabilmente no. Pur rimanendo anonimo, Bansky rilascia interviste a radio e giornali, senza però mai mostrare il suo viso e camuffando adeguatamente la sua voce.

 

guerrilagirls

GUERRILLA GIRLS: collettivo di artiste anonome, le Guerrilla Girls nascono a New York nel 2985. La loro arte consiste nel diffondere manifesti artistici con il fine di promuovere le donne e le persone di colore all’interno dell’arte contemporanea.
Perché lo fanno? Perché denunciano i rapporti corrotti nel grande mercato dell’arte, nei circuiti di Hollywood e hanno paura di ritorsioni nei loro confronti.
Durerà per sempre? Probabilmente sì perché allo stato dei fatti forse nemmeno loro sanno più chi sono. Nel 2001, infatti, il gruppo ha dato vita a tanti altri mini aggruppamenti tra cui le
Guerrilla Girls, Inc., le GuerrillaGirlsBroadBand e le Guerrilla Girls On Tour.

mina
MINA: cantante italiana tra le più famose di sempre, di lei si conosce nome, cognome e volto ma dal 1978 non si esibisce più in pubblico e quindi nessuno sa che aspetto abbia oggi.
Perché lo fa? Perché ha deciso di congelare la sua figura a quella degli anni ’70 e desidera che di lei sia ricordata principalmente la sua voce.
Durerà per sempre? No. Le sue apparizioni sono sporadiche ma, continuando a cantare e ad incidere cd spesso si trovano in rete i dietro le quinte delle sue registrazioni.

gorillaz

GORILLAZ: i Gorillaz sono un vero e proprio progetto musicale virtuale. Definiti come una cartoon band, vendono milioni di dischi in tutto il mondo ma la loro composizione è ancora incerta. Di loro si conoscono solo Damon Albarn (leader dei Blur e dei The Good, the Bad and the Queen) e Jamie Hewlett, co-creatore del comic book Tank Girl. La band è poi costituita da quattro personaggi sotto forma di animazioni: 2D, Murdoc, Noodle e Russel. Recentemente è stato aggiunto un quinto membro, Cyborg Noodle.
Durante i loro live le luci sono soffuse e si riescono ad intravedere solo ombre. Quando le luci si alzano, la band si mostra a volto coperto.
Perché lo fanno? Per differenziarsi dagli altri e perché i membri della band cambiano in continuazione.
Durerà per sempre? Durerà finché continueranno ad incidere dischi. Una volta morto il “marchio” Gorillaz, non avranno più scuse e potranno svelare di più. Per il momento devono tener duro e stare al gioco, anche perché il primo album della band pubblicato nel 2001 ha venduto circa 6 milioni di copie in tutto il mondo e gli è valso l’entrata nel Guinness dei primati come band virtuale di maggior successo.

Tiriamo le fila: se l’anonimo uccide la propria identità fisica, è pur vero che spesso non ci riesce per sempre. La maggior parte degli pseudonimi e delle maschere sono stati abbandonati in punto di morte. Della persona o del personaggio. Nessuno riesce a resistere all’effetto che fa e tutti vogliono essere riconosciuti prima che sia troppo tardi.
Perché in fondi tutti siamo umani ed abbiamo diritto ai nostri 15 minuti di celebrità.
Anche chi è stato celebre per una vita intera, ad insaputa degli altri.

Ah, ovviamente siccome durante la scrittura di questo articolo mi sono appassionat* all’argomento, ho deciso di non firmare questo articolo e di prendere anche io parte, per poche ore, al regno incontaminato dei personaggi senza volto e senza nome.
Non tirate ad indovinare, non ci riuscirete. Un giorno magari, deciderò di uscire allo scoperto.

C’era una volta un giovane ragazzo di nome Willis Earl Beal che viveva a Chicago.

wilbe

Le giornate nella grande città non erano mai state semplici per lui, tanto che per sbarcare il lunario decise  di arruolarsi nell’esercito degli Stati Uniti d’America. Le rigide regole militari mal si accostavano al suo temperamento e un principio di depressione lo fece perciò tornare sui suoi passi.

La sua prossima destinazione sarebbe stata il New Mexico.
Anche qui tuttavia la fortuna non sembrava girare a suo favore e Willis Earl Beal fu costretto a vivere da vagabondo.

Nonostante tutto il ragazzo non si diede però per vinto e puntò tutto sul suo talento.
Willis Earl Beal ha infatti tre grandi doni: buon orecchio, ugola graffiante e vivace creatività.
Cominciò così a scrivere musica su supporti di fortuna che sparse in giro per Albuquerque, mentre offriva le sue esibizioni a domicilio, proponendosi con volantini da lui disegnati.

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Un bel giorno, ad intercettare il suo “materiale pubblicitario”, fu la redazione del Found Magazine, rivista specializzata nel raccogliere e pubblicare foto di oggetti trovati  in strada. Da quel momento il destino di Willis Earl Beal prese il suo corso. Il ragazzo fu chiamato infatti a cantare e, sorpreso dalla sua bravura, il team di Found Magazine finanziò l’edizione del suo primo rudimentale album – The Willis Earl Beal Collection – in una manciata di copie, con i suoi componimenti musicali, le sue poesie e gli immancabili disegni.

foundmag

Uno di questi rari esemplari, contenente il sound originale di Willis Earl Beal, giunse nella sede dell’etichetta discografica indipendente XL Recordings, famosa per aver lanciato artisti come Adele, Devendra Benhart, Gotan Project, Radiohead, Sigur Ros e The White Stripes. Qui, saggi uditi riconobbero il prezioso diamante grezzo.

Il senzatetto di Chicago incise così il suo primo vero album dal titolo “Acousmatic Sorcery”, contenente 15 track eseguite esattamente come il loro autore le aveva concepite: suoni sporchi, testi cacofonici e ambientazione da strada. Forse fu proprio la genuinità della sua musica a conquistare un vasto pubblico di intenditori che decretarono il successo del suo primo vero lavoro.
Fedele a se stesso, i disegni rimasero un suo tratto peculiare, ripresi anche nella copertina del disco e nei videoclip.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=fhrlEGJRPqM?list=PL6F316EDB32FC370E]

 

Oggi il ventisettenne è pronto per lanciare il suo secondo album “Nobody knows” con un tour mondiale che partirà a settembre, tra un bozzetto a matita e un nuovo esperimento sonoro.

 

nobodyknows

 

Questa è la favola moderna di Willis Earl Beal, un ragazzo dal passato difficile che non ha mai smesso di credere nei suoi sogni… e alla fine li ha visti realizzati.