Mentre l’America intera e buona parte del mondo era davanti alla televisione per non perdersi neanche un minuto dei vincitori della notte degli Oscar 2013, su una spiaggia di Santa Monica andava in scena un altro show, che in antitesi con i premi più tradizionali è stato ribattezzato come gli anti Oscar. Si tratta dell’Indipendent Spirit Awards, un premio che dal 1984 ha come obiettivo quello di dare risonanza ai film indipendenti che raramente riescono a raggiungere il palco degli Academy Awards. Il film indipendente che ha fatto incetta di premi quest’anno è stato Il lato Positivo (Silver Linings Playbook il titolo originale) che ha vinto la nomina di miglior film, regia, sceneggiatura, e attrice protagonista.

Ecco tutti i vincitori:
Best feature Silver Linings Playbook
Best director David O. Russel
Best screenplay David O. Russel “Silver Linings Playbook”
Best first feature The Perks of Being a Wallflower
Best first screenplay Safety Not Guaranteed
Best cinematography Beasts of the Southern Wild
John Cassavetes Award Middle of Nowhere
Best Female Lead Jennifer Lawrence “Silver Linings Playbook”
Best Male Lead John Hawkes “The Sessions”
Best Supporting Female Helen Hunt “The Sessions”
Best Supporting Male Matthew McConaughey “Magic Mike”
Best Documentary The Invisible War
Best International Film Amour
Robert Altman Award Starlet

 

Se volevate invece scoprire qual è stato il peggior film dell’anno, non dovevate perdervi l’antipremio per eccellenza i Razzies, letteralmente pernacchie. Ad aggiudicarsi questo infausto titolo, assieme al maggior numero di pernacchie, è stata la seconda puntata di Breaking Dawn della saga di Twilight: tra questi c’è la nomina di peggior film, peggiori attori, attore non protagonista, peggior coppia sullo schermo, peggior regista. Adam Sandler si è aggiudicato, invece, la nomina di peggiore attore in That’s my boy che, a onor di cronaca, ha portato a casa anche il premio per la peggiore sceneggiatura (per Adam Sandler comunque non si tratta di una novità dal momento che aveva vinto lo stesso premio l’anno scorso). Ultima statuetta è stata assegnata a Rihanna come peggior attrice non protagonista per il film Battleship.

Per seguirli in diretta dovreste passare in bianco la notte di domenica. Andrà in onda infatti domenica 24 febbraio, a partire dalle 23.00, la cerimonia di premiazione che assegnerà gli Oscar 2013. Mentre attendete, come ogni anno, il responso su chi si aggiudicherà le statuette, ecco quali saranno i vincitori secondo il nostro James Ford

 

Miglior film

Nominations:

Amour
Argo
Re della terra selvaggia
Django Unchained
Les Misérables
Vita di Pi
Lincoln
Il lato positivo
Zero Dark Thirty

La statuetta dell’Academy: Argo, perchè voglio sperare che non vengano premiate marchette come Les Misérables o polpettoni come Lincoln.
Il white russian di Ford: Re della terra selvaggia, perchè è potenza, passione e bellezza. Ed una poesia su pellicola.

 

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Miglior attore

Nominations:

Bradley Cooper per Il lato positivo
Daniel Day-Lewis per Lincoln
Hugh Jackman per Les Misérables
Joaquin Phoenix per The Master
Denzel Washington per Flight

La statuetta dell’Academy: Daniel Day Lewis, anche se il suo Lincoln è accademico e stopposo. E troppo statico.
Il white russian di Ford: Joaquin Phoenix, mostruoso nell’altrettanto potente The master. Potrà non stare simpatico a molti, ma resta uno degli attori più dotati della sua generazione.

 

Migliore attrice

Nominations:

Jessica Chastain per Zero Dark Thirty
Jennifer Lawrence per Il lato positivo
Emmanuelle Riva per Amour
Quvenzhané Wallis per Re della terra selvaggia
Naomi Watts per The Impossible

La statuetta dell’Academy: Jessica Chastain, perchè è il simbolo di una rivincita femminile come lo fu qualche anno fa Kathryn Bigelow.
Il white russian di Ford: Quvenzhané Wallis, perchè è poesia pura come la sua Hushpuppy. Ma anche Jennifer Lawrence non mi starebbe male.

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Miglior attore non protagonista

Nominations:

Alan Arkin per Argo
Robert De Niro per Il lato positivo
Philip Seymour Hoffman per The Master
Tommy Lee Jones per Lincoln
Christoph Waltz per Django Unchained

La statuetta dell’Academy: Philip Seymour Hoffman, perchè è indubbiamente fenomenale.
Il white russian di Ford: Christoph Waltz, perchè è anche più di fenomenale. Quasi divino. Anzi, unchained.

 

Migliore attrice non protagonista

Nominations:

Amy Adams per The Master
Sally Field per Lincoln
Anne Hathaway per Les Misérables
Helen Hunt per The Sessions – Gli incontri
Jacki Weaver per Il lato positivo

La statuetta dell’Academy: Anne Hathaway, perchè la sua performance in Les Misérables è stata indubbiamente strepitosa.
Il white russian di Ford: Anne Hathaway, perchè anche se la detesto, la sua performance in Les Misérables è stata indubbiamente strepitosa.

 

Miglior regia

Nominations:

Michael Haneke per Amour
Ang Lee per Vita di Pi
David O. Russell per Il lato positivo
Steven Spielberg per Lincoln
Benh Zeitlin per Re della terra selvaggia

La statuetta dell’Academy: Steven Spielberg, perchè tecnicamente fa spavento e perchè non si possono permettere di ignorarlo.
Il white russian di Ford: Benh Zeitlin, perchè l’avrei data a Tarantino – che non è contemplato – e perchè il suo film è clamoroso.

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Miglior sceneggiatura originale

Nominations:

Amour: Michael Haneke
Django Unchained: Quentin Tarantino
Flight: John Gatins
Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore: Wes Anderson, Roman Coppola
Zero Dark Thirty: Mark Boal

La statuetta dell’Academy: Django Unchained, perchè Tarantino non può essere ignorato decisamente con più meriti di Spielberg.
Il white russian di Ford: Zero Dark Thirty, perchè è un film straordinario per tecnica, scrittura e struttura. E il merito va diviso equamente tra regia e script.

 

Miglior sceneggiatura non originale

Nominations:

Argo: Chris Terrio
Re della terra selvaggia: Lucy Alibar, Benh Zeitlin
Vita di Pi: David Magee
Lincoln: Tony Kushner
Il lato positivo: David O. Russell

La statuetta dell’Academy: Argo, perchè sarà il vero trionfatore della notte degli Oscar.
Il white russian di Ford: Il lato positivo, perchè è l’oustider indie dell’anno, è scritto con empatia e profondità e rappresenta il sentimento ed il “goonie” dei candidati al miglior film.

 

Miglior film d’animazione

Nominations:

Ribelle – The Brave: Mark Andrews, Brenda Chapman
Frankenweenie: Tim Burton
ParaNorman: Sam Fell, Chris Butler
Pirati! Briganti da strapazzo: Peter Lord
Ralph Spaccatutto: Rich Moore

La statuetta dell’Academy: Brave, perchè la Pixar è una fucina di idee e tecnica impareggiabile.
Il white russian di Ford: Frankenweenie, perchè nonostante adori la Pixar, non posso non celebrare il ritorno del vero Tim Burton.

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Miglior film straniero

Nominations:

Amour (Austria)
Rebelle (Canada)
No (Chile)
En kongelig affære (Denmark)
Kon-Tiki (Norway)

La statuetta dell’Academy: Amour, perchè Haneke deve vincere, altrimenti non avrebbe raccolto tutte le nominations elencate fino ad ora.
Il white russian di Ford: Kon-Tiki, esempio di Cinema intenso, coinvolgente, emozionante e coraggioso.

 

Miglior fotografia

Nominations:

Anna Karenina: Seamus McGarvey
Django Unchained: Robert Richardson
Vita di Pi: Claudio Miranda
Lincoln: Janusz Kaminski
Skyfall: Roger Deakins

La statuetta dell’Academy: Lincoln, indubbiamente un lavoro senza una sola sbavatura.
Il white russian di Ford: Lincoln, che per quanto noioso sia, resta una pellicola realizzata con maestria quasi insuperabile.

 

Miglior montaggio

Nominations:

Argo: William Goldenberg
Vita di Pi: Tim Squyres
Lincoln: Michael Kahn
Il lato positivo: Jay Cassidy, Crispin Struthers
Zero Dark Thirty: William Goldenberg, Dylan Tichenor

La statuetta dell’Academy: Argo o Lincoln, giusto per non smentirsi troppo.
Il white russian di Ford: Zero Dark Thirty, con la sua mezzora finale da paura.

 


Miglior production design

Nominations:

Anna Karenina: Sarah Greenwood, Katie Spencer
Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato: Dan Hennah, Ra Vincent, Simon Bright
Les Misérables: Eve Stewart, Anna Lynch-Robinson
Vita di Pi: David Gropman, Anna Pinnock
Lincoln: Rick Carter, Jim Erickson

La statuetta dell’Academy: Les Misérables, troppo patinato per non essere da Oscar.
Il white russian di Ford: Lo Hobbit, un’epopea strepitosa all’altezza della trilogia de Il signore degli anelli.

 

Migliori costumi

Nominations:

Anna Karenina: Jacqueline Durran
Les Misérables: Paco Delgado
Lincoln: Joanna Johnston
Biancaneve: Eiko Ishioka
Biancaneve e il cacciatore: Colleen Atwood

La statuetta dell’Academy: Les Misérables, di nuovo troppo patinato per non essere da Oscar.
Il white russian di Ford: Anna Karenina, perchè anche se non l’ho ancora visto, vado sulla fiducia.

 

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Miglior trucco

Nominations:

Hitchcock: Howard Berger, Peter Montagna, Martin Samuel
Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato: Peter King, Rick Findlater, Tami Lane
Les Misérables: Lisa Westcott, Julie Dartnell

La statuetta dell’Academy: Les Misérables, devo ripetermi!?
Il white russian di Ford: Lo Hobbit. Devo ripetere la ripetizione!?

 

Miglior colonna sonora

Nominations:

Anna Karenina: Dario Marianelli
Argo: Alexandre Desplat
Vita di Pi: Mychael Danna
Lincoln: John Williams
Skyfall: Thomas Newman

La statuetta dell’Academy: Lincoln, valgono più o meno le stesse ragioni de Les Misérables.
Il white russian di Ford: una qualsiasi delle altre, giusto per non darla vinta a Lincoln.

 

Miglior canzone

Nominees:

Chasing Ice: J. Ralph(“Before My Time”)
Les Misérables: Alain Boublil, Claude-Michel Schönberg, Herbert Kretzmer(“Suddenly”)
Vita di Pi: Mychael Danna, Bombay Jayshree(“Pi’s Lullaby”)
Skyfall: Adele, Paul Epworth(“Skyfall”)
Ted: Walter Murphy, Seth MacFarlane(“Everybody Needs a Best Friend”)

La statuetta dell’Academy: Skyfall, forse la statuetta più scontata della nottata.
Il white russian di Ford: Skyfall, il talento di Adele è unico, ed il pezzo spacca. Inutile cercare scuse.

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Miglior mixaggio sonoro

Nominations:

Argo: John T. Reitz, Gregg Rudloff, José Antonio García
Les Misérables: Andy Nelson, Mark Paterson, Simon Hayes
Vita di Pi: Ron Bartlett, Doug Hemphill, Drew Kunin
Lincoln: Andy Nelson, Gary Rydstrom, Ron Judkins
Skyfall: Scott Millan, Greg P. Russell, Stuart Wilson

La statuetta dell’Academy: Les Misérables, giusto per non fargli mancare niente.
Il white russian di Ford: Skyfall, giusto per dare contro a Les Misérables e all’Academy.

 

Miglior montaggio sonoro

Nominations:

Argo: Erik Aadahl, Ethan Van der Ryn
Django Unchained: Wylie Stateman
Vita di Pi: Eugene Gearty, Philip Stockton
Skyfall: Per Hallberg, Karen M. Baker
Zero Dark Thirty: Paul N.J. Ottosson

La statuetta dell’Academy: Skyfall, perchè questi sono gli unici premi cui può ambire.
Il white russian di Ford: Zero Dark Thirty, vale lo stesso discorso fatto per il montaggio video.

 

Migliori effetti

Nominations:

The Avengers: Janek Sirrs, Jeff White, Guy Williams, Daniel Sudick
Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato: Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton, R. Christopher White
Vita di Pi: Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik De Boer, Donald Elliott
Prometheus: Richard Stammers, Trevor Wood, Charley Henley, Martin Hill
Biancaneve e il cacciatore: Cedric Nicolas-Troyan, Phil Brennan, Neil Corbould, Michael Dawson

La statuetta dell’Academy: Vita di Pi, strepitoso dal punto di vista visivo e penalizzato rispetto ad altre pellicole fatte apposta per l’Academy per quanto riguarda i premi maggiori.
Il white russian di Ford: Lo Hobbit, un tripudio per gli occhi come per il cuore e lo spirito d’avventura.

 

Miglior documentario

Nominations:

5 Broken Cameras: Emad Burnat, Guy Davidi
The Gatekeepers: Dror Moreh, Philippa Kowarsky, Estelle Fialon
How to Survive a Plague: David France, Howard Gertler
The Invisible War: Kirby Dick, Amy Ziering
Searching for Sugar Man: Malik Bendjelloul, Simon Chinn

La statuetta dell’Academy: non conosco nessuno dei titoli, dunque vado totalmente a caso, The Gatekeepers.
Il white russian di Ford: stesso discorso. 5 broken cameras.

 

Miglior corto documentario

Nominations:

Inocente: Sean Fine, Andrea Nix
Kings Point: Sari Gilman, Jedd Wider
Mondays at Racine: Cynthia Wade, Robin Honan
Open Heart: Kief Davidson, Cori Shepherd Stern
Redemption: Jon Alpert, Matthew O’Neill

La statuetta dell’Academy: come sopra. Redemption.
Il white russian di Ford: e di nuovo. Open heart.

 

Miglior corto animato

Nominations:

Adam and Dog: Minkyu Lee
Fresh Guacamole: PES
Head Over Heels: Timothy Reckart, Fodhla Cronin O’Reilly
Paperman: John Kahrs
The Simpsons: The Longest Daycare: David Silverman

La statuetta dell’Academy: ne ho visto solo uno, ma mi basta, e penso anche all’Academy. Paperman.
Il white russian di Ford: Paperman, senza se e senza ma.

 

Miglior corto

Nominations:

Asad: Bryan Buckley, Mino Jarjoura
Buzkashi Boys: Sam French, Ariel Nasr
Curfew: Shawn Christensen
Dood van een Schaduw: Tom Van Avermaet, Ellen De Waele
Henry: Yan England

La statuetta dell’Academy: mi pare di diventare monotono, rispetto ai premi di cui non conosco nulla e francamente mi interessa poco. Così a occhio l’Academy andrà con Asad.

 

 

 

Quest’anno sarà la sua ottantacinquesima edizione: la notte che consacra le stelle del cinema, con la consegna dell’Academy Awad, è nata infatti nel 1929 e da allora si è affermata come l’appuntamento più atteso, che riconosce la qualità delle pellicole cinematografiche uscite durante l’anno. Oltre ai consueti premi come miglior sceneggiatura, attore o scenografia, esiste anche il riconoscimento per il miglior corto d’animazione, spesso lasciato un po’ in disparte e poco considerato, ma che in realtà riserva il più delle volte delle sorprese per valore e bellezza. Lo confermano i candidati di quest’anno: cinque piccoli racconti che riescono a concentrare in pochi minuti trame avvincenti e appassionanti. Eccoli:

 

 

 

Adam and Dog – Minkyu Lee
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Una simpatica storia, ambientata nel periodo preistorico, che narra come è nata una splendida amicizia che dura sino ai nostri giorni: quella tra il goffo Adam, il primo rappresentante della specie umana e il compagno che gli è rimasto fedele nei secoli, il cane.


Fresh Guacamole – PES

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Una ricetta sfiziosa ed intrigante, ma che difficilmente riuscirete a riprodurre a casa vostra, a meno che non vogliate servirvi di bombe a mano, palline da tennis, lampadine, dadi: tutti oggetti che nella fantasia del regista, una volta tagliati o spremuti, si trasformano in autentici cibi di prima qualità. Il risultato finale è sorprendete, e con un po’ d’immaginazione, anche invitante.

 


Head over Heels – Timothy Reckart e Fodhla Cronin O’Reilly

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Si dice che tra moglie e marito è meglio non mettere il dito, ma questo non significa che non si possa sbirciare ogni tanto per capire come procede la vita coniugale. I protagonisti del corto sono proprio una coppia, di una certa età, che forse dopo anni di matrimonio, non riesce proprio ad andare più d’accordo, tanto che da diventare l’uno l’opposto dell’altra (nel vero senso dell’espressione). Una rappresentazione ironica, divertente, ma molto esplicativa dell’incomunicabilità nella coppia…chissà come andrà a finire.

 


The Longest Daycare – David Silverman

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Per tutti gli amanti dei Simpson è candidato anche il cortometraggio diretto dal regista e autore del celebre cartone televisivo. Questa volta la protagonista è la piccola Maggie che, armata del suo ninnolo e del suo ciuccio, ci guiderà all’interno delle sue pericolose avventure.

 

Paperman – John Kahrs

 

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Il più romantico dei corti presentati agli Oscar. Sei minuti coinvolgenti e divertenti, che raccontano una storia d’altri tempi. Il video è prodotto dalla Disney ed è l’unico tra i cinque visibile online integralmente.

 

Secondo voi quale tra questi si aggiudicherà l’Oscar?

 

Manca poco meno di un mese alla notte degli Oscar in programma il 24 febbraio: tra le candidature più affascinanti c’è sicuramente quella per “Il miglior costume”, perché un film per coinvolgerci del tutto e trasportarci all’interno della narrazione, deve essere curato nei minimi particolari. È il ruolo che spetta a vestiti e ambientazioni che, con la loro spettacolarità, riescono a farci immergere nel periodo storico o nel mondo fantastico in cui la pellicola è ambientata. Forse non a caso il trionfo per questa nomination se lo aggiudicano spesso un film storico. Ecco alcune immagini cinematografiche che ritraggono i costumi vincitori. Riuscite ad indovinare i costumisti che hanno disegnato i vestiti?

 

 

 

 

Come ogni anno in questo periodo, anche nei più lontani recessi della Frontiera giunge a muovere polvere e scatenare tempeste di sabbia il ciclone dell’Academy, pronta a far gridare al miracolo o allo scandalo gli appassionati di Cinema di tutto il mondo.
Al Saloon, per la seconda edizione consecutiva, l’amarezza è molta a causa della scellerata decisione di escludere dalle candidature maggiori il vero film dell’anno del 2011, Drive di Nicolas Winding Refn, come fu per Inception lo scorso anno: ma dato che il vecchio cowboy qui presente non si scoraggia, e soprattutto non si tira mai indietro, ecco quelli che dovrebbero essere – anche a scapito delle previsioni – i miei personali Oscar, proprio partendo dalle candidature ufficiali.

Buona visione!

MrJamesFord

 

 

 

Miglior film
War Horse
The Artist
Moneyball
Paradiso amaro
The Tree of Life
Midnight in Paris
The Help
Hugo Cabret
Extremely Loud & Incredibly Close

And the winner is… Moneyball – L’arte di vincere
Il lavoro di Bennett Miller, regista di Truman Capote, soltanto apparentemente ruffiano nel senso “Academy” del termine è in realtà una rilettura unica di uno sport emozionante per quanto da noi poco conosciuto e praticato, il baseball, legato all’impresa del general manager degli Oakland A’s Billy Beane. Un film che è un cocktail di cuore e ragione, fede e scienza, rimembranze lostiane e rivincita di una squadra di perdenti. L’ideale per uno scenario come questo.

Miglior regista
Woody Allen, “Midnight in Paris”
Michel Hazanavicius, “The Artist”
Terrence Malick, “The Tree of Life”
Alexander Payne, “The Descendants”
Martin Scorsese, “Hugo”

And the winner is… Terrence Malick
Per quanto abbia considerato The tree of life la delusione più grossa nel corso del 2011, resta indubbia la maestria di un regista che ha realizzato Capolavori per troppo tempo ignorati dal grande pubblico, nonché uno dei più importanti cineasti americani viventi. Un riconoscimento di questo genere sarebbe davvero importante per l’Academy, che per una volta si mostrerebbe attenta anche al Cinema d’autore.

Miglior attore protagonista
Demian Bichir, “A Better Life”
George Clooney, “The Descendants”
Jean Dujardin, “The Artist”
Gary Oldman, “Tinker Tailor Soldier Spy”
Brad Pitt, “Moneyball”

And the winner is… George Clooney
Colpevolmente ignorato il suo ottimo Le idi di marzo, questo premio di “consolazione” mi pare doveroso per il buon George, che, comunque, a mio parere continua ad essere migliore in qualità di regista. Ma Oldman è subito dietro.

Miglior attrice protagonista
Glenn Close, “Albert Nobbs”
Viola Davis, “The Help”
Rooney Mara, “The Girl With the Dragon Tattoo”
Meryl Streep, “The Iron Lady”
Michelle Williams, “My Week With Marilyn”

And the winner is… Rooney Mara
Scavalcando il “mostro sacro” Streep e la rivelazione Williams, nonchè la commovente Viola Davis, la grintosa e decisamente rock Rooney Mara si impone dando nuovo lustro al personaggio di Lisbeth Salander, uno dei personaggi più tosti che la femminilità sullo schermo abbia mai proposto, riuscendo a fare anche meglio della già convincente Noomi Rapace.

Miglior Attore non protagonista
Kenneth Branagh, “My Week With Marilyn”
Jonah Hill, “Moneyball”
Nick Nolte, “Warrior”
Christopher Plummer, “Beginners”
Max Von Sydow, “Extremely Loud & Incredibly Close”

And the winner is… Jonah Hill
Largo ai giovani, secondo il Saloon. Nonostante Nolte e Plummer siano ottimi, come per Rooney Mara ho deciso di optare per una scelta più fresca e di rinnovamento. E’ il momento che nuovi volti si impongano come una ventata d’aria fresca, o una bevanda tutta nuova in grado di scuotere stomaco e cervello.

Miglior Attrice non protagonista
Berenice Bejo, “The Artist”
Jessica Chastain, “The Help”
Melissa McCarthy, “Bridesmaids”
Janet McTeer, “Albert Nobbs”
Octavia Spencer, “The Help”

And the winner is…Octavia Specer
Sorprendente, fisica, energica, commovente: una delle due colonne del piacevole The help premiata a rappresentazione di un cast in grande spolvero, vera forza e motore della pellicola. Teniamola d’occhio, e non pensiamo a lei – o a Viola Davis – soltanto come fossero le nuove Whoopi Goldberg. Qui dalle mie parti paiono molto di più.

Migliore Sceneggiatura originale
Woody Allen, “Midnight in Paris”
JC Chandor, “Margin Call”
Asghar Farhadi, “A Separation”
Michel Hazanavicius, “The Artist”
Kristen Wiig and Annie Mumolo, “Bridesmaids”

And the winner is… JC Chandor
Nonostante sia ancora privo di una distribuzione italiana, Margin call ha stupito tutti noi cowboys di frontiera per la gestione perfetta del ritmo, senza contare la capacità di analizzare le caratteristiche economiche della nostra epoca di balletti in equilibrio su spread e variazioni ed una messa in scena che ricorda il cult “Americani”. Premio strameritato.

Miglior Film d’animazione
“A Cat In Paris”
“Chico & Rita”
“Kung Fu Panda 2”
“Puss in Boots”
“Rango”

And the winner is… Rango
In un’annata non eccelsa per l’animazione – che vede la scandalosa assenza di due gioiellini quail il Tin Tin di Spielberg e Arrietty dello Studio Ghibli – il mio premio non poteva andare ad un altro improvvisato cowboy, il camaleont(ico)e Rango, irriverente e spiritoso come ogni esploratore del confine deve essere.

Miglior Film straniero
Bullhead (Belgium)
Footnote (Israel)
In Darkness (Poland)
Monsieur Lazhar (Canada)
A Separation (Iran)

And the winner is… Bullhead
Nonostante il grande favorito – e ottimo – Una separazione la mia scelta ricade sul clamoroso Rundskop – o Bullhead -, un noir terribile e senza speranze diretto magistralmente, una favola nera che ricorda il Cinema del grande assente Refn, un prodotto di altissima qualità per i duri da ultimo giro al bancone.

Miglior Canzone originale
“Man or Muppet,” The Muppets; Music and Lyric by Bret McKenzie
“Real in Rio,” Rio; Music by Sergio Mendes and Carlinhos Brown, Lyric by Siedah Garrett

And the winner is… Real in Rio
Uno dei premi meno interessanti, ma ugualmente da assegnare ai mostri sacri Sergio Mendes e Carlinhos Brown neanche si fosse in spiaggia gustando Pina Colada.

Miglior Film Documentario
“Hell and Back Again”
“If a Tree Falls: A Story of the Earth Liberation Front”
“Paradise Lost 3: Purgatory”
“Pina”
“Undefeated”

And the winner is… Pina
Giusto riconoscimento per Wenders che realizza un’opera davvero in grado di colpire anche chi, per gusto ed esperienza, è più legato al whisky che al balletto. Da riscoprire

Miglior Makeup
“Albert Nobbs”
“Harry Potter and the Deathly Hallows Part 2”
“The Iron Lady”

And the winner is… The iron lady
Un premio – anche minore – al deludente Harry Potter mi pare davvero troppo, ed in assenza di J. Edgar scelgo The iron lady, con la Streep mutata nella Thatcher.

Il Saloon di MrJamesFord lo trovate su Tafter al seguente link oppure fate un giro sul suo blog