TITOLOSixth Continentsixthcontinent

 

 

COSEFino ad un po’ di tempo fa si protestava contro il capitalismo e le multinazionali, possibilmente incatenandosi sotto la sede di un’azienda incriminata. Oggi lo si può fare iscrivendosi ad un social network: Sixth Continent. Il Sesto Continente è quello proposto da Fabrizio Politi, l’ideatore del sito, che si basa su un sistema diverso di commercio. In base ad un algoritmo, il Mo.Mo.Sy. (Moderate Monetary System), si dividono le aziende mondiali in verdi e in rosse, in virtuose e in dannose, in realizzatrici di ricchezza e in produttrici di impoverimento. Calcolando il rapporto tra l’utile netto e il numero dei dipendenti si scopre quali aziende producono un profitto che è in equilibrio con gli utili dei propri dipendenti e del resto della comunità. Le aziende che, invece, sono in rosso (ad esempio Google, Amazon o Ikea), producono un profitto troppo maggiore che genera una concorrenza sleale: in sostanza molta ricchezza nelle mani di pochi, contro ricchezza equamente distribuita.
Entrando a far parte del Sesto Continente si può interagire con il nuovo modello economico a vari livelli. Lo scopo, in ogni caso, è quello di consumare, agevolando, però, i produttori che rispettano un tipo di economia virtuosa.

 

 

COMESi può interagire con il social network a diversi livelli.
1) Semplice cittadino: al momento dell’iscrizione a Sixth Continent si diventa cittadini e si ha accesso all’app gratuita, in versione web e mobile, Mo.Mo.Sy., che permette di vedere quali imprese e quali prodotti sono verdi e quali rossi. Ogni cittadino riceve, inoltre, un Reddito di Cittadinanza assegnato in maniera progressiva e in base alla Nazione di residenza: si tratta di un reddito che deriva dagli acquisti fatti da tutti i cittadini. Il 3% dei proventi di imprese e negozi che aderiscono al Sesto Continente vengono ridistribuiti secondo una serie di regole spiegate a fondo nel sito. Tale reddito, se utilizzato, rientra nella categoria fiscale della Provvigione Indiretta e può essere speso nei negozi affiliati, coprendo fino al 50% dei costi. Inoltre, se si invitano altri amici si ha la possibilità di aumentare il proprio credito.
2) Manager: si può diventare Marketing Manager di Sixth Content promuovendo l’iniziativa e affiliando negozi e imprese, ottenendo un guadagno per provvigione. Si può anche ricoprire il ruolo di Store Manager che, rispetto al Marketing Manager, ha la possibilità di formulare proposte sulla piattaforma e-commerce.
3) Aziende e Imprese: imprenditori e commercianti (che devono rientrare in area “verde” secondo l’algoritmo Mo.Mo.Sy.) possono decidere di aderire al modello economico del Sesto Continente, pagando al momento dell’affiliazione, in cambio di vantaggi quali l’attrazione di nuovi clienti, la possibilità di rendere competitivi i propri prezzi e di avviare anche un vendita e-commerce tramite la piattaforma.

 

 

proSe il modello economico di Sixth Continent, magari ulteriormente affinato e implementato, dovesse prendere piede a livello globale, si tratterebbe davvero di una bella risposta, competitiva, alla voracità della multinazionali. In ogni caso è un buono strumento per fare acquisti in maniera più consapevole.

 

 

CONTROI meccanismi di Sixth Continent non sono immediati. Il social è abbastanza complesso e per sfruttarlo e capirlo al meglio bisogna esplorarlo, studiarlo e navigarci molto su.

 

 

SEGNI PARTICOLARIIn poco più di un mese il social ha totalizzato circa 10.000 cittadini e più di 110.000 like sulla pagina Facebook.

 

 

CONSIGLIATO AImprenditori, commercianti, aziende, consumatori, appassionati di finanza ed economia, promotori dello sviluppo sostenibile, detrattori delle multinazionali, idealisti, sognatori.

 

 

INFO UTILIhttp://www.sixthcontinent.org/

TITOLOE così vorresti fare lo scrittore?untitled

 

 

COSENon è un manuale di scrittura. È un manuale di salvataggio dopo la pubblicazione del primo inedito. Aiuta a salvarsi dalle nebbie della impopolarità, dalle asprezze delle prime stroncature, dalla SDC o Sindrome Da Classifica che, immancabilmente, attanaglia ogni scrittore. È un testo che racconta delle fatiche della promozione, girando per il mondo in lungo e largo, ospitato da piccoli librai entusiasti o in trasferta negli hotel più affascinanti, sotto i fuochi di domande scomode o lusingato da commenti interessanti. Sopravvivere in veste di scrittore professionista non è facile e la vita da post esordienti è costellata da scadenze, blocchi della creatività, premi vinti e premi persi, obblighi sociali e convenevoli. È un testo che insegna che, alla fine di qualunque giro di giostra, a rimanere e a motivare è la passione bruciante e incontenibile per la scrittura declinata in tutte le sue forme.

 

 

COMEL’ironia e la leggerezza sono le caratteristiche portanti di questo libro. L’umorismo pungente e realistico e il tono confidenziale rendono la lettura piacevole e scorrevole. Il lettore segue l’escalation di un autore attraverso i tre gradi che ne costituiscono la carriera (oltre che la macro suddivisione del libro): Brillante Promessa, Solito Stronzo e Venerato Maestro. Per ogni fase ci si addentra, con sincerità, nel mondo di gioie e dolori che uno scrittore deve affrontare, ciascuna con un grado e una sfumatura diversa di intensità.

 

 

proPer apprezzarlo e arrivare fino all’ultimo capitolo non bisogna per forza avere in un cassetto un manoscritto inedito che si sogna un giorno di pubblicare.

 

 

CONTROLeggendolo non scoprirete la formula che mondi possa aprirvi, non verrete a conoscenza dell’incantesimo che vi farà diventare magicamente scrittori, ma avrete a disposizione uno spaccato pratico e divertente di quello che significa fare il mestiere dello scrittore.

 

 

SEGNI PARTICOLARICome racconta nella prima parte del suo volume, l’autore Giuseppe Culicchia ha cominciato la sua carriera nel mondo dei libri e dell’editoria come commesso in una libreria, dove ha lavorato per dieci anni. Una volta diventato a pieno titolo Giovane Scrittore ha lasciato il posto fisso per dedicarsi full time ad uno dei lavori più belli e faticosi del mondo. Poi da Solito Stronzo si è iscritto a Facebook, per promuovere uno dei suoi libri, ma di Twitter dice: “Non ho qualcosa di intelligente e sarcastico e interessante e brillante da dire su tutto lo scibile umano in centoquaranta caratteri e ogni tre minuti. Per me escogitare anche solo un pensierino al giorno da postare su Twitter sarebbe un secondo o terzo lavoro”. Come biasimarlo…

 

 

CONSIGLIATO ATutti quelli che sognano di diventare scrittori, gli amanti dei libri, della lettura e dell’editoria. Ai curiosi dotati di senso dell’umorismo.

 

 

E così vorresti fare lo scrittINFO UTILIore? di Giuseppe Culicchia, Laterza 2013, 14 euro.

TITOLOstoriadoc.comstoriadoc

 

 

COSELucrezia Borgia, Artemisia Gentileschi, Galileo, la principessa Sissi, Claretta Petacci e Mussolini, si possono incontrare tutti in questo sito che permette di vedere documentari di tipo storico. È un marchio di “La storia in rete”, una società di produzione indipendente che si occupa di storia attraverso diversi canali, web e cartacei. Il portale dà accesso a documentari di storia, letteratura e arte, a pagamento, visibili in streaming, attraverso il supporto della piattaforma vimeo.com.

 

 

COMEUsufruire del portale è molto semplice. I documentari sono divisi per epoche storiche dal “Mondo antico” al “Novecento”, più altre tre sezioni dedicate alle biografie, alle figure femminili e ai grandi enigmi della storia. È possibile vederne un trailer e leggerne un breve riassunto, in modo da avere un’anteprima del prodotto prima di acquistarlo. Una volta scelto il documentario è necessario comprarlo appoggiandosi alla piattaforma Vimeo. Questa richiede una breve registrazione e il pagamento nella valuta americana, in dollari. Il costo del video, che si può visualizzare per un periodo di 48 ore, è di 4.99 dollari, ovvero 3.65 euro. È poi possibile commentare il documentario e condividerlo attraverso i social.

 

 

PROCostituisce un modo piacevole e divertente per istruirsi, per conoscere, per appassionarsi di storia. Come specificato dai creatori stessi dell’idea, può anche essere un innovativo strumento da usare a scuola per supportare l’apprendimento di bambini e ragazzi.

 

 

CONTROÈ ancora ristretta la scelta di documentari visualizzabili, soprattutto nella sezione “Mondo Antico” e “Novecento”. Rappresenta un limite anche la fruibilità del prodotto solo per tempo limitato. Magari si potrebbe pensare a due fasce di prezzo, a seconda che si voglia acquistare il video, o solo “affittarlo”. Per far saggiare la qualità del prodotto, si potrebbe anche prevedere qualche articolo gratuito.

 

 

SEGNI PARTICOLARIIl materiale che costituisce il sito proviene dal catalogo della società, che si basa su lavori documentari prodotti in maniera autonoma e mandati in onda dai programmi di reti come La7, Rai, History Channel e Mediolanum Channel.

 

 

CONSIGLIATO AAmanti di storia, appassionati di documentari, insegnanti, studenti, semplici curiosi.

 

 

INFO UTILIhttp://storiadoc.com

TITOLOHelpoutshelpouts

 

 

COSECaso 1. Primo appuntamento. Stasera verrà a cena il presunto amore della vostra vita. Tutto è pronto, le candele sul tavolo, il servizio buono. Ma… avete dimenticato un piccolo particolare: sapete cucinare solo l’uovo sodo. Caso 2. Il vostro computer è impazzito, nonostante la vostra necessità impellente di inviare la più importante e-mail di lavoro della vostra carriera professionale. Caso 3. Il rubinetto del bagno si è rotto irrimediabilmente e voi non avete idea di come ripararlo prima che casa si allaghi.
Che si tratti di arte e musica, di informatica, di salute, di fitness, di didattica, lingue straniere o make-up, Google ha pensato ha un modo probabilmente innovativo per risolvere i vostri problemi. Helpouts è una piattaforma online che permette di mettervi in contatto video con una persona reale che, anche istantaneamente, vi spieghi come cucinare un manicaretto, come risolvere un problema informatico, come riparare un elettrodomestico e molto altro. È un’evoluzione del classico tutorial che vi assicura aiuto diretto e specifico in real time, con la formula del soddisfatti o rimborsati.

 

 

COMEHelpouts è una creazione di Google e per accedervi è necessario avere un account Google +. Entrati sul sito, il motore di ricerca (ovviamente sempre collegato a Google) vi permette di indicare il problema che volete risolvere o il campo sul quale volete consulenza, assistenza, aiuto. Gli “Helpout providers” ai quali potete rivolgervi sono impiegati di grandi o piccole aziende, o privati, che sono stati selezionati appositamente da Google per offrire questo servizio. Possono essere contattati immediatamente, se disponibili, o per appuntamento. È possibile anche inserirsi in una lista d’attesa nel caso non si voglia perdere l’occasione di interagire con un determinato Helpout provider. Il servizio è a pagamento: le tariffe sono indicate dai providers stessi che possono decidere se farsi pagare al minuto, a “lezione”, o se far scegliere all’utente la modalità di pagamento che preferisce. Si può pagare solo tramite Google Wallet e il 20% del prezzo di vendita va a Google. L’incontro avviene via video e il cliente può stabilire se mostrarsi in telecamera o no. Alla fine dell’esperienza è richiesto un feedback perché è importantissimo garantire l’affidabilità del servizio ed evitare, in ogni caso, brutte sorprese. Helpouts garantisce, infatti, anche il servizio soddisfatti o rimborsati. Se non si è contenti della lezione video, si può richiedere un rimborso della quota versata. Il tutorial interattivo può anche essere registrato su Google Drive. Non manca ovviamente la parte social, dato che gli Helpout preferiti possono essere condivisi su Facebook, Twitter, Youtube e Google +.
È molto probabile che nel futuro sarà introdotta una connessione con alcuni dei tutorial reperibili su Youtube, rimandando direttamente da una piattaforma ad un’altra nel caso in cui si volesse un appuntamento privato e personalizzato col tutore prescelto.

 

 

proI tutorial costituiscono una categoria video seguitissima e la possibilità di entrare in contatto diretto con una persona in carne e ossa con la quale interagire costituisce un evidente vantaggio. Un altro beneficio è anche la possibilità di avere disponibilità immediata di tutoraggio. Il nome Google, poi, aleggia a garante dell’affidabilità dei contenuti.

 

 

CONTROÈ quasi tutto a pagamento e i prezzi proposti non sono neanche dei più modici. Il fattore economico potrebbe far pendere l’ago della bilancia a favore dei tradizionali video tutorial, a volte incomprensibili, sì, ma gratuiti.
Helpouts è appena nato ed è al momento rivolto principalmente ad un pubblico anglofono.

 

 

SEGNI PARTICOLARISe l’Helpout provider richiesto ritarda più di 5 minuti sull’orario d’appuntamento, o dà la sua disponibilità per una certa ora in un certa data ma non si presenta, la sessione è gratuita. Efficienza è, infatti, la parola d’ordine alla base del servizio offerto. È quanto traspare chiaramente dalle parole del vicepresidente Google, Manber: “credo che la ragione per la quale internet è un mezzo così potente e di successo risiede nel garantire un livello completamente nuovo di efficienza e convenienza”.

 

 

CONSIGLIATO AI curiosi e coloro che vogliono apprendere sempre qualcosa di nuovo. A chi perde facilmente la pazienza e agli ansiosi. A chi crede che internet abbia la risposta a qualsiasi interrogativo. Ai socievoli e a coloro che preferiscono l’interazione, specialmente durante il processo di apprendimento.

 

 

INFO UTILIhttps://helpouts.google.com

 

 

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taftersaloonIl banco non è male.
Legno grezzo, di quelli che ti fanno i gomiti e non solo, se non stai bene attento a come ti muovi.
Del resto, il saloon deve portare con lui una certa quale eredità in cicatrici.
L’esperienza è importante: da qualche parte lungo la Frontiera si dice che sia il proiettile di ogni colpo andato a segno.
Ma non siamo qui per parlare delle lunghe cavalcate in equilibrio sul confine, quanto di quello che siete venuti a bere: che sia per ristorarvi o per dimenticare, poco importa.
Questo vecchio cowboy sarà sempre qui, pronto a riempirvi i bicchieri e sempre in attesa del prossimo brindisi.

 

 

 

 

 

 

 

machetekillsMachete Kills
di Robert Rodriguez

Da gustare come: un mezcal con il verme.

Se avete bisogno di: pulp, trash, sangue e violenza come se piovessero.

Di cosa si tratta: torna sugli schermi l’antieroe già cult Machete, interpretato da Danny Trejo – ormai una leggenda vivente della Hollywood alternativa -, alle prese con quello che dovrebbe essere il capitolo centrale della sua trilogia, in una pioggia di sangue, proiettili, sesso e morte.
Se il primo capitolo fu una vera scoperta, con questo secondo Rodriguez tenta l’impresa di stabilire uno standard “in grande” del suo successo forse più clamoroso. Le carte in regola per centrare il bersaglio grosso ci sono tutte: ora starà al pubblico essere forte abbastanza da sopportarlo.

 

 

 

 

 

 

Questione di TempoQuestione di tempo
di Richard Curtis

Da gustare come: un rosso avvolgente.

Se avete bisogno di: una storia d’amore oltre le regole che vi ricordi i fasti di “Eternal sunshine of the spotless mind”.

Di cosa si tratta: il giovane Tim, impacciato e timido, scopre di avere la possibilità di viaggiare nel tempo e riscrivere la sua vita. Desideroso di poter avere una possibilità con Mary, gioca ogni carta possibile per poter conquistare la donna, rivivendo il loro incontro fino a trovare la via per il suo cuore.
Ma giocare con i massimi sistemi non è mai così semplice come si crede: echi di Eternal sunshine e di Ruby Sparks per una delle commedie romantiche più interessanti della stagione.

 

 

 

 

 

 

Le-Passe-PosterIl passato
di Asghar Farhadi

Da gustare come: pastis liscio, senza acqua.

Se avete bisogno di: scoprire – o riscoprire – uno dei registi più interessanti del panorama mediorientale alla sua prima esperienza “europea”.

Di cosa si tratta: un divorzio difficile vissuto in un Paese straniero e cercando di superare un passato doloroso per una coppia ormai lontana nel percorso della vita. Dopo il meraviglioso “Una separazione”, Fahradi torna ad esplorare la realtà complessa dei rapporti di coppia – e la loro fine -, ma anche quella della condizione della donna e della libertà di pensiero.
Uno degli appuntamenti più importanti dell’autunno per gli appassionati del Cinema d’autore.

 

 

 

 

 

 

wolfcholdrenWolf children
di Mamoru Hosoda

Da gustare come: sakè bollente.

Se avete bisogno di: avere l’ennesima conferma che il Cinema d’animazione ha da offrire le stesse garanzie di quello di fiction.

Di cosa si tratta: una fiaba che racconta l’evoluzione dei rapporti all’interno di una famiglia, una pellicola di formazione che parte da uno spunto fantasy per raccontare i dolori della crescita, il rapporto con la società e la natura.
Mamoru Hosoda, autore del noto “La ragazza che saltava nel tempo”, torna sul grande schermo con un film degno della grande tradizione dello Studio Ghibli, per appassionati e non solo, e senza dubbio una delle proposte migliori che il genere abbia regalato al pubblico nel corso del 2013.

 

 

 

 

venusfourrureVenere in pelliccia
di Roman Polanski

Da gustare come: assenzio verde.

Se avete bisogno di: un’esperienza teatrale raccontata da uno dei Maestri del Cinema europeo.

Di cosa si tratta: appoggiandosi alle interpretazioni di Mathieu Amalric e della moglie Emmanuelle Seigner, Roman Polanski torna a cimentarsi con un “dramma sociale” da camera legato a doppio filo alla rappresentazione della Venere in pelliccia di Von Sacher-Masoch, all’origine di un gioco di seduzione e lotta tra il regista e la protagonista dello spettacolo.
Forse non si tratterà del Capolavoro del regista, ma l’intensità del suo lavoro riesce sempre a regalare al pubblico inquietudine ed emozioni.

 

TITOLOG21G21

 

 

COSEFino a qualche decennio fa fare la spesa online sembrava una follia. Oggi, invece, e-Bay potrebbe essere considerato un sito sorpassato. G21 offre una piattaforma commerciale innovativa che addirittura permette di guadagnare acquistando. Si tratta, in gergo tecnico, di una social commerce, di un misto tra un social network e un sito di shopping online. È una community vera e propria tramite la quale fare acquisti, condividere le proprie azioni commerciali o le offerte del sito e risparmiare.

 

 

COMELa pagina di presentazione di G21 è molto esaustiva riguardo al modo di usufruire della piattaforma. Il primo passo è iscriversi, gratuitamente. Il secondo passo è cominciare ad acquistare. Ogni acquisto prevede un risparmio del 20% sul prezzo della merce. La quota risparmiata verrà registrata in GPoint. Ogni GPoint equivale a un euro e, arrivati a quota 50, potrà essere richiesta la conversione in cash. In ogni caso i GPoint possono essere sfruttati per altri acquisti all’interno del sito. Una volta effettuati i primi acquisti, questi si possono condividere con la community, invitando nuovi amici a entrare a far parte del progetto. Ogni spesa effettuata da amici vale il 10% del prezzo della merce da loro acquistata. Questo processo può espandersi fino alla creazione di una propria rete commerciale che permette di iniziare un’attività di vero e proprio social franchising.

 

 

PROL’accesso alla piattaforma è sempre gratuito, anche quando il proprio status all’interno della community è avanzato. Le offerte proposte provengono da collaborazioni con grandi partner nazionali e internazionali.

 

 

CONTROSi tratta di una piattaforma di recente creazione che necessita di essere implementata.

 

 

SEGNI PARTICOLARILa propria avventura commerciale all’interno di G21 è una vera e propria scalata verso il successo, che porta l’acquirente dallo status di Guest a quello di Social Executive. Un meccanismo strategico e divertente che stimola la partecipazione al processo di acquisto, risparmio e guadagno.

 

 

CONSIGLIATO AGli aspiranti imprenditori, gli shopaholic, gli amanti dei social network e degli acquisti online.

 

 

INFO UTILIhttp://www.myg21.it/

TITOLOThe Art Collecting Legal Handbookthearthandbook

 

 

COSEChiunque abbia a che fare in modo approfondito con il mondo dell’arte sa quanto sia difficile barcamenarsi tra la legislazione dei beni culturali. Una volta varcati i confini di una nazione, infatti, le normative riguardanti arte e cultura cambiano, così come cambia la tassazione, le leggi che regolano copyright e diritto d’autore, la natura e la forma dei contratti d’artista. The Art Collecting Legal Handbook interviene proprio in aiuto di coloro che in un modo o in un altro hanno a che fare con il mercato dell’arte, presentando degli approfondimenti riguardanti i Paesi europei, ma anche i mercati internazionali di Stati Uniti, America Latina, Cina, Giappone, India, Canada. Una panoramica completa e variegata che colleziona in maniera agevole i punti principali inerenti la legislazione di ogni singolo Paese analizzato.

 

 

COMEIl volume è introdotto da alcuni paragrafi di presentazione del lavoro, che si soffermano anche su argomenti specifici come l’evoluzione del mercato dell’arte o la natura del contratto d’autore. Si entra, poi, nel vivo del testo con l’Argentina per finire con gli Usa e New York, in un’analisi dei principali mercati dell’arte internazionale che viene svolta sotto forma di intervista. I curatori del volume, infatti, Bruno Boesch e Massimo Sterpi, hanno raccolto una serie di interviste ai principali esperti di legislazione culturale del territorio preso in considerazione. La tipologia di domande è sempre la stessa e divisa per settori: “cultural heritage and art market”, “purchase and export”, “peaceful enjoyment”, “sale”, “art philantropy”, “tax” e, per finire, una parte dedicata alle informazioni pratiche e ai contatti.

 

 

PROSi tratta di un testo davvero completo, non solo dal punto di vista “geografico”, in quanto analizza la legislazione di un esteso ventaglio di Paesi, ma anche dal punto di vista contenutistico in sé, trattando un’ampia varietà di argomenti, inerenti sia il diritto comparato dei beni culturali che il mercato dell’arte. La forma dell’intervista, snella e dinamica, facilita la lettura e la comprensione di argomenti che, altrimenti, potrebbero risultare ostici ai non specialisti del settore.

 

 

CONTROIl testo è reperibile solo in inglese e non vi è ancora una traduzione in lingua italiana, o in altre lingue.

 

 

SEGNI PARTICOLARIAlla fine del testo, si trovano i dettagli di contatto di tutti gli intervistati e dei loro uffici legali, di cui sono riportati indirizzo, numeri di telefono, e-mail e sito internet.

 

 

CONSIGLIATO AGallerie, musei, fondazioni, case d’aste, collezionisti, artisti, acquirenti o venditori di opere d’arte, ereditieri, studiosi e studenti di economia della cultura, di diritto, di arte e beni culturali.

 

 

INFO UTILIThe Art Collecting Legal Handbook, a cura di Bruno Boesch e Massimo Sterpi, Thomson Reuters, Londra, 2013.

TITOLOArtunerartuner2

 

 

 
COSESe fino a poco tempo fa il mercato dell’arte era una prerogativa esclusiva degli intenditori più raffinati, delle famiglie facoltose, dei collezionisti di generazione in generazione, ultimamente sembra che si stia aprendo sempre di più ad un pubblico maggiormente diversificato. Dopo le fiere d’arte che propongono creazioni accessibili, o le aste per tutti i portafogli, è arrivato anche Artuner, il portale dov’è possibile comprare opere d’arte online, a prezzi speciali, in una sorta di asta web rivolta anche ai meno esperti. Lo scopo è quello di incrementare la conoscenza e l’apprezzamento dell’arte contemporanea internazionale, e allo stesso tempo, di stimolare la nascita di una nuova generazione di collezionisti, giovani e appassionati.

 

 
COMEArtuner è una vera e propria galleria online che, per periodi limitati, espone le opere d’arte che mette in vendita ad un prezzo conveniente, ridotto. L’esposizione è tematica e scelta dai curatori e dagli esperti stessi del sito ed è chiamata “curation”. Come specificato dal creatore del sito, Eugenio Re Rebaudengo, in un primo momento i lotti proposti saranno principalmente di fotografia. I prezzi partono dalle 2,000 sterline. Per acquistare bisogna registrarsi online, ma prima di compiere il passo decisivo del pagamento, si può usufruire del consiglio degli advisors messi a disposizione dal portale, contattabili tramite email o Skype. Il sito offre, poi, per ogni artista e opera messa in vendita, informazioni bibliografiche di approfondimento, come in ogni catalogo d’asta che si rispetti. Una volta terminato il periodo della “curation”, è possibile trovare le precedenti esposizioni allestite su Artuner cliccando su “All Art”. Delle sezioni specifiche, contenenti articoli e testimonianze, aiutano infine l’utente a muoversi nel mondo del mercato dell’arte e della tutela delle opere.

 

 
proLa grafica è elegante e curata, il sito è di facile navigazione e comprensione. Al di là della possibilità di acquistare realmente un’opera d’arte, la piattaforma potrebbe rivelarsi un mezzo utile per affacciarsi sul mondo del collezionismo, uno strumento didattico per aggiornarsi sulle tendenze dell’arte contemporanea.

 

 
CONTROArtuner è stato messo online di recente, quindi al momento contiene esposizioni di un solo artista, il fotografo Luigi Ghirri. Nonostante ci sia la possibilità di vedere il quadro posizionato all’interno di una stanza, o dotato di cornice, il fatto di non poter analizzare l’opera da acquistare dal vivo sicuramente costituisce un limite.

 

 

 

SEGNI PARTICOLARIIl portale è stato creato da Eugenio Re Rebaudengo, giovane collezionista, esperto d’arte anche grazie all’esperienza nella Fondazione di famiglia, la Sandretto Re Rebaudengo. Gli altri membri del team, Nicolas Epstein e Muna Rabieh, anche loro giovanissimi, hanno una formazione internazionale.

 

 

 

CONSIGLIATO AI collezionisti in erba, gli appassionati di storia dell’arte, mercato dell’arte, economia della cultura.

 

 

 
INFO UTILIhttp://www.artuner.com

TITOLOOre 22, furto in galleriaore 22 furto in galleria

 

 

 
COSE“…uno scrittore ha solo due vie: inventare storie o raccontarne di vere”. Scrive così Francesco Pellegrino, nelle note a chiusa del suo lavoro, citando l’autore e sceneggiatore francese, Emmanuel Carrère. La strada scelta da Pellegrino è la seconda: la storia da lui raccontata è una vicenda giudiziaria realmente accaduta e che è stata definita “il furto del secolo”. Due ritratti di Van Gogh, Il Giardiniere e L’Arlesiana, e un’opera di Cézanne, Le Cabanon de Jourdan, una sera come le altre del 19 maggio del 1998, sono state rubate dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma in cui erano esposte. Da quel momento inizia una frenetica azione di intervento di carabinieri e polizia insieme, per ritrovare i tre capolavori e riportarli “a casa” sani e salvi, integri.

 

 
COMELa vicenda del furto dei tre quadri dalla GNAM – storica nel panorama dei beni culturali italiani – viene presentata dall’autore in maniera fedele, cronachistica. Lo sviluppo delle indagini è accompagnato dal resoconto delle azioni, delle emozioni, degli slanci e delle paure, degli autori del furto, seguiti a vista dagli investigatori, grazie a intercettazioni ambientali e telefoniche.
Il libro non è solo la narrazione di un gioco di guardie e ladri. Protagonisti sono anche le vittime del sequestro, i quadri scomparsi: l’autore dedica spazio ad una spiegazione storica delle tre opere, contestualizzandole nella vicenda biografica dei grandi maestri, Van Gogh e Cézanne.

 

 
proÈ molto interessante leggere in maniera così approfondita di un fatto di tale portata, realmente accaduto. Il testo, poi, potrebbe anche essere considerato fonte storica a pieno titolo, specchio singolare di una parentesi storica dell’arte italiana e della storia intera della nazione.

 

 
CONTROLa lettura a tratti risulta appesantita dall’annotazione delle intercettazioni telefoniche, che spesso appaiono confusionarie o in dialetto romano, e quindi poco scorrevoli. Qualche velleità letteraria in più, in alcuni punti, non avrebbe dato fastidio.

 

 
SEGNI PARTICOLARIIl romanzo è introdotto da una nota di Walter Veltroni, l’allora Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, che ha vissuto in primo piano tutta la vicenda, colorando ancora di più di partecipato realismo il racconto di Pellegrino.

 

 
CONSIGLIATO AAgli amanti del giallo, dell’intrigo, dei rompicapi investigativi, delle vicende giudiziarie eclatanti. Agli appassionati di storia dell’arte, di museologia, di biografie d’artista.

 

 

 
INFO UTILIOre 22, furto in galleria, di Francesco Pellegrino, Natyvi 2013, 12 euro.

TITOLO

Family Albumfamilyalbumikh

 

 

COSEC’erano una volta un romano, uno svedese, un californiano e un italo-egiziano accomunati dalla voglia di suonare della buona musica e che, tra un drink ed un panino, hanno deciso di dare vita ad una band tutta particolare dal nome ancora più strano di quello che possiate immaginare: “Inbred Knucklehead” (se vuoi sapere cosa significa ti consigliamo di vedere questa video-intervista). Ecco, questo è il loro ultimo cd, un concentrato di energia, di sound e di generi mixati magistralmente che partono dallo ska e arrivano al punk, passando per il rock facendo sosta per il funk, abbordando del metal che strizza l’occhio all’hardcore. Per poi ripartire di nuovo.

 

COMEE’ energia pura. E’ il vostro sabato in un locale ascoltando un live dalle sonorità gipsy, è la vostra cura per il rientro in ufficio di lunedì, il vostro martedì in palestra zompettando con le ginocchia fino alla pancia per smaltire i cocktail che vi siete tracannati durante il weekend, e il vostro scorazzare in macchina nel traffico alzando il volume fino al massimo per l’invidia del vicino al semaforo che non si capacita di come voi possiate divertirvi così tanto in tangenziale.

 

proBrani come Rember When, Revoluciòn (se riuscite a seguire i continui passaggi di lingua dall’inglese allo spagnolo), Hit the Power e Viking Thing vi entreranno in testa al primo ascolto e godono di facili apprezzamenti. Ma è negli altri brani, quelli dalle sonorità più mixate e dai generi più alternativi che scorgerete la vera anima di questo gruppo che dimostra la sua bravura nell’essere costante ad essere sempre diverso.

 

CONTROGli Inbred sono gli Inbred non solo per la loro musica ma anche per i loro live, dove danno veramente il meglio di loro stessi coinvolgendo il pubblico in performance di ballo estreme. Quindi, inevitabilmente, il loro Family album lascia fuori tutto ciò prestandosi semplicemente a sessioni di ballo solitarie davanti allo specchio.

 

SEGNI PARTICOLARISe siete mai stati su una tavola da surf capirete cosa si prova ad ascoltare questo album in cui la voce profonda e graffiante di Mike (vocals e basso) si insinua tra le vibrazioni sonore per poi risalire e fare in modo che sia Marco (vocals) a cavalcare l’onda del ritmo dettato da Dario (batteria) e Kristian (chitarra). Sinuosi sull’acqua, padroneggiano il vento anche quando soffia forte. Non avete mai preso in mano una tavola da surf? Pensate allora alla sensazione che si prova quando sta per partire il tagadà. Poi contate fino a 5 e premete Play sul vostro lettore.

 

CONSIGLIATO A Chi non si fossilizza su un genere musicale ma spazia e sperimenta, a chi ha bisogno di una sferzata di energia e a chi apre le porte a prospettive di musica sempre nuove ( ma selezionate). Per dirla meglio: “Get off my balls you fuckin’ coatto, get off my balls now” (cit.)

 

INFO UTILISe volete conoscere meglio Marco, Dario, Mike e Kristian non vi resta che andare sul loro sito ufficiale o sulla loro pagina Facebook. Se invece siete a Roma, praticamente fate prima a fare un pub crawl. Siamo certi che li incontrerete.

TITOLOburu-buru.comburu-buru

 

 

 
COSESe vi capita spesso di girare per negozi e di essere stufi delle solite marche e dei soliti prodotti, se cominciate a sudare freddo ogni volta che è il compleanno di qualcuno a voi caro perché incapaci di trovare un regalo originale, bene, allora dovreste dare un’occhiata a Buru Buru. Si tratta di uno store online dedicato esclusivamente all’artigianato contemporaneo. Si possono vendere o acquistare prodotti fatti a mano, di alta qualità, ma con un brand moderno, fresco e divertente… Persino a costi abbastanza contenuti!
È anche una community di crafter che ricerca e seleziona artigiani e creativi che necessitano di assistenza e supporto per far decollare la propria produzione, il proprio “piccolo brand”. Le parole chiave di Buru Buru sono sostenibilità, creatività, valore.

 

 

COMEBuru Buru funziona un po’ come Ebay, nel senso che è possibile sia vendere dei prodotti, sia comprarli. Solo che il mercato di Ebay prevede merci di tutti i tipi e qualità. Per vendere su Buru Buru, invece, bisogna “candidarsi”, cioè sottoporre le proprie creazioni al giudizio dello store che valuta la compatibilità con la linea e il gusto adottati dal resto degli articoli.
Per acquistare basta solo registrarsi, scegliere tra abbigliamento, accessori, gioielli, cartolerie, prodotti per bambini, green, poster, ovviamente pagare e aspettare l’arrivo dell’agognato pacco a casa. È possibile anche personalizzare i propri acquisti, scegliendo l’illustrazione da abbinare all’accessorio o alla t-shirt preferiti. C’è anche una sezione “Offerte” per scoprire i prodotti scontati del momento. Per le fashion blogger sulla cresta dell’onda è, poi, possibile diventare “Ambasciatrici” Buru Buru e portare alto il vessillo della cultura artigianale indipendente.
Infine, è possibile navigare sulla sezione “Magazine” dello store, il blog di Buru Buru che contiene news, articoli, interviste sul mondo del design, della grafica, della moda.

 

 
proIl sito ha una grafica adorabile, semplice e divertente. Muoversi all’interno della pagina web, alla ricerca del prodotto giusto, è facile e veloce.

 

 
CONTROIl tipo di merce messa in vendita potrebbe essere gradito maggiormente da chi ha un determinato tipo di stile, “alternativo”.

 

 
SEGNI PARTICOLARIIl nome, “Buru Buru”, si ispira al linguaggio dei bambini che, pur farfugliando, riescono a fare capire cosa vogliono, soprattutto quando qualcosa li cattura, li attrae, li stupisce. Buru Buru quindi è volontà, entusiasmo, stupore.

 

 
CONSIGLIATO AI/le fashion victim, i/le fashion blogger, i designer, i creativi, gli artigiani 2.0, gli imprenditori fantasiosi, tutti coloro che hanno letto e amato “I love shopping”.

 

 
INFO UTILIhttp://www.buru-buru.com

TITOLOOfficial Comedyofficialcomedy

 

 

 

COSEÈ un canale Youtube, una app su Spotify e anche un blog. Official Comedy è il nome giusto da digitare se si vuole ridere, sorridere, ritrovare il buonumore gustandosi gli sketch dei migliori attori comici del panorama americano e internazionale. Dietro Official Comedy si “nasconde” Bedrocket, l’azienda americana di media e comunicazione che si occupa di intrattenimento e video story telling.

 

 

 

COMEIscrivendosi al canale Youtube o scaricando l’app su Spotify – gratuitamente – si ha accesso al database della Bedrocket che offre a disposizione un ricco programma di interpretazioni comiche, da quelle storiche risalenti a Bill Cosby e ai Monty Python, alle più recenti tratte da sit-com di ultima tendenza, o a debuttanti nel panorama comico internazionale. Le sezioni messe a disposizione degli utenti sono, infatti, Funny Now, Comedians, One-Liners e Playlists.

 
proAvere un canale a tema comicità, i cui contenuti sono stati selezionati da un referente autorevole in materia, come Bedrocket, è sicuramente un bel punto di forza.

 

 

 

CONTROGli utenti italiani potrebbero essere indispettiti dalla esclusività della lingua inglese all’interno del canale. Ma si potrebbe anche trattare di un buon pretesto per fare un po’ di listening di lingua inglese divertendosi, nell’attesa che sia disponibile un canale simile in versione italiana.

 

 

 

SEGNI PARTICOLARILo slogan di Official Comedy volendo si può riadattare alla vita di tutti i giorni: “Watch. Laugh. Repeat”.

 

 
CONSIGLIATO AChi è appassionato di cinema, serie televisive, comicità; a chi ama ridere e concedersi qualche minuto al giorno di buonumore.

 

 

 

 

INFO UTILI

http://open.spotify.com/app/officialcomedy
http://www.youtube.com/user/OfficialComedy
http://officialcomedy.tumblr.com/

TITOLOMusicologiamusicologia

 

 

 

COSE È possibile racchiudere 50 anni di storia della musica in un sito internet semplice e accessibile? Se si spulcia per bene il sito Musicologia, la risposta diventa magicamente sì. Non si tratta di certo di un’operazione facile, ma l’intento della pagina web è proprio quello di creare un’enciclopedia della musica popolare dal 1962 al 2012, che presenti al navigatore i brani e gli artisti che hanno fatto la storia della musica, che hanno segnato un’epoca, che generazioni canticchiano da decenni, o che i teenager contemporanei ascoltano oggi.

 

 

 

COMEEntrando su Musicologia appare subito visibile che è possibile esplorare il sito attraverso tre modalità:
1) Seguire la Timeline, cioè seguire una divisione cronologica degli eventi. Cliccando su ogni anno, appare una parte testuale che spiega i principali avvenimenti in ambito musicale di quell’anno, un elenco dei principali artisti che lo hanno caratterizzato, e la possibilità di ascoltare i brani più significativi, o di vedere un video Youtube. L’elenco, poi, viene proposto tramite una suddivisione in Easy, Medium, Hard, a seconda della difficoltà di ascolto e fruibilità dei brani proposti.
2) Procedere con la ricerca per Artista: per ogni artista è disponibile una scheda informativa e uno o più brani da ascoltare.
3) Scegliere la ricerca per Genere musicale: in questo caso, i generi, oltre settanta, sono catalogati in ordine alfabetico, dalla A di Alternative Dance alla W di World Music.
Per ogni contenuto è possibile lasciare un commento.

 

 

proSi tratta di un sito molto ben articolato, di facile fruizione, dalla grafica piacevole e divertente. Ha la peculiarità di evitare gli snobismi e di fare una cernita dei brani in base alla loro popolarità e non solo alla loro qualità musicale, presentando un quadro veritiero delle tendenze musicali di un determinato periodo.

 

 

 

CONTRONon tutti gli anni o gli artisti sono ancora trattati e sviscerati. Ma, come specificato dal creatore del sito, Stefano Masnaghetti (caporedattore della rivista Outune), si tratta di un work in progress che potrebbe essere praticamente infinito, vista l’immensità del panorama musicale popolare e la sua continua evoluzione.

 

 

 

SEGNI PARTICOLARINavigando sul sito, emerge chiaramente che si tratta di un progetto nato per passione. Stefano Masnaghetti precisa che si tratta di una visione soggettiva del panorama musicale e che “non è un lavoro enciclopedico, non è l’ennesimo Vangelo di un critico onnisciente, non è un tentativo di racchiudere in un unico luogo i dischi più “belli” di sempre. È molto di più. È il primo viaggio, interno a quella che è la colonna sonora delle nostre vite…” E soprattutto, non si tratta di un progetto chiuso, ma di un progetto in continuo divenire che cerca e stimola il confronto con altri appassionati di musica.

 

 
CONSIGLIATO AI “musicadipendenti” che vogliono condividere idee e passioni, i fruitori “ingenui” della musica che sono desiderosi di apprendere e saperne di più.

 

 

 

INFO UTILImusicologia.outune.net

TITOLOFreelancer.comfreelancer

 

 

COSEIl panorama lavorativo attuale è sempre più eterogeneo, cangiante, molteplice. I contratti di lavoro e le tipologie di assunzione sono differenti rispetto al passato. Sicuramente il web, internet, i social network rispecchiano le mutate condizioni di assunzione e cercano di andarvi incontro. Freelance.com risponde alle nuove richieste del settore professionale e offre opportunità e convenienza sia per chi offre lavoro, sia per chi lo cerca. Si tratta, infatti, di una piattaforma per chi cerca attività da freelancer, o per chi gestisce una piccola impresa, non ha le risorse sufficienti per assumere una figura a tempo pieno, e preferisce appoggiarsi su una figura esterna che svolga un lavoro temporaneo. Freelancer.com si definisce, infatti, “il più grande mercato al mondo di freelancing, esternalizzazione e crowdsourcing per le piccole imprese”.

 

COME
Freelancer.com funziona un po’ come un social. Ci si iscrive, agganciandosi all’email o al profilo Facebook, e si comincia scegliendo il proprio “ruolo” all’interno del meccanismo: freelancer o datore di lavoro? Se si cerca impiego è necessario indicare le proprie abilità (più o meno come su LinkedIn) e si può caricare il proprio curriculum. Una volta completato il profilo, si può cercare l’attività per la quale si è più adatti e fare un’offerta al datore di lavoro, inviando le proprie referenze e indicando il costo del proprio incarico all’ora. Se si riesce a convincere il futuro “capo”, si è assunti e una percentuale del guadagno ricevuto va al sito. Un processo più o meno speculare avviene se, invece, si cerca “personale” da assumere. E’ possibile caricare il proprio progetto oppure si può ricercare la figura adatta indicando tutte le caratteristiche necessarie ad una determinata mansione. Anche in questo caso, parte del guadagno dell’intero progetto (un 3%) va al sito.

 

proE’ un modo intelligente per trovare lavori part-time, da svolgere da casa, o svariate opportunità in tutto il mondo.

 

 

CONTROPer capire bene come funziona il tutto bisogna avere un po’ di pazienza e “studiarci un po’ su”. Lo stesso vale al momento della ricerca del lavoro o dei lavoratori: bisogna capire la strategia giusta per essere assunti o per assumere la persona più adatta.

 

SEGNI PARTICOLARIPer i freelancer, è possibile svolgere anche degli esami per dare prova delle proprie abilità. Si tratta di veri e propri test, in genere rapidi, che servono per primeggiare agli occhi dei possibili futuri datori di lavoro.

 

 

CONSIGLIATO AChi è in cerca di un lavoro, ai fantasiosi del mercato delle assunzioni, a chi non ama spostarsi per lavorare, a chi ha un’impresa, una start up, un lavoro da voler o dover assegnare a terzi.

 

 

INFO UTILIhttps://www.freelancer.com

TITOLOjustdelete.me just-delete-me-service-3

 

 

COSEAvete mai sentito parlare di diritto all’oblio, tutela della privacy sul web et similia? Quante volte vi siete registrati su un sito e dopo alcuni giorni, mesi, anni avete provato il desiderio di cancellarvi e scomparire dalla faccia di quella piattaforma online? justdelete.me è proprio un sito che agevola la cancellazione da social network, applicazioni, siti che richiedono un’iscrizione e che spesso non chiarificano come potersi cancellare.

 

 

COMESi tratta di una pagina web in cui, in ordine alfabetico, sono indicati i principali servizi web che richiedono una registrazione. I rettangoli che ospitano i servizi sono colorati in base alla difficoltà che l’utente incontra nell’eliminare il proprio account: si va dal verde di Facebook, che indica una cancellazione rapida, all’arancio di Whatsapp, di difficoltà media, al rosso di Skype, dal quale è molto difficile eliminare i propri dati, fino al nero di Pinterest, che non permette una ripulitura definitiva dei propri dati dalla piattaforma. Cliccando sul sito “incriminato” si viene rimandati direttamente alla pagina con il “bottone” di cancellazione relativo. Molti servizi web, infatti, nascondono volontariamente l’opzione di cancellazione, oppure come skype, richiedono dopo diversi passaggi, di contattare il customer service. Per i siti più ostici, Just Delete Me offre una spiegazione della procedura, cliccando su “show info”.
Un motore di ricerca, poi, permette di arrivare rapidamente al sito di interesse.

 

 

proÈ possibile contribuire allo sviluppo del sito suggerendo le procedure di cancellazione per nuovi siti, o richiedendo di inserirli, tramite l’invio di un’email ai creatori del sito.

 

 

CONTROjustdelete.me rappresenta un passo avanti nella procedura di eliminazione dei propri dati dall’oceano di informazioni, personali e non, che è il world wide web. Ma la strada verso la tutela della privacy è ancora lunga e contorta, anche perché, spesso, non basta un semplice bottone di cancellazione per scomparire del tutto da un sito.

 

 

SEGNI PARTICOLARIGli ideatori di justdelete.me, due giovani studenti britannici, sono rimasti stupiti dal successo del loro servizio che, nato il 20 di agosto, in solo una settimana ha totalizzato più di 30.000 visitatori e ha conquistato persino una recensione da parte della nota rivista tecnologica Wired.

 

 

CONSIGLIATO ATutti i naviganti della rete, con particolare attenzione a chi si annoia presto di qualcosa, a chi ha istinti da agente segreto, a chi ha qualche piccola mania di persecuzione.

 

 

INFO UTILIhttp://justdelete.me/#

TITOLOimpliv


(im)possible living – rethink the abandoned world

 

 

COSE
Si tratta della prima community virtuale e globale nata per individuare e portare a nuova vita edifici abbandonati. In questo modo si evita il perpetuarsi della cementificazione e si opta per un recupero intelligente, economico ed ecologico del preesistente, evitando che si trasformi nell’ennesimo esempio di degrado.

Per far ciò (im)possible living procede seguendo precisi step: creare un database mondiale degli edifici in stato di abbandono; mettere a disposizione conoscenze e strumenti per avviarne il recupero; favorire il contatto tra diversi professionisti coinvolti nell’attività di ristrutturazione; trovare il denaro necessario per realizzare il progetto.

 

COME

Per entrare a far parte della community di (im)possible living basta registrarsi gratuitamente, fornendo un’e-mail e scegliendo un’immagine per il profilo. Sarà così consentito segnalare l’indirizzo dell’edificio abbandonato che si intende inserire nel database, corredandolo anche con foto e video e indicando la tipologia del fabbricato (religioso, agricolo, abitazione, ecc). Queste segnalazioni potranno poi essere condivise anche sui propri profili Facebook, oltre che andare ad arricchire la mappa del cosiddetto (im)possible world.

Ciascun sito ha poi una propria scheda in cui, insieme alla localizzazione in mappa, viene fornita una descrizione dell’area in cui si trova, foto e video, le idee proposte per il recupero e le informazioni relative alla realizzazione.

Il tutto è sempre condivisibile tramite i principali social network come Facebook, Twitter, Youtube e Flick.

 

proL’idea è davvero interessante e utile, perché si propone come strumento per il recupero urbano che ormai ogni città si trova a dover affrontare.
Segnalazioni e iniziative vengono inoltre dal basso, da quegli stessi cittadini che vivono i luoghi e i disagi provocati dal degrado. Sfruttando il lato social del web, l’immediatezza e la catalizzazione di idee provenienti da più voci, peculiarità dell’on line, (im)possible living media tra coinvolgimento creativo ed emotivo e ordine progettuale.

 

CONTROCome ogni bel progetto, il dubbio si insinua sempre sulla concreta fattibilità: una volta che gli edifici sono stati mappati, schedati e hanno raccolto buone idee per il loro recupero, si giunge poi all’effettiva ristrutturazione? Chi si occupa del disbrigo burocratico di tutte le pratiche edilizie? Ma, soprattutto, chi finanzia il tutto?

 

SEGNI PARTICOLARI(im)possible living è un progetto tutto Made in Italy: il suo team è composto principalmente da giovani professionisti italiani, come architetti, urbanisti e progettisti web.

 

 

CONSIGLIATO A(im)possible living è consigliato a chi vuole città in cui ogni centimetro di cemento abbia una sua utilità e dove nessun edificio vada perso nel degrado. E’ raccomandabile a chi ha una buona idea ma non dispone di alcuno spazio per realizzarla, ma anche a coloro i quali non sanno come impiegare un edificio altrimenti destinato a divenire macerie.

 

INFO UTILI
Trovate (im)possible living al seguente link. C’è anche un blog dedicato e un app scaricabile gratuitamente.

TITOLOHappier    happier

 

 

COSEHappier è il social network che permette di condividere i propri momenti felici. Sì, avete letto bene. Solo i momenti, anche piccoli e apparentemente insignificanti, che però hanno senso nella nostra vita quotidiana: fanno parte di questa lista i sorrisi degli amici e quelli inaspettati del vicino di casa, leggere un libro ed emozionarsi, osservare un tramonto, scoprire lo scorcio di un paesaggio, incrociare lo sguardo con una persona nuova, mangiare una fetta di torta, ricevere un regalo.

 

COMEIl sito, prende spunto da una ricerca secondo la quale condividere pensieri positivi rende più produttivi ed ottimisti. Ovviamente la cosa vale sia per i momenti belli che viviamo personalmente ma ha un effetto positivo anche per i pensieri che riceviamo dagli altri. Inoltre, la ricerca dimostra che chi è felice ha meno possibilità di avere attacchi di cuore (e di prendere il raffreddore!)

 

proFunziona. Davvero.

 

 

CONTROUn po’ troppo sdolcinato? A volte, in effetti, quando proprio l’umore è giù e ci si vuole trastullare nella propria depressione (anche per farsi compatire un po’),  la condivisione di tutta questa positività risulta urtante e stucchevole.

 

SEGNI PARTICOLARIL’uso dei colori: arancio, fuxia, viola, verde e giallo. Con queste tonalità l’allegria si trasmette già alla sola vista della homepage. Se volete diffondere buonumore, è possibile inoltre scaricare un kit completo di stickers e cartoline dispensatrici di positività!

 

CONSIGLIATO ATutti. Chi non ha bisogno di una sferzata di positività? Si consiglia di apririlo soprattutto la mattina e prima di andare a dormire. Rimarrete sorpresi dalla quantità di cosebelle che succedono ogni giorno.

 

INFO UTILIRealizzato da una coppia di Boston che ha smesso di ricercare la felicità e ha iniziato a trovarla nelle cose di ogni giorno. Il sito è raggiungibile dall’indirizzo https://www.happier.com/ 

TITOLOWho was number one in historywhowasnumber1

 

 
COSE“Quando la baciai la prima volta, era notte e suonavano sulla spiaggia quella canzone, il tormentone dell’estate 2000, quella che, proprio quell’anno, aveva scalato tutte le classifiche. Ma… Non ricordo il titolo!”. Se questo è un discorso che fate spesso con voi stessi, o con gli amici, tormentandoli, sappiate che c’è un sito che vi può aiutare: Who was number one in history è una web application che, usando come fonti la Billboard Chart USA, officialcharts.com e le classifiche di HitParadeItalia, riesce a scovare quale canzone occupava la prima posizione in classifica in un determinato momento storico.

 

 

 

COMEWho was number one in history si presenta come una pagina web facilissima da usare: sulla home basta indicare anno, mese e giorno oggetto di interesse, cliccare su “Trova il tuo numero uno” e il gioco è fatto. Si può scegliere la canzone prima in classifica negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in Italia, e il periodo di ricerca possibile va dagli anni ’60 ad oggi. Una volta scovata la hit del cuore, è possibile ascoltarla gratuitamente tramite il servizio di musica digitale, Spotify, e poi condividere la scoperta musicale attraverso i social.

 

 

 

pro È un’applicazione divertente e davvero di semplice utilizzo, resa interattiva e completa dalla connessione con Spotify.

 

 

 

CONTROUna volta esauriti i giorni memorabili della propria vita a cui associare una canzone, potrebbe stancare. Ma si tratta di un progetto in espansione che prevede l’inserimento delle classifiche musicali anche di altri Paesi.

 

 
SEGNI PARTICOLARIIl creatore di  è il giovanissimo Oscar Chinellato, responsabile di un’azienda di creazione e gestione di siti web, Sickdevelopers, che opera in Veneto. Il progetto, Who was number one in history, come il suo stesso creatore afferma, è nato per caso, una notte dell’aprile di quest’anno.

 

 
CONSIGLIATO A Gli appassionati di musica, i curiosi, i romantici.

 

 

 

INFO UTILI
http://numberoneinhistory.sickdevelopers.com/

TITOLOLet’s Lunchlets-lunch3

 

 

COSEAl giorno d’oggi le conoscenze, il network di persone con le quali si interagisce, sono fondamentali, praticamente per qualunque lavoro. Spesso, però, la possibilità di approfondire i contatti, di crearsene di nuovi, di estendere la rete di relazioni lavorative, viene a mancare per ragioni di tempo o semplicemente di opportunità. Ecco che a salvarci interviene Let’s Lunch, sito dedicato alla costruzione di proficue relazioni lavorative… a pranzo! Tramite Let’s Lunch si entra in collegamento con professionisti che possono essere a noi affini per interessi o attività e si organizza un pranzo “di lavoro” insieme. Si coinvolge, così, chi è in cerca di lavoro, chi vuole proporre un progetto per ottenere dei finanziamenti, i recruiter delle aziende che vogliono conoscere con un approccio informale i loro candidati, le imprese che vogliono creare nuove partnership.

 
COMEIl sito è di semplice utilizzo. Una volta iscritti, si connette il profilo LinkedIn o Facebook alla piattaforma, in modo che il sistema possa reperire i dati utili alla nostra profilazione professionale e sociale. Quindi si indicano i giorni in cui si è disposti a dedicare un pausa pranzo ai nuovi incontri e la massima distanza che si può percorrere per spostarsi. Infine, due giorni prima dell’incontro, un’email riepilogativa informa sulla persona che si andrà a conoscere e sui ristoranti in zona che possono essere convenienti per entrambi. Il gioco è fatto. Non resta che andare a pranzo, rendere la conversazione il più possibile proficua, e tornare a lavoro, magari con qualche interessante spunto, affare, o semplicemente piacevole momento da ricordare, in più. L’ultima cosa che resta da fare è inviare un feedback sulla persona conosciuta.
I feedback e i pranzi aumentano, infatti, il “karma sociale” dell’utente di Let’s Lunch, permettendogli di diventare sempre più “appetibile” e richiesto per i prossimi pranzi di lavoro. E’ possibile organizzare incontri a due, o di gruppo, mettere in contatto tra loro utenti che si ritengono affini, rivestendo il ruolo di link builder, prendere parte a dei Gruppi di interesse. Il format è disponibile oltre che a San Francisco e New York, in Italia, Olanda, Spagna, UK, Nuova Zelanda.

 
proÈ un’idea divertente, dinamica e utile per ampliare le conoscenze professionali, all’interno di un ambiente informale che favorisce lo scambio di opinioni e di progetti, senza l’ansia da prestazione di un colloquio, o di un incontro ufficiali.

 

 

CONTROLa pausa pranzo dura davvero poco, e il range di persone interessanti da conoscere nel raggio di qualche chilometro, prima o poi potrebbe esaurirsi.

 

 

SEGNI PARTICOLARILet’s Lunch nasce nel fermento creativo e produttivo della Silicon Valley, a San Francisco. A capo del progetto ci sono un indiano, Syed Shuttari, un americano, Ryan Hoover, e un italiano, Daniele Bianca. Tutti e tre sono giovanissimi e super intenzionati ad espandere ancora di più il loro progetto, che in soli due anni ha già ottenuto un notevole successo.

 

 

CONSIGLIATO AChi si annoia durante la pausa pranzo, chi ama discutere d’affari in maniera rilassata e informale, chi pensa che ogni occasione è buona per intessere relazioni con professionisti interessanti, e chissà, forse anche ai cuori solitari.

 

 

INFO UTILIletslunch.com

TITOLOCambiamo tutto! La rivoluzione degli innovatoricambiamotutto

 

 

COSE“Innovazione” è un termine spesso inflazionato, usato molto di frequente all’interno del vocabolario odierno. Nel saggio Cambiamo tutto! “innovazione” è una parola usata con cautela, e collegata principalmente ad uno strumento che si offre a coloro che non vogliono restare con le mani in mano di fronte alla crisi: internet. Il World Wilde Web viene indicato come la causa della “terza rivoluzione industriale” che stiamo vivendo; è  il luogo in cui le cose accadono, il banco di prova per eccellenza per coloro che credono che nella vita si va avanti con il merito e con le intuizioni. Il lavoro non va più cercato, va creato, e internet – rete immensa di persone, non di computer – è lo strumento più democratico per dare vita a una società globale che si basi su “la trasparenza, la collaborazione, la partecipazione”. L’autore accredita questa tesi presentando esempi di start up, imprese o semplici individui che partiti da un’idea astratta, l’hanno perseguita e sviluppata, fino a farne un business di successo.

 

COMEIl saggio si snoda in una serie di capitoli che esplorano, con freschezza e curiosità, testimonianze concrete di come il web sia davvero la chiave per una rivoluzione positiva non solo per la vita quotidiana del singolo, ma anche per la società, la politica, la scienza, l’istruzione.
Sono storie modernissime, come quella di Vito Lomese, un giovane pugliese che ha creato il motore di ricerca globale per il lavoro, Jobrapido; o più datate, come quella del team di Perotto della Olivetti che nel 1964 presentò all’Esposizione Universale di New York, il primo “computer fai-da-te”, quando ancora l’affermazione “vedremo un computer su ogni scrivania prima di vedere due macchine in ogni garage”, sembrava una profezia strampalata. Si parla anche di idee attualissime che oggi ci sembrano assurde e ci fanno sorridere, ma che un giorno, chissà, forse avranno costituito il primo passo verso un’altra rivoluzione epocale. È il caso, ad esempio, delle stampanti 3D e della intuizione di un certo Enrico Dini di utilizzarne una versione gigante per costruire case: il rapid building. Staremo a vedere…

 

proNon è il solito manuale che ti consiglia come uscire dalla crisi con una brillante idea geniale che per magia ti renderà il nuovo Zio Paperone. È una collezione di storie reali, effettivamente accadute a gente normale, a italiani. È un saggio che serve all’Italia, un paese spesso troppo radicato in convenzioni e schemi desueti e timorosi, un paese che ha bisogno di aprirsi al nuovo con coraggio, freschezza e convinzione, preferibilmente col supporto delle istituzioni che ci governano.

 

CONTRO“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” e le idee geniali, purtroppo, non nascono tutti i giorni sul davanzale delle nostre finestre. Gli esempi di successi sono tanti, ma per riuscire bisogna perseverare molto e non arrendersi al comparire dei primi ostacoli

 

SEGNI PARTICOLARIRiccardo Luna, l’autore del libro, giornalista di Repubblica, direttore delle riviste Campus, Romanista e Wired, ha candidato Internet nel 2010 al premio Nobel per la Pace, e ha fondato Wikitalia, associazione che promuove la partecipazione e la trasparenza politica in Italia, attraverso la rete. Per Cambiamo tutto! ha creato un sito in cui interagire con i lettori, dando vita a un libro “in progress”, che permetta di partecipare al progetto di una “rivoluzione dell’innovazione”.

 

CONSIGLIATO AChi è in cerca di ispirazione per un’idea innovativa. Chi è pessimista e vuole smettere di esserlo. Chi è ottimista (con raziocinio) e vuole una conferma alle sue convinzioni.

 

INFO UTILICambiamo tutto! La rivoluzione degli innovatori di Riccardo Luna, Laterza 2013, 14 euro.