In principio era “Life in a day”. Un progetto monumentale, portato avanti da Youtube, prodotto da Ridley Scott e girato da Kevin Macdonald, premio Oscar per il miglior documentario nel 2010. Nell’arco di 24 ore, dalle 00:11 alle 23.59 del 24 luglio 2010, tutto il mondo è stato chiamato a filmare una porzione della propria vita. Le indicazioni date agli utenti dal regista erano semplici. Chiedeva di dare una sorta di uniformità al progetto cercando di filmare dei momenti che rispondessero principalmente a tre domande: qual è la vostra paura più grande di oggi? Che cosa amate? Che cosa vi fa ridere?

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Il risultato sono stati 4500 ore di riprese, provenienti da 180 nazioni, che la bravura del regista è riuscito a condensare in un lungometraggio di circa 95 minuti, tuttora visibile sul canale Youtube del progetto, e la vittoria di alcuni premi cinematografici internazionali quali il Sundance Film Festival, il Krakow Film Festival e il Cinematic Vision Award di Discovery Channel, oltre che la presentazione al Festival Internazionale del Cinema di Berlino.

 

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L’utente medio di Facebook: dai 14 ai 25 anni, ama postare foto, condividere pagine e rimanere in contatto con i propri amici, soprattutto per questioni relative a gossip, satira, foto e video divertenti.

L’utente medio di Twitter: dai 20 ai 35 anni, blogger, giornalista, sportiva, libero professionista, mediamente impegnato nella vita sociale e politica del paese, twitta per far conoscere la propria opinione e per conoscere quella degli altri. Scrive battute in 140 caratteri, si risparmia di essere volgare ma, quando vuole sa essere audace e cattivo.

Due mondi sicuramente diversi che  da poco hanno scoperto di avere delle affinità: e il popolo di Twitter non ci sta.
La bagarre nasce nei giorni scorsi, quando tra i TT (Topic Trend, ovvero gli argomenti più citati in quel momento sul Social Network, se non lo sapevi #tornasuFacebook, ndr) appaiono insistentemente nomi e esclamazioni relative a diverse boy band italiane e inglesi oppure ai cantanti più amati dalle teenager, ribattezzate sul social “bimbeminkia”: dai One Direction che hanno sopolato a Sanremo, all’ormai sempiterno Justin Bieber, questi trends hanno finito per scavalcare i grandi temi di attualità su cui di solito si cinguetta.
Come nelle antiche battaglie, ecco allora il popolo di Twitter sfoderare le proprie armi contro “gli intrusi” del social network made in Zuckenberg che scendono in campo per ritrovare la loro isola felice: quando Twitter, cioè, era ancora un social di nicchia e non così popolare, quando non si scattavano foto da postare a destra e a manca, quando si seguivano solo persone per fini culturali e non promozionali…
Tutto questo ha in Rete ovviamente il suo hashtag, #tornatesuFacebook, di cui abbiamo raccolto le testimonianze più cattive:

 
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