Look, musica e scooter i tratti distintivi: abiti stretti, giacche dal tipico collo a tre bottoni e dai risvolti rigidi, magliettine colorate e solitamente attillate, uno stretto cravattino nero abbinato a pantaloni senza pences, mocassini o brogues sempre scure. Facilmente riconoscibili per i loro tagli di capelli, i giacconi parka con in bellavista il simbolo della Royal Air Force (l’aeronautica militare britannica) e il rombo di  Vespe e Lambrette riempite dei particolari più stravaganti, primi fra tutti decine di luci e specchietti retrovisori.

Ricercatori dello stravagante, del nuovo, amanti degli stilisti italiani e francesi, fissati nella ricerca del particolare, dell’eleganza sempre all’avanguardia. I primi Mods della Londra anni ‘50 volevano esprimere così la loro diversità rispetto ai ‘rozzi’ Teddy Boys, i Rockers contro cui spesso si scatenavano feroci risse, tra cui il famoso e triste episodio di Clepham Common in cui rimase ucciso un ragazzo e dal quale emerse la popolarità mediatica dei due gruppi. Amanti e ballerini di ‘modern jazz’, (da cui deriva il nome Mods) trascorrevano le lunghe notti nei nightclubs di tutta Londra, all’insegna dello sballo, ballando musica ska e soul,  passando poi alla beat music, and R&B.

 

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Ragazze con pantaloni e camicie da uomo; pochissimo trucco, sopracciglia fini e capelli corti che per il tempo erano una vera provocazione! Negli anni lo stile è divenuto sempre più fashion, sulla base dello slogan cool, neat, sharp, hip and smart: essere belli, stravaganti, puliti e decisamente eleganti. Icone intramontabili, la giovane Twiggy, bellissima androgina dai capelli corti e occhi truccati, l’impertinente Peggy Moffitt con il suo caschetto asimmetrico e gli occhioni dal trucco audace; per non dimenticare Jean Shrimpton forse la prima vera supermodella mondiale, apparsa su tutte le copertine delle riviste di moda più famose, Vogue, Harper’s Bazaar, Vanity Fair, Glamour, Elle, Ladies’ Home Journal, Newsweek, and Time magazines. E quando la moda Mod si espanse oltreoceano, una delle più belle superstar degli anni ‘60, musa di Andy Warrol e di Bob Dylan, Edie Sedgwick, influenzò con il suo stile tutto il mondo femminile e non dell’epoca.

 

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Alla fine degli anni ’70, a seguito del film Quadrophenia di Franc Roddam, ci fu un vero e proprio revival;  i The Who e i The Jam di Paul Weller scattarono in cima alle classifiche, mentre la 2-Tone divenne la primissima etichetta completamente ska al mondo.

Proprio in quegli anni cominciarono a Milano, Torino e Roma i raduni internazionali che continuano tutt’oggi a raggruppare moltissimi appassionati, vecchi e nuovi: famosissimo il week-end di Pasqua a Rimini con il ‘The italian Job’ e a Marina di Ravenna con il “Raduno Mod Italiano” alla penultima settimana di settembre (l’edizione 2013 si è appena conclusa lo scorso 20-21 settembre); prossima tappa l’All Saints Mod Holiday a Lavarone (Trento), per il week-end di Halloween.
Una vera passione che va ben oltre il vintage, come subito ci si accorge se solo si dà un’occhiata al sito ufficiale http://www.modculture.co.uk dove si trovano video, libri, abiti e oggetti, tutto rigorosamente Mod style.

 

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Se questo vi affascina, ascoltate oltre ai sempreverdi Statuto, i Tailor Made di Torino, i Made di La Spezia, i Fay Hallam Trinity o gli olandesi Kik e i danesi Movement; infine non vi resta che vestirvi di tutto punto e recarvi in uno dei diversi locali dove vengono tuttora organizzate serate Mod: il Flamingo Mod Club a Torino, l’Underground Blues a Teramo, il Buzz with the Fuzz a Milano, il Maximum Speed Mod Weekend a Genova, il Soulvivors a Bologna, il Right Track e la Youth in Revolt a Roma nel periodo invernale, l’Hot Mod Summer on the Lake sul lago Trasimeno nel periodo estivo. Ready, steady, go! Continue reading “Torna di moda il Mod” »

Passione Vintage –  Il gusto per il passato nei consumi, nei film e nelle serie televisive

 

 

Il risultato di una ricerca condotta tra il 2011 e il 2012 ad opera di un gruppo di professionisti ed appassionati del vintage che hanno tentato, con eccellenti risultati, di analizzare questo fenomeno non solo nel settore della moda ma anche in quello dei consumi, dei film e delle serie televisive.

 

Circa 170 pagine scorrevoli ma dense di nozioni e riflessioni in grado di circoscrivere il fenomeno del vintage facendoci fare balzi avanti e indietro nel tempo: dalla valigia contenente il giradischi fino a Instantlab, un progetto che consente di stampare foto d’epoca grazie all’iPhone non vi capaciterete di quanto oggi il vintage sia presente nella nostra vita. Un occhio perpetuo verso il passato che però mantiene la lucidità e la consapevolezza tecnologica del presente.

Il volume ci induce a riflettere su come lo sguardo al passato soprattutto delle nuove generazioni sia in realtà aiutato dalle nuove tecnologie, prime tra tutte l’e-commerce che, grazie alla potenza del marketing e di internet, fa tornare in auge non solo i veri pezzi della storia e gli stili più in voga come il rockabilly, l’hipster o lo steampunk ma anche packaging antichi e il cosiddetto “Finto modernariato”, le riproduzioni old style che aprono nuovi scenari sui mercati internazionali.

Come tutti i saggi che analizzano fenomeni transmediali la sua piena comprensione è possibile solo dopo aver visionato tutta o parte della filmografia, libreria musicale o prodotti presi in rassegna.

 

Le foto e le schede illustrative nel libro riescono a dare una risposta esaustiva ai nostri dubbi sulle differenze tra i vari stili ma ci portano ad una conoscenza linguista e, a tratti anche psicologica dei diversi vintage mood. Quale ad esempio la differenza tra il soggetto vintage e il retro-flaneur?
Una scheda interessante passa in rassegna una serie di titoli cinematografici degli ultimi anni, tutti ambientati nel passato con mode e gusti retrò.

 

Tutti i soggetti vintage, fissati per il ritorno al passato che però sanno reinterpetrarlo ed analizzarlo alla luce dei tempi attuali.

 

Passione Vintage – Il gusto per il passato nei consumi, nei film e nelle serie televisive
Carocci editore, di Daniela Panosetti e Maria Pia Pozzato con contributi di Daniele Dodaro, Fabrizio Festa, Giacomo Totani, Valentina Vellucci, 19 euro

Forse è un po’ presto per pensarci, ma il detto parla chiaro: chi tardi arriva male alloggia. Allora perché non iniziare a programmare le vacanze per la prossima estate? Con un po’ di nostalgia per la villeggiatura vecchio stampo siamo andati a recuperare i primi poster pubblicitari dove venivano reclamizzate le mete più ambite, vicine e lontane.