L’ultima mostra in cui sono state raccolte tutte le opere dell’artista veneziano Tiziano si è tenuta nel 1935 a Cà Pesaro, ma da domani sino al 16 giugno le sue tele sono esposte alle Scuderie del Quirinale di Roma. Una retrospettiva che raccoglie sessanta decenni dell’attività artistica del maestro, interprete, grazie ai suoi ritratti e crocefissioni, del Rinascimento e della cultura globale, allora concentrata a Venezia, fervente centro commerciale e culturale. L’esposizione, attraverso quaranta dipinti, si prefigge di descrivere l’evoluzione della tecnica pittorica di Tiziano, dal classicismo cromatico degli esordi, quando dipingeva con macchie di colori, alla dissoluzione della materia delle ultime opere, tecnica che verrà ripresa dagli Impressionisti e che solo il Cubismo riuscirà a superare. Un pittore che, partendo dall’arte del Bellini e del Giorgione, l’ha completamente a sovvertita per creare una tecnica pittorica che influenzerà le generazioni di artisti successivi. La mostra espone gli autoritratti, le crocefissioni (tra le quali è preziosa la presenza del Crocifisso del Monastero d’Escorial a Madrid, generalmente visibile solo una volta l’anno all’interno della sacrestia), le tele a carattere religioso ma, soprattutto, i ritratti di principi, imperatori e committenti, tra cui quello dell’imperatore Carlo V, in cui il pathos dell’animo umano viene reso con intensità.

Il “fiato dei suoi colori” traspare dalle pennellate evanescenti senza una cromia unica, riuscendo a far emergere l’essenza stessa della natura, in senso così moderno.