Un gruppo che comprende persone con un’età compresa tra i 18 ed i 24 anni che non posseggono diplomi di nessun tipo o che hanno a stento ottenuto una istruzione di grado inferiore e hanno scelto di interrompere gli studi. Come si reagisce a questo allarme educativo?
In paesi come la Spagna, l’Italia, la Germania o i Paesi Bassi, nonostante il sistema d’istruzione e quello sociale siano diversi l’uno dall’altro, i governi si trovano a dover prendere dei provvedimenti per i ragazzi che non terminano il loro percorso scolastico. La media della cosiddetta “fascia di dispersione” infatti, si aggira intorno ad un allarmante 16%. Gl’interventi risultano ancor più importanti se si considera l’attuale valenza del titolo di studio: prerequisito per entrare nel mondo del lavoro, ma anche strumento per al l’integrazione sociale.
Ma cosa si sta realmente facendo per combattere l’affaticamento scolastico e la dispersione? Cosa stanno facendo altri insegnanti per aiutare gli adolescenti, specialmente quelli con background di migrazione? Sul sito ufficiale del progetto ”“ www.innoschool.info si legge: “Aumentare il rendimento generale degli studenti e la loro volontà di agire è un’importante componente del puzzle. Tuttavia, ciò non è possibile senza migliorare la scuola in quanto istituzione, in modo che i giovani che si sentono esclusi dal loro ambiente o che scelgono di isolarsi possano di nuovo ricominciare ad accettare la scuola come compagno prezioso per tracciare il loro futuro. Il primo passo verso questo obiettivo consiste nell’accettare l’idea che la scuola debba essere strettamente collegata con la comunità in cui opera”.
Da tali presupposti nasce, all’interno del progetto europeo INNOschool l’omonimo concorso. Con il bando di gara ci si propone d’individuare le iniziative innovative in grado di prevenire l’affaticamento scolastico e l’abbandono della scuola e favorire al contempo l’integrazione anche dei giovani immigrati. La mancanza di istruzione infatti, spesso conduce all’isolamento sociale.
Il concorso europeo INNOschool si rivolge allora a docenti, genitori e istituzioni che si occupano di scuola. Premierà i progetti realizzabili anche con un budget limitato, che abbiamo come modello una scuola che includa l’idea di “comunità ” aperta all’esterno. Insomma una scuola in relazione con il territorio che la accoglie, ma il cui progetto sia replicabile ovunque. Ai progetti migliori ”“ da presentare entro il 30 giugno 2006 ”“ saranno corrisposti premi in denaro.
Gli studenti che non frequentano la scuola oggi rappresentano un problema urgente ma anche una delle più grandi sfide per un educatore. Vari i progetti già applicati. Reti pedagogiche che hanno incluso il quartiere con i suoi centri ricreativi, le aziende, le organizzazioni a sostegno dei giovani, le parrocchie e, ultimi ma non meno importanti, i genitori. La “comunità scolastica” che ne risulta è emblematica di un nuovo spirito cooperativo.