Recuperare la tradizione degli itinerari a piedi, più lenti ma allo stesso tempo più complessi e ricchi di esperienze, imprevisti, informazioni. È questo una delle ragioni di Stella d’Italia, un’iniziativa partita dal web, che prevede la realizzazione di quattro differenti marce in partenza da ogni angolo della penisola, per congiungersi poi alla meta finale, la città dell’Aquila, che rappresenta non solo il comune al centro dell’Italia ma anche una comunità profondamente colpita dal terribile terremoto di tre anni fa. Simbolo emblematico di una parte del nostro paese profondamente ferita, ma che non rappresenta un caso isolato. Sono innumerevoli le situazioni analoghe di abbandono a cui questa iniziativa si prefigge di portare solidarietà, al fine di ricucire quello strappo che divide questi territori dal resto del paese. Al contempo, durante l’itinerario, l’obiettivo è quello di acquisire la conoscenza dei luoghi attraversati, delle loro problematiche e delle prospettive future per le comunità e per questi territori. Non una semplice passeggiata dunque, ma un modo per riscoprire i luoghi meno frequentati dai turisti nel nostro paese e scoprire quali sono le attività portate avanti nel territorio da tutte le associazioni pubbliche e private che ne costruiscono il futuro. Recuperare il significato del viaggio come scoperta continua, ripercorrendo la struttura del pellegrinaggio convenzionale.

Il pellegrinaggio è stato nei secoli non solo un viaggio finalizzato a rafforzare la propria fede, ma soprattutto un lungo cammino alla scoperta di forma mentis completamente differenti. Bastava allontanarsi anche di pochi chilometri per entrare in contatto con culture estranee e diverse, sentire racconti e leggende non proprie. Una tradizione andata perduta con l’avvento dei mezzi di locomozione e dell’aereo. Ormai si decide solo la meta da raggiungere, mentre tutto ciò che c’è nello spazio intermedio tra il luogo di partenza e quello di arrivo non è più parte dell’itinerario. Contestualmente è andata perduta anche la tradizione di sentir narrare i fatti e le leggende del luogo dove si transitava, la sinergia che si creava tra gli autoctoni e il nuovo arrivato venuto da fuori. Riscoprire quindi il confronto e il dialogo sarà l’imperativo di questa lunga marcia verso l’Aquila.

La marcia è partita lo scorso 11 maggio e si snoderà nel corso di 60 giorni; le partenze sono Messina, Reggio Calabria, Venezia, Genova, Santa Maria Di Leuca. Diverse le tappe previste in territori critici dove è forte la volontà di reagire: da Genova colpita duramente lo scorso ottobre dall’alluvione, alla Calabria dove si entrerà in contatto con tutte quelle aziende che fanno parte dell’Associazione Libera, sino a Matera dove si svolgeranno incontri musicali e letterari.
La partecipazione all’iniziativa è libera e ognuno può unirsi al percorso dove e quando preferisce. L’unico requisito è la volontà di conoscere e confrontarsi con tutte quelle realtà nostrane vicine ma differenti.

Tutto il programma e le tappe sono visualizzabili al sito.