davos culturaCreare un impegno globale sulla cultura e fare in modo che si apra, in una fase di crisi come quella odierna, un tavolo di sensibilizzazione sui valori del passato. Una proposta del genere, una DAVOS sul Patrimonio culturale, è stata lanciata nei giorni scorsi dal Ministro Bondi (da quanto si apprende dall’Adnkronos, la Davos mondiale della cultura si svolgerà nella Villa Reale di Monza nell’ultimo weekend di settembre, ndr). Su un tema così “povero” dal punto di vista finanziario una riflessione mondiale, una grande concentrazione di teste pensanti (politici, addetti del settore, economisti e grandi imprese) è realmente necessaria.
L’Italia si candida come paese ospite dell’evento proprio in virtù del suo immenso patrimonio culturale; un giacimento che ad oggi è ancora poco valorizzato.
Se il tema del summit è quello della conservazione e della valorizzazione del patrimonio culturale, è importante da subito identificare come e quali saranno i soggetti che si attiveranno concretamente in questo campo e quali saranno le prospettive di lungo periodo.
Sarà importante definire uno o più concetti su cosa si intende per valorizzazione e per la sua contabilizzazione, mentenendo comunque i due principi chiave dell’industria dell’entertainment quali quelli delle “superstar” e delle “supernicchie”.
Se in passato l’Italia riusciva a vendere le proprie star, puntando su prodotti territoriali di grande impatto quali la Toscana – Roma – Venezia, oggi soffre la concorrenza di competitori che operano su grandi attrattori unici quali ad esempio il Guggenheim di Bilbao. Superstar capaci, a livello statistico, di poter vantare valori di successo facilmente quantificabili. Ma ciò che distingue l’Italia dal resto del mondo è la non necessità di creare superstar attrattive, ma di valorizzare il territorio nel suo complesso in quanto superstar naturale.

Applicare anche al tema cultura le voci alternative solitamente presenti ai grandi summit, significa ridurre le politiche concentrative, individuando in alternativa nicchie ed eccellenze inesplorate.
Le nuove tecnologie applicate ai beni culturali possono migliorare il monitoraggio (e quindi la conservazione) ma anche la fruizione (e quindi la valorizzazione) di tutti i patrimoni che vivono fuori dai principali circuiti culturali. La sfida della valorizzazione delle “supernicchie” oggi è possibile seguendo gli esempi virtuosi del turismo diffuso, dell’alimentazione di qualità e della valorizzazione delle tradizioni artigianali. La tecnologia permette di diffondere al meglio le conoscenze differenziate e di vigilare luoghi che non possono avere un monitoraggio fisico costante.

Lorenzo Lener è responsabile del progetto Spin Over, Parco Scientifico dell’Università di Roma Tor Vergata.