venezia_turismoSoppresso nel 1993 da un referendum popolare, il ministero del Turismo fa di nuovo la sua comparsa nelle ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del Sottosegretario al Turismo Michela Brambilla, i quali ne propongono una sua ricostituzione.
La proposta nasce quale conseguenza della grave crisi economica in atto anche nel settore. La soluzione? Ritornare sui propri passi e ripristinare una regia ministeriale per rilanciare il comparto.
La riforma costituzionale del 2001, affidando alle singole regioni funzioni amministrative e legislative, e con esse il compito di definire in modo autonomo le politiche del settore turistico, lasciava in capo allo Stato solo funzioni amministrative di indirizzo generale e di coordinamento. Sebbene il trasferimento delle funzioni amministrative inerenti il turismo a livello periferico non sia stato né breve né lineare, esso rappresenta uno dei settori in cui, proprio a livello locale si sono prodotti alcuni modelli organizzativi innovativi – si pensi alla centralità del livello di intervento comunale nella disciplina dei sistemi turistici locali – che hanno impresso notevoli forze propulsive all’intero comparto. 
Per questo motivo ci si chiede fino a che punto la costituzione di un nuovo apparato ministeriale  assicuri le necessarie azioni flessibili per superare una crisi e, quanto, in tempi di magri bilanci pubblici, di tagli ai ministeri esistenti un nuovo ministero non significhi, invece, moltiplicare inutilmente le spese dello Stato.

Giulia Agusto è caporedattore di Tafter Journal