turismo-mareIn Italia esistono 10.000 società di varia natura che si occupano di turismo tra le cui fila si esibiscono delle personalità con elevate cariche aziendali, amministrative, universitarie e di consulenza del settore.

Queste da diversi decenni si riuniscono periodicamente e discutono come risolvere o risollevare le molteplici crisi del turismo nazionale con il risultato che, dati alla mano, nulla cambia; anzi peggiora, ma la colpa è sempre degli altri e mentre le discussioni si incentrano sulle medesime logorroiche irrisolte causali, le altre nazioni ci deridono e ci sopravanzano in introiti e qualità, dando maggiori opportunità lavorative sia all’indotto che al personale alberghiero.

Reputo che siano essenzialmente quattro i fattori di criticità che minacciano il turismo italiano: l’assenza del governo, la carenza di infrastrutture, lo scarso sviluppo della tecnologia informativa e l’esagerato numero di queste associazioni che non possono elencare nulla che un vero professionista già non conosca.
Importante contorno a queste priorità sono le tasse, trasparenza delle politiche di governo, spreco della spesa pubblica, favoritismi nelle decisioni di funzionari del governo, formazione del personale, norme in materia di investimenti, pratiche di assunzione, costo del lavoro, flessibilità di determinazione del salario, simmetria tra produzione e retribuzione, possibilità di ricerca lavoro qualificato, strategie turistiche, affidamento sulla gestione professionale, fuga di cervelli, flussi di capitale, disponibilità di capitale a rischio, investimenti diretti dall’estero, volontà di delegare, collaborazione università/industria, …e qui mi fermo.
Loro possono risolvere questi problemi?
L’A.I.P.M.T, la nuova Associazione italiana professionisti e manager del turismo?
Ben rappresentata ma non garantisce nulla per la nostra cara Penisola.
La numero 10.001.

 

Luciano Ardoino è esperto e operatore del comparto turistico www.lucianoardoino.com